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2009.04 - Toscana - Tutor Paolo Benelli


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Agrocybe aegerita (V. Brig.) Fayod

Dal TUTTO FUNGHI pag. 430:

“Reperibile dalla primavera all’autunno inoltrato specialmente sui tronchi di Pioppo vecchi, ma anche su altri alberi (Olmi, Salici, Querce, Fichi, ecc.).

Ottimo commestibile, si consiglia di scartare i gambi spesso troppo duri e coriacei, in particolare negli esemplari maturi. Si tratta di una specie tra le più conosciute e raccolte da sempre, apprezzato anche nell’antichità. Oggi viene intensamente coltivata in modo redditizio ed è facile trovarla in vendita presso tutti i mercati italiani in ogni periodo dell’anno.”

 

Colonia di esemplari vetusti; le lamelle hanno iniziato ad assumere una tonalità color tabacco a causa della maturazione delle spore

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Anche l’anello, pur essendo persistente, comincia a lacerarsi e ad accartocciarsi

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Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk

Di questo fungo ne scrive con entusiasmo anche il medico e naturalista Pier Andrea Mattioli (1501-1577) in uno dei primi documenti stampati in Italia che trattano tra l’altro anche di funghi. Il Mattioli, autore di testi di medicina che rimarranno insostituibili fin quasi alla metà del ‘700, in alcuni suoi eclettici lavori riporta che: “... in Italia la zona più fertile di funghi è la Toscana, ove fra tutti gli altri hanno la preferenza quelli che si chiamano Prignoli, che nascono ogni anno in aprile, alle prime piogge. E sono odorosissimi, gradevolissimi al gusto e senza pericolo...”. Micologi moderni hanno visto nei Prignoli del Mattioli un chiaro riferimento all’odierna Calocybe gambosa.

Dal TUTTO FUNGHI, pag. 268:

“È considerato un ottimo commestibile: in alcune zone d’Italia, quali ad esempio la Toscana dove per tradizione viene assiduamente ricercato, è considerato in assoluto uno dei migliori funghi, definito addirittura come ottimo. Indubbiamente gioca a sua favore il particolare periodo di crescita, estremamente precoce, che fa di questo fungo una vera primizia micologica. Da taluni altri non viene invece apprezzato, probabilmente per il suo particolare odore che, permanendo anche solo in parte dopo la cottura, regala a questo fungo un aroma del tutto particolare.”

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