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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Calocera viscosa (Pers.: Fr.) Fries Un bel fungo coralloide, molto comune su legno guasto di conifere. I suoi colori ruotano attorno al giallo (giallo oro, giallo cromo, giallo tuorlo) e ravvivano il sottobosco. Un’altra Calocera, questa crescente su legno marcescente di latifoglie e meno comune, è C. cornea: stessi colori ma di dimensioni più minute, gregaria ma che si presenta come unico rametto affusolato che finisce con una punta (raramente forcata). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 140: “Pur essendo morfologicamente di aspetto simile alle specie dei Generi Ramaria e Clavaria, per le sembianze che ricordano gli alberi, Calocera viscosa possiede dei caratteri specifici: la crescita su legno, la vischiosità gelatinosa dei rametti, l’assenza di carne alla base del carpoforo, la differenziano fortemente da tali specie. La sua carne, dapprima elastica, in vecchiaia non marcisce ma si secca diventando dura come un corno.” Fotografate all'inizio di novembre nelle abetaie sopra Vallombrosa (Abete bianco con qualche Peccio)
  2. Trametes hirsuta (Wulfen) Pilát Superfici sterile e poroide a confronto
  3. Trametes hirsuta (Wulfen) Pilát Fungo annuale, a mensola, a pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; con mensola più spessa (fino a 15-20 mm) del più comune T. versicolor; caratteristica è la sua superficie sterile: da tomentosa a decisamente irsuta (con peluzzi più o meno rigidi), zonata e solcata, con colori generalmente sul crema-grigiastro, ma anche dal bruno al verdastro. Orlo lobato-ondulato, vellutato. Superficie poroide bianco-crema, ingrigente con l’età. Come il T. versicolor predilige legno guasto di latifoglia (più raro su conifere). Più da vicino
  4. Trametes versicolor (L.: Fr.) Pilát Superfici sterile e poroide a confronto
  5. Trametes versicolor (L.: Fr.) Pilát Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie). Mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche; pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; superficie sterile vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); orlo sottile, ondulato, in genere più chiaro; superficie poroide biancastra o crema-ocra.
  6. Marasmius oreades (Bolt.: Fr.) Fr. Esemplari in cui è evidente l'igrofaneità: con le parti umide di colore brunastro
  7. Marasmius oreades (Bolt.: Fr.) Fr. Chiamato volgarmente “gambesecche” per la caratteristica tenacità del gambo (pieno e quasi legnoso). Ottimo commestibile... per i raccoglitori pazienti, viste le sue piccole dimensioni. Igrofano, con cappello color ocra-isabella a secco, brunastro a tempo umido; lamelle libere, rade, larghe e sinuose; odore gradevole come di mandorle amare (dovuto alla presenza di infinitesime tracce di acido cianidrico, che non pregiudicano la sua ottima commestibilità) e sapore dolciastro che ricorda la nocciola. Gli è simile Marasmius collinus (dalla commestibilità non del tutto accertata e quindi sconsigliabile) che si distingue macroscopicamente per il gambo più esile e meno tenace, fistoloso o più o meno cavo, per la carne dall’odore poco gradevole (con componenti agliacee o di gomma-caucciù o di Scleroderma), per le lamelle più fitte. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 274: “È una specie che ha la capacità di essere reviviscente: la carne secca fatta rinvenire con l’acqua riprende la sua consistenza originale, mantenendo il suo profumo, il sapore e le caratteristiche organolettiche.” In foto: esemplari giovani con la tipica colorazione ocra-isabella
  8. Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet Differenze tra la parte fertile (padiglione auricolare) e la parte esterna, finemente pruinosa e un po' più scura
  9. Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet I... padiglioni auricolari
  10. Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet L’inconfondibile “Orecchia di Giuda” con il suo colore bruno sfumato di rossastro, la consistenza della carne tenace, elastica e gelatinosa assieme, l’imenoforo liscio e traslucido con andamento ondulato simile alle pieghe del padiglione auricolare. L’imenoforo è un po’ più chiaro della parte pileica che si presenta apparentemente liscia ma che in realtà è finemente pruinosa. Habitat: tipicamente saprotrofa su legno guasto preferibilmente di Sambuco, ma anche parassita su piante viventi. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 134: “Probabilmente molti occidentali avranno inconsapevolmente gradito l’assaggio di questo fungo, o almeno lo avranno fatto quelli che sono usi frequentare ristoranti cinesi e giapponesi. Le prelibatezze a base di funghi che possono essere gustate in questi ambienti contemplano infatti, nella maggior parte dei casi, il suo utilizzo.” E, dal capitolo "Le intossicazioni da funghi" del dott. Claudio Angelini, sempre su TUTTO FUNGHI (pag. 64): "È un fungo considerato commestibile e largamente coltivato in tutto l'Oriente, anche per le proprietà benefiche e terapeutiche che gli sono attribuite soprattutto dagli "avanguardisti" della medicina naturale. Se consumato troppo di frequente e in quantità eccessive, o peggio ancora associato ad altre sostanze (lo zenzero, altro tipico ingrediente della cucina cinese) o a particolari farmaci (fra cui l'aspirina), questo fungo può provocare porpore emorragiche cutanee ed emorragie interne ed esterne più o meno gravi. Le sostanze responsabili di questa sindrome (Sindrome di Szechwan) non sono ancora identificate."
  11. Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] L'imenoforo; evidente il colore inchiostro-nerastro delle lamelle che cominciano a sciogliersi, mentre verso l'attaccatura al gambo (ultima parte del fungo a resistere alla deliquescenza) il colore è ancora grigiastro
  12. Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] In quanto fungo "eterogeneo" (facile separabilità del gambo dal cappello), è facile, con una piccola rotazione e torsione, staccare di netto il gambo dal cappello (almeno negli esemplari giovani); la separazione avviene automaticamente e con una cesura netta
  13. Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] Primo piano degli esemplari più giovani; in evidenza le squamette bruno-arancio sul cappello e nella parte inferiore del gambo, al di sotto dell'ispessimento pseudoanulare
  14. Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] Visione di insieme
  15. Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] Esemplari a vari stadi di deliquescenza
  16. Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] Si differenzia dal tipico C. atramentarius per le squamette bruno-arancio sia sulla superficie del cappello che nella parte inferiore del gambo, al di sotto dello pseudoanello. Come nella specie tipo, infatti, il gambo presenta una sorta di pseudoanello formato da un ispessimento della corteccia nella zona basale; tale ispessimento può anche lacerarsi. È tipicamente deliquescente come la maggior parte dei Coprinus: e come i suoi conspecifici comincia a “sciogliersi” a partire dal margine (che assume colorazione nero-inchiostro) del cappello. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 332: “Velenoso, in quanto se la sua ingestione è abbinata a quella di sostanze alcoliche (anche fino a 72 ore di distanza), provoca la sindrome coprinica, altrimenti detta “effetto antabuse”; in pratica un amminoacido in esso contenuto, la coprina, interferisce con la normale metabolizzazione dell’alcool da parte del nostro organismo, provocando disturbi intestinali e cardiovascolari, nausea e mal di testa, raramente mortali.” Sempre dal TUTTO FUNGHI, pag. 69 (nell’interessante capitolo riguardante “Le intossicazioni da funghi” a cura del dott. Claudio Angelini): “È stata anche segnalata la possibilità che anche l’uso di dopobarba a base alcolica possa indurre la comparsa della tipica sintomatologia in soggetti che avevano consumato C. atramentarius nelle 40-72 ore precedenti”. Esemplari giovani; ancora più o meno integri Esemplari in cui il cappello ha cominciato a "accorciarsi" per inizio di deliquescenza
  17. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Ottobre 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio; con * i messaggi con foto di microscopia Elenco delle specie trovate e determinate Agaricus campestris L. Fr. (# 42, 43) Amanita muscaria (L.: Fr.) Hooker (# 3, 105, 106, 151, 152) Amanita pantherina (De Cand.) Krombh. (# 137, 138, 188) Armillaria cepistipes Velen. (# 15, 16, 189) Armillaria mellea (Vahl.: Fr.) Kummer (# 99, 147) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 32) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 31, 150) Boletus erythropus Persoon ss. Fries (# 98) Boletus pinophilus Pilát & Dermek (# 29, 30) Clavariadelphus pistillaris (L.) Donk. (# 76-78) Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer (# 110-112, 148) Clitopilus prunulus (Scop.: Fr.) Kummer (# 91, 149) Collybia kuehneriana Singer (# 27, 28) Coprinus comatus (Müll.: Fr.) Pers. (# 92) Coprinus disseminatus (Pers.: Fr.) S.F.Gray (# 17, 18) Coprinus picaceus (Bull.: Fr.) Fr. (# 23, 88-90, 139-142) Cortinarius purpurascens (Fries) Fries (# 24, 143, 144) Cortinarius trivialis Lange (# 33) Cyathus striatus (Huds.: Pers.) Willdenow (# 69, 70, 183, 184) Entoloma lividum (Bull.) Quélet (# 136, 163, 164) Entoloma mediterraneense Noordel. & Hauskn. (# 123-126, 127*-130*) Entoloma rhodopolium (Fr.: Fr.) Kummer (# 74, 75, 115-118, 120, 121) Entoloma sericellum (Fr.) P. Kumm. (# 62-64, 65*-68*) Fistulina hepatica (Schaeff.) With. (# 46-48, 131) Hygrophorus lindtneri Moser (# 157, 158, 159*, 160-162) Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) Kummer (# 44) Hypholoma sublateritium (Fr.) Quélet (# 107) Lepiota clypeolaria (Bull.: Fr.) Kummer (# 21) Lepiota cristata (Alb. & Schw.: Fr.) Kummer (# 94, 95) Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) M.M. Moser (# 22, 145, 146) Macrolepiota mastoidea (Fr.: Fr.) Singer (# 40, 41) Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Singer (# 1, 2) Marasmius epiphyllus (Pers.: Fr.)Fr. (# 4-9, 10*, 11*) Marasmius quercophilus Pouzar (# 13) Marasmius rotula (Scop.) Fr. (# 12, 81) Megacollybia plathyphylla (Pers.: Fr.) Kotlaba & Pouzar (# 87, 176) Micromphale foetidum (Sowerby) Singer (# 14, 19, 20, 59-61) Mycena acicula (Sch.: Fr. ) Kummer (# 49-54) Mycena arcangeliana Bres. (# 133-135) Mycena galopus (Pers.: Fr.) P. Kumm. var. galopus (# 153, 154) Mycena haematopus (Pers.: Fr.) Kummer (# 45, 71-73, 113, 114, 122) Mycena pura (Pers.: Fr.) Kummer (# 82, 83) Mycena rosea (Bulliard) Gramberg (# 84, 179-182) Oudemansiella mucida (Schrad.: Fr.) von Höhnel (# 96, 97) Paxillus involutus (Batsch) Fries (# 93, 169) Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin (# 175) Pholiota gummosa (Lasch) Singer (# 155, 156) Pholiota lucifera (Lasch) Quélet (# 79, 80) Psathyrella conopilus (Fr.: Fr.) A. Person & Dennis (# 34, 35, 55, 56, 57*, 58*) Psathyrella piluliformis (Bull.: Fr.) P.D. Orton (# 25, 185-187) Pulverolepiota pulverulenta var. pulverulenta (Huijsman) Bon (# 177, 178) Rutstroemia bolaris (Batsch) Rehm (= Ciboria bolaris (Batsch) Fuckel ) (# 167, *168) Suillus bellinii (Inzenga) O. Kuntze (# 101, 102, 119) Xerula radicata (Relhan) Dörfelt (# 108, 109) Xylaria hypoxylon (Linné) Greville (# 100, 132, 165, 166) Altre: Amanita cfr. lividopallescens (Gillet) Gilbert & Kuner (# 85, 86, 172-174) Coprinus cfr. lagopus (Fr.: Fr.) Fr. (# 38, 39, 171) Coprinus cfr. plicatilis (Curt.: Fr.) Fr. (# 36, 37) Cortinarius cfr. cedretorum Maire (# 103, 104) Entoloma cfr. hebes (Romagn.) Trimbach (# 170) Lepiota cfr. castanea Quélet (# 26)
  18. Oligoporus caesius (Schrad.) Gilb. & Ryvarden [= Postia caesia (Schaeff.: Fr.) P. Karsten]
  19. Oligoporus caesius (Schrad.) Gilb. & Ryvarden [= Postia caesia (Schaeff.: Fr.) P. Karsten] Superficie sterile feltrata-vellutata o poco irsuta, indistintamente zonata; colore che passa da un iniziale biancastro ad un ocraceo-bluastro a maturità. Imenoforo bianco all’inizio, poi bluastro, con pori piccoli da rotondeggianti ad angolosi fino a labirintiformi. Esemplari reperiti in giornata piovosa e quindi molto intrisi di acqua: sia l’aspetto feltrato-irsuto che l’odore (che dovrebbe essere aromatico) non sono stati particolarmente percepibili.
  20. Mycena epipterygia (Scop.: Fr.) S.F.Gray
  21. Mycena epipterygia (Scop.: Fr.) S.F.Gray Bella e delicata Mycena, assai comune, con habitat alla base di tronchi o ceppi, o su lettiera di aghi o foglie in decomposizione sul suolo. Il nome specifico deriva da epi = sopra e pterix = ala (protezione) e richiama il fatto che il cappello (e spesso anche il gambo) è ricoperto da una pellicola vischiosa protettiva. Tale pellicola (soprattutto a tempo umido) se afferrata con i polpastrelli della mano, si lascia staccare o allungare elasticamente. Riconoscibile macroscopicamente da altre Mycena per alcuni caratteri: cappello ricoperto da quella pellicola glutinosa (separabile con tempo umido; la presenza di glutinosità è però comune a molte altre Mycena), con colori che vanno dal giallo al giallo-grigio, grigio-bruno, bianco-ocraceo (a seconda delle varietà); gambo più o meno translucido da giallo a giallo-verdognolo, giallo-bruno, bianco, a volte bianco translucido in alto e bruno in basso (a seconda delle varietà), assenza di tonalità bluastre alla base, spesso ricoperto dalla pellicola glutinosa asportabile; filo delle lamelle anch’esso ricoperto da un sottile strato elastico di glutine asportabile con un ago. Ne esistono numerose varietà riconoscibili per caratteri microscopici e cromatici (che però non sono sempre costanti)
  22. Ancora, in sezione, con gambo fistoloso
  23. Probabile Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle s.l. Funghetto (da 0,5 a 1,5 cm di diametro del cappello) che cresce tipicamente su frutti di faggio (faggiole), come suggerisce il nome specifico (“amante dei frutti”; ma lo si può trovare anche su foglie morte sempre di faggio). Cappello inizialmente emisferico, pruinoso, con margine appendicolato; lamelle adnate, larghe, rade, con presenza di lamellule. Carne dal sapore fungino; odore (che mi sono dimenticato di rilevare...) riportato in letteratura come tipico di foglie di geranio
  24. Stereum hirsutum (Wild.: Fr.) Pers. Con tempo piovoso/umido: la pelosità viene a confondersi
  25. Stereum hirsutum (Wild.: Fr.) Pers. Ancora, con piccolissima Mycena viola (Sezione Supinae) che fa capolino dal tronco (e di cui mi sono accorto solo in foto)
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