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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Convolvulus arvensis L. Sinonimi Convolvulus ambigens House Convolvulus arvensis L. subsp. crispatus Franco Convolvulus arvensis L. var. auriculatus (Desr.) Choisy Convolvulus arvensis L. var. biflorus Choisy Convolvulus arvensis L. var. linearifolius Choisy in DC. Convolvulus arvensis L. var. obtusifolius Choisy in DC. Convolvulus arvensis L. var. prostratus (F.W. Schmidt) Rouy Convolvulus arvensis L. var. pumilus Choisy in DC. Convolvulus arvensis L. var. trigonophyllus Maire Convolvulus arvensis L. var. villosus Choisy in DC. Convolvulus auriculatus Desr. Convolvulus cherleri Agardh ex Roem. & Schult. Convolvulus corsicus Roem. & Schult. Convolvulus europaeus Barb.-Gamp. Convolvulus hastifolius Poir. in Lam. Convolvulus longipedicellatus Sa’ad Convolvulus minor Bubani Convolvulus segobricensis Pau Lizeron arvensis (L.) Raf. Strophocaulos arvensis (L.) Small Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae) Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones) Ordine: Solanales Famiglia: Convolvulaceae Nome italiano Vilucchio comune Nomi locali: liatorja (Sard.) Etimologia Convol-vo, -vis, -vi, -ùtum, -vere (latino): avvolgere; arvens-is, -e (latino): dei campi. Descrizione Pianta perenne, rizomatosa, strisciante o rampicante, glabra o con poca e corta pubescenza; fusti ramificati, volubili, a sezione in genere poligonale, lunghi fino a 2 m; si arrampica alle altre specie erbacee, o alle recinzioni, avvolgendosi ad essi (da cui il nome del genere), anche grazie a particolari alette longitudinali-elicoidali di cui sono dotati i fusti. Foglie Picciolate, con lamina astata o sagittata, ± allungata o arrotondata, margine intero, spesso ondulato e ± revoluto, apice da ottuso a subacuto, a volte mucronato; il picciolo è lungo all’incirca quanto la lamina nella parte basale del fusto, diventandone rapidamente più breve verso l’apice. Fiori Solitari o in coppie, portati all’ascella delle foglie; peduncoli lunghi e ± rigidi, con 2 brattee lineari ± opposte il cui nodo è, sovente, ginocchiuto; calice 5-mero dialisepalo, sepali oblunghi ad apice ottuso, o smarginato, o troncato, mucronato, ± pubescenti sul dorso, margine ± ciliato; corolla gamopetala, imbutiforme, da completamente biancastra a completamente rosacea, o, ancora più frequentemente, con 5 bande longitudinali bianche alternate ad altrettante rosate, sulla faccia abassiale sono presenti, centrate all'incirca sull'asse di quelle rosate (se evidenti), 5 ulteriori bande radiali liguliformi porporine, congiunte, e verdi-giallastre, alla base; stami 5, di diversa lunghezza e con antere sagittate; stilo filiforme, stigma bifido. Frutti Capsula glabra, ellissoideo-sferoidale, più lunga del calice portante 3-4 semi scuri. Periodo di fioritura Potenzialmente tutto l’anno, a seconda delle condizioni climatiche. Territorio di crescita Specie diffusa in tutta la fascia temperata e subtropicale del nostro pianeta, ad eccezione dell’Australia; è presente in tutte le Regioni italiane. Habitat Prati incolti o coltivati, a volte anche infestante, bordi delle strade, da 0 a 1500 m di quota. Somiglianze e varietà I fiori possono essere confusi con quelli di C. lineatus L., che però si differenzia facilmente per la lamina foliare, da oblunga a lungamente lanceolata e sericea su entrambe le facce; si differenzia, invece, abbastanza bene dalle altre specie congeneri, sia per dimensioni e colorazione dei fiori, sia per pelosità e forma della lamina foliare. Le specie congeneri presenti in Italia sono: C. althaeoides L. C. cantabrica L. C. cneorum L C. elegantissimus Mill. C. humilis Jacq. C. lineatus L. C. pentapetaloides L. C. sabatius Viv C. siculus L. C. tricolor L. Specie protetta In Italia non è previsto alcun programma di protezione per questa specie. Costituenti chimici Alcaloidi, flavonoidi, saponine, glycoside e tannini. Uso Alimentare Non si conoscono usi alimentari per questa pianta, che costituisce foraggio per gli animali al pascolo. Uso Farmacologico L’ estratto di C. arvensis L. è la fonte di una speciale classe di glicoproteine (Proteoglycan) che si sono dimostrate efficaci nell'inibire l’angiogenesi ossia il processo attraverso il quale i tumori favoriscono la crescita di nuovi vasi sangugni nell’organismo, necessari alla crescita del tumore stesso. La radice e le parti verdi della pianta contengono un glucoside resinoso (convolvolina) che ha effetti purgativi. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseg uiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Tulle le parti della pianta, specialmente le radici, possono essere utilizzate come rimedi fitoterapici ( infuso, soluzione idroalcolica, polvere, succo fresco ) per le proprietà lassative, colagoghe e toniche della digestione. La pianta intera macinata, per uso esterno, è utile a maturare foruncoli ed ascessi e in caso di emorroidi. In Sicilia , secondo una tradizione popolare, la pianta viene usata per nutrire i conigli inappetenti. I Greci, nell’antichità, ritenevano che le Baccanti fossero use adormarsi il capo con corone di edera e fiori di convolvolo. La tendenza di C. arvensis a ricoprire qualunque sostegno e a invadere il terreno a discapito delle altre piante ne ha fatto il simbolo dell’invadenza e della civetteria. In una fiaba dei fratelli Grimm, “ Il Bicchierino della Madonna” , la vergine beve il vino offertole da uno stanco carrettiere nella corolla di un fiorellino: il fior di convolvolo. Note Il governo federale degli Stati Uniti ha inserto C. arvensis L nella lista delle piante infestanti più nocive. Scheda di proprietà AMINT realizzata da G.B. Pau e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Convolvulus arvensis L. - Fotografia di G.B. Pau
  2. Castanea sativa Miller - foto di Annamaria
  3. Castanea sativa Miller - foto di Pietro Curti
  4. Castanea sativa Miller - foto di Pietro Curti
  5. Castanea sativa Miller - foto di Pietro Curti
  6. Castanea sativa Miller - foto di Marika Foglie.
  7. Castanea sativa Miller - foto di Marika Futuri ricci.
  8. Castanea sativa Miller - foto di Marika Fioritura e formazione dei ricci.
  9. Castanea sativa Miller - foto di Marika Fiori femminili e maschili.
  10. Castanea sativa Miller - foto di Marika Fiori maschili.
  11. Castanea sativa Miller - foto di Marika Tronco giovane e tronco di pianta adulta.
  12. Castanea sativa Miller Sinonimi Castanea vesca Gaertn. Castanea vulgaris Lam. Fagus castanea L. Fagus procera Salisb. Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Fagales Famiglia:Fagaceae Nome italiano Castagno, castagno europeo. Etimologia Castanea dal latino castagna, sativa = agg. latino sativus che si semina. Oppure dal greco kàstanon = castagno. Descrizione Pianta decidua, che può raggiungere i 25 metri di altezza, con chioma anche molto espansa in esemplari isolati, o comunque non disturbati da altre piante; il fusto è di colore grigio chiaro nelle piante giovani, mentre tende a fessurarsi ed a scurirsi in quelle più anziane. E' molto longevo, e con l'età il tronco si attorciglia su se stesso. Foglie Le foglie, picciolate, sono di colore verde brillante nella pagina superiore, mentre sono più chiare in quella inferiore, lamina da lanceolata a oblungo-lanceolata, margine seghettato con denti spesso aristati, apice aguzzo. Fiori I fiori sono monoici, i maschili lunghi fino a 20cm, di colore verde e poi bianchi, mentre i femminili sono globosi e di colore marroncino, dal cui ovario, a impollinazione avvenuta, danno origine al riccio. Frutti I frutti sono degli acheni detti castagne, contenuti in numero di 3 o 4 in una cupola, all'incirca globosa e assai spinosa, detta riccio, dapprima verde e sigillata, poi, a maturità, brunastra e aprentesi per permettere la fuoriuscita delle medesime castagne: queste sono costituite da una scorza coriacea bruno-scura, lucida e ± striata, una pellicola pruinosa intermedia, e da una parte edibile biancastra interna. Periodo di fioritura Il castagno fiorisce a maggio. Territorio di crescita Cresce su tutto il territorio italiano dai 200 metri fino a 1200, anche se è possibile trovarlo a quota più bassa, se ha il substrato adatto. Habitat Il castagno cresce nei boschi collinari, anche in concomitanza con altre essenze: leccio, brugo, carpino, formando degli estesi boschi. Somiglianze e varietà Castanea crenata Sieb. Castanea pumila Mill. Specie protetta Non si riscontrano notizie, di protezione della pianta, su territorio italiano. Costituenti chimici Aminoacidi ( alanina, arginina, ) , triterpeni, flavonoidi derivati dalla quercetina, sali minerali (soprattutto di potassio, seguito da fosforo, zolfo, magnesio, cloro, calcio, ferro, sodio), tannini (ac. gallico, ac. ellagico), vitamine ( soprattutto C , B1, B2, PP ). Uso Alimentare I principi nutritivi contenuti nel frutto sono: i carboidrati, le proteine e i grassi. La castagna è anche ricca di Vitamina C e costituisce un alimento molto calorico e gradito al palato. Tutte queste caratteristiche, unite al fatto che il castagno cresce in vaste aree del pianeta, ha contribuito a fare delle castagne un alimento di vasto e antico consumo. Per centinaia di anni le castagne e la farina che da esse si ricava hanno rappresentato un elemento fondamentale nell’alimentazione delle popolazioni del nostro Appennino. Dalle castagne si estrae la farina, che viene usata in cucina sia per piatti dolci che salati. Le castagne si mangiano bollite, arrostite, oppure fatte seccare e scorticate, per essere meglio conservate,cucinate nel latte, candite e in molti altri modi gustosi. Entrano nella preparazione di numerosi dolci: fra tutti ricordiamo il classico Montblanc e il Castagnaccio, che si consuma in molte regioni. Dai suoi fiori le api producono un miele di colore scuro e leggermente amarognolo. Uso Cosmetologico Il decotto con la corteccia o con le bucce delle castagne in soluzione al 6% e messo sui capelli, dona riflessi biondi. Si può utilizzare l’acqua in cui si sono lessate le castagne per sciacquare i capelli e dare loro un caldo riflesso mogano. La polpa dei frutti lessati e tritati si può usare per un trattamento, delicatamente esfoliante, alla pelle del viso. L’infuso ricavato dalle foglie e il decotto di corteccia possono essere utilizzati come impacchi calmanti per la pelle delicata ed arrossata Uso Farmacologico I principi attivi contenuti in varie parti della pianta hanno, principalmente, proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, antivirali, antiossidanti, analgesiche. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità In fitoterapia, dalle foglie si ricava un decotto efficace nelle affezioni delle vie respiratorie, come espettorante e sedativo per la tosse, dotato di proprietà antibatteriche e coadiuvante nella pertosse.. L’infuso di foglie e il decotto di ricci esercitano inoltre un’azione antidiarroica e vengono usati anche in veterinaria. Il gemmoderivato esercita un’azione di drenaggio sulla circolazione linfatica delle gambe e viene utilizzato in caso di insufficienza venosa e linfatica degli arti inferiori, edemi, varici, flebiti, ulcere varicose ed eritema eczematoso delle gambe. Il castagno è uno degli alberi più longevi: la vita di alcuni esemplari si misura in centinaia di anni e molti sono i racconti, fra storia e leggenda, a questo proposito. Ad esempio si racconta di un castagno che viveva sull’Etna, vecchio più di 300 anni, che veniva chiamato “ dei 100 cavalli “ perché sotto le sue fronde si erano riparati la regina Giovanna d’Aragona e i suoi 100 cavalieri durante un temporale. Anche sull’ampiezza raggiunta dagli alberi, nel corso del tempo, ci sono varie storie: ad esempio si dice che a Madera vi sia un castagno il cui tronco è diventato così largo da ospitare una stanza con tanto di finestra. In passato l'infuso di foglie e il decotto di castagne sono stati per secoli l'unico rimedio valido e conosciuto per il trattamento preventivo e curativo della difterite. L'indicazione florale di Bach attribuisce a questa pianta importanza rilevante per il trattamento di stati d'ansia e depressione cronici e gravissimi. La cultura popolare assegnava ai frutti del castagno, insieme alle fave e ceci, un ruolo fondamentale per consacrazione dei defunti, erano infatti reputate il nutrimento e il veicolo delle anime. Anticamente i lupari appendevano i lupi uccisi sopra grosse pertiche di castagno e in tal modo giravano mostrandoli nelle campagne, ottenendo come compenso per il servizio reso, copiose offerte alimentari. Note In Liguria, i frati Benedettini, possedevano estesi castagneti e davano lavoro a molte persone nel periodo di raccolta, al termine di questa operazione, se l'annata era stata buona, veniva celebrata la "Messa delle castagne" ed alla fine della funzione, i partecipanti, si riunivano in circolo e cantavano” A se i mangemmu tütte quelle grosse a trê a trê,quelle piccine a belle branchê” ( Le mangeremo tutte: quelle grandi a tre a tre, le più piccole a manciate). Si usava il legno del tronco per fare il carbone, e nelle apposite fabbriche si estaeva il tannino che serviva per la concia delle pelli. In alcune regioni italiane, si trovano piante di castagno, di dimensioni notevoli e molto vecchie. Dall'innesto del castagno selvatico, si ottiene il castagno che produce i marroni, che si distinguono per avere un solo seme dentro al riccio, e sono più rotondi. Nei decenni scorsi, la coltivazione del castagno, è stata abbandonata, in concomitanza dell'abbandono delle campagne, ma ultimamente, anche grazie agli incentivi europei, si è tornati alla rivalutazione dei castagneti abbandonati. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, Annamaria Bononcini, Pietro Curti e G.B. Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Castanea sativa Miller--foto di Marika
  13. Dianthus sylvestris Wulfen subsp. longicaulis (Ten.) Greuter et Burdet - Fotografia di Pietro Curti
  14. Dianthus sylvestris Wulfen subsp. longicaulis (Ten.) Greuter et Burdet - Fotografia di Pietro Curti
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