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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Lactarius volemus (Fr.: Fr.) Fr. È caratterizzato dalla cuticola asciutta e opaca, vellutata, con un bel colore dal rosso-arancio al giallo-rossiccio; dal gambo quasi concolore al cappello ma più chiaro all’apice; dal latice (dolce) abbondante e denso, di colore bianco che diventa brunastro essiccando all’aria; infine da un caratteristico (e in genere ben accentuato) odore di aringa. L. rugatus ha colorazioni simili ma ha dimensioni più ridotte, odore meno forte e presenta delle tipiche rughe sulla cuticola. Dal TUTTO FUNGHI, pag 486: "È uno dei due Lactarius a latice bianco che può essere considerato commestibile; l’altro è Lactarius rugatus. Il forte odore di aringa, permanendo anche dopo la cottura non è particolarmente gradevole, a meno di non gradire l’aroma di pesce in un piatto di funghi.”
  2. Boletus aereus Bull.: Fr.; visione dell'imenoforo e del gambo laterale
  3. Ancora un Boletus aereus Bull.: Fr. con una conformazione fuori dall'usuale. Gambo quasi laterale dovuto alla crescita dentro un fossetto con parete in pietra che ne ha sbilanciato la crescita solo da una parte
  4. Boletus aereus Bull.: Fr. Tre esemplari connati
  5. Boletus erythropus Persoon ss. Fries Vista dell'imenoforo primo piano della superficie poroide, con viraggio immediato al blu al minimo tocco (sulla sinistra, in basso)
  6. Boletus erythropus Persoon ss. Fries Buon commestibile dopo adeguata cottura che consente di eliminare alcune tossine termolabili. Tutto il carpoforo è virante al blu in maniera intensa (al taglio o anche alla pressione). Odore fruttato e sapore dolce. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 560: "Pur appartenendo a un Gruppo di Boletus critici, è facile riconoscerlo con una certa sicurezza: è l'unico Boletus a pori arancio-rossi che presenta contestualmente un cappello vellutato marrone e un gambo quasi interamente decorato con una finissima punteggiatura rossa: caratteri assolutamente univoci, compresenti solo in questa specie."
  7. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Aprile 2009 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio; con asterisco: messaggi contenenti microscopia. Elenco delle specie trovate e determinate: Agrocybe aegerita (V. Brig.) Fayod (# 24-25) Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk (# 27-31, 106-109) Caloscypha fulgens (Persoon) Boudier (# 20, 23, 36, 40-42, 44-46) Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap (# 2, 69-72, 110, 111) Entoloma hirtipes (Schum.: Fr.) Moser (# 43, 78-83, 101*-105*) Fomitopsis pinicola (Swartz: Fr.) Karsten (# 37-39, 61-64, 93) Ganoderma lucidum (Leyss.: Fr.) P. Karst. (# 8, 9) Gyromitra gigas (Krombh.) Cooke (# 7, 49-52, 56-58, 66, 84, 85, 98*-100*) Helvella acetabulum (L.: Fr.) Quélet (# 67, 68) Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres. (# 3, 26, 32-35, 53-55, 65, 73-77, 86-92, 94-96) Marasmius oreades (Bolt.: Fr.) Fr. (# 47-48) Morchella elata Fr. (# 5) Morchella esculenta (Linnaeus) Persoon (# 4) Mycena pura (Pers.:Fr.) Kummer (# 97) Polyporus arcularius (Batsch) Fr. (# 12-16) Strobilurus esculentus (Wulf.: Fr.) Sing. (# 6) Verpa conica (O. Müller ex Fries) Swartz (# 10, 11) Altri ritrovamenti: Entoloma cfr. sepium (Noul. & Dass.) Richon & Roze (# 17-19)
  8. Boletus aestivalis (Paulet) Fr.
  9. Boletus luridus Schaeff.: Fr.
  10. Boletus luridus Schaeff.: Fr. Tubuli giallognoli (subito prima che il viraggio li faccia diventare blu); pori dal giallognolo all'arancione e già blu nei punti toccati. La facilità con cui i tubuli si staccano dalla carne del cappello mostra la superficie rosso-arancione che separa la carne del cappello dai tubuli La cosiddetta "linea di Bataille": una linea rossiccia che separa i tubuli dalla carne del cappello. Visibile solo per pochi attimi dopo aver fatto la sezione; ancora qualche secondo e il viraggio avrebbe tutto uniformato sul blu
  11. Boletus luridus Schaeff.: Fr. Cappello con notevole varietà cromatica: da giallo-pallido a bruno-olivastro passando attraverso sfumature ocra, brune, camoscio, fulve e spesso con tali sfumature miscelate tra di loro (senza comunque toni netti sul rosso vivo); cuticola asciutta e vellutata; tubuli lunghi e liberi al gambo, gialli all’inizio per poi divenire verde-oliva scuro a maturità, comunque viranti velocemente al blu al taglio; pori giallognoli nei giovani esemplari (quando il cappello è ancora racchiuso sul gambo) ma molto presto dal rosso-arancio al rosso laterizio, viranti al blu al tocco; anche il gambo presenta vari cromatismi che vanno dal giallognolo (più verso l’apice) al rosso-brunastro; a maturità la base è di solito scurita in bruno-nerastro o violetto-scuro; il gambo è coperto da un reticolo di solito a maglie evidenti, strette e allungate-poligonali e di colore rossastro più scuro del colore di fondo. Tutte le superfici virano al blu al tocco. La carne (anche lei!) presenta varie colorazioni: giallo pallido quella del cappello e sotto la cuticola, rossastra anche assai scura quella alla base del gambo, caratteristicamente arancio-rossa quella aderente ai tubuli. Proprio questo strato rosso-arancio che separa i tubuli (sul giallognolo) dalla carne del cappello (sul giallognolo) dà adito alla cosiddetta “linea di Bataille” visibile per pochi attimi alla sezione: pochi attimi perché tutto lo sporoforo tende a virare molto velocemente al blu a contatto con l’aria. Sapore dolce e odore buono, fruttato. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 564: “È il capostipite della Sezione Luridi, gruppo di Boletus a pori arancio-rossi e carne virante al blu se contusa o esposta all’aria. In considerazione delle difficoltà oggettive nell’identificazione delle numerose specie di Boletus a pori rossastri, è consigliato evitare il consumo di questo fungo se non si è certi della sua corretta identificazione. Buon commestibile dopo adeguata cottura, velenoso crudo o poco cotto. Velenoso anche se la sua ingestione è contemporanea all’assunzione di sostanze alcoliche (anche fino a 72 ore di distanza), provoca la sindrome coprinica, altrimenti detta effetto antabuse.” Reticolo in rilievo, con maglie allungate-poligonali. Tubuli arrotondati-liberi al gambo
  12. Boletus aereus Bull.: Fr. dal gambo obeso Pruina biancastra sul cappello
  13. Boletus fechtneri Velenovsky Il cappello, screpolato per la stagione secca; carne giallina sotto la cuticola Particolare delle maglie del reticolo
  14. Boletus fechtneri Velenovsky Superficie poroide giallo-cromo, così come il colore di fondo del gambo, con sfumature rosate Reticolo
  15. Boletus fechtneri Velenovsky Boleto tipico della stagione calda, con habitat presso latifoglie (castagno, quercia, faggio) e più raramente presso conifere (peccio). Cuticola asciutta, vellutata o sericea di colore variabile dal grigio-biancastro al bruno-nocciola ma sempre con tonalità chiare; il margine pileico è eccedente e a volte sfumato di rosa. Tubuli gialli nei giovani esemplari, poi giallo-olivastri, viranti all’azzurro-verde al taglio; pori piccolissimi, concolori ai tubuli, bluastri al tocco. Il gambo ha forma da cilindrica a ingrossata alla base, con colore di fondo giallo-cromo ma presenta sovente sfumature rosate più o meno diffuse o disposte in una fascia anulare. Reticolo a maglie piccole e concolori al fondo. Carne dal sapore dolce e dall’odore (più gradevole negli esemplari giovani) che alcuni Autori paragonano a quello dei coloranti a tempera. Commestibile buono solo dopo adeguata cottura, così come gli altri Boletus della sua Sezione (Appendiculati) Dal TUTTO FUNGHI, pag. 538: “Risulta confondibile con altri boleti della Sezione Appendiculati: Boletus subappendiculatus, specie piuttosto rara e associata all’Abete bianco, si differenzia per la cuticola finemente feltrata bruno-ocracea, il viraggio lievissimo della carne e l’assenza delle colorazioni rossastre sul gambo; Boletus appendiculatus, caratterizzato da tinte pileiche bruno-rossastre e base del gambo tipicamente attenuata e radicante. Le forme del nostro fungo con cappello particolarmente chiaro potrebbero generare confusioni con i boleti della Sezione Calopodes (B. radicans e B. calopus), dalla carne tipicamente amara e dall’odore sgradevole di colla vinilica. Boletus pulchrotinctus è diversamente caratterizzato da cuticola con colorazioni rosate diffuse, più cariche al margine e carne rosata sotto la cuticola. Altra possibile confusione potrebbe avvenire con le forme a pori gialli di Boletus satanas.”
  16. Amanita vaginata s. l. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; margine pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all’orlo. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 343: “Il gruppo delle Amanita del sottogenere Vaginaria è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitate. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l’attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza.”
  17. Russula virescens (Schaeff.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI pag. 456: “Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della sua carne. Un’altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch’essa è commestibile.”
  18. Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet Commestibile discreto purché giovane e scartando il gambo. La colorazione della cuticola è variabile ma verte su toni ocra-giallognoli-olivacei con sfumature grigiastre e mai decisamente rossastro-aranciate. Gambo generalmente slanciato e flessuoso, giallo-ocraceo, sovente con costolature verticali. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 526: “L’estrema variabilità di questo fungo ha dato luogo a molte interpretazioni diverse; il carattere principale che lo contraddistingue è, senza dubbio, la mancanza di tonalità rossastre immediatamente sotto la cuticola del cappello; Xerocomus ferrugineus a carne biancastra e commestibile, è simile alla nostra specie e ne differisce per i colori più carichi della cuticola, con la presenza sopra e sotto la stessa sempre di una componente più o meno rossiccia; molti autori lo considerano una semplice varietà del nostro fungo; altra differenza è il micelio basale giallognolo e nella parte alta del gambo si nota quasi sempre un falso reticolo. X. chrysenteron, commestibile, si distingue per le tonalità del gambo marcatamente rossastre, talvolta addirittura vermiglie; anche le tonalità sopra e sotto la cuticola sono più rossicce; il viraggio della carne e delle parti esterne è più immediato e intenso; micelio basale giallo molto chiaro.”
  19. Boletus queletii var. lateritius (Bres. & Schulzer) E.J. Gilbert Agevolano il riconoscimento di Boletus queletii l’assenza di reticolo sul gambo; la carne dal sapore dolciastro, giallastra ma virante al blu alla sezione; il gambo giallo nella parte superiore ma rosso-barbabietola alla base e subito imbluente per corrusione; i tubuli gialli; la superficie poroide di un bel colore arancio (anche se gialla nei giovanissimi esemplari) e mai rosso-vivo, virante al blu alla pressione; la cuticola asciutta e vellutata. La var. lateritius è riconoscibile per la colorazione della cuticola pileica: di un bel rosso mattone (contro le tonalità da ocra-aranciate a bruno-rossastre della specie tipo) Dal TUTTO FUNGHI pag. 562: “Buon commestibile dopo adeguata cottura, almeno di 15 minuti dal primo bollore, necessari per eliminare alcune tossine termolabili; in ogni caso di qualità inferiore rispetto ai simili Boletus erythropus e Boletus luridus.”
  20. Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombh. Volva circoncisa e anello posizionato molto in basso sul gambo Lamelle da sublibere ad appena smarginate
  21. Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombh. Fungo ubiquitario, assai comune. Cresce isolato o fortemente gregario, da giugno-luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie; spesso invasivo. Come per Amanita muscaria può considerarsi “spia del porcino” perché ha lo stesso habitat. Dal TUTTO FUNGHI pag. 356: “Velenoso, talora mortale. Provoca avvelenamento di tipo neurotropico simile, ma più grave, a quello provocato dall’Amanita muscaria. I sintomi compaiono da trenta minuti a tre ore dopo l’ingestione. I principi tossici colpiscono prevalentemente il sistema nervoso centrale.” particolare delle verruche e del margine striato
  22. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Con gambo "spaccato" a mo' di petali a causa del clima molto caldo-secco
  23. Boletus aereus Bull.: Fr.
  24. Boletus aereus Bull.: Fr.
  25. Boletus aereus Bull.: Fr.
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