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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Maggio 2009 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Amanita excelsa var. excelsa (Fries: Fries) Bertillon (# 30) Amanita excelsa var. spissa (Fries) Neville e Poumarat (# 21-23) Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray (# 12, 13, 19) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 27, 28) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 14-16, 29, 37-40) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 31, 32, 47) Boletus queletii var. lateritius (Bres. & Schulzer) E.J. Gilbert (# 43-46) Boletus regius Krombh. (# 33-36, 48) Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk (# 49-51) Caloscypha fulgens (Persoon) Boudier (# 3, 4) Calvatia excipuliformis (Scop.: Pers.) Perdeck (# 24) Collybia fusipes (Bull.: Fr.) Quélet (# 41, 42) Entoloma hirtipes (Schum.: Fr.) Moser (# 2) Fuligo septica (Linné) Wiggers (# 17, 18) Geopora sumneriana (Cooke) De La Torre (# 8-10) Helvella acetabulum (L.: Fr.) Quélet (# 25, 26) Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres. (# 5-7) Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. (# 20) Russula vesca Fries (# 11) ************************************************ Apro per il mese di Maggio al posto di Paolo. Buona raccolta e buone foto a tutti Alessandro
  2. Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap Residuo a forma di coppa; rimasto sul terreno dopo la completa dispersione delle spore
  3. Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap Il peridio inizia a lacerarsi dal centro
  4. Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap
  5. Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap Inconfondibile forma globosa-ellissoidale che abbellisce i prati dalla collina fino ai pascoli alpini. Esoperidio biancastro e areolato da verruche più o meno piramidali o più o meno appiattite. Alla sezione la carne si presenta compatta e bianca quando il fungo è immaturo, divisa in due porzioni distinte: gleba (parte superiore; che porterà a maturazione le spore) e subgleba (parte inferiore, sterile), divise da un diaframma. Via via che le spore maturano la gleba diviene sempre più gialla-olivastra fino ad assumere consistenza polverosa dal colore marrone scuro. La subgleba, invece, rimane più a lungo biancastra, pur raggiungendo nel tempo la stessa colorazione marrone scuro. La deiscenza avviene per un graduale degradamento-spaccatura del peridio a partire dal centro; tale lacerazione si estenderà e interesserà tutta la parte del peridio che racchiude la gleba, lasciando così la polvere sporale in balia del vento; la subgleba, a forma di coppa aperta e larga, rimarrà ancorata al terreno. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 558: “Commestibile limitatamente alla gleba purché questa sia perfettamente bianca. In alcune zone è molto apprezzato impanato e fritto. Dato il sapore dolce della carne, si consiglia una buona dose di sale dopo la cottura. È frequente incontrare nei prati residui papiracei a forma di coppa marrone che rimangono per molto tempo dopo la maturazione. Tali resti non sono ovviamente di nessun interesse gastronomico, ma possono rappresentare un buon indicatore per la zona di crescita.”
  6. Helvella acetabulum (L.: Fr.) Quélet Le costolature del gambo
  7. Helvella acetabulum (L.: Fr.) Quélet Apotecio a forma di coppa più o meno profonda. Gambo caratteristicamente e irregolarmente costolato, con costolature che salgono in alto fino a interessare la parte inferiore della coppetta. La carne è elastica e cerosa. La superficie esterna dell’apotecio è liscia ma finemente forforacea, da grigiastra a brunastra ma tendente al bianco verso l’inserzione col gambo. La superficie imeniale è anch’essa liscia e grigiastra o brunastra o marrone. Le può essere simile la Helvella leucomelaena che ha però apotecio bruno-nerastro e gambo corto; la Helvella costifera ha superficie esterna villosa e percorsa da costolature-venature biancastre ben in rilievo che possono raggiungere anche il margine della coppetta.
  8. Gyromitra gigas (Krombh.) Cooke Confermato con microscopia, vedi post #99 Dal TUTTO FUNGHI, pag. 114: “La specie più simile a Gyromitra esculenta è Gyromitra gigas la quale però è più grande, tozza e robusta, con mitra più chiara, nocciola, ovoidale e gambo molto corto e largo.”
  9. Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres.
  10. Fomitopsis pinicola (Swartz: Fr.) Karsten Primo piano
  11. Fomitopsis pinicola (Swartz: Fr.) Karsten Imenoforo con goccioline
  12. Fomitopsis pinicola (Swartz: Fr.) Karsten
  13. Fomitopsis pinicola (Swartz: Fr.) Karsten Fungo lignicolo pluriennale, di consistenza legnosa e di dimensioni ragguardevoli: può raggiungere i 40 cm e oltre di larghezza e i 15-20 cm di spessore. Fungo prevalentemente saprotrofo (raramente parassita) di conifere o (più di rado) di latifoglie, è considerato uno dei più potenti degradatori di massa legnosa, svolgendo così una importante azione per il mantenimento dell’equilibiro ecologico delle foreste. Nella sua crescita può inglobare substrato di vario genere (rametti, corteccia, terriccio, fili d’erba,...). È frequente osservare, soprattutto in esemplari giovani, delle goccioline acquose essudate dall’imenoforo. Dal TUTTO FUNGHI pag. 160: “Fomitopsis pinicola ha il cappello con toni aranciati, pori che vanno dal biancastro al crema, al bruno e cresce prevalentemente su conifere, raramente su latifoglie.” Essudato copioso
  14. Caloscypha fulgens (Persoon) Boudier
  15. Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres.
  16. Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres.
  17. Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres. Liberati dalle foglie mostrano l'imenoforo in tutta la sua bellezza
  18. Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 426: “Viste le caratteristiche morfocromatiche generali, l’ecologia e il periodo di crescita, risulta praticamente impossibile confondere questa specie. Semiipogeo, associato alla neve in discioglimento. Viene generalmente stimato come uno dei migliori commestibili, molto apprezzato e ricercato; la sua precocità, la fragrante e mai stucchevole sapidità della sua carne soda e compatta, fanno del Marzuolo uno dei funghi migliori e anche più versatili dal punto di vista gastronomico. Il colore grigio piombo-nerastro contrasta con il candore delle lamelle che, trattandosi di un fungo ipogeo, non mostra mai: la mimesi con i sassi del sottobosco risulta quindi perfetta; la difficoltà di ricerca e il suo mimetismo lo proteggono e ne garantiscono la possibilità di riproduzione nel migliore dei modi.” Esemplari ben nascosti tra foglie varie e aghi di pino
  19. Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk Mai etimologia fu più azzeccata Calocybe: dal greco kalós = bello e kýbe = testa (qui inteso come cappello); gambosa: con gambo pronunciato.
  20. Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk Una serie di esemplari connati
  21. Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk Di questo fungo ne scrive con entusiasmo anche il medico e naturalista Pier Andrea Mattioli (1501-1577) in uno dei primi documenti stampati in Italia che trattano tra l’altro anche di funghi. Il Mattioli, autore di testi di medicina che rimarranno insostituibili fin quasi alla metà del ‘700, in alcuni suoi eclettici lavori riporta che: “... in Italia la zona più fertile di funghi è la Toscana, ove fra tutti gli altri hanno la preferenza quelli che si chiamano Prignoli, che nascono ogni anno in aprile, alle prime piogge. E sono odorosissimi, gradevolissimi al gusto e senza pericolo...”. Micologi moderni hanno visto nei Prignoli del Mattioli un chiaro riferimento all’odierna Calocybe gambosa. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 268: “È considerato un ottimo commestibile: in alcune zone d’Italia, quali ad esempio la Toscana dove per tradizione viene assiduamente ricercato, è considerato in assoluto uno dei migliori funghi, definito addirittura come ottimo. Indubbiamente gioca a sua favore il particolare periodo di crescita, estremamente precoce, che fa di questo fungo una vera primizia micologica. Da taluni altri non viene invece apprezzato, probabilmente per il suo particolare odore che, permanendo anche solo in parte dopo la cottura, regala a questo fungo un aroma del tutto particolare.”
  22. Agrocybe aegerita (V. Brig.) Fayod La cuticola del cappello mostra delle fessurazioni a causa di qualche giornata consecutiva di caldo e secco Particolare dell'imenoforo con le lamelle color tabacco, ventricose e molto larghe
  23. Agrocybe aegerita (V. Brig.) Fayod Dal TUTTO FUNGHI pag. 430: “Reperibile dalla primavera all’autunno inoltrato specialmente sui tronchi di Pioppo vecchi, ma anche su altri alberi (Olmi, Salici, Querce, Fichi, ecc.). Ottimo commestibile, si consiglia di scartare i gambi spesso troppo duri e coriacei, in particolare negli esemplari maturi. Si tratta di una specie tra le più conosciute e raccolte da sempre, apprezzato anche nell’antichità. Oggi viene intensamente coltivata in modo redditizio ed è facile trovarla in vendita presso tutti i mercati italiani in ogni periodo dell’anno.” Colonia di esemplari vetusti; le lamelle hanno iniziato ad assumere una tonalità color tabacco a causa della maturazione delle spore Anche l’anello, pur essendo persistente, comincia a lacerarsi e ad accartocciarsi
  24. Caloscypha fulgens (Persoon) Boudier Superficie esterna decisamente verdolina-bluastra; l'esemplare al centro ha l'apotecio molto chiuso perché è ancora giovane
  25. Caloscypha fulgens (Persoon) Boudier Trittico
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