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2009.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi trovati Anno 2009
Tricholoma orirubens Quélet Uno dei numerosi Tricholoma “grigi” la cui determinazione macroscopica sul campo non è sempre semplice; suo habitat preferenziale è il bosco di latifoglie, ma è reperibile anche presso conifere. È commestibile discreto. Per il riconoscimento di questa specie aiuta l’arrossamento in vecchiaia sia della superficie pileica che della carne o delle lamelle; tale arrossamento è percepibile anche qualche ora dopo la raccolta, con “tempi di attesa” che possono essere lunghi (anche un giorno dopo la raccolta). Direttamente sul campo e in presenza di esemplari giovani ci si può basare sulle sfumature bluastre alla base del gambo (tuttavia non sempre evidenti) che lo separano dal vicino Tricholoma basirubens (con base del gambo sempre sfumata di rosa; ma con lamelle mai arrossanti). Le squamette del cappello sono bruno-nerastre, più appressate al centro e più rade al margine e in ciò è molto simile al Tricholoma atrosquamosum; in tal caso viene in aiuto l’odore della carne: lievemente fruttato-farinaceo in T. orirubens ma aromatico, speziato-farinaceo (come di pepe macinato) in T. atrosquamosum. Pericolosa la confusione con il tossico Tricholoma pardinum: nei suoi esemplari tipici il T. pardinum possiede una cuticola pileica cosparsa di squame relativamente larghe, trapezoidali, disposte concentricamente, di colore bruno-scuro su fondo grigio cenere o grigio crema (le squamette di T. orirubens non hanno una disposizione concentrica e sono più piccole); ha lamelle bianco-crema con riflessi verdognoli o azzurrini; ha gambo di colore bianco-crema imbrunente alla base se manipolato o in vecchiaia; ha gambo carnoso, sodo e pieno (contro il gambo di T. orirubens che è pieno da giovane ma poi fibroso); ha portamento più massiccio e carnoso, raggiungendo dimensioni ragguardevoli con cappello che può avere diametro di 15 cm (contro le dimensioni medie di T. orirubens, con diametro pileico al massimo di 10 cm). Leggera sfumatura rosata nell'imenoforo; sfumature azzurrine nella parte inferiore del gambo -
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Aleuria aurantia (Persoon: Fries) Fuckel Ascomicete con forma di piccola coppa colorata che predilige terreno compatto e battuto (anche su strade sterrate, dal fondo compatto): imenoforo arancione carico, liscio; praticamente senza gambo; la parte sterile (a contatto con il terreno) è finemente farinosa e quasi dello stesso colore. Le può somigliare Caloscypha fulgens che ha imenoforo simile ma fruttifica in primavera ed ha superficie esterna con tonalità verdastre; altra specie simile è Sowerbyella rhenana che ha uno stipite ben delineato. Le specie somiglianti del Genere Melastiza hanno orlo e parte esterna provviste di brevi peli. -
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Pleurotus nebrodensis (Inzenga) Quél. Ottimo commestibile, è un Pleurotus reperibile sui prati di montagna in alcune zone del Trentino (nei pressi di Bellamonte e nell’Ampezzano) e in Sicilia sui Monti Nebrodi (da cui l’epiteto specifico); fruttifica sopra le radici o gli steli falciati di alcune specie di piante Ombrellifere (del Genere Laserpitium). La crescita su Laserpitium e il cappello di colore bianco-beige sporco, asciutto e un poco fibrilloso lo differenziano macroscopicamente dal più comune Pleurotus eryngii (di cui un tempo era considerato varietà) che fruttifica su residui di specie di Eryngium e ha capello di solito più scuro. Detto anche "Fungo di Bellmonte". Sullo sfondo un Lasepitium sulle cui radici tale fungo fruttifica Esemplare nato direttamente sullo stelo falciato di un Lasepitium -
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Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. Dal TUTTO FUNGHI pag. 310: “Non confonderlo con Chlorophyllum rhacodes, tossico, con squamule fortemente infisse nel derma del cappello (dette “a tegola”), con viraggio all’arancione e poi al brunastro della carne esposta, laddove corrosa o tagliata. È prudente non mangiare Macrolepiota il cui diametro sia inferiore a 8 cm per non confonderle con le Lepiota del Gruppo helveola, o altre velenose o mortali. Macrolepiota procera essendo uno dei colossi del bosco, difficilmente può essere confuso con le piccole Lepiota. Per la misura si fa riferimento al fungo adulto e quindi con il cappello completamente aperto.” -
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Russula nana Killerman È una Russula con sapore subito acre della carne, molto simile alla Russula emetica; ne differisce per le piccole dimensioni con un cappello che raggiunge al massimo i 4 cm di diametro, per il gambo tozzo e claviforme, bianco ma ingrigente, per il colore del cappello di un bel rosso vivo ma più scuro al centro e per l’habitat: cresce infatti anche decisamente gregaria nei prati alpini al di sopra del limite vegetazionale arboreo, tra i 2000 e i 2500 metri, spingendosi fino a quote di 2700 metri. Reperita su prato alpino a 2300 metri. -
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Hygrocybe virginea var. virginea (Wulfen: Fr.) P.D. Orton & Watling Reperita su prato a 2300 metri. Hygrocybe di piccole dimensioni con cappello viscido, gambo un po' untuoso ma molto meno viscido del cappello. Lamelle decorrenti, larghe, arcuate con forma quasi triangolare e con riflessi leggermente carnicini. Odore nullo con sapore lieve non ben catalogabile ma gradevole. Può confondersi con Hygrocybe berkeleyi che ha colorazioni crema-ocracee sulle lamelle ed è più robusta e carnosa; con H. russocoriacea che ha lo stesso portamento ma colorazioni ocra-giallastre e, soprattutto, un forte odore di “cuoio di Russia” (riconducibile anche all’odore della grafite o dell’olio di cedro. Particolare dell'imenoforo -
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Hygrocybe splendidissima (P.D. Orton) M.M. Moser L’epiteto specifico la dice lunga sulla bellezza di questa Hygrocybe non molto comune e reperibile su prati e pascoli. Cappello da conico ad appianato a maturità, con umbone presente e più o meno acuto, con tonalità sul rosso (rosso-ciliegia, rosso-arancio, rosso-scarlatto) e con centro che si può decolorare al giallo-arancio; gambo sovente compresso e caratteristicamente canalicolato, irregolare, dalla superficie liscia e lardacea al tatto, più o meno concolore al cappello, con toni più giallognoli soprattutto alla base che può presentarsi anche biancastra. La carne si mantiene appena sotto le superfici esterne dello stesso colore delle superfici stesse, è gialla internamente, ma alla base del gambo è biancastra; di sapore non particolare, ha odore di miele all’essiccamento. Le sue dimensioni rilevanti per una Hygrocybe (con cappello fino a 9 cm di diametro e gambo alto fino a 10 cm) e i suoi cromatismi possono far ricordare l’altrettanto bella Hygrocybe punicea che possiede però gambo fibrilloso, quasi striato e asciutto con carne bianca all’interno del gambo e non presenta odore particolare. Più rassomigliante ancora per la lucentezza delle superfici e l’aspetto generale è l'Hygrocybe coccinea che ha tuttavia taglia molto più piccola e diverse caratteristiche microscopiche. -
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Hygrocybe conica var. conica (Schaeffer: Fries) P. Kummer Hygrocybe ubiquitaria, praticola ma anche su terreno sabbioso (in vicinanza del mare o di corsi d’acqua dolce) o su pascoli non concimati artificialmente, fino a oltre i 2000 metri; più rara nei boschi. È tra le Hygrocybe più facili da determinare grazie al totale e vistoso annerimento cui va incontro a maturità. Lo stesso viraggio si riscontra nelle zone eventualmente corrose e rotte. Il cappello (da minuscolo fino a 7 cm di diametro) è fibrilloso e ha forma da conico-acuta a conico-ottusa fino a pianeggiante ma sempre con umbone; ha colori variabili dal giallo al giallo-olivastro, fino all’arancio e al rosso (anche in dipendenza dell’umidità presente e dell’età); il colore rosso è comunque il predominante ma non mancano esemplari completamente gialli che anneriscono senza mai assumere margine colorazioni rossastre; il margine è lobato o frastagliato, l'orlo è talvolta striato. Il gambo appare striato longitudinalmente a causa di fibrille evidenti e nerastre inframmezzate da striature giallastre; la base del gambo, soprattutto la parte interrata, è biancastra. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 194: “È una delle poche Hygrophoraceae certamente tossica. Specie dai caratteri estremamente variabili. Hygrocybe conica var. chloroides, termofila, è più esile, ha cappello giallo-sporco-citrino e annerimento lento; Hygrocybe conica var. conicopalustris, piccola e gracile, con pileo arancio, striato oltre metà raggio e habitat palustre; Hygrocybe conica var. pseudoconica, avente pileo più conico, base del gambo mai bianca e lamelle gialle. Tre esemplari con diversi cromatismi pileici Le fibrille radiali del cappello -
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Tremiscus helvelloides (De Cand.: Fr.) Donk Splendida specie estiva-autunnale a forma di petalo o di spatola che per l’aspetto e il colore non dovrebbe creare problemi di identificazione. Il colore della parte interna va infatti dal rosso-salmone al rosso-lampone con sfumature arancio, all’esterno si presenta più chiaro e alla base diventa biancastro all’inserzione nel terreno. Le sue superfici sono lisce e l’imenoforo è distribuito nella parte superiore della superficie esterna, ma non è distinguibile ad occhio nudo. Gli può somigliare Microstoma protracta, un Ascomicete dal colore rosso vivace, a forma di coppa ma con gambo piuttosto lungo terminante con una sorta di radice nerastra; altro Ascomicete relativamente somigliante è Sarcoscypha coccinea, specie invernale o primaverile, lignicola, che ha forma di coppa dotata di peduncolo, rosso-scarlatto all’interno e rosata all’esterno. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 138: “È un fungo di montagna, cresce nelle radure dei boschi di conifere, tra l’erba e lungo i sentieri, predilige le zona umide e ricche di detriti marcescenti. Può crescere anche direttamente su legno di ceppaie in disfacimento ma gli esemplari più belli e grandi si trovano nei prati umidi e incolti, sulle parti basse delle piste da sci dove forma gruppi di numerosi esemplari ammassati come mazzetti di fiori rossi tra l’erba. Si tratta di un discreto commestibile, di consistenza gelatinosa e sapore leggero che è praticamente sconosciuto alla massa dei consumatori. Può essere utilizzato crudo per preparare un'insalata rossa veramente curiosa.” L'imenoforo: disposto in modo indifferenziato sulla parte superiore della superficie esterna -
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Hygrocybe pratensis (Persoon: Fries) Murril Imenoforo: le lamelle mostrano piccoli "spunzoncini" nelle vicinanze del filo In crop: gruppi di basidi "catturati" dall'obiettivo macro In crop: su un altro esemplare, ancora gruppi di basidi "catturati" dall'obiettivo macro -
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Suillus viscidus (Linnè) Roussel Reperibile a gruppi anche numerosi, esclusivamente presso Larice, è un Suillus dal gambo munito di anello fugace, con imenoforo bruno-grigiastro a maturità (biancastro da giovane), con la cuticola pileica molto viscida e vischiosa; cappello dai colori variabili (dal biancastro fino all'ocra-grigio, con toni anche olivastri); al di sotto dell’anello il gambo presenta punteggiature grigio-brunastre, mentre sopra sono più verdastre. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 516: “È sicuramente uno dei Suillus meno ricercati per le scarsissime qualità organolettiche. Anche in questo fungo, come nella maggior parte delle specie a superficie vischiosa, in particolari situazioni di siccità, la cuticola si può presentare screpolata, formante delle pseudosquamule. Può essere confuso con diverse altre specie di Suillus, tutte parimenti commestibili. Tra i simbionti del Larice il più vicino è sicuramente Suillus bresadolae var. flavogriseus, che ha tonalità pileiche più gialle, pori con riflessi gialli-grigiastri e anello giallo. S. grevillei e S. tridentinus si differenziano facilmente per la colorazione dei pori giallo-arancioni.” Imenoforo -
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Amanita umbrinolutea (Gillet) Battaille Il cappello con l'alone più scuro sopra le striature dell'orlo Particolare della volva biancastra ma con nette macchie rossastre -
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Amanita umbrinolutea (Gillet) Battaille Caratteri macroscopici distintivi di questa bella Amanita sono: la volva persistente e carnosa con tonalità rossastre; il gambo liscio, bianco come colore di fondo ma sovente coperto da fioccosità o zebrature concolori al cappello (da ocra-grigiastro a bruno-grigiastro con eventuali sfumature olivastre); l'alone (non in tutti gli esemplari sempre evidente) più scuro presente sull'orlo del cappello in corrispondenza della parte superiore della striatura; l’habitat presso conifere (Peccio e Abete bianco in particolare) eventualmente miste a Faggio. La simile Amanita submembranacea le è simile per la colorazione pileica ma ha velo generale di differente colorazione (biancastro o grigiastro) e quindi presenta volva biancastra (con parte interna grigiastra), così come sono biancastre le eventuali placche residue sul cappello. -
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Amanita submembranacea (Bon) Gröger Relativamente comune nei boschi montani di conifere, più rara sotto latifoglia. Il colore del cappello è di solito bruno, con eventuali sfumature grigio-olivastre. Orlo pileico di colore più sbiadito, fino a biancastro, con striature evidenti; gambo cilindrico e slanciato che va attenuandosi verso l’alto; anello assente (per la verità sarebbe presente, ma non visibile, lacerato e dissociato in pezzetti friabili depositati alla base del gambo, all'interno della volva). Il velo generale è bianco o bianco-grigiastro, non annerente; le placche sul cappello e la volva hanno quindi tali colori. La volva è di consistenza submembranacea, più o meno friabile, aderente al gambo alla base ma libera all'orlo e si presenta con l'interno più scuro rispetto alla superficie biancastra esterna. Dal TUTTO FUNGHI pag. 340: “La presenza di striature al margine del cappello e l’assenza dell’anello la distinguono facilmente dalle Amanita mortali, tra cui la pericolosa Amanita phalloides. Le sono simili l'Amanita lividopallescens che cresce sotto latifoglia, è più pallida e ha le striature sul bordo del cappello più lunghe e meno marcate, e l'Amanita umbrinolutea che si distingue per il cappello colorato a zone concentriche, scuro al centro e pallido sul margine, per il gambo macchiato del colore del cappello e per la volva con evidenti sfumature rossastre. Assomiglia anche all'Amanita ceciliae che, oltre ad essere più robusta, è ricoperta in modo molto più evidente da resti grigiastri del velo generale. L’Amanita fulva ha l’interno della volva rossastro, una cuticola brillante, da arancio fulvo a rosso-mattone, più scuro al centro e una volva sottile, piuttosto alta. Amanita vaginata ha colori che a seconda della varietà vanno dal bianco al grigio cenere o al grigio piombo e taglia generalmente più piccola.” -
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