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Archivio Micologico

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Tutti i contenuti di Archivio Micologico

  1. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Novembre 2011; Foto di Mauro Cittadini.
  2. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Toscana, Valle Dame, Raduno AMINT; Ottobre 2009; Foto di Alessandro Francolini.
  3. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Dicembre 2009; Foto di Emilio Pini.
  4. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Maggio 2010; Foto e commento di Felice Di Palma. Su sterco bovino. Sporata in massa bruno-tabacco, spore 10,8-13,7x6,0-8,7 µm, lisce, con parete spessa, presenti piccole guttule all'interno, con poro germinativo molto evidente. Basidi tetrasporici, sferopenducolati, frammisti a numerose pseudoparafisi globose. Cheilocistidi multiformi, quelli riscontrati in maggior numero erano utriformi con presenza di diverticoli; presenti anche alcuni claviformi e sublageniformi. Caulocistidi spesso forcati ed a parete ondulata che a volte ricorda i tasselli di un mosaico). Cheilocistidi. Trama lamellare. Questo tipo di struttura è possibile osservarla soprattutto negli esemplari ancora giovani. Gli elementi sferici piu grandi sono pseudoparafisi, quelli sferici più piccoli (es.: indicato dalla freccia nera) non sono altro che basidi visti dall'alto e le "palline" verdognole sopra questi (es.: indicato dalla freccia blu) sono le spore in formazione. Ed ecco una visione di basidi e pseudoparafisi (gli elementi a forma di palloncino) da altra angolazione. Basidi. Caulocistidi.
  5. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio, Manziana; Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Crescita su cascami di legno. Alcuni autori separano Bolbitius vitellinus var. olivaceus Gillet in base ai colori olivaceo-bruni del pileo e per una differente rugosità del cappello. Entrambi i caratteri secondo il nostro punto di vista sono dovuti a una semplice variabilità della specie o a fenomeni esterni, come in questo caso, in cui il vento e il caldo hanno disseccato e screpolato la superficie del cappello, con i conseguenti cromatismi più olivacei. La microscopia è sovrapponibile a quella degli esemplari precedenti. Foto di Mauro Cittadini. Foto di Tomaso Lezzi. Spore misure rilevate: 11,4-12,9 × 6,3-7,9 µm; Q = 1,6-1,9; Qm = 1,7; ellissoidali, marrone-ruggine, grande poro germinativo, parete spessa, doppia. Osservazione in L4. Cheilocistidi di forma variabile: clavati, fusiformi, lageniformi, a birillo; pleurocistidi assenti. Osservazioni in Blu di Cresile. Basidi corti, claviformi, sferopeduncolati.
  6. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio, Manziana; Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Crescita su escrementi. Colore del cappello giallo brillante, superficie del cappello leggermente reticolata, soprattutto negli esemplari giovani. Particolare dell'imenoforo e dell'apice del gambo. Particolare delle lamelle, si nota sul filo la presenza di numerosi cheilocistidi. Spore, misure rilevate 11,5-14,1 × 6,4-7,7 µm; Q = 1,7-2,0; Qm = 1,8; ellissoidali, marrone ruggine, grande poro germinativo, parete spessa, doppia, osservazione in L4. Cheilocistidi di forma variabile: clavati, lageniformi, a birillo; pleurocistidi assenti. Osservazioni in Blu di Cresile.
  7. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Giungo 2009; Foto e commento di Tomaso Lezzi. In castagneto, cappello giallo, sporata ocra, aspetto esile. Particolare delle lamelle ocra per il colore delle spore, con filo della lamella bianco perché sterile.
  8. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio, Villa Pamphili, Roma; Aprile 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Ritrovamento su prato a bordo di un boschetto. Cappello giallo, più intenso soprattutto al centro, striato vicino al margine, gambo giallo coperto da pruina bianca che gli da un aspetto sfumato tra il bianco e il giallo. Spore 11-15×6-8 µm; in acqua, con evidente poro germinativo.
  9. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Particolare di un esemplare in crescita in cui si nota bene la dissociazione del velo giallo oro in piccole verruche, che lascia trasparire il colore più chiaro del cappello.
  10. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Primordi, col cappello che sembra quasi coperto da una glassa dorata.
  11. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Ritrovamento su letame, esemplari nei vari stadi di crescita.
  12. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Novembre 2005; Foto di Massimo Biraghi.
  13. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Descrizioni, microscopia e foto di Mauro Cittadini. Dimensione delle spore 12,5-16 × 7-8,5 µm, le più grandi nel genere.
  14. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Descrizioni, microscopia e foto di Mauro Cittadini. Val di Perna, 30 m slm, su stallatico. Cappello 7 cm, campanulato bianco, con una fascia rosa tra metà e il bordo, centro del disco più scuro, poi cappello spianato. Gambo 10 cm, bianco appena rosato. Le sue caratteristiche morfocromatiche sono in particolare la lunga striatura del cappello che lambisce il disco, la dimensione delle spore 12,5-16 × 7-8,5 µm, le più grandi nel genere.
  15. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Emilia Romagna; Foto di Gianni Bonini.
  16. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  17. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Bolbitius vitellinus (Pers. : Fr.) Fr. 1838 Bolbitius vitellinus var. titubans (Bull. : Fr.) M.M. Moser ex Bon & Courtec. 1987 Etimologia L'epiteto Bolbitius deriva dal latino bolbitius = attinente lo sterco di bue, per l'ambiente di crescita. L'epiteto vitellinus deriva dal latino vitellus = tuorlo d'uovo, per il colore del cappello. Cappello Da 1 a 6 cm, inizialmente chiuso sul gambo, ovoidale-campanulato, poi sempre più aperto, infine disteso ed espanso; carnosità quasi nulla, margine striato; cuticola decisamente viscida, soprattutto nei primordi, gialla in varie tonalità, brillante, talvolta leggermente reticolata, tende con l'età a dissociarsi in piccole verruche per poi divenire biancastra e infine grigiastra; talora presenta tonalità verdognole. Imenoforo Lamelle poco spesse ed abbastanza spaziate, da bianche a gialle nel giovane, tendenti all’ocra-brunastro con la crescita (per il colore delle spore a maturazione), tanto da conferirgli la caratteristica tonalità rosa-argilla, con filo bianco perché sterile e finemente dentellato. Sporata Ocra. Gambo Cilindrico, slanciato 2-8 × 0,4-0,8 cm, alcune volte non perfettamente rettilineo, cavo, fragile, biancastro-giallognolo (giallo vivo all'apice e bianco tomentoso alla base), cosparso nella sua interezza da una leggera pruina concolore. Carne Esigua, quasi inesistente. Odore e sapore non significativi. Habitat Abbastanza comune, soprattutto dopo forti piovaschi, su terreni dove abbonda sostanza organica, su resti in decomposizione, anche su letame animale e luoghi concimati; dall’estate all’autunno. Microscopia Spore 11,4-12,9 × 6,3-7,9 µm; Qm = 1,7; ellissoidali, lisce, marrone ruggine, con evidente poro germinativo, parete spessa e doppia; con presenza di piccole guttule all'interno. Basidi corti, tetrasporici, claviformi, sferopeduncolati, frammisti a numerose pseudoparafisi globose. Cheilocistidi di forma variabile: clavati, lageniformi, a birillo, utriformi con presenza di diverticoli Pleurocistidi assenti. Caulocistidi sinuosi, clavati, subcapitulati, a volte digitati. Pileipellis imeniforme, formata da cellule claviformi. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Bolbitius vitellinus var. olivaceus Gillet si distinguerebbe per i colori olivaceo-bruni del pileo e per una differente rugosità del cappello. Entrambi i caratteri secondo il nostro punto di vista sono dovuti a una semplice variabilità della specie o a fenomeni esterni, come ad esempio il vento e il caldo, i quali disseccano e screpolano la superficie del cappello, con i conseguenti cromatismi più olivacei. Bolbitius variicolor G.F. Atk. è molto simile, si distinguerebbe per le caratteristiche vergature a reticolo di colore bruno vinoso che ornano il disco del cappello. Viene oggi considerato dalla maggior parte degli autori come sinonimo di Bolbitius titubans. Bolbitius reticulatus (Pers. : Fr.) Ricken presenta colori pileici tendenti al grigio lilacino, superficie del cappello quasi interamente reticolata e non solo al disco come per la specie precedente, habitat su ceppaie di Faggio, Betulla e Pioppo, solitamente in singoli esemplari, per il suo habitat, così evidentemente lignicolo, a volte viene confuso con alcune specie del genere Pluteus; raro; Bolbitius aleuriatus (Fr. : Fr.) Singer è considerato da moltio autori un sinonimo della specie precedente, come manifestazioni ecologiche della stessa specie. Alcuni autori lo considerano seprato per il cappello privo di reticolo. Bolbitius coprophilus (Peck) Hongo si caratterizza per il cappello rosa tenue da giovane, presto grigio giallastro, imbrunente a partire dal margine, striato; gambo biancastro, spesso radicante, fioccoso; habitat su sterco di cavallo; raro. Bolbitius demangei (Quél.) Sacc. & D. Sacc. è decisamente più robusto e presenta cromatismi biancastri, si trova spesso nei pascoli d'altura. Bolbitius tener Berk, per lungo tempo conosciuto come Conocybe lactea (J.E. Lange) Métrod, era stato ricombinato nel genere Bolbitius per le sue caratteristiche microscopiche. Attualmente il suo nome corrente è Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds. Si riconosce macroscopicamente per le colorazioni pileiche bianco-avorio in contrasto con il color cannella delle lamelle. La sinonimia tra Bolbitius vitellinus, Bolbitius variicolor e Bolbitius titubans, viene ormai accettata dalla maggior parte degli autori. Il taxon Bolbitius titubans, ha la precedenza sugli altri in base alle regole tassonomiche. Osservazioni Questa piccola specie dal portamento esile è simile ad alcuni Coprinus, non è deliquescente e ha sporata ocra-brunastra e non nerastra. Si riconosce abbastanza agevolmente grazie al bel colore giallo vivo o giallo cromo almeno negli esemplari giovani; per l’esiguità della carne quasi ridotta alla sola cuticola e con assenza di odore e sapore; per la colorazione rosa-argilla delle lamelle a maturazione; per il gambo fibrilloso o pruinoso, di consistenza cedevole, bianco alla base e quasi concolore al cappello nella parte superiore. Il cappello e il gambo tendono a sbiadire a maturità. Bibliografia CACCIALLI, G., CAROTI, V. & DOVERI, F., 1995. Funghi Fimicoli rari o interessanti del litorale Toscano. Ed. Centro studi Micologici AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Felice Di Palma e Stefano Rocchi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Sardegna; Novembre 2008; Foto di Giovanni Satta.
  18. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Svizzera; Giugno 2014; Foto di Roberto Cagnoli.
  19. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Regione Umbria; Agosto 2012; Foto di Stefano Rocchi.
  20. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Stefano Rocchi. In un prato a Spello, diffuso in molti esemplari.
  21. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Regione Lobardia; Luglio 2006; Foto di Federico Calledda. Per lungo tempo conosciuto come Bolbitius è stato riconsiderato ed annoverato nel Genere Conocybe per particolarità microscopiche. Si riconosce sul campo soprattutto per le colorazioni pileiche bianco-avorio in contrasto con il colore cannella delle lamelle.
  22. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds 2003 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Bolbitius tener Berk. & Broome 1860 Bolbitius albipes G.H. Otth 1870 Conocybe lactea (J.E. Lange) Métrod 1940 Conocybe albipes (G. H. Otth) Hauskn. 1998 Etimologia L'epiteto Conocybe deriva dal greco "κῶνος"[cónos] = cono e "κύβη" [cýbe] = testa, dal cappello conico. L'epiteto apala deriva dall'aggettivo latino hapalus = uovo non ben cotto, per l'aspetto del suo cappello. Cappello Campanulato, di colore bianco appena paglierino, come l'intero carpoforo. Sporata Color ruggine. Microscopia Basidi sferopeduncolati che alternandosi alle pseudoparafisi formano una struttura regolare. Regione Umbria, Agosto 2010; Foto Tomaso Lezzi. Praticolo, trovato in un campo di erba tagliata con gramigna e trifoglio. Il cappello campanulato, striato sul margine. Le lamelle, che negli esemplari molto giovani sono bianche, con la maturazione delle spore (campione a sinistra) si colorano, diventando completamente color ruggine negli esemplari maturi (campione a destra). Il gambo nella parte alta è striato e ricoperto di pruina. Spore 11,9-13,8 × 7,7-9,3 µm; Q=1,4-1,7; Qm=1,6; ellissoidali, a parete spessa, con poro germinativo.
  23. Bolbitius reticulatus (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Abruzzo; Ottobre 2014; Foto macro di Tomaso Lezzi, foto micro di Tomaso Lezzi e Mario Iannotti. Raduno GEMA 2014 - Rivisondoli. Questo ritrovamento di Bolbitius è caratterizzato da crescita lignicola su tronco di faggio morto; cappello molto glutinoso di colore piuttosto variabile nei vari esemplari ritrovati: marrone, grigio, beige, con una leggera sfumatura lilla; superficie del cappello poco corrugata, non reticolata, lungamente striata; lamelle libere; gambo forforaceo. Spore amigdaliformi, tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Alcuni autori differenziano Bolbitius aleuriatus (Fr.) Singer = Bolbitius reticulatus f. aleuriatus (Fr.) Enderle; da Bolbitius reticulatus (Pers.: Fr.) Ricken; fondamentalmente per il cappello poco reticolato. Altri autori considerano questo carattere una semplice variabilità specifica e noi concordiamo con questa'ultima tesi. Particolare del cappello. Particolare del gambo forforaceo. Cheilocistidi 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale. Cuticola 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale. Tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Spore amigdaliformi 1000×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale. Bolbitius reticulatus (Pers.: Fr.) Ricken; Regione Abruzzo; Leg. Laura Nicoletti; foto micro di Tomaso Lezzi e Mario Iannotti. Raduno GEMA 2014 - Rivisondoli. Cheilocistidi. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale, a 400×. Tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale, a 400× Teminali della cuticola. Tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale, a 1000×
  24. Bolbitius reticulatus (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto, descrizione e microscopia di Tomaso Lezzi. Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna. In bosco di quercia, a terra tra frustoli di legno; cappello tra il beige, il grigio e il violetto, con sottile reticolo sul cappello, mascherato dal glutine e dalla pioggia presenti sul cappello stesso; gambo bianco sporata ocra. Particolare del reticolo presente sul cappello. Cheilocistidi cilindrici, cilindrico-flessuosi, capitulati. Osservazione in Rosso Congo, a 400×. Spore brune, lisce, ellittissoidali, amigdaliformi, con guttula visibile nelle spore immature e poco colorate. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×.
  25. Bolbitius reticulatus (Pers : Fr.) Ricken, Regione Toscana, Raduno di Comano 2010, foto di Tomaso Lezzi (Exsiccatum TL20100619-01) Spore 9,3-11,9 × 4,8-6,1 µm; Q=1,7-2,1; Qm=1,9; ellittiche, amigdaliformi, lisce, con poro germinativo evidente. Cheilocistidi cilindrici, larghi, claviformi, con profilo irregolare a volte con strozzature. Cuticola formata da uno strato a imeniderma di cellule globose, sferopeduncolate, frammiste a ife con struttura a trichoderma di cellule erette, allungate, rigonfie, concatenate, spesso ramificate, con pigmento grigio incluso, diffuso e granulare.
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