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2009.07 - Toscana - Tutor Paolo Benelli


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Boletus erythropus Persoon ss. Fries

Buon commestibile dopo adeguata cottura che consente di eliminare alcune tossine termolabili. Tutto il carpoforo è virante al blu in maniera intensa (al taglio o anche alla pressione). Odore fruttato e sapore dolce.

Dal TUTTO FUNGHI, pag. 560:

"Pur appartenendo a un Gruppo di Boletus critici, è facile riconoscerlo con una certa sicurezza: è l'unico Boletus a pori arancio-rossi che presenta contestualmente un cappello vellutato marrone e un gambo quasi interamente decorato con una finissima punteggiatura rossa: caratteri assolutamente univoci, compresenti solo in questa specie."

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:)

 

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Amanita excelsa var. excelsa (Fries: Fries) Bertillon

Con verruche bianche e facilmente detersili, gambo molto interrato e non napiforme, riflessi rosati tra le lamelle; portamento slanciato.

Dal TUTTO FUNGHI pag. 358:

“Specie commestibile dopo cottura ma di poco pregio e, pertanto, se ne sconsiglia il consumo, data anche la possibile confusione con la velenosa Amanita pantherina.

Non confonderla con Amanita excelsa var. spissa che presenta verruche sul cappello più frequenti e persistenti, un bulbo napiforme molto evidente alla base del gambo, portamento più tozzo e robusto, odore e sapore rafanoide.”

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Russula foetens Persoon.: Fr.

Russula comune e gregaria, dal portamento relativamente massiccio, presente sotto conifere o latifoglie. È caratterizzata dall’odore sgradevole e nauseante, dal sapore delle lamelle ugualmente sgradevole e molto acre, dalla cuticola del cappello nettamente vischiosa, dall’orlo del cappello scanalato in gioventù per divenire pettinato-tubercolato a maturità. Le lamelle sono abbastanza spaziate e, negli esemplari giovani e con tempo umido, secernono goccioline acquose. La carne rimane biancastra al taglio, senza ingiallire, e con presenza di macchie bruno-ruggine più evidenti a maturità.

Sua simile (quasi sosia) è la Russula subfoetens che, macroscopicamente, si distingue soprattutto per la reazione positiva all’idrato di sodio (la corteccia del suo gambo diventa giallo-oro, mentre nella R. foetens rimane immutabile); altri elementi di distinzione per inquadrare la R. subfoetens possono essere la minore viscosità del cappello, le lamelle relativamente fitte, la carne che diventa giallastra all’aria, l’odore meno repellente e la taglia più piccola.

Dal TUTTO FUNGHI pag. 438:

“Deve essere considerata a tutti gli effetti una Russula tossica (provoca sindrome gastroenterica), anche se la sgradevolezza dell'odore costituisce un deterrente quasi automatico.

Questa specie appartiene a un complesso di Russula (Foetentinae) accomunate dalla cuticola vischiosa, dalle colorazioni giallo-brune del cappello, dalla profonda pettinatura al margine dello stesso e dalla presenza di odori molto marcati, più o meno sgradevoli.

Tutte le Russula del complesso Foetentinae, per il loro aspetto poco attraente, per l’odore e il sapore sono da considerare non commestibili o addirittura, almeno le più acri, tossiche e responsabili di probabili avvelenamenti gastrointestinali.”

 

Un giovane esemplare con il cappello ancora racchiuso attorno al gambo; raccolto in marroneta coltivata; altezza 650 metri

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Cuticola molto vischiosa sul cappello; gambo massiccio e cilindrico, con macchie brunastre

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