guido sgherzi

Il caldo di questo Agosto sta facendo sciogliere quello che rimane delle nevicate invernali.

Certo che risaltano bene contro l'acqua azzurra del laghetto.

E naturalmente questo è l'habitat degli Eriophorum forse sheuchzeri visto che ha il capolino ritto.

Finalmente arriviamo ai laghetti

Guardate che colonia di animaletti nutre questo funghetto

E anche gli insetti ne approfittano.

Il giallo dell'Arnica si staglia qua e là nel verde dei pascoli

La zona sembra un giardino botanico e sono presenti vari tipi di campanule (C.barbata)

Come questo cespuglio di Corydalis lutea

Ma anche queste delicate campanule fanno la loro parte.

Particolare delle infiorescenze.

Sono terreni in continua ricerca di equilibrio e gli sfasciumi e i macereti vengono colonizzati da piante che col tempo aiutano a stabilizzarli, come questa stazioncina di Vetatum album

Più rara la Gentiana punctata.

Il cielo oggi fa risaltare la bellezza di ogni fiore.

Appena sopra le sorelle maggiori la sopraffanno con la loro mole; una bella stazione di Gentiana purpurea

A parte il nome è proprio carina e ripresa da sotto il colore dei suoi petali si confonde con l'azzurro intenso del cielo.

Il sentiero gira decisamente sul versante nord-est e cambiano anche i ritrovamenti, una Gentiana sp tutta sola soletta attira la mia attenzione

In una piega del terreno mi appare una Dactyloriza fucsii un tantino in ritardo anche se siamo sopra i 1600mt slm

Più in alto si raggiunge il sentiero alto del C.A.I che collega le principali cime delle Orobie, I pascoli si impoveriscono ma sono sempre ben forniti di acqua di percolamento, incontro delle distese stazioni di Pulsatilla alpina (determinata da Giomalvi e da Venturino)

Risalito il promo costone un gruppo di capre da il benvenuto agli escursionisti.

Partenza dai Piani dell'Avaro in alta Valbrembana.

Veramente un bellissimo reportage, sia per le immagini che per le citazioni storiche. Concordo con Tom sulla pericolosità di quel passaggio sul traverso nevoso, è incredibile come sia curata la parte su roccia, con bellissimi ammortizzatori e tralasciato un passaggio su neve dura che statisticamente (sulle dolomiti) determina il maggior numero di incidenti. Complimenti ancora, anche ai rduci della '15-'18.

Magico momento gustarsi il dopo temporale da un confortevole rifugio di montagna e faticoso fermarsi a quelle quote per immortalare l'escursione, perciò grazie di averci mostrato luoghi dove osano le aquile, anzi neppure loro! Guido

Grazie a tutti e due e un saluto alla Calabria e alla Val D'Aosta.

Vista del fusto e del fiore, grazie a tutti. Guido