Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link 1833Tassonomia Divisione BasidiomycotaClasse BasidiomycetesOrdine AgaricalesFamiglia AmanitaceaeGenere AmanitaSottogenere AmanitinaSezione PhalloideaeNome italianoTignosa verdognola - Amanita verdognola.EtimologiaDal latino phallus e dal greco eidos = a forma di fallo.SinonimiAmanita viridis Pers. 1727Agaricus phalloides Vaill. ex Fr. 1821Cappello5-15(20) cm, solido, globoso, quindi espanso, infine discoideo; il pileo risulta finemente decorato con fibrille radiali innate, sulla sua superficie possono residuare grossi lembi di velo generale bianchi. Di colore biancastro citrino, verdognolo, verde oliva, ma anche giallo bruno, nocciola, sabbia, bianco (nella fo. alba). Colore più intenso al centro, schiarisce verso la periferia, liscio e privo di striature al margine. Sericeo con tempo asciutto, viscoso con umidità. Lamelle distanziate dal gambo (fungo eterogeneo), bianche (fungo Leucosporeo), fitte, alte e sottili.Gambo 5-15(20) × 1-3 cm, si allarga progressivamente verso la base, biancastro con striature zebrate caratteristiche, giallastre, verdastre, pieno all'esordio e poi sempre più cavo a maturità. Anello posizionato nella zona preapicale, ampio e ricadente sullo stipite, bianco, poco tenace e non sempre durevole. Volva sacciforme, membranacea, leggera, bianca, saldamente ancorata al bulbo e poi svasata in alto, spesso lacerata.CarnePrima compatta, quindi sempre più cedevole a maturità, bianca, con sottili aloni sotto il pileo concolori allo stesso. All'esordio inodore, poi con sfumature mielato rancide sgradevoli ed infine repellenti cadaveriche. Sapore dolciastro.Habitat Dall'estate all'autunno, preferibilmente e generalmente nei boschi di latifoglia, anche se non disdegna le conifere dove raramente fa la sua comparsa. Tra le specie più presenti, sia nei boschi planiziali che nei boschi d'altura, in tutte le Regioni italiane.Commestibilità e tossicità Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all'incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo.OsservazioniLe caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite, cappello, gambo, anello e volva; colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille longitudinali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell'anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo, lamelle libere.Somiglianze e varietà L'Amanita phalloides quando è gialla è confondibile con l'Amanita gemmata (Fr.) Bertill. = Amanita junquillea Quél. 1877 e con l' Amanita citrina Pers. che hanno volva circoncisa e residui velari sul cappello diversi. Quando abbia perduto l'anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvaria, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricoloma: Se è bianca con Tricoloma columbetta (Fr. : Fr.) P. Kumm., Melanoleuca evenosa (Sacc.) Konrad e Leucoagaricus leucothites (Vittad.) Wasser. Infine allo stadio di ovulo con l'Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers. o più raramente con qualche Lycoperdon. Nei funghi le forme albine sono diffuse con una certa frequenza rispetto agli altri Regni del pianeta. Nelle Amanita con una certa ricorrenza, e tra queste l'Amanita phalloides var. alba Costantin & L.M. Dufour è una di quelle maggiormente rinvenibili.CuriositàIl responsabile di un progetto di ricerca del governo del Canada, un chimico, sta studiando da anni la composizione delle sostanze che complessivamente vengono indicate come amatossine, è riuscito ad isolare almeno una decina di composti diversi e sta analizzando con attenzione la loro azione sui mammiferi. L'obiettivo di questo progetto è molto ambizioso e se volete piuttosto affascinante, capire con quali meccanismi le amatossine riconoscono le cellule epatiche, le tracciano, le raggiungono e infine le distruggono necrotizzandole. Qualora il ricercatore riuscisse a capire quali sono i recettori che inducono a questa azione, potrebbe confondere chimicamente le amatossine e dirottarle verso cellule tumorali. Lasciando intendere a queste ultime che si tratta di tessuto epatico, otterrebbe uno strumento incredibile per aggredire e distruggere completamente, in modo assolutamente non cruento, tutte le cellule tumorali presenti in qualsiasi sede dell'organismo umano. Come potete facilmente intuire, si tratterebbe nel caso, della scoperta scientifica del secolo. Spesse volte ci si chiede perché le lumache si nutrano senza apparente disagio di Amanita phalloides, pericolosamente la credenza popolare affida a queste evidenze un valore di prova dimostrata di commestibilità, in verità i gasteropodi sono molto diversi dai mammiferi, possono permettersi regimi alimentari tra i più eccentrici e soprattutto, pensateci bene, non hanno un fegato che possa essere distrutto e necrotizzato dalle amatossine. Tenete anche conto che gli animali in genere si autoaddestrano con la selezione naturale, chi mangia sostanze velenose muore, chi riesce ad evitarle riconoscendole, cresce, si riproduce, e trasferisce l'informazione alla prole.Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Foto di Pietro Curti. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Foto di Pietro Curti.Cosa osservare per non sbagliare. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Foto di Pietro Curti.Cosa sapere per essere certi di riconoscerla. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Foto Pietro Curti.Notare l'estrema variabilita' cromatica del pileo, motivo deve accrescere l'attenzione verso i caratteri morfologici utili all'identificazione da parte dei raccoglitori. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Foto di Pietro Curti.Dimensioni, tipo di volva, decorazione del gambo, anello nei primordi. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Foto e commento di Pietro Curti.Direi che in questa scheda fotografica non poteva mancare il classico confronto tra l'Amanita caesarea e l'Amanita phalloides. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Archivio Micologico Segnala messaggio Inviato 6 Marzo 2016 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Foto di Emilio Pini. Esemplari che rappresentano Amanita phalloides fo. alba. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti