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Archivio Micologico

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  1. Lepiota carinii Bresadola 1930

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Agaricaceae

    Sinonimi
    Echinoderma carinii (Bres.) Bon 1991

    Foto e Descrizioni
    Lepiota carinii appartiene alla Sezione Echinatae Fayod emend. Knudsen 1981 che annovera specie con cuticula decorata da aculei (irsuta), velo doppio membranoso e aderente al gambo, che lo fascia anche totalmente.

    Cappello di piccole-medie dimensioni (2 - 4 cm.) decorato da residui cotonosi che gli conferiscono un aspetto feltrato, cuticola rivestita da squamule irte, presto labili, più evidenti verso l'umbone, di colore brunastro con toni rugginosi.
    Lamelle mediamente fitte, intercalate da numerose lamellule, libere, di colore biancastro nei giovani esemplari, poi tendono ad assestarsi su toni crema.
    Gambo generalmente non più lungo del diametro del cappello, cilindrico con tendenza ad ingrossarsi verso la base, è rivestito da squamule concolori al cappello, l'anello è dissociato, feltrato, biancastro con granulazioni brunastre
    Carne biancastra nel cappello, con sfumature ocra-brunastre nel gambo, emana alla sezione un odore complesso, penetrante, viroso, verso lepiota cristata, di matita temperata.
    Commestibilità e Tossicità Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni.

    Regione Lombardia, località Cimitero Comunale di Verdellino; Novembre 2008; Foto e descrizione di Massimo Biraghi

    Sotto Cedrus atlantica in una lettiera di aghi molto spessa e con molto humus.

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    Particolare delle squamule presenti sulla cuticola

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  2. Lepiota calcicola Knudsen, Bot. Tidsskr. 1980

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Basidiomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Agaricaceae
    Genere Lepiota

    Sinonimi
    Echinoderma calcicola (Knudsen) Bon 1991
    Cystolepiota calcicola (Knudsen) Bon & Courtec. 1987

    Etimolgia
    Dal greco σκατζόχοιρος, ekhinos = riccio e δέρμα, derma = pelle, per particolari squamule che rivestono tutto il basidioma.

    Cappello
    Di piccole-medie dimensioni (2,5-5,5 cm) inizialmente subglobuloso, poi convesso ed infine piano-convesso a maturazione, superficie pileica fribrillosa-lanugginosa, decorata da squamule irsute che lo ricoprono interamente fino alla congiunzione con il gambo, concolori al fondo, di forma piramidale e che perdurano anche in vetustà, trattengono particelle terrose; colorazioni camoscio scuro o bruno più o meno scuro.

    Lamelle
    Libere al gambo, fitte, intercalate da lamellule, raramente forcate, color crema chiaro.

    Gambo
    Cilindrico, ricoperto in tutta la sua lunghezza da squamule irsute in gioventù, maturando, il velo che protegge l'imenio si lacera formando un anello lanugginoso e lascia intravedere una fascia d'aspetto cotonoso biancastra in prossimità delle lamelle.

    Carne
    Biancastra, con odore gommoso, segnalato in letteratura come di caucciù, sapore dolciastro.

    Habitat
    Cresce prevalentemente nei terreni di matrice calcarea, nel fogliame o nelle radure erbose, in pochi esemplari ravvicinati tra loro o subcespitosi, fruttifica generalmente in autunno, poco comune.

    Microscopia
    Spore, ellissoidali, 5-5,5 (6) × 2,8-3 (3,2) µm.
    Cheilocistidi claviformi, presenti su tutto il filo lamellare, molto abbondanti.
    Pleurocistidi assenti.
    Pileipellis composta da ife cilindriche allungate frammiste ad altre più corte e subellissoidali.

    Commestibilità e Tossicità
    Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni.

    Osservazioni
    Il genere Echinoderma è attualmente separato dal genere Lepiota per il cappello e il gambo decorati da squamule che rimangono presenti fino alla completa maturazione, quindi non labili.
    Il genere Cystolepiota si differenzia per avere un rivestimento pileico fioccoso, pulverulento.

    Specie simili
    La specie più vicina è Echinoderma hystrix (F.H. Møller & J.E. Lange) Bon riconoscibile macroscopicamente per il cappello e le squamule bruno-nerastre e per il filo delle lamelle bruno scuro. Microscopicamente per avere cheilocistidi rari o poco abbondanti, mai in massa. Tra le altre specie similiEchinoderma carinii Bres. presenta colorazioni pileiche fulvo-giallastre con squamule minute più scure, lamelle bianche, anello presto evanescente. Microscopicamente per le spore più piccole, (3)-3,5-4,5 (5) × (2) 2,5-3 µm. e per la pileipellis costituita da ife cilindriche congiunte tramite giunti a fibbia ad elementi isodiametrici corti e concatenati. Echinoderma pseudoasperula Knudsens è molto vicina a Echinoderma carinii, dalla quale si differenzia sopratutto microscopicamente per l'assenza di cheilocistidi, e per la pilipellis con elementi concatenati di diversa natura, da sferici, ad ovoidi o subellissoidali.

    Bibliografia
    AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.
    BON, M., 1993. Les Lepiotes. Flore Mycologique d'Europe. Vol 3. Amiens: Ed. Marcel Bon.
    BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 2000. Champignons de Suisse. Vol. 4 Lucerna: Ed. Verlag Mykologi
    CANDUSSO, M., & LANZONI, G., 1990. Lepiota s.l. Fungi Europæi. Vol. 4. Libreria editrice Giovanna Biellla. Saronno.
    COURTECUISSE, R. & DUHEM, B., 2007. Guides des champignons de France et d'Europe. Parigi: Ed. Delachaux et Niestlé.
    EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.

    Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

    Regione Lombardia, Località Crespi D'Adda; Ottobre 2010; Foto, commento e microscopia di Massimo Biraghi.


    Habitat parco urbano, ai margini di un sentiero, nelle vicinanze presenza di Picea excelsa, Ostrya carpinifoglia, Quercus spp.
    (Exsiccata MB20101031-74)

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    Spore, ellissoidali, 5-5,5 (6) × 2,8-3 (3,2) µm, osservazione in Rosso Congo.

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    Cheilocistidi subfusiformi, alcuni sub capitulati 25-30 × 5-8(9) µm, ialini; 200×.

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    Pileipellis composta da ife terminali allungate, frammiste ad altre più corte.

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  3. Lepiota brunneolilacea Bon & Boiffard 1972

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Agaricaceae

    Foto e Descrizioni
    Lepiota brunneolilacea Bon & Boiffard è specie abbastanza rara, tipica delle dune sabbiose, presenta un cappello con diametro generalmente maggiore di 5 cm, squamuloso, bruno-rossastro ed un arrossamento nella carne del gambo verso la zona corticale più o meno evidente.

    Commestibilità e Tossicità
    Velenoso mortale. Fino a non molto tempo fa era descritto e considerato, nei vari testi divulgativi a larga distribuzione, fungo con proprietà tossiche. Recentemente studi approfonditi hanno evidenziato la presenza di amatossine sia in Lepiota brunneolilacea, sia in specie strettamente vicine tra le quali: Lepiota helveola Bres., Lepiota pseudohelveola Kühner, Lepiota josserandii Bon & Boiffard, Lepiota kuehneri Huijsman ex Hora e altre undici specie.

    Regione Sardegna; Novembre 2008; Foto e microscopia di Mauro Cittadini.

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    Miscroscopia
    Spore bianche in massa, lisce, da ovoidi a largamente ellittiche, in alcune proiezioni sub-amigdaliformi, con apicolo pronunciato, dimensioni (7,5)8-11 x 5-6 micron.

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    Cheilocistidi banali, clavati in alcuni casi leggermente rigonfi nella parte mediana.

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    Palizzata imeniale.

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  4. Lepiota brunneoincarnata Chodat & C. Martín; Regione Lombardia; Luglio 2005; Foto e commento di Massimo Biraghi.

    Altra bella e pericolosa Lepiota contenente amatossine, reperita in una lettiera erbosa di Pinus strobus piantumato in una zona del Parco Itala.
    Odore e sapore dolciastri, anello evanescente anche nei giovani esemplari, gambo rosseggiante squamette brune.

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    Dettaglio.

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    Ancora.

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  5. Lepiota brunneoincarnata Chodat & C. Martín 1889 

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Agaricaceae
    Genere Lepiota

    Etimologia
    Dal latino brùnneus e incarnàtus = di colore bruno carnicino.

    Cappello
    4-5 cm di diametro, di piccole dimensioni, subglobuloso-convesso nella fase giovanile, poi piano-convesso, disteso in età vetusta, presenta un umbone poco delineato. La cuticola, fin dalle prime fasi, appare dissociata in piccole squamette concentriche disposte irregolarmente, abbastanza compatte al disco, più rade nella zona periferica. Colorazione pileica brunastra, più scura verso il centro del cappello su base di fondo rosa, margine abbastanza regolare e leggermente debordante. 
     
    Imenoforo
    Le lamelle, relativamente fitte in gioventù, tendono a distanziarsi a maturazione, libere al gambo e intercalate da lamellule diseguali, si presentano di colore bianco-avorio, crema pallido, più marcato nei vecchi esemplari con filo concolore ed appena fioccoso all’osservazione con la lente.
     
    Gambo
    2-3,5 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, abbastanza sodo nei giovani esemplari, fibrosetto e presto cavo a maturazione, di colore bianco sporco con toni rosa, decorato da squamule brunastre disposte a spirale, che lo avvolgono fin quasi alla base; la parte apicale denota una fascia biancastra pruinosa-fibrillosa. L’anello è poco distinto, riscontrabile nella parte alta del gambo sotto forma di residui o frammenti ocra-brunastri che formano una fascetta circolare.
     
    Carne
    Di colore biancastro, caratteristicamente con tonalità vinose chiare verso la base del gambo, rosacea nella zona corticale, sapore da mite a leggermente acidulo con odore penetrante, incostantemente fruttato.
     
    Habitat
    Cresce dalla fine dell’estate all’autunno inoltrato, secondo la latitudine, prediligendo i margini erbosi dei boschetti, parchi, giardini e i margini dei sentieri, nelle immediate vicinanze di latifoglie.
     
    Commestibilità e Tossicità
    Velenoso mortale. Fino a non molto tempo fa era descritto e considerato, nei vari testi divulgativi a larga distribuzione, fungo con proprietà tossiche. Recentemente studi approfonditi hanno evidenziato la presenza di amatossine sia in Lepiota brunneoincarnata, sia in specie strettamente vicine tra le quali: Lepiota helveola Bres., Lepiota pseudohelveola Kühner, Lepiota josserandii Bon & Boiffard, Lepiota kuehneri Huijsman ex Hora e altre undici specie.
     
    Osservazioni
    Ultimamente le ricerche in campo micotossicologico hanno evidenziato la presenza delle pericolose amatossine in ben 16 specie di piccole Lepiota, responsabili della sindrome falloidea. Fortunatamente la percentuale di amatossine presenti è nettamente inferiore a quella riscontrabile in Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link, ciò non toglie che si tratta di una specie molto pericolosa, infatti i danni arrecati alle cellule epatiche sono spesso irreversibili, arrivando anche alla necrosi delle stesse e al manifestarsi di emorragie interne; inoltre, la lunga latenza dei sintomi (a volte anche 48 ore) è una delle ragioni che impediscono il ricorso a terapie tempestive e risolutive.
     
    Specie simili
    Lepiota brunneoincarnata appartiene alla sezione Ovisporæ, un gruppo con specie dai caratteri morfocromatici molto simili tra di loro; le specie in questione sono di difficile separazione macroscopica e la certezza determinativa nella maggior parte dei casi è basata sulle osservazioni al microscopio ottico biologico. Sono molte le piccole Lepiota simili e difficilmente identificabili fra loro; soltanto una scrupolosa analisi macroscopica accompagnata dall’osservazione dei caratteri microscopici assicura una corretta determinazione.
    Questa specie, inoltre, è soggetta a numerose interpretazioni a seconda delle diverse scuole di micologia; l’avvento della ricerca molecolare dovrebbe fare luce sulle tante linee di pensiero.
    Lepiota subincarnata  J.E. Lange (= Lepiota  josserandii Bon & Boiffard) si distinguerebbe per le colorazioni pileiche rosate molto più intense, con punte al rosso cinabro nei primordi, si decolora anche vistosamente invecchiando, assestandosi su toni crema-carnicini, inoltre non presenta colorazioni brunastro-vinose al centro del cappello; anche le decorazioni presenti sul gambo risulterebbero più rosate con sfumature aranciate, cresce spesso associata a conifere anche nei parchi e nei giardini.
    Lepiota helveola Bres. avrebbe un aspetto più robusto con tonalità pileiche più tendenti al bruno-vinoso e un anello più evidente, le squamette presenti sulla cuticola hanno la tendenza a erigersi verso l’alto, più distintamente verso il margine del cappello.
    Lepiota pseudolilacea Huijsman è specie tendenzialmente termofila, presenta un anello ben distinto e disposto obliquamente sul gambo, inoltre sono poco marcate o assenti le decorazioni brunastre sul gambo.
    Lepiota forquignonii Quél. si distingue agevolmente per le colorazioni pileiche bruno-grigiastre, bruno-olivacee con zona discale più marcata, la consistenza della carne è fragile in tutte le parti del carpoforo e generalmente predilige fruttificare su terreni con prevalente componente sabbiosa.
    Lepiota fuscovinacea F.H. Møller & J.E. Lange si riconosce immediatamente sul campo per le tipiche colorazioni bruno-violacee intense, in netto contrasto con il bianco delle lamelle; inoltre sia il cappello che il gambo sono decorati caratteristicamente da evidenti squamule di consistenza lanosa.
    Lepiota brunneolilacea Bon & Boiffard è molto simile, si differenzia per le colorazioni pileiche con toni vinoso-lilacini e nerastri al disco, e per l’habitat strettamente sabulicolo; caratteristica è la presenza di residui sabbiosi sul cappello.
     
    Bibliografia
    AA.VV., 2012. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.
    BON, M., 1999. Les Lepiotes. Flore Mycologique d’Europe. Vol. 3. Lille: Ed. Association d'Ecologie et de Mycologie.
    CANDUSSO, M. & LANZONI, G., 1990. Lepiota s.l. Fungi Europæi. Vol. 4. Saronno: Libreria editrice Giovanna Biella.
    LA CHIUSA, L., 2013. Funghi Agaricoidi. Vol. 1. Agaricaceae. Monza: Ed. Ander.
     
    Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi



    Regione Lazio, Roma, Villa Pamphili; Novembre 2011; Foto di Tomaso Lezzi

    Lepiota con cappello dai colori vinosi, gambo che non mostra un anello definito, ma una serie di decorazioni e cercini colorati nella parte bassa del gambo stesso.
    Spore ellissoidali, 8,9-10,2 × 4,8-5,5 µm; Qm = 1,97, una sola spora "fuori misura" 13,3 × 5,9 µm. Cuticola con struttura a trichoderma formata da elementi molto allungati, con pochissimi setti presenti quasi solo alla base dei peli, imeniderma composto da ife di diversa lunghezza simili alle cellule del trichoderma. GAF presenti e ben definiti.
    Specie velenosa mortale con sindrome falloidea.
    La simile Lepiota fuscovinacea presenta gambo più lungo, lanoso, tomentoso; ha spore più piccole e non ha giunti a fibbia.

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    Foto di Mauro Cittadini.

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    Microscopia; Foto di Tomaso Lezzi.
    Spore ellissoidali, 8,9-10,2 µm × 4,8-5,5; Qm = 1,97, una sola spora "fuori misura" 13,3 × 5,9 µm.

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    Cuticola con struttura a trichoderma formata da elementi molto allungati, con pochissimi setti presenti quasi solo alla base dei peli, imeniderma composto da ife di diversa lunghezza simili alle cellule del trichoderma.

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    GAF presenti e ben definiti.

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  6. Lepiota aspera (Pers. : Fr.) Quél.; Regione Lazio, Roma Villa Pamphili; Dicembre 2010; Foto di Mauro Cittadini.

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    Foto di Tomaso Lezzi.
    Particolare che evidenzia la forcatura delle lamelle, un elemento che aiuta a riconoscere questa specie macroscopicamente.

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    Foto di Mauro Cittadini.
    Spore 6,5-8 (8,5) × 3-4 µm, da strettamente ellitiche a fusiformi, alcune speronate, bianche in acqua, destrinoidi.
    Cheilocistidi in piccola parte cilindrico-clavati e rigonfi, la maggior parte sono capitulati-sferopeduncolati. GAF abbondanti.

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    Cheilocistidi.

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    Spore in Melzer.

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  7. Lepiota aspera (Pers. : Fr.) Quél.; Regione Lazio; Dicembre 2010; Foto di Tomaso Lezzi.

    Ritrovamento effettuato in un boschetto di Alloro, questa Lepiota ha il cappello, il gambo e l'anello vistosamente ricoperti da verruche. Le verruche del cappello sono state in gran parte asportate dalla forte pioggia, ma le verruche sul gambo sono ancora chiaramente visibili.

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    Il gambo è coperto da verruche solo nella parte inferiore dell'anello e si trovano anche sull'anello stesso, ma solo sulla faccia inferiore.

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  8. Lepiota aspera (Pers. : Fr.) Quél. 1886

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Agaricaceae

    Sinonimi
    Amanita aspera
    sensu auct. mult. 2005
    Echinoderma asperum (Pers.) Bon 1991
    Lepiota acutesquamosa (Weinm.) P. Kumm. 1871

    È la Lepiota più comune dell' ex Genere Echinoderma, cresce solitamente nei luoghi ruderali.
    Cappello (8 cm) e gambo nella parte sotto l'anello coperti da squame di forma piramidale, facilmente asportabili che sembrano granella di nocciole, su una superficie tomentosa e debordante; Lamelle molto fitte, con presenza di lamellule e filo dentato, colorazioni biancastre, crema in età adulta; anello ampio membranoso, fioccoso biancastro ma spesso brunastro all'estremità; sotto l'anello si vedono delle goccioline di essudato giallino; gambo cavo, decorato in prossimità della base da squamule della stessa conformazione del cappello, la base del gambo è ingrossata. Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni.

    Regione Lazio; Ottobre 2005; Foto e commenti Tomaso Lezzi.

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    Particolare delle lamelle.

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    Particolare delle granulosità del cappello.

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    Particolare dell'anello grande molle, e del gambo coperto anch'esso di granulosità. Da notare le goccioline sotto l'anello.

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