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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Amanita spadicea Pers. Il gambo e la volva inguainante Le zebrature sul gambo: brunastre su fondo più chiaro
  2. Amanita spadicea Pers. Bella Amanita della Sezione Vaginatae, reperibile soprattutto in montagna oltre i 1000 metri, in boschi di Peccio, Abete bianco, Pino silvestre o anche in presenza di Faggio. I caratteri distintivi sono il portamento slanciato, il colore del cappello bruno o color dattero, l’umbone evidente e il gambo con decorazioni zebrate concolori al cappello. La volva è nettamente membranosa, persistente, biancastra con tendenza a scurirsi con l’età, alta sul gambo e inguainante. In letteratura si riscontrano pareri discordi sul filo lamellare: qualche Autore lo mette come intero e concolore alla faccia della lamella (cioè bianco o bianco-crema), altri lo danno come discolore in quanto marrone. Ritrovamento a quota 1300; presso Monte Grande (Bologna); bosco di Peccio puro
  3. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Agosto 2009 Elenco delle specie trovate e determinate: Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Amanita caesarea (Scop.: Fr.) Pers. (# 5, 6) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 13) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 14) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 2, 3) Boletus luridus Schaeff.: Fr. (# 16) Boletus regius Krombh. (# 11, 12) Laetiporus sulphureus (Bull.) Murrill (# 7-10) Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. (# 15) Sparassis crispa (Wulf.: Fr.) Fr. (# 4) *************************************************** Apro per il mese di Agosto al posto di Paolo. Buona raccolta e buone foto a tutti Alessandro
  4. Polyporus varius (Pers.: Fr.) Fr. Cuticola percorsa da fini fibrille radiali; cappello leggermente depresso sopra l'attaccatura del gambo Pori piccoli e rotondeggianti
  5. Polyporus varius (Pers.: Fr.) Fr. Poliporo di dimensioni relativamente ridotte (diametro del cappello da 2 a 8 cm); superficie sterile con tonalità brune, brune-rossicce, ocracee; cuticola anche finemente fibrillosa in senso radiale; cappello sovente depresso in corrispondenza dell’attaccatura del gambo che può essere centrale o laterale. Orlo pileico sottile, irregolare e sinuoso, a lungo involuto anche a maturità. Tubuli decorrenti sul gambo, pori piccoli e rotondeggianti con superficie poroide crema-ocracea. Il gambo si presenta finemente vellutato con apice crema-ocraceo ma nerastro altrove. Habitat preferenziale su rami caduti di Faggio ma anche di Frassino e Ontano. Abbastanza comune e diffuso. Dal TUTTO FUNGHI pag. 164: “Questo fungo risulta delimitabile dagli altri Polyporus con toni nerastri al gambo per la sua taglia che di norma non supera i 10 cm di diametro del cappello, a differenza ad esempio di P. melanopus e P. badius che presentano dimensioni maggiori. Le altre specie del genere Polyporus comunemente diffuse presentano sensibili differenze: P. squamosus è caratterizzato da dimensioni considerevoli, cuticola dissociata in squame brunastre e assenza di colorazioni nerastre al piede; P. arcularius ha pori decisamente più larghi, gambo finemente punteggiato e margine del cappello peloso; P. ciliatus, anch’esso con pori piccoli e stretti, presenta cuticola finemente squamulosa e gambo dall’aspetto tipicamente tigrato.” Casentino; 1300 metri. Su ramo interrato di faggio Particolare del gambo nerastro e finemente vellutato; tubuli decorrenti dul gambo
  6. Amanita muscaria (L.: Fr.) Hooker Il velo parziale che si sta lacerando, lasciando scoperte le lamelle la volva dissociata
  7. Amanita muscaria (L.: Fr.) Hooker Dal TUTTO FUNGHI pag. 350: “E’ il fungo più spettacolare e bello alla vista, cresce in numerosi esemplari che danno al bosco un aspetto fiabesco. ... E’ fungo velenoso, tanto che un tempo, cosparso di latte, veniva usato per uccidere le mosche (da cui il nome).” Casentino; faggeta pura sui 1250 metri Verruche e cuticola quasi risecchite dal caldo e dal vento
  8. Xerula radicata (Relhan) Dörfelt In questo esemplare la parte radicante del gambo è lunga più del doppio rispetto alla parte emersa
  9. Xerula radicata (Relhan) Dörfelt Cappello color nocciola chiaro, con qualche grinzosità radiale Lamelle larghe e ventricose; molto più larghe rispetto allo spessore della carne del cappello
  10. Xerula radicata (Relhan) Dörfelt Il tipico rigonfiamento sul gambo indica il punto sotto il quale il gambo stesso si interra più o meno lungamente
  11. Gyroporus cyanescens (Bull.: Fr.) Quélet Particolare che evidenzia il viraggio della carne, il gambo cavernoso con carne spugnosa e la "corteccia" del gambo relativamente spessa
  12. Gyroporus cyanescens (Bull.: Fr.) Quélet
  13. Gyroporus cyanescens (Bull.: Fr.) Quélet Boletacea tipica del periodo estivo-autunnale con habitat presso Abete, Pino, Faggio, Castagno, Quercia; riconoscibile per il cappello dalla cuticola da biancastra a giallognola con riflessi ocracei-olivastri, asciutta anche a tempo umido, vellutata, con presenza di fioccosità più scure del colore di fondo. La caratteristica più eclatante è comunque il viraggio iniziale della carne all'azzurro-indaco intenso nel cappello e nel gambo. Quest'ultimo si presenta robusto ma fragile: all'inizio pieno, ben presto cavernoso, diventa cavo a maturità pur mantenendo una "corteccia" relativamente spessa. Tale corteccia dà la sensazione di robustezza ma, alla minima pressione, la cavità interna rende il tutto piuttosto fragile e cassante. Dello stesso Genere è il G. castaneus (discreto commestibile, reperibile presso latifoglie e, più raramente, sotto conifera) dai colori decisamente più scuri e dalla carne immutabile e il suo simile G. hammophilus che cresce in habitat sabulico costiero, può presentare carne dal viraggio azzurro (ma non intenso come nel G. cyanescens) ed è responsabile di intossicazione con effetti gastroenterici. Dal TUTTO FUNGHI pag 508: "Si tratta di una specie non ovunque diffusa, abbastanza circoscritta e rinvenibile in pochi areali, anche se in questi ultimi è presente in modo costante e abbondante. Il violento viraggio all'indaco nell'immediatezza della contusione o del taglio, tende nel tempo a regredire in tenue grigiastro. Discreto commestibile. In cottura la cuticola diventa verde e questo crea un certo imbarazzo in chi per la prima volta si avvicina organoletticamente a questa buona specie edule. Scartare completamente il gambo, duro, coriaceo e quindi indigesto." Esemplari raccolti in Casentino a 1100 metri in bosco misto Faggio-Abete bianco
  14. Boletus rhodopurpureus Smotl. Particolari del reticolo
  15. Boletus rhodopurpureus Smotl. Il gambo ha colore di fondo giallo-arancio ed è rivestito da un reticolo che da giallo intenso nei primordi diventa ben presto rosso intenso Pori piccoli e rotondi o poco angolosi; di colore giallo nei primordi, diventano ben presto di un bel colore rosso vivo; bluastri al minimo tocco
  16. Boletus rhodopurpureus Smotl. L’epiteto specifico rhodopurpureus deriva dai termini greci rhódon = rosa e porphýreos = porpora-scarlatto. Una caratteristica macroscopica riportata in letteratura che dovrebbe caratterizzare il B. rhodopurpureus (e le sue varietà o forme) da altri boleti simili del complesso purpureus è la sua cuticola che fin da giovane si presenta rugosa e non liscia. Altra caratteristica riportata in letteratura e che lo differenzia dal simile B. luteocupreus è la seguente: nel B. rhodopurpureus il cappello assume all'inizio una colorazione rosata per diventare ben presto (in modo naturale e non solo per viraggio indotto da sfregamento con corpi estranei) rosa-salmone o rosa-lilla intenso fino al colore rosso-bruno-nerastro a maturità e tali colorazioni, miscelate, ricoprono tutto il cappello; mentre il cappello di B. luteocupreus è caratterizzato da colorazioni complessivamente giallo-cromo almeno da giovane con eventuali tonalità aranciate al centro; successivamente, e solo per viraggio dovuto a contatto con fili d'erba, gocce di pioggia e altro, il cappello assume nelle zone contuse tonalità iniziali blu per virare poi a toni rosso-lampone o rosso-rame; il tutto non in maniera uniforme ma con macchie color blu nelle zone contuse di recente e di color rosso-rame nelle zone contuse da più tempo, lasciando intravedere soprattutto all’orlo e nelle zone non contuse l’iniziale colore giallastro. Inoltre a completa maturazione il cappello di B. luteocupreus assume tonalità plumbee, grigiastre, al contrario del cappello di B. rhodopurpureus che rimane con toni bruno-rossastri con sfumature viola sordido. Il viraggio della carne al blu in seguito al taglio sarebbe inoltre molto più pronunciato e violento in B. luteocupreus che in B. rhodopurpureus. Altra differenza riportata in parte della letteratura è data sia dalla colorazione del reticolo del gambo che dal colore dei pori: nei primordi di B. rhodopurpureus le maglie del reticolo sono di colore giallo così come i pori per divenire ben presto rosso sangue, mentre in B. luteocupreus reticolo e pori sono fin dall'inizio di colore rosso sangue; inoltre in B. luteocupreus il rosso sangue della superficie poroide sfuma spesso in tonalità giallo-aranciate verso il margine pileico. Il forte viraggio per contusione in B. luteocupreus al blu e in seguito al rosso-vinoso o rosso-ramato può comunque rendere difficoltosa la distinzione tra le due specie. L’epiteto specifico luteocupreus deriva dai termini latini lúteus = giallo, dorato e da cupreus (derivato di cuprum = rame).
  17. Boletus rhodopurpureus Smotl. Dal TUTTO FUNGHI pag 566: “Caratteristico il viraggio molto intenso, blu nerastro, in questa specie se corrosa, contusa o tagliata. Talvolta sono presenti vistosi segni realizzatisi in modo spontaneo a seguito dello sfioramento con corpi vari incontrati in ambiente durante la crescita. Si confonde con il Boletus rhodoxanthus che presenta il cappello inizialmente crema giallastro-biancastro e carne del gambo gialla immutabile. Boletus luteocupreus con cappello giallastro crema-rosato al centro poi rossastro laterizio è un’altra specie vicina e confondibile con questo fungo.”
  18. Boletus pinophilus Pilát & Dermek Una curiosità a proposito del cosiddetto “porcino rosso”, il Boletus pinophilus Pilát & Dermek [= Boletus pinicola (Vittad.) A. Venturi]. Nel 1835 fu il micologo italiano Carlo Vittadini (1800-1865) ad adottare il nome “pinicola” per questo bel porcino: Boletus edulis var. pinicola Vittad., intendendo così sottolineare la caratteristica di questa varietà di B. edulis di crescere anche sotto pino puro. Fu poi un altro micologo italiano, Antonio Venturi (1803-1864), che nel 1863 promosse tale varietà a rango di specie a se stante: Boletus pinicola (Vittad.) A. Venturi. Purtroppo di Boletus pinicola ne esisteva già uno dall’inizio del 1800, pur se di tutt’altra natura (all'epoca molte specie a tubuli e pori erano classificate e inserite nel Genere Boletus in modo indifferenziato): si trattava del Boletus pinicola Sw., pubblicato dal botanico svedese Olaf Peter Swartz (1760-1828) nel 1810, collocato successivamente (1881) dal micologo finlandese Petter August Karsten (1834-1917) nel Genere Fomitopsis con il nome Fomitopsis pinicola (Sw.) P. Karsten. Furono due micologi cecoslovacchi [Albert Pilát (1903-1974) e Auel Dermek (1925-1989)] che sottolinearono, nel 1973, la violazione del codice di nomenclatura in quanto il nome Boletus pinicola del Vittadini e Venturi era “doppione” di un nome già utilizzato in precedenza; da qui è nato il nome scientifico corrente del porcino rosso: cioè Boletus pinophilus Pilát & Dermek (1973). Dal TUTTO FUNGHI pag 548: "Tinge di colore verdastro l’acqua di cottura pur non perdendo il colore granata del cappello, colore che lo distingue facilmente dagli altri porcini, in particolare dal Boletus edulis, con il quale condivide l’aspetto lucente della cuticola e la caratteristica rugosità. Il suo nome Boletus pinophilus farebbe pensare a un fungo tipico del pino, in realtà è possibile rinvenirlo anche sotto Castagni, Faggi, Abeti, Betulle, Mirtilli e altri alberi. Si presta a ogni uso; è comunque il meno profumato e gustoso di tutta la Sezione Edules che comprende B. edulis, B. aestivalis, B. aereus.” In foto: esemplare un po' malconcio reperito in Casentino presso Abete bianco il 18 luglio a 1100 metri
  19. Amanita caesarea (Scop.: Fr.) Pers. Dal TUTTO FUNGHI pag 348: "Questo fungo ama in particolare i siti soleggiati e caldi, con esposizione a sud, in particolare radure e aperture boschive. Per l’insieme delle situazioni descritte non è raro trovarlo ai margini dei sentieri boschivi più aperti e soleggiati. Spesse volte può essere parassitato da un ifomicete (fungo che cresce parassita su altro fungo): si tratta di Mycogone rosea che riveste la superficie di Amanita caesarea con una sorta di muffa rosa; in questi casi si sconsiglia tassativamente la raccolta e il consumo degli esemplari interessati dal processo di parassitismo. Marroneta coltivata; 15 luglio
  20. Leccinum crocipodium (Letellier) Watling Leccino legato in simbiosi con latifoglie (Querce caducifoglie, Carpini e Castagni). La cuticola tende a divenire screpolata-areolata a maturità, specialmente a tempo secco; il suo colore va dal giallo-ocra (negli esemplari giovani) fino al bruno nerastro (a maturità). La carne è bianca ma, al taglio, vira inizialmente al rosa violaceo per poi assumere un colore scuro. Il gambo è giallognolo in gioventù per divenire grigio-ocra a maturità; è cosparso di squamette concolori che tendono a scurirsi. Suoi simili (per le colorazioni del cappello) possono essere Leccinum lepidum e Leccinum corsicum; questi ultimi, però, hanno una scarsa tendenza a screpolarsi sul cappello ed hanno habitat diversi: sotto Leccio il L. lepidum e sotto Cisto il L. corsicum.
  21. Scleroderma sp. Particolari delle rizomorfe
  22. Scleroderma sp. Con copiosi cordoncini miceliari (rizomorfe). La microscopia avrebbe permesso di dirimere il dubbio tra Scleroderma areolatum e Scleroderma verrucosum
  23. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Particolare della "confluenza" degli imenofori
  24. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Due esemplari cespitosi, con cappelli confluenti
  25. Boletus fechtneri Velenovsky Particolare delle maglie del reticolo di un altro esemplare
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