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Inocybe umbratica Quél. 1884

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Inocybaceae

Foto e Descrizioni
Cappello da 2 a 4(5) cm. inizialmente conico, conico-convesso poi appianato in maturazione con umbone ottuso, a volte poco appariscente, cuticola nel giovane liscia poi di aspetto leggermente fribilloso con l'età con orlo un poco lobato, leggermente striato o fessurato. Colorazione pileiche da bianco a bianco-grigiastro, si sporca di ocra pallido in vetustà.
Lamelle ventricose e uncinate intercalate da lamellule di varie dimensioni, biancastre in giovane età, assumono tonalità leggermente grigiastre con sfumature crema-rosate a maturazione.
Gambo cilindrico terminante con un bulbo leggermente o visibilmente marginato bianco ghiaccio-bianco grigiastro, si sporca di ocra-brunastro se manipolato. Carne biancastra con odore spermatico o rancido.
Habitat: reperito in parco pubblico sotto Pinus strobus in tappeto di aghi, non in zona erbosa.

Regione Lombardia; Dicembre 2008; Foto di Angelo Mariani.

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Stessi esemplari, foto di Massimo Mantovani.

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Microscopia
Spore gibbose in media 7-10(12) × 6-7 µm. Basidi tetrasporici in maggioranza, anche bisporici 25-35 × 10-12 µm. Cistidi imeniali fusiformi, subcilindrici, alcuni subventricosi muricati quasi nella totalità delle osservazioni 50-65 × 13-20 µm con parete spessa 2-4 µm, presenza di numerosi paracistidi a forma di clava allungata. Caulocistidi presenti su tutta la superficie del gambo simili ai cistidi imeniali lunghi fino a 70 µm con numerose cellule allungate piriformi.

Spore gibbose 7-10 (12) × 6-7 µm.

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Basidi bi-tetrasporici 25-35 × 10-12 µm.

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Basidi con cheilocistidio.

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Cistidi imeniali.

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Cistidi imeniali.

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Cheilocistidi.

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Pleurocistidi.

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Caulocistidi della parte superiore del gambo.

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Caulocistidi della parte inferiore del gambo.

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Caulocistidi della base del gambo.

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Osservazioni
A cura di Angelo Mariani e Massimo Biraghi.
Raccolta in parco pubblico in località Verdellino nella media pianura Bergamasca sotto Pinus strobus in compagnia di Inocybe mixtilis, Russula torulosa, Russula cessans, Marasmius oreades e Lactarius semisanguifluus.
Crescita a piccoli gruppi di 5-6 esemplari raccolti in un area di pochi metri quadrati. In Letteratura Inocybe umbratica viene descritta come una sosia diI. paludinella Peck, diversi Autori concordano con l'estrema difficoltà determinativa sia macroscopic che microscopica al punto che J. Stangl propose, senza riuscirvi, la riunificazione delle due specie.
Dal quadro descrittivo, sia macroscopico che microscropico si possono ben notare le discrepanze dei vari Autori tra le descrizioni delle due specie, i pochi ritrovamenti annoverati e quindi la difficoltà di reperire esemplari freschi certamente hanno contribuito nelle varie pubblicazioni a interpretare ora la specie di Quèlet, ora la specie di Peck, a seconda dal vario stadio di maturazione, per quanto riguarda l'osservazione al microscopio ottico, o di sviluppo per quanto concerne le descrizioni macroscopiche.
Anche le caratteristiche organolettiche, già di per se soggettive, potrebbero essere state diverse a seconda dello stato di crescita del fungo, della sua freschezza o vetustà, e non ultimo il tempo secco e/o ventoso, l'eccesso di umidità, pioggia intensa, freddo.
Queste differenze sembrerebbero attestarsi sull'odore, che come abbiamo visto è discordante anche sugli esemplari da noi raccolti, con spore leggermente inferiori e cistidi imeniali un poco più lunghi e parete più sottile.
Ma come si può vedere nel quadro precedente anche in questo caso le discordanze sono eclatanti.
D'altra parte la specie di Peck è americana e a dire di Michael Kuo "poveramente rappresentata e trovata solamente nella contea di New York".

28. Stem terminating in a marginate bulb; cap 1-3.5 cm across; fairly well documented; probably widely distributed in North America. Inocybe umbratica

28. Stem not terminating in a marginate bulb; cap .5-2 cm across; poorly documented; known from New York. Inocybe palludinella

Anche nella chiave proposta da M. Kuo le differenze sono molto labili e difficilmente oggigiorno sono sufficienti per proporne una specie a se stante, oltre alla scarsa o assente reperibilità. Caratteristica condivisibile con quanto descritto da Zuccherelli (Funghi delle Pinete delle zone mediterranee vol. II° pag. 282) è data dal colore biancastro di tutto il carporforo, il quale rimane anche in exsiccata.
Per queste motivazioni concordiamo con quanto proposto nel 1975 da Stangl nel sinonimizzare la specie di Peck.

Tabella comparativa macroscopica.

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Tabella comparativa microscopica.

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