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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley - foto di Marika Pagina inferiore.
  2. Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley - foto di Marika Foglia.
  3. Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley - foto di Marika Diramazioni del tronco.
  4. Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley - foto di Marika Tronco.
  5. Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley - foto di Marika Espansione della chioma.
  6. Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley Sinonimi Mespilus japonica Thumb. Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Rosales Famiglia:Rosaceae Nome italiano Nespolo del Giappone Etimologia Descrizione E' una pianta sempreverde, ornamentale, originaria del Giappone e della Cina , apparato radicale superficiale, chioma espansa, può raggiungere i 7/10 metri di altezza.Con tronco liscio, nelle giovani, che presto tende a ramificarsi e fessurarsi scurendosi. Foglie Le foglie sono verdi, grandi coriacee e feltrose nella pagina inferiore, con bordo seghettato ed evidenti venature, con corto picciolo. Fiori I fiori sono piccoli, bianco/crema, pentameri, invernali, profumati, riuniti in pannocchie erette. Frutti I frutti sono grandi pomi, simili alle albicocche,di colore arancio o più chiaro, con buccia leggermente spessa, la polpa è leggermente acidula e contiene da 2 a 3 semi grandi, ricoperti da una pellicina marrone. Periodo di fioritura Fiorisce da ottobre a febbraio. Territorio di crescita Cresce su tutto il territorio italiano, nelle zone temperate, fino ad 600 metri. Habitat Viene coltivato nei giardini e negli orti. Somiglianze e varietà L'unica pianta rassomigliante, è il Mespilus germanica o nespolo comune, che cresce spontaneo nei boschi e negli incolti. Specie protetta Non si riscontrano note di protezione, sul territorio nazionale. Costituenti chimici I suoi frutti contengono: acqua,zuccheri solubili, vitamina A-C-B1-B2-B3, calcio, ferro, fosforo, potassio,magnesio. Fra le numerose sostanze attive contenute nelle varie parti della pianta citiamo amigdalina, acido ascorbico, beta carotene, acido citrico e acido caffeico, cyanidina, flavonoidi, quercetina, glucoside triterpenica. Uso Alimentare Dai frutti si può produrre marmellata, mentre i semi sono usati per fare liquori. Dai suoi fiori, in Sicilia, le api producono un miele pregiato e difficile da reperire, perchè le api in inverno non bottinano, e lo fanno solo se le temperature sono alte e favorevoli, alla loro uscita dalle arnie. Uso Cosmetologico L’estratto dal frutto e dalle foglie è comunemente usato come ingrediente in svariati prodotti cosmetici ed ha un effetto tonificante della pelle. Uso Farmacologico Eriobotrya japonica è considerate una pianta medicinale: le sostanze attive presenti in essa sono utili nel trattare le malattie della pelle, contro le infiammazioni, la tosse e il catarro, sedative dello stomaco e della nausea. Studi e ricerche in campo fitochimico sono in corso per valutare gli effetti antitumorali dell’ acido triterpenico, contenuto nelle foglie. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nel frutto acerbo è presente una forte quantità di tannini, ad azione antiossidante, che provocano un effetto astringente sull’intestino. Effetto contrario ha il frutto maturo che, con la trasformazione dei tannini in zuccheri, diventa un blando lassativo. In Cina Eriobotrya japonica è pianta assai diffusa e prende il nome di Loquat. Nel folklore tradizionale il Loquat e i suoi fiori rappresentano i cortigiani ed il nome di Loquat veniva usato, per estensione, ad indicare le case di piacere. Nella medicina cinese Eriobotrya japonica viene usata nella cura della tosse, della dispnea e del vomito. Oltre che in Cina la pianta è comune anche in Giappone, dove è chiamata Biwa. I frutti in crescita sulla pianta vengono a volte protetti con involucri di carta e, una volta giunti a maturazione, venduti come dolcetti. Note Il legno del tronco viene usato in ebanisteria, e piccoli lavori al tornio, e dalla corteccia si ricava il tannino per conciare le pelli. La pianta venne introdotta in Italia nel XVI secolo, a scopo ornamentale. Contrariamente all'epiteto non si tratta di una pianta originaria del giappone, trovava infatti la sua presenza e diffusione originaria nei territori caldi della Cina, furono però i giapponesi a contribuire in modo determinante alla grande diffusione di questa pianta nell'intero pianeta. Si tratta di un albero da frutto molto utilizzato anche ai fini ornamentali. Le alberature di tale essenza arborea le troviamo nei giardini pubblici e privati dei territori dell'area mediterranea, dell'asia minore, sulle rive del Mar Nero e persino nell'intera Russia meridionale. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, da Annamaria Bononcini, da G.B. Pau e Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindley --foto di Marika albero intero
  7. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Vecchio tronco con nuovi germogli e foglie e tronco giovane.
  8. Populus nigra L. subsp. pyramidalis L - Foto di Giovanni Baruffa Siluette di Populus nigra L. subsp. pyramidalis
  9. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Pianta alle sorgenti della Muzzetta
  10. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Portamento: quì P.nigra, subsp. nigra è stato colonizzato dall'edera.
  11. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Pianta
  12. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Infiorescenze
  13. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Gemme di fine Marzo
  14. Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa Gemme di metà Marzo
  15. Populus nigra L. subsp. nigra L. Populus nigra L. subsp. pyramidalis Celac Sinonimi Populus croatica L. Populus pannonica kitt Populus dilatata Ait. Populus italica (Du Roi) Moench Populus nigra var. italica Du Roi Populus pyramidalis (Rozier) Celak Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Salicales Famiglia: Salicaceae Nome italiano Pioppo nero, Pioppo italico, Pioppo cipressino Locale: Albero, Pôl, Arbola, Arbuccio, Piopp, Piopp, Chjùppu, Fustialbu nieddu, Arbua, Aibra, Fiopa Etimologia Populus: è il nome usato già dagli antichi Romani per questa pianta, poi contratto in Pop-lus, quindi in italiano = Pioppo; il termine latino deriva dal greco PÀL - lô = agito, e ricorda l'agitarsi continuo delle foglie e dei giovani rami. nigra: termine latino che significa nero, per il colore del tronco e dei rami. pyramidalis = piramidale, per la forma dell'apice. Descrizione Albero deciduo che può superare 30 metri di altezza; corteccia anche in gioventù scura, grigio-nerastra, presto solcata verticalmente da profonde fessurazioni; la subspecie nigra ha chioma espansa (maggiormente nelle piante femminili), da tondeggiante a ovato-piramidale e può superare 10 metri di diametro; la subsp. pyramidalis (Rozier) Celak (= Populus italica / P. nigra cv italica / P. pyramidalis), ha un aspetto molto slanciato e chioma ± cilindrica con apice assottigliato; rami tendenti a orientarsi verticalmente e foglie più larghe che lunghe. Foglie Gemme vischiose, foglie caduche, alterne, glabre, a margine finemente dentellato; il colore è verde lucido nella pagina superiore, più chiaro con toni giallastri in quella inferiore; quelle dei rami più lunghi misurano cm 5÷8 x 4÷7, ed hanno forma triangolare con base larga, mentre quelle dei rametti più corti e fioriferi hanno dimensioni minori e forma più romboidale; nella subspecie pyramidalis sono in genere più larghe che lunghe, con apice sempre appuntito, più o meno acuto. Fiori Pianta in genere dioica, e cioè portante o soli fiori maschili o solo femminili, di rado su uno stesso individuo possono, comunque, essere presenti fiori di entrambi i sessi su infiorescenze separate; sia i fiori staminiferi che quelli pistilliferi sono riuniti in amenti che compaiono sui rametti laterali già prima della fogliazione, i primi di colore rossastro, dimensioni 6÷9 x 1÷1,2 cm, muniti di numerosi stami (anche oltre 30), quelli femminili, più radi, di colore verde-giallastro, più lunghi e sottili, dimensioni fino a 12 x 0,7÷0,8 cm. Frutti Capsule giallo-verdastre, lunghe 7÷9 mm e che, aprendosi, liberano numerosi semi piumosi bianchi. Periodo di fioritura Fiorisce in Marzo, Aprile. Territorio di crescita Tutte le regioni italiane fino a 1000 m s.l.m. Habitat Preferisce terreni umidi e posizioni luminose lungo i corsi dei fiumi, dalla pianura alla collina; generalmente lo si trova in compagnia di altre Salicaceae, Ontani ecc. Somiglianze e varietà Le specie autoctone italiane sono: -Populus tremula L.: in montagna sostituisce il P. nigra, spingendosi fino a metri 2000 slm; ha corteccia più chiara, grigio-verdastra, foglie tondo-ovali con margine irregolarmente dentato, picciolo molto sottile che determina il caratteristico tremolio delle foglie alla sia pur minima brezza. -Populus alba L.: con il quale condivide lo stesso habitat, possiede foglie turionali palmate con la pagina inferiore bianca e pelosa, corteccia bianca specialmente nei rami giovani. -Populus canescens (Aiton) Sm: alcuni autori lo considerano specie a se stante, altri invece lo ritengono un ibrido naturale tra P. tremula e P. alba, possedendo caratteri ora dell'una, ora dell'altra specie; infatti le foglie sono simili a P. tremula grigie e fioccose inferiormente, mentre la corteccia e molto simile a P.alba. Innumerevoli le ibridazioni naturali intermedie tra queste specie, impossibili da decifrare macroscopicamente; dall'incrocio tra P. nigra ed alcune specie nord americane ed in particolare P. deltoides , sono stati creati alcuni ibridi, utilizzati nelle coltivazioni "industriali" per la produzione di carta ( es.: P. canadensis detto comunemente pioppo canadese o anche P. euroamericano) Specie protetta Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta. Costituenti chimici Populina, populoside, salicina, olio essenziale, resine, glicosidi, flavonoidi, acidi organici, gomma, tannini. Uso Cosmetologico Dalle gemme si ricavano estratti che vengono usati nella composizione di trattamenti che purificano la pelle grassa e per ricavarne deodoranti naturali; inoltre l’estratto può essere utilizzato come sostanza attiva nelle dermatosi micotiche. Uso Farmacologico Le indicazioni terapeutiche sono piuttosto vaste: antisettico, espettorante, antipiretico, antireumatico, vulnerario e astringente. Viene conseguentemente indicato utile al trattamento delle febbri, delle sofferenze articolari, delle punture degli insetti, delle scottature, delle infiammazioni cutanee in genere, oltre ovviamente alla cura delle affezioni polmonari. Alcuni dei flavonoidi presenti nella pianta possiedono proprietà antibatteriche e antimicotiche. I glucosidi fenolici di tipo salicilico sono validi antinfiammatori e contrastano l’aggregazione delle piastrine. I principi attivi contenuti nell’olio essenziale sono fluidificanti delle secrezioni bronchiali. Il fitocomplesso esercita attività diuretica e ipouricemizzante. Dal legno dei rametti più freschi si ottiene un ottimo carbone vegetale (il carbone di Belloc ad azione antiputrefattiva ed assorbente). Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Il gemmoderivato è indicato nell’insufficienza arteriosa degli arti inferiori e negli stati infettivi delle vie urinarie e respiratorie; inoltre è una delle piante da cui le api elaborano la propoli, un potente antibiotico e antibatterico naturale. Anticamente erano ben note le proprietà vulnerarie e astringenti di questa pianta e le gemme dell'albero venivano lasciate a macerare nell'olio di oliva esponendo il composto all'azione del sole per numerosi mesi, con tale procedimento si otteneva un prezioso olio da applicare sulla pelle chiamato "acopon". Un medico greco vissuto nel XI secolo (Nicolas Myrepse) fu creatore di un conosciutissimo rimedio del passato denominato "unguento populeum". Si trattava di un balsamo che veniva applicato per il trattamento di ragadi della bocca e del seno, emorroidi, eritemi, infiammazioni articolari, scottature. La procedura per l'ottenimento del balsamo era piuttosto complessa, si lasciavano bollire le gemme di pioppo in acqua, aggiungendo poi olio di oliva, cera d'api e strutto, a fuoco lento si lasciava evaporare completamente l'acqua. Alcune varianti della ricetta suggerivano di aggiungere alcune solanacee come Solanum nigrum, Hyosciamus albus e Atropa belladonna, questo serviva ad aumentare le proprietà analgesiche del balsamo. Narra Ovidio che, dopo che Zeus scagliò Fetonte nel fiume Eridano, poichè aveva rubato il carro del sole, i lamenti delle sue sorelle furono talmente disperati che egli le trasformò in pioppi neri, dalla cui corteccia colano lacrime che si induriscono al sole. Ulisse, nel suo viaggio agli Inferi, incontra pioppi neri che, insieme ai salici, stanno sulla soglia che divide il regno dei vivi da quello dei morti. In una cittadina della Gran Bretagna, Aston-on-Clun, vige l’usanza, il 29 maggio, di “ vestire l’albero” , ossia di addobbare di bandiere un secolare pioppo nero che cresce al centro del paese. In origine era una pianta sacra dedicata alla madre terra, poi nel tempo ha assunto significati più funesti e tetri, non a caso, rientra nella ristretta cerchia delle piante che si dice furono utilizzate per realizzare la Croce. Nel passato fu comunque sempre considerato un potente talismano e piccoli sacchetti contenenti le sue foglie erano indossati al fine di proteggersi contro ogni possibile maleficio. Note Molto utilizzato dall'industria cartiaria, è anche l'ideale per ottenere fiammiferi, stuzzicadenti, attrezzi, compensati ecc. La varietà pyramidalis, per la compattezza e la resistenza agli agenti inquinanti, viene anche utilizzata per realizzare efficaci barriere protettive frangivento o di protezione attorno agli stabilimenti industriali. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, Annamaria Bononcini, Pietro Curti, G.B. Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Populus nigra L. subsp. nigra L - Foto di Giovanni Baruffa
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