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Gruppo Botanico AMINT

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Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Pietro Curti Boccioli.
  2. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Pietro Curti Sempre fiore.
  3. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Pietro Curti Ancora fiore.
  4. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Pietro Curti Fiore.
  5. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Pietro Curti Frutti in formazione.
  6. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Marika Pagina inferiore, bianca.
  7. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Marika Foglie, pagina superiore.
  8. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Marika Roveto.
  9. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Marika Frutti maturi.
  10. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Marika Frutti maturi.
  11. Rubus ulmifolius Schott. - foto di Marika Fiori e frutti acerbi.
  12. Rubus ulmifolius Schott. Sinonimi Rubus amoenus Port., non Köhler Rubus discolor Weihe et Nees Rubus fruticosus L. aggr. Rubus legionensis Gand. Rubus rusticanus Mercier Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Rosales Famiglia:Rosaceae Nome italiano Rovo da more, rovo comune Etimologia Rubus dal latino: rovo, fruticosus agg. latino=simile ad un cespuglio Descrizione Suffrutice sempreverde, perenne, con grossa radice; fusti e rami sublegnosi, arrosati o violacei, pruinosi, con scarsa e variegata pelosità, a sezione poligonale e portanti aculei falciformi o eretti; i medesimi fusti sono molto sviluppati in lunghezza, per cui risultano essere volubili: per tale ragione, nelle piante giovani cercano sostegno insinuandosi tra i rami di altri cespugli o alberi, oppure sono striscianti, o quasi, e in tal caso emettono sia radici all'apice (a volte anche ai nodi), che nuovi getti eretti, per evolversi, a maturità, in cespugli intricati e fortemente invasivi, alti da meno di 1 m fin oltre i 2-2,5 m; si tratta di una specie rustica e molto resistente, anche al gelo. Foglie Foglie digitate con generalmente 5 foglioline (3 nelle piante più giovani, di rado in quelle mature) da ellittiche a oblanceolate, irregolarmente seghettate, ad apice generalmente aguzzo o mucronato, glabre o con scarsa pelosità (mai semplice) e di colore verde intenso sulla pagina superiore, pubescenti almeno sulle nervature, e di colore verde-biancastro, su quella inferiore; nervatura reticolata, fortemente rilevata, e dotata di piccoli aculei disposti in un'unica fila longitudinale mediana, quella primaria. Rachide foliare tomentoso da giovane, scarsamente tomentoso a maturità, dotato di spine disposte in un'unica fila longitudinale mediana e diminuenti di dimensione verso l'apice; picciolo con piccolissime stipole alla base. Fiori I fiori sono disposti a grappolo alla sommità dei rami o all'ascella delle foglie; sepali senza aculei, color verde chiaro, a forma di cucchiaio, con apice cuspidato o aristato, patenti all'inizo dell'antesi, e poi riflessi; corolla con 5 petali biancastri o rosati, assai delicati; androceo formato da numerosissimi stami liberi, gineceo con numerosi pistilli. Frutti Infruttescenza polidrupa (falso frutto), chiamata mora, i veri frutti sono le drupeole globose che la compongono; dapprima le more sono verdi, poi rosse, a maturità blu-nerastre e pruinose. Periodo di fioritura Il rovo fiorisce da maggio ad agosto. Territorio di crescita Specie presente in tutta Europa fino al Caucaso, Paesi mediterranei e Medio Oriente fino alla Crimea e alle propaggini nord-occidentali dell'Hymalaia; spontanea in tutto il territorio italiano. Habitat Prati incolti, boschi, margini stradali, ruderi e incolti bruciati, dove forma dei veri e propri rovereti intricati, dal livello del mare fino ad oltre 1500 m di quota. Somiglianze e varietà Rubus caesius Costituenti chimici Nei frutti sono contenuti: acidi organici,zuccheri, vitamina C.La pianta è ricca di tannini, contiene procianidoli, acidi organici, vitamine, sali minerali, carboidrati, fibra ed è ricco in potassio, calcio, fosforo, ferro e sodio. Contiene inoltre vitamina A, tiamina, riboflavina e niacina. Nelle foglie: tannino e pectina. Uso Alimentare I frutti vengono usati per marmellate e sciroppi. Le foglie, essicate, per un tè particolare,dal gusto gradevole. Della pianta sono commestibili le foglie, i frutti, le radici e i giovani getti. Il frutto si mangia fresco e da esso si ricavano: liquori, ed altri tipi di conserve.Le radici, né troppo giovani nè troppo vecchie, dopo una lunga bollitura si possono mangiare in insalata. dal gusto gradevole. Infine i giovani germogli, raccolti in primavera quando spuntano dal terreno, una volta pelati possono essere mangiati crudi, in insalata. Uso Cosmetologico Le foglie secche fatte bollire, con qualche goccia di limone, vengono usate come tonico per il viso.Il decotto delle foglie di rovo viene usato anche per fare gargarismi contro le affezzioni della bocca. Uso Farmacologico Le sostanze attive presenti nella pianta, specie nelle foglie, svolgono funzione antireumatica, antinfiammatoria, astringente e vasoprotettiva. Sembrano in grado di stimolare la funzionalità delle cellule che formano un osso nuovo, ossia gli osteoblasti, per cui sarebbero indicate nell’artrosi e nell’osteoporosi. La ricerca medica stà studiando. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Lo sciroppo viene usato come vitaminizzante, antiscorbutico, per aumentare le difese organiche e nella cura dei malanni delle vie respiratorie. Le foglie, in decotto, trovano applicazione nella diarrea dei bambini. Nel passato si usavano le foglie pestate e messe su una pezza, per l'applicazione su piaghe a lenta cicatrizzazione o sulle ulcere venose. Non si sa a quale dei componenti attivi attribuirla, ma nelle foglie, si riscontra un'attività antidiabetica, specie in abbinamento con l'ortica. Il succo, delle foglie, diluito in acqua è utile nella cura delle afte e per gargarismi, e per irrigazioni nelle affezioni dell'apparato genitale femminile. Il rovo è una pianta di cui, in erboristeria, si usano tutte le parti: corteccia, foglie e soprattutto le radici sono fortemente astringenti, depurative, vulnerarie e costituiscono un eccellente rimedio per dissenteria, diarrea, emorroidi, cistiti. I giovani getti sono depurativi, diuretici e tonici. Il decotto ricavato dalle foglie è utile come gargarismo per trattare il mal di gola e le gengive infiammate. Il decotto di radici è un valido espettorante. I frutti sono diuretici, lassatvi e vitaminici. La tradizione attribuisce alle foglie un’azione ipoglicemizzante, confermata da uno studio condotto su conigli diabetici nei quali un infuso concentrato ha significativamente ridotto i livelli glicemici. Note I germogli giovani, pestati assieme a sali di ferro producono un ottimo colorante nero. Nel folklore anglosassone i frutti del rovo non devono essere mangiati dopo il 29 settembre, festa di S. Michele, quando il diavolo ci sputa sopra, facendoli diventare insipidi e molli. Un’altra usanza magica era quella di piantare un rovo sulle tombe per impedire ai defunti di uscirne. Un tema ricorrente nelle fiabe tradizionali di molti paesi è quello della “bella addormentata” che giace nel sonno dietro un’invalicabile foresta di rovi che si apriranno magicamente solo davanti al principe che, dopo 100 anni, la risveglia con un bacio. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Annamaria Bononcini- Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Rubus ulmifolius Schott.--foto di Marika
  13. Calystegia soldanella (L.) R. Br. Sinonimi Convolvulus asarifolius Salisb. Calystegia reniformis R. Br. Convolvulus maritimus Lam. Convolvulus soldanella L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae) Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones) Ordine: Solanales Famiglia: Convolvulaceae Nome italiano Vilucchio marittimo Etimologia Kàlyks (Greco): calice; stégē (greco): copertura, quindi: con copertura del calice, in riferimento alle brattee che ricoprono in gran parte il calice; soldanella, verosimilmente forma diminuitiva di soldus (latino) = moneta, quindi: monetina, per la forma delle foglie all’incirca tondeggianti. Descrizione Pianta erbacea perenne, glabra, strisciante, rizomatosa, in parte coperta dalla sabbia. Foglie Grassette, picciolate, da subrotonde a reniformi, con base cordata, margine intero, apice da ottuso a smarginato. Hanno un colore verde intenso con evidente nervatura ramificata e solcata sulla pagina superiore. Fiori Solitari, o, più raramente, a coppie, all’ascella delle foglie; peduncolo più lungo della foglia ascellante; il calice (caratteristica tipica del genere Calystegia) è, per una buona porzione, nascosto da due brattee opposte e in parte accavallantesi fra loro, in genere ovate e con apice da smarginato a mucronato, di solito più scure dei sepali e con evidente nervatura arrossata; i sepali hanno all’incirca la stessa forma della lamina delle brattee, risultando, in proporzione, un po’ più allungati. Corolla imbutiforme, pentamera, gamopetala, bianca nella parte interna del tubo, rosata e con 5 bande radiali bianche sulla restante porzione della lamina. Stami: 5, biancastri, con antere sagittate. Stilo filiforme, stigma bifido. Frutti Capsula globosa monoloculare, portante in genere 3-4 semi bruno-scuri, con superficie liscia. Periodo di fioritura Da maggio ad agosto. Territorio di crescita Specie cosmopolita, in Italia è presente in tutte le Regioni che si affacciano al mare, ad eccezione della Liguria, dove non è stata più ritrovata. Habitat Zone litoranee sabbiose. Somiglianze e varietà In Italia sono presenti le congeneri C. sepium (L.) R. Br. e C. silvatica (Kit.) Griseb. subsp. silvatica, dalle quali è facilmente riconoscibile sia per l’habitat e il portamento, che per la forma e consistenza delle foglie, sia per la colorazione dei fiori. Specie protetta Non si è a conoscenza di alcun programma di protezione per questa specie. Costituenti chimici Alcaloidi poliidrossilati, resine, acido caffeico e acido cumarico (fusti). Uso Alimentare Nella zona costiera al sud dell’ Inghilterra la popolazione usava raccogliere i giovani getti per mangiarli, una volta cotti o messi sott’aceto. Calystegia soldanella è anche inserita nell’elenco delle specie spontaee della flora erbacea pugliese, utilizzabili come ortaggi e piante da condimento. Tuttavia, poiché si tratta di una specie poco comune, e in alcune zone anche abbastanza rara, se ne sconsiglia la raccolta. Uso Farmacologico Una serie di ricerche in campo fitochimico, attualmente in corso, ha messo in luce le potenzialità dell’estratto di Calystegia soldanella come inibitore di una serie di meccanismi molecolari e cellulari, coinvolti in svariati processi patologici nell’organismo, inclusi i processi infiammatori e la carcinogenesi. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nel nostro paese è compresa nell’elenco delle piante vendibili solo in farmacia e non ammesse, per legge, fra gli integratori alimentari. Le sostanze attive presenti nella pianta hanno azione lassativa. Nella costa meridionale dell’Inghilterra se ne conosce l’uso come diuretico, vermifugo, febbrifugo, antiscorbuto e purgativo. Scheda di proprietà AMINT realizzata da G.B. Pau e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Calystegia soldanella (L.) R. Br. - Fotografia di G.B. Pau
  14. Fraxinus excelsior L. - Foto di Giovanni Baruffa Particolare di una fogliolina: si nota la fine seghettatura del margine con denti molto più numerosi delle nervature.
  15. Fraxinus excelsior L. - Foto di Giovanni Baruffa Pagina superiore ed inferiore di una fogliolina.
  16. Fraxinus excelsior L. - Foto di Giovanni Baruffa Pagina inferiore di una foglia composta da 13 foglioline.
  17. Fraxinus excelsior L. - Foto di Giovanni Baruffa Pagina superiore di una foglia con 13 foglioline.
  18. Fraxinus excelsior L. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti.
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