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Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd 1924
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Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Regione Umbria; Marzo 2013; Foto e descrizione di Mario Iannotti. Il substrato di crescita in genere è costituito da legno morto di latifoglia, gli esemplari in questione, in particolare, crescevano su un ramo tagliato di Ontano sp. Il cappello si presenta di forma irregolare a ventaglio, reniforme, la superficie superiore è ricoperta da folti ed irti peli, di colore biancastro, crema, grigiastro, spesso assume una colorazione verde, in quanto invasa da microscopiche alghe, percorsa da solcature e zonature concentriche brunastre, il margine è ondulato, lobato, vellutato, di colore bruno, marrone. La superficie inferiore, la parte fertile, è costituita da piccoli pori, di forma circolare, irregolari, leggermente angolosi, di colore chiaro, a maturità su toni grigi. I giovani esemplari dovrebbero avere un leggero odore anisato. Le specie simili sono: Trametes pubescens (Schumach.) Pilàt, si separa per le colorazioni del cappello su toni crema uniformi, la superficie è meno pelosa, tomentosa o finemente vellutata, le zonature sono quasi assenti e senza contrasti di colore a separarle e con il margine concolore; Trametes gibbosa (Pers.) Fr., ha una superficie feltrata, spesso irregolare o gibbosa, leggermente zonata, i pori sono allungati radialmente a simulare un labirinto. Esemplari maturi. Particolare della superficie superiore irsuta, cosparsa di folti e irti peli biancastri; accanto la superficie inferiore poroide, con pori piccoli ed irregolari, alla lente risultano leggermente angolosi. -
Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd 1924
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Trametes hirsuta (Wulfen : Fr.) Lloyd; Regione Toscana; Dicembre 2008; Foto di Alessandro Francolini. -
Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd 1924
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Trametes hirsuta (Wulfen : Fr.) Lloyd; Regione Marche; Ottobre 2005; Foto di Pietro Curti. -
Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd 1924
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Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd 1924
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Trametes hirsuta (Wulfen : Fr.) Lloyd 1924 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Polyporaceae Descrizione Fungo annuale, a mensola, a pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; con mensola più spessa (fino a 15-20 mm) del più comune Trametes versicolor. Caratteristica è la sua superficie sterile: da tomentosa a decisamente irsuta (con peluzzi più o meno rigidi), zonata e solcata, con colori generalmente sul crema-grigiastro, ma anche dal bruno al verdastro. Orlo lobato-ondulato, vellutato. Superficie poroide bianco-crema, ingrigente con l'età. Come il Trametes versicolor predilige legno guasto di latifoglia (più raro su conifere). Regione Toscana; Foto e descrizione di Alessandro Francolini. Superfici sterile e poroide a confronto. -
Trametes gibbosa (Pers. : Fr.) Fr. 1838
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Trametes gibbosa (Pers. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Polyporaceae Foto e descrizioni Specie parassita o saprotrofa, cresce preferibilmente su ceppaie di svariate latifoglie fra cui Quercus spp. e Fagus sylvatica. Forma basidiomi sessili, a forma di mensola più o meno regolare, spessi fino a 4 cm e larghi fino a 20 cm. La superficie pileica è gibbosa, pubescente, inizialmente bianco-crema ma in seguito verdastra per la presenza di alghe. L'imenio è costituito da pori radialmente allungati fino a labirintiformi. Specie simili Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schroet. presenta un imenoforo di aspetto simile tuttavia è facilmente distinguibile dalla specie in oggetto per i basidiomi più piccoli e sottili di forma regolare e con superficie pileica liscia e non gibbosa nonché per i differenti cromatismi. Altre specie appartenenti al Genere Trametes, fra cui Trametes hirsuta (Wulfen : Fr.) Lloyd e Trametes pubescens (Schumach. : Fr.) Pilát, si distinguono per l'imenoforo formato da pori di forma regolare. Regione Lombardia, località Monte Barro (LC); Giugno 2015; Foto di Marco Barbanera. Crescita su ceppaia di latifoglia troppo degradata per consentirne l'identificazione. L'imenoforo formato da pori allungati-labirintiformi. -
Tirmania pinoyi (Maire) Malençon 1973
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Tirmania pinoyi (Maire) Malençon 1973 Tassonomia Regno Fungi Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pezizaceae Genere Tirmania Sinonimi Terfezia pinoyi Maire 1906 Foto e Descrizioni Ascomicete ipogeo, commestibile di scarsa qualità, utilizzato a volte per truffe in sostituzione dei tartufi pregiati. Presenta degli aschi ottosporici a sacco, peduncolati, indeiscenti che cioè non si aprono in un punto ben definito, ma che si lacerano a maturità; spore cortamente ellissoidali, quasi sferiche, lisce, monoguttulate. Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Microscopia Aschi ottosporici a sacco, peduncolati; spore cortamente ellissoidali, quasi sferiche, lisce, monoguttulate. Osservazioni in Blu di Cresile. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Friuli Venezia Giulia; Settembre 2012; Foto di Nicolò Parrino. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Friuli Venezia Giulia; Agosto 2012; Foto di Nicolò Parrino. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Friuli Venezia Giulia; Agosto 2011; Foto di Nicolò Parrino. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Massimo Biraghi. Foto macro. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti. Macro. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Felice Di Palma. -
Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821
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Thelephora palmata (Scop. : Fr.) Fr. 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Thelephorales Famiglia Thelephoraceae Foto e Descrizioni Un fungo dall'aspetto coralloide, a prima vista sembra una piccola Ramaria, alla manipolazione, la consistenza coriacea, da fungo lignicolo per intenderci, fa scartare subito questa prima impressione. Cresce sul terreno di ambienti con conifere e spesso crea dei lunghi serpentoni, si trova sia in estate che in autunno. Colore brunastro, costituita da tanti singoli rami appiattiti, lamellati e riuniti alla base in una sorta di tronco, odore forte e tipico, putrido di cavolfiore con un sentore agliaceo. Regione Trentino; Foto di Pietro Curti. -
Tephrocybe rancida (Fr. : Fr.) Donk 1962
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Tephrocybe rancida (Fr. : Fr.) Donk 1962 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Lyophyllum rancidum (Fr.: Fr.) Singer 1943 Foto di Emilio Pini. Trovata con Luca Mistè al raduno del Sassello. -
Tephrocybe putida (Fr.) M.M. Moser 1967
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Tephrocybe putida (Fr.) M.M. Moser 1967 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Foto e Descrizioni Bosco misto di Castanea, Quercus e Pinus silvestris. Regione Lombardia, Loc. Alzate Brianza; Ottobre 2007; Foto di Massimo Biraghi. Microscopia spore ellissoidali - amigdaliformi 5-6 × 2,7-3,5 micron. Presenza di GAF. -
Tephrocybe platypus (Kuhner) M.M. Moser 1967
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Tephrocybe platypus (Kühner) M.M. Moser 1967 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lyophyllaceae Sinonimi Lyophyllum platypum Kühner 1954 Etimologia Dal Greco platys = ampio, largo e pus = piede, riferito alla base del gambo. Cappello 5-20 (30) mm diametro, da convesso a appianato con largo umbone centrale, igrofano, di colore ocraceo con il centro più scuro con tempo umido, che sbiadisce con tempo secco, superficie glabra di aspetto lucente, ricoperto da fine pruina specialmente al disco, leggermente striato per trasparenza verso il margine in condizione di forte umidità. Lamelle Da adnate ad appena decorrenti per dentino, mediamente fitte, biancastre, immutabili, intercalate da lamellule, filo concolore. Gambo (15)-35-60 × 1,5-3,5 mm, cilindrico, spesso ricurvo o contorto verso la base, pieno, poi fistuloso, elastico, subconcolore al cappello nei giovani esemplari, brunastro a maturazione a partire dalla base, liscio o percorso da esili striature longitudinali, leggermente pruinoso all’apice e con base bambagiosa biancastra. Carne Esigua, fibrosa, un poco elastica, di colore bianco-grigiastra, a maturazione ocra-brunastra verso la parte esterna del gambo; odore leggermente farinoso, sapore mite, e un poco rancido. Habitat Fruttifica a gruppi nel tardo autunno su foglie morte di latifoglia, in particolare di Salix alba, Populus alba, Populus nigra, Prunus spp. e Corylus avellana. Microscopia Spore 5,05-7,20 × 3,10-3,87 µm ellittiche, ialine. Basidi 22-29 × 6-7 µm bi-tetrasporici, con contenuto granuloso siderofilo. Cheilocistidi e pleurocistidi assenti. Epicute a cutis con ife allungate e/o intrecciate, a volte anche diverticolate, settate, pigmento vacuolare e a alcune volte incrostate. Caulocute a ife parallele settate, alcune con ife diverticolate. GAF presenti in tutte le strutture. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Osservazioni. Piccolo fungo leucosporeo non di facile inquadramento sistematico, per la crescita particolare su foglie morte in via di decomposizione. Inizialmente, a livello macroscopico, proprio per il substrato di crescita a prima vista si era considerato Meottemyces dissimulans (Berk. & Broome) Vizzini, ma la mancanza di un anello o residui dello stesso escludeva sia il genere che la specie. L’indagine dei caratteri microscopici susseguenti evidenziava l’assenza di cistidi imeniali e dunque escludeva le specie dei generi Collybia e Gymnopus, così come le specie appartenenti al genere Clitocybe per la morfologia in generale e in particolare per il cappello non concavo, non ombelicato e/o imbutiforme. Analogamente venivano esclusi i generi Gerronema (funghi tipicamente a portamento omphaloide) e i generi Fayodia e Gamundia sempre per la presenza di cistidi imeniali. Il genere Baeospora veniva escluso per avere le spore destrinoidi e per l’assenza di giunti a fibbia. La morfologia sporale, i basidi siderofili, l’elasticità del basidioma e il sapore, se pur leggero, evocante la farina bagnata ci hanno poi indirizzato verso il genere Tephrocybe Donk e nello specifico a Tephrocybe platypus. Nelle osservazioni al microscopio ottico abbiamo osservato anche la presenza di ife diverticolate sia nella pileipellis che nella caulopellis, elementi mai descritti in letteratura. Specie simili Il genere Tephrocybe comprende specie dai caratteri macroscopici relativamente omogenei, la determinazione viene spesso affidata alla osservazione dei caratteri microscopici ed in particolare delle spore. Tra le specie simili troviamoTephrocybe baeosperma (Romagn.) M.M. Moser riconoscibile per il portamento molto più robusto, il cappello non umbonato e particolarmente igrofano, Lyophyllum minimisporum Consiglio & Contu si differenzia per i basidiomi molto più gracili, l’odore pressoché insignificante e per avere il cappello striato a partire dal centro.Tephrocybe scobis (Métrod ex Contu) P.A. Moreau & Courtec. si differenzia per le lamelle decisamente decorrenti sul gambo e per il gambo molto più scuro del cappello, nerastro alla base, pruinoso e striato longitudinalmente, inoltre preferisce fruttificare su segatura o residui legnosi. Bibliografia BON, M., 1999. Les Collybio-Marasmïoïdes et ressemblants. Flore Mycologique d’Europe. Vol. 5. Lille: BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 1991. Champignons de Suisse. Boletes et Agarics. Vol. 3. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia. CONSIGLIO, G. & CONTU, M., 2002. Il Genere Lyophyllum P. Karst emend. Küner, in Italia. Rivista di Micologia, Anno XLV, 2: 99-181. Ed. AMB. MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. ORTON P.D., 1984. Keys the Genus Tephrocybe Donk in Britain. Bull. BMS 18 (2) Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi e Angelo Mariani. Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Tephrocybe platypus (Kuhner) M.M. Moser; Regione Lombardia, Rivolta d'Adda; Gennaio 2016. Foto in habitat di Massimo Biraghi; Microscopia di Angelo Mariani. Foto di Angelo Mariani. Base del gambo. Spore 5,05-7,20 × 3,10-3,87 µm ellittiche, ialine. Osservazione in acqua. Osservazione in Rosso Congo. Osservazione in Melzer. Filo lamellare in Rosso Congo. Foto di Massimo Biraghi. Basidi 22-29 × 6-7 µm bi-tetrasporici, con contenuto granuloso siderofilo. Osservazione in Carminio Acetico. Osservazione in Rosso Congo. Epicute a cutis con ife allungate e/o intrecciate, a volte anche diverticolate, settate, pigmento vacuolare e alcune incrostate. Osservazione in acqua. Osservazione in Rosso Congo. Caulocute a ife parallele settate, alcune con ife diverticolate. Osservazione in Rosso Congo. Trama lamellare in Rosso Congo. GAF presenti in tutte le strutture. -
Tephrocybe atrata (Fr. : Fr.) Donk 1962
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Tephrocybe atrata (Fr. : Fr.) Donk; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Felice Di Palma. -
Tephrocybe atrata (Fr. : Fr.) Donk 1962
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Tephrocybe atrata (Fr. : Fr.) Donk; Regione Sardegna, Monte Arci (OR); Novembre 2009; Foto di Tomaso Lezzi. -
Tephrocybe atrata (Fr. : Fr.) Donk 1962
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Tephrocybe atrata (Fr. : Fr.) Donk 1962 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Lyophyllum atratum (Fr. : Fr.) Singer 1943 Foto e Descrizioni Specie strettamente associata ai terreni bruciati ricchi di residui carboniosi, si distingue con sicurezza dalle morfocromaticamente simili, e condividenti il medesimo habitat, Tephrocybe anthracophila (Lasch) Orton e da Tephrocybe ambusta (Fr.: Fr.) Donk solo dopo l'analisi microscopica delle spore, ellittiche e non globose come nelle specie precedentemente citate. Una certa confusione si potrebbe generare anche con Myxomphalia maura (Fr.: Fr.) Hora, che ha lamelle decorrenti, pileo viscoso e spore amiloidi. Regione Sardegna, Monte Arci (OR); Novembre 2009; Foto di Mauro Cittadini. Particolare dei basidiomi. Sporata in massa, bianca. Microscopia Sporata bianca in massa, spore 6-7,2(7,5) × (4)4,2-5,3 μm, ellissoidi, ialine al m.o., finemente verrucose, con verruche appiattite, normalmente con guttula centrale, non amiloidi. La forma e dimensione rilevata sono perfettamente in linea con la letteratura corrente, mentre la fine verrucosità e la guttula centrale sembrano non coincidere con quanto sin ora rilevato ad esempio: M.Bon, "Flore M.D'europe vol. 5: spore: (5,5)6-8×(3)4-4,5(5,5) μm, ellittiche. Monti, Marchetti, Gorreri, Franchi, "Funghi e cenosi di aree bruciate": Spore 6-8×4-6 μm, ellittiche, ellittico-cilindriche, lisce, ialine, senza guttule. RDM 1990 n. 3 pag. 261-271, articolo Marchetti - Franchi: spore ialile, non amiloidi, lisce senza guttole. KEYS - THE GENUS TEPHROCYBE DONK IN BRITAIN By P. D. Orton: spores smooth -> Spores ellipsoid, 6-8×4-5 μm. Ritengo che questa discrepanza possa essere generata dal fatto che in acqua le spore risultino ialine e poco visibili, in Rosso Congo non si colorano decisamente se non con l'aggiunta di ammoniaca. I migliori risultati li ho ottenuti colorando la sporata con Blu di Metile. Per scrupolo ho anche verificato una vecchia raccolta essiccata del 2002 di Castel Fusano, Roma, anche in quei campioni la sottile rugosità è percepibile, la guttula centrale risulta nella maggior parte dei casi "collassata" ma in alcune spore ancora ben visibile. Basidiospore colorate in Blu di Cresile. Basidiospore colorate in Rosso Congo ammoniacale e Blu di Metile, provenienti da una erborizzazione del 2002 di Roma, Castel Fusano. -
Tephrocybe anthracophila (Lasch) P. D. Orton 1969
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Tephrocybe anthracophila (Lasch) P. D. Orton 1969 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Lyophyllum anthracophilum (Lasch) M. Lange & Sivertsen 1966 Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e microscopia di Tomaso Lezzi. Microscopia Le spore osservate sono perfettamente sferiche, lisce, appena rugolose (osservazione in acqua). Misure 5,4-6,3 × 5,2-6,0 µm; Q=1,0 Ife della cute incrostate esternamente -
Tephrocybe ambusta (Fr. : Fr.) Donk 1962
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Tephrocybe ambusta (Fr. : Fr.) Donk 1962 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Lyophyllaceae Genere Tephrocybe Sinonimi Lyophyllum ambustum (Fr.) Singer 1943 Etimologia Dal latino ambùstum = bruciato tutto intorno, per l’habitat. Cappello 2,5-4,0 cm, da emisferico-ombellicato a concavo-depresso, bruno scuro, margine arrotondato, superficie glabra un poco lubrificata. Lamelle Da adnate ad appena decorrenti, larghe, piuttosto fitte, beige-biancastre, poi imbrunenti, intercalate da lamellule. Gambo 3-5 × 0,25-0,40 cm, cilindrico, pieno, poi fistuloso, subconcolore al cappello, più o meno ricoperto da una pruina bianca. Carne Esigua, fibrosa, biancastra, brunastra verso la parte esterna del gambo; odore farinoso; sapore mite. Habitat A gruppi di alcuni esemplari, su terreno bruciato. Microscopia Spore 5,4-5,7 µm, globose, guttulate, con superficie leggermente ondulata. Basidi 29-31 × 7,4-8,0 µm, cilindrico-clavati, tetrasporici, con contenuto granuloso siderofilo. Cheilocistidi e pleurocistidi assenti. Epicute formata da ife cilindriche, più o meno parallele, di aspetto un poco gelificato; pigmento epiparietale di colore giallo-brunastro. GAF presenti. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Osservazioni Il luogo di crescita è stato interessato da un incendio circa otto mesi prima del ritrovamento; l’igrofaneità della carne così come la striatura per trasparenza al bordo del cappello (Consiglio & Contu, 2002, 2: 152), non è stata riscontrata. Specie simili IL Genere Tephrocybe Donk, comprende specie dai caratteri macroscopici relativamente omogenei, la determinazione viene spesso affidata all’osservazione dei caratteri microscopici ed in particolare delle spore. Tephrocybe atrata Fr. Donk e Tephrocybe anthracophila (Lasch) P.D. Orton, condividono lo stesso habitat carbonicolo, la prima si riconosce per le spore ellittiche lisce o pressoché, la seconda invece per le spore globose lisce.Tephrocybe gibberosa (Jul. Schäff.) P.D. Orton, si differenzierebbe secondo Bon (1999) sopprattutto per le spore globose con forti protuberanze prominenti, tuttavia, viene cosiderata da Moser (2000) come sinonimo della specie qui descritta. Bibliografia EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin. BON, M., 1999. Les Collybio-Marasmïoïdes et ressemblants. Flore Mycologique d’Europe. Vol. 5. Lille: Ed. Association d'Ecologie et de Mycologie. CONSIGLIO, G. & CONTU, M., 2002. Il Genere Lyophyllum P. Karst emend. Küner, in Italia. Rivista di Micologia, Anno XLV, 2: 99-181. Ed. AMB. MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. CETTO, B., 1993. I funghi dal vero. Vol. 7. Ed. Saturnia. CONSIGLIO, G., PAPETTI, C. & SIMONINI, G. 2001. Atlante dei Funghi d’Italia. Vol. 1. Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT - realizzata da Sergio Mombrini - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lombardia; Dicembre 2011; Foto di Sergio Mombrini. Esemplari in habitat. Spore. Basidi. GAF. Epicute. -
Tarzetta gaillardiana (Boud.) Korf & J.K. Rogers 1971
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Tarzetta gaillardiana (Boud.) Korf & J.K. Rogers 1971 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pyronemataceae Nome italiano Non risultano nomi volgari per questa specie. Etimologia In memoria del Micologo Angers Galliae (Gaillard) Sinonimi Geopyxis gaillardiana (Boud.) Sacc. & D. Sacc 1905 Pustularia gaillardiana Boud 1902 Pustulina gaillardiana (Boud.) D.C. Pant & V.P. Tewari 1971 Descrizione originale Minuta 4-8 mm lata, brevissime stipitata aut sessilis; Ascomate cupulari, minute tomentello-granuloso, margine subcrenulato, brevissime stipitato, griseo-fusco, disco concolore levi; asci cylinindricis 300-320 x 15-20, basi subattenuatis, operculatis, octosporis; paraphysibus tenui bus, septatis, apice incrassulatis 3-4 µ cr. hyalinis, sporidiis majusculis ellipsoides, 25-27 × 13-14 µ, levibus, biguttatis, granulosisque, demun egranulosis. Hab. Ad terram arenosam in nemoribus, Angers Galliae ( Gaillard) Ascoma Apotecio di piccole dimensioni 0,5-1 cm di diametro, inizalmente subsferico, poi a forma di tazza provvisto di un rudimentale gambo più o meno pronunciato, delicatamente inserito nel substrato di crescita, a volte sessile. La superficie esterna è di colore giallo-grigiastro, a volte con riflessi aranciati ricoperta da piccole pustule di colore biancastro nel fungo giovane, imbrunenti a maturazione o per manipolazione, il margine è dentellato o leggermente fessurato, ricoperto da leggera peluria osservabile nei giovani primordi. La superficie interna (imenio), appare liscia o leggermente pruinosa (lente), di colore crema pallido, grigiastro o subconcolore alla parte esterna. La carne è scarsa, abbastanza fragile, di colore ocra, odore e sapore non significativi. Microscopia Spore 25-28 × 15-16 µm, uniseriate nell'asco, ialine, ellissoidali, inizialmente biguttulate, spesso pluriguttulate a maturazione. Aschi 280-320 × 13-18 µm, ottosporici, opercolati con apertura laterale e con base allungata, non reagiscono con Melzer o Lugol. Parafisi cilindriche o appena ristrette all'apice, filiformi, settate, forcate nella parte inferiore. Excipulum medullare superiore a textura intricata. Excipulum medullare inferiore a textura globosa-augularis Excipulum ectale formato da ife cilindriche, plurisettate, concatenate. Habitat Specie terricola, fruttifica specialmente in primavera inoltrata e inizio estate in terreni sciolti di matrice sabbiosa. Gli esemplari studiati sono stati trovati in un substrato composto da detriti di piccoli ramoscelli e foglie in via di decomposizione intrise d'acqua e situate sulle sponde di matrice sabbiosa tipiche delle falde freatiche (risorgive). Osservazioni Specie rara e poco documentata probabilmente per le piccole dimensioni e per il particolare habitat di crescita, utili per una corretta determinazione sono le dimensioni esigue, le colorazioni su toni poco vivaci, la crescita su terreni di matrice sabbiosa, ma soprattutto l'osservazione dei caratteri microscopici, che evidenziano grandi spore e parafisi cilindriche con apice rastremato. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili La specie più vicina è Tarzetta cupularis (L.) Svrček, si distingue macroscopicamente per le dimensioni maggiori (1-2 cm di diametro) e per l'habitat di crescita diverso, microscopicamente per le spore più corte e più larghe (18-20 × 13-15 µm). Rhodotarzetta rosea (Rea) Dissing & Sivertsen si riconosce agevolmente sul campo per le colorazioni rosate e per l'habitat carbonicolo.Tarzetta catinus (Holmsk.) Korf & J.K. Rogers è di dimensoni maggiori che raggiungono anche i 5 cm di diametro e la superficie esterna presenta colorazioni ocra-giallstre con pustule più evidenti, microscopicamente ha spore di dimensioni minori e parafisi lobate e/o diverticolate all'apice. Bibliografia AA.VV., 2000. Nordic Macromycetes. Ascomycetes. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 1. Ed. Nordsvamp. BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 1984. Champignons de Suisse. Ascomycetes. Vol. 1. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia. DENNIS, R.W.G., 1981. British Ascomycetes. Vaduz, Liechtenstein: J. Cramer. ELLIS, M.B. & ELLIS, L.P., 1998. Microfungi on Miscellaneous Substrates. An Identification Handbook. Portland, Oregon, U.S.A.: Ed. Timber Press. FUCKEL, L., 1870. Symbolae Mycologicae, Beitrage zur Kenntniss der rheinischen pilze. Jahrbuchern des Nassauischen Vereins für Naturkunde 23-24: 1-459. PHILLIPS, W.,K., 1893. Manual of the British Discomycetes with descriptions of all the species of fungi hitherto found in Britain, included in the family and illustrations of the genera. Published by K. Paul, Trench, Trübner. London . SEAVER, F.J., 1942. The North American Cup-fungi (Operculates). New York: Ed. Seaver F.J.. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lombardia, Località Spirano; Giugno 2011; Boschetto planiziale della zona delle risorgive Parco dei Fontanili; Foto e microscopia di Massimo Biraghi. Aschi 280-320 × 13-18 µm, ottosporici, opercolati con apertura laterale e con base allugata, non reagiscono con Melzer o Lugol. Aschi 280-320 × 13-18 µm, ottosporici, opercolati con apertura laterale e con base allugata, non reagiscono con Melzer o Lugol. Parafisi cilindriche o appena ristrette all'apice, filiformi, settate, forcate nella parte inferiore. Spore 25-28 × 15-16 µm, uniseriate nell'asco, ialine, ellissoidali, inizialmente biguttulate, spesso pluriguttulate a maturazione. Excipulum medullare superiore a textura intricata. Excipulum medullare inferiore textura globosa-augularis Excipulum ectale formato da ife cilindriche, plurisettate, concatenate. -
Tarzetta cupularis (L. : Fr.) Svrček 1981
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Non Commestibili o Sospetti
Tarzetta cupularis (L. : Fr.) Svrček,;Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. L'excipulum ectale è formato da cellule globose, che verso l'esterno formano delle catenule di cellule più allungate e che macroscopicamente formano la granulosità della superficie esterna tipica di questa specie. Cellule dell'excipulum ectale. Osservazioni in Blu di Cresile. -
Tarzetta cupularis (L. : Fr.) Svrček 1981
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Non Commestibili o Sospetti
Tarzetta cupularis (L. : Fr.) Svrček; Regione Marche; Anno 2004; Foto e descrizione di Pietro Curti. Concludo con una coppia di esemplari.