Vai al contenuto

Alessandro F

CS AMINT
  • Numero contenuti

    8439
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Flammulina velutipes (Curt.: Fr.) Karsten Uno dei lignicoli (di preferenza su latifoglie) commestibili e reperibili anche durante l’inverno, in quanto resistente al gelo. Visto il periodo di crescita e i caratteri morfocromatici (cappello vischioso di un bel colore giallo-arancio, lamelle giallo-paglierino macchiate di bruno a maturità, gambo vellutato alla base, carne con odore e sapore non particolari, sporata bianca in massa) è difficile scambiarlo con altre specie. Fare comunque attenzione agli Hypholoma tossici (dal sapore amaro, con lamelle giallo-verdognole e con sporata bruno-porpora in massa) e, cosa più grave, con Galerina marginata: lignicola (di preferenza su conifere), con gambo non vellutato, piccolo anellino più o meno fugace, odore e sapore lievi ma farinacei, sporata bruno-ruggine in massa. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 293: “Essendo un fungo invernale che resiste molto bene al gelo (a volte si trova immerso nella neve), può capitare di trovare degli esemplari che sono sul posto ormai da alcune settimane e quindi assolutamente da scartare. Come avviene per diversi altri funghi eduli saprotrofi, anche la Flammulina velutipes viene coltivata. Nell’estremo Oriente, in particolare in Giappone e Cina, viene commercializzata come ingrediente per la preparazione di zuppe.” L'attacco sul tronco I colori del cappello
  2. Stereum hirsutum (Wild.: Fr.) Pers. Piccolo funghetto (largo al massimo 4-5 cm) a forma di mensola-crosta appoggiata sul legno; molto comune e diffuso, presente durante tutto l’anno; dalla consistenza quasi coriacea (suberosa-tenace da secco) e dallo spessore piuttosto fine; può presentarsi in fitti esemplari confluenti o sovrapposti, su legno guasto di latifoglie. Caratteristico il cappello di aspetto feltrato e peloso (irsuto), zonato, con vari colori (giallo, arancio, brunastro, verdastro); il margine è più chiaro e lobato; l’imenoforo è liscio o appena gibboso, di colore giallo-arancio. Possibile la confusione sia con specie congeneri (più rare) che però virano al rossiccio alla manipolazione, sia con Stereum ochraceoflavum (non virante), dall’imenoforo bruno-ocraceo e con la superficie sterile grigio-biancastra, poco o per niente zonata. Dalla “Chiave di orientamento ai generi” del TUTTO FUNGHI, pag. 78 e 96: “Corpo fruttifero composto dal solo cappello o a forma di mensola >>> Imenoforo liscio. Corpo fruttifero adeso al legno, distaccantesi brevemente per formare piccole mensole >>> Genere Stereum” Parte sterile Imenoforo liscio
  3. Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet Con gli esemplari più grandi che ora mostrano la parte sterile
  4. Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet L’inconfondibile “Orecchia di Giuda” con il suo colore bruno sfumato di rossastro, la consistenza della carne tenace, elastica e gelatinosa assieme, l’imenoforo liscio e traslucido con andamento ondulato simile alle pieghe del padiglione auricolare. L’imenoforo è un po’ più chiaro della parte pileica che si presenta apparentemente liscia ma che in realtà è finemente pruinosa. Habitat: tipicamente saprotrofa su legno guasto preferibilmente di Sambuco, ma anche parassita su piante viventi. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 134: “Probabilmente molti occidentali avranno inconsapevolmente gradito l’assaggio di questo fungo, o almeno lo avranno fatto quelli che sono usi frequentare ristoranti cinesi e giapponesi. Le prelibatezze a base di funghi che possono essere gustate in questi ambienti contemplano infatti, nella maggior parte dei casi, il suo utilizzo.” E, dal capitolo "Le intossicazioni da funghi" del dott. Claudio Angelini, sempre su TUTTO FUNGHI (pag. 64): "È un fungo considerato commestibile e largamente coltivato in tutto l'Oriente, anche per le proprietà benefiche e terapeutiche che gli sono attribuite soprattutto dagli "avanguardisti" della medicina naturale. Se consumato troppo di frequente e in quantità eccessive, o peggio ancora associato ad altre sostanze (lo zenzero, altro tipico ingrediente della cucina cinese) o a particolari farmaci (fra cui l'aspirina), questo fungo può provocare porpore emorragiche cutanee ed emorragie interne ed esterne più o meno gravi. Le sostanze responsabili di questa sindrome (Sindrome di Szechwan) non sono ancora identificate." In foto: i due esemplari più grandi si stavano scongelando...
  5. Trichia cfr. decipiens (Pers.) T. Macbr. Ancora Basta toccarli appena perché si "sciolgano" in una poltiglia rossastra
  6. Trichia cfr. decipiens (Pers.) T. Macbr. Un mixomicete relativamente comune, appartenente all’Ordine Trichiales; gregario, di solito con numerosi esemplari appressati, che coprono una superficie legnosa più o meno estesa. Caratteristica la sua forma simile a un piccolo bulbo sorretto da un peduncolo. Il bulbo è all’inizio di colore rosso-brillante per poi divenire brunastro a maturazione delle spore; in piena maturità i bulbo si lacera in alto aprendosi a coppa per lasciare uscire le spore. Il nome specifico decipiens viene dal latino decipere = ingannare: per la non facile determinazione e per la possibile confusione con specie congeneri. Questo gruppo ha colonizzato la parte inferiore del tronco di un albero caduto Staccandone una parte si individua la "pellicola" sulla quale sono inseriti i peduncoli
  7. Xylaria hypoxylon (Linné) Greville Ancora e, isolato, in primo piano un esemplare meno socievole...
  8. Xylaria hypoxylon (Linné) Greville Qui nella forma imperfetta, con i caratteristici colori... “yuventini”: parte basale nera e decisamente peloso-vellutata; parte apicale bianca (a volte con toni aranciati), pruinosa, ramificata oppure cilindrico-fusiforme (come nella foto); la forma perfetta, che diventa tutta nera e con superficie bitorzoluta, si sviluppa in primavera. In foto una bella colonia che ha invaso un tronco tagliato e marcescente
  9. Grazie del suggerimento Piero Era su lettiera di foglie-rametti marcescenti. E leggendo sul Robich... sembra proprio corrispondere! Alessandro
  10. Lepista inversa (Scop.: Fr.) Patouillard Fungo ubiquitario, con habitat sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie; molto gregario, anche cespitoso, a volte nei cosiddetti cerchi delle streghe. Caratterizzato, come le altre Lepista dalle lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante; e come nelle altre Lepista il gambo reca alla base micelio e substrato di crescita; colori pileici variabili: dal giallo-arancio chiaro all’arancio-rossastro-bruno con margine più chiaro. La carne è bianca, tenace ed elastica, con odore fungino-aromatico gradevole e sapore dolce; commestibile. Dal TUTTO FUNGHI, pag 215: “Allo stato attuale non c’è molta chiarezza sulle varietà di questa specie; alcuni autori considerano tre specie distinte e altri le ritengono sinonimi o degni solo del rango di forma. La fo. gilva infatti si distinguerebbe dalla specie tipo per il colore giallastro senza tratti di colore fulvo. Lepista inversa var. fibrillosa invece è caratterizzata dal cappello con la superficie fibrilloso-asperulata, la carne con odore di farina e le spore rosa in massa (bianche in L. inversa); per tali caratteristiche potrebbe essere elevata al rango di specie a se stante. L. flaccida può essere considerata sinonimo di L. inversa.”
  11. Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer Dall’odore forte, aromatico e “tipicamente da... Clitocybe nebularis” Dal TUTTO FUNGHI pag. 216: “E’ stato per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, ma la sua tossicità è stata ormai dimostrata con certezza ed è stato cancellato dalle liste dei funghi commerciabilizzabili. Purtroppo viene ancora raccolto e spetta solo ai fungaioli rendersi consapevoli del rischio ed evitare di raccoglierlo e consumarlo. Può essere confuso con Entoloma lividum, velenoso, che può crescere nel medesimo habitat. La principale differenza va ricercata nel colore delle lamelle dei soggetti maturi: queste sono giallastre in C. nebularis e rosa carico in E. lividum, oltre all’odore forte e caratteristico in C. nebularis, deciso di farina fresca in E. lividum.”
  12. Mycena cfr. polygramma (Bull.) S. F. Gray Stesso esemplare
  13. Marasmius cfr. bulliardii Quélet Delizioso Marasmius che cresce di preferenza su foglie (in genere faggio e quercia) e che presenta di solito una papilla bruno-rossiccia al centro del cappello. Le tipiche solcature del cappello (dovute alla presenza delle lamelle sottostanti) ricordano un paracadute in miniatura. Le lamelle sono inserite in un evidente collarium, concolori al cappello; assenza di lamellule; gambo molto sottile, liscio lucido, da nerastro a bruno, più chiaro nei pressi del collarium. Gli è molto simile M. rotula che cresce di preferenza su detriti legnosi (più raramente su foglie) più o meno interrati e non presenta (di solito) la papilla bruno-rossiccia al centro del cappello; tali caratteri non sono però sufficienti a separare macroscopicamente le due specie.
  14. Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke Le lamelle:
  15. Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre L. nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma L. nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Dal TUTTO FUNGHI, pag 246: "Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili."
  16. Hebeloma cfr. sinapizans (Paulet) Gillet La cosiddetta stalattite:
  17. Hebeloma cfr. sinapizans (Paulet) Gillet Fotografati in bosco misto con prevalenza di quercia; dimensioni grandi, fino a 12 cm di diametro pileico. Specie tossica (come la maggior parte degli Hebeloma): provoca sindrome gastrointestinale. Sapore molto amaro e odore forte e rafanoide. Caratteristica è la sorta di stalattite che dalla carne del cappello s'insinua nel gambo, anche se non esclusiva del solo Hebeloma sinapizans. Tra le altre specie che possono presentare la stalattite: H. populinum (con odore cioccolato; praterie sotto pioppi); H. crustuliniforme (lamelle con filo secernente piccole goccioline opalescenti; che seccandosi lasciano punteggiature scure sul filo lamellare); H. psammophilum (su sabbia; presso dune litoranee); H. cistophilum (che può avere stalattite, come ha specificato tempo fa Mauro in un post su “Funghi da determinare” a cui partecipava anche l’ex pin; habitat sotto cisto e dimensioni medio-piccole 5-6 cm); H. quercetorum (quasi un sosia in miniatura) E proprio a causa di quest’ultimo nasce la necessità del “cfr.”: solo se volessimo considerare le dimensioni come carattere importante e differenziale il riconoscimento degli esemplari in foto sarebbe certo. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 388: “Il genere Hebeloma è contraddistinto da una certa monotonia delle caratteristiche morfocromatiche: per questo non troviamo difficoltoso il riconoscimento di tale genere, ma può risultare problematica la determinazione delle singole specie. Tuttavia non vi sono molti taxa di taglia simile a H. sinapizans: H. crustuliniforme è identificato da un cappello molto pallido crema-ocraceo, dalle lamelle con filo secernente piccole gocce opalescenti. La specie più simile ci sembra però H. quercetorum, di taglia sicuramente inferiore e con gambo solo finemente pruinoso.”
  18. Crepidotus sp. Coreografico Genere di funghi dall’aspetto pleurotoide ma in miniatura (con cappelli di dimensioni massime sui 7 cm in C. mollis; ma in genere con specie di dimensioni più ridotte): vi appartengono specie poco carnose, con lamelle regolari e con sporata da ocra-rosata a bruna; il gambo può essere ridotto o addirittura assente; la forma del cappello è generalmente semicircolare. In molte specie di Crepidotus l’imenoforo è rivolto verso lì’alto anziché verso il basso. Microscopia d'obbligo per delimitere le specie. La parte sterile
  19. Mycena sp. Nate dentro la cavità di una ceppa
  20. Mycena sp. della Sezione Supinae La Sezione Supinae raccoglie Mycena di piccole o piccolissime dimensioni (cappello al massimo di 10 mm), tipicamente crescenti su cortecce muschiose, gregarie anche in numerosi esemplari. Più da vicino
  21. Laccaria laccata s.l. Senza microscopia si può solo inquadrare il raggruppamento che fa capo a L. laccata, e che comprende specie macroscopicamente molto simili come L. affinis e L. macrocystidiata Dal TUTTO FUNGHI, pag 228: "E' un fungo non comune; la maggioranza delle raccolte è da attribuire al sosia Laccaria affinis, microscopicamente diverso per avere spore tonde e non ellittiche.” Particolare delle lamelle
  22. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Novembre 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Agaricus campestris L. Fr. (# 146-148) Agaricus praeclaresquamosus Freeman (# 72-75, 97) Aleuria aurantia (Persoon: Fries) Fuckel (# 100, 101) Amanita caesarea (Scop.: Fr.) Pers. (# 156, 157) Amanita citrina (Schaeffer) Persoon (# 94) Amanita muscaria (L.: Fr.) Hooker (# 5, 6, 26, 117) Amanita phalloides (Vaill.: Fr.) Link (# 149, 150) Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet (# 49-51) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 85, 120, 122, 123, 168) Boletus appendiculatus Schaeffer (# 12-15) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 2, 3, 27, 116, 121, 125) Boletus erythropus Persoon ss. Fries (# 7, 8, 118, 119) Boletus pinophilus Pilát & Dermek (# 124) Boletus rhodoxanthus (Krombh.) Kallenb. (# 140, 169) Calocera viscosa (Pers.: Fr.) Fries (# 58-60) Calvatia excipuliformis (Scop.: Pers.) Perdeck (# 87) Chlorophyllum rachodes (Vitt.) Vell. (# 80, 95, 96) Clathrus ruber (Micheli) ex Pers.: Pers. (# 171) Collybia butyracea (Bull.: Fr.) Kummer (# 79) Colus hirudinosus Cavalier & Séchier (# 136-138, 151, 172) Coprinus atramentarius var. squamosus Bres. [= Coprinus romagnesianus Singer] (# 43-48) Coprinus cfr. lagopus (Fr.) Fr. (# 108, 109) Cortinarius dionysae Rob. Henry (# 128) Cortinarius elatior Fr. (# 92, 93) Cortinarius ionochlorus R. Maire (# 152) Cyathus olla (Batsch: Pers.) Persoon (# 170) Entoloma lividoalbum (Khun. & Romagn.) Kubicka (# 153) Entoloma rhodopolium (Fr.: Fr.) Kummer (# 154) Fomes fomentarius (L.: Fr.) Fr. (# 9-11) Geastrum lageniforme Vittad. (# 176) Hebeloma radicosum (Bull.: Fr.) Ricken (# 31, 32) Helvella lacunosa Afzelius (# 177) Hygrocybe acutoconica (Clem.) Singer (1951) (=Hygrocybe persistens var. persistens) (# 127) Hygrophoropsis aurantiaca (Wulf.: Fr.) Maire (# 115) Hygrophorus eburneus (Bull.: Fr.) Fr. var. eburneus (# 16, 17) Hygrophorus pseudodiscoideus var. cistophilus Bon & G. Riousset (# 141, 155) Hygrophorus russula (Schaeff.) Kauffman (# 133) Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) Kumm. (# 4) Inocybe geophylla var. lilacina Gillet (# 103) Lactarius chrysorrheus Fr. (# 88) Lactarius cistophilus Bon & Trimbach (# 132, 136, 180) Lactarius decipiens Quélet (# 145, 158) Lactarius sanguifluus var. violaceus (Barla) Basso (# 139) Lactarius tesquorum Malençon (# 142, 178) Lactarius vinosus Quél. (# 179) Lactarius violascens (J. Otto) Fr. (# 144, 159) Leccinum lepidum (Bouchet ex Essette) Quadraccia (# 129-131, 160, 181, 182) Lepiota clypeolaria (Bull.: Fr.) Kummer (# 69-71) Lepista inversa (Scop.: Fr.) Patouillard (# 82) Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke (# 81, 89) Leucopaxillus gentianeus (Quél.) Kotl. (# 126) Lyophyllum littoralis (Ballero & Contu) Contu (# 135) Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser (# 68, 90, 91) Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. (# 110, 114, 162) Macrotiphula fistulosa (Holmsk.) R.H. Petersen (# 24, 25) Marasmius oreades (Bolt.: Fr.) Fr. (# 52, 53) Mycena epipterygia (Scop.: Fr.) S.F.Gray (# 39, 40) Mycena pura (Pers.:Fr.) Kummer (# 66, 67) Mycena rosea (Bulliard) Gramberg (# 64, 65, 86, 98, 99) Oligoporus caesius (Schrad.) Gilb. & Ryvarden [= Postia caesia (Schaeff.: Fr.) P. Karsten] (# 41, 42) Pholiota lenta (Pers.: Fr.) Singer (# 28-30) Polyporus arcularius (Batsch) Fr. (# 61-63) Pseudoclitocybe cyathiformis (Bull.: Fr.) Singer (# 106, 107) Russula maculata Quél. & Roze (# 163) Russula persicina Krombholz (# 185, 186) Russula torulosa Bresadola (# 112) Stereum hirsutum (Wild.: Fr.) Pers. (# 33-36) Stropharia caerulea Kreisel (# 113) Suillus collinitus (Fr.) Kuntze (# 134, 186) Suillus granulatus (L.: Fr.) Roussel (# 104, 105) Tapinella atrotomentosa (Batsch) Šutara [=Paxillus atrotomentosus (Batsch: Fr.) Fr. ] (# 102) Trametes hirsuta (Wulfen) Pilát (# 56, 57) Trametes versicolor (L.: Fr.) Pilát (# 54, 55) Tricholoma scalpturatum (Fr.) Quélet (# 164) Tricholoma squarrulosum Bresadola (# 165) Tricholoma sulphureum (Bull.: Fr.) Kummer (# 18) Tricholomopsis rutilans (Scaeff.: Fr.) Singer (# 19-23) Xerocomus pruinatus (Fr.) Quélet (# 111) Xerula mediterranea (Pacioni & Lalli) Quadr. & Lunghini (# 143) **************************** Altri ritrovamenti: Agaricus cfr. phaeolepidotus (F.H. Møller) F.H. Møller (# 166) Agaricus cfr. porphyrizon P.D. Orton (# 167) Entoloma sp.; Gruppo corvinum (# 174) Entoloma sp.; Gruppo serrulatum (# 173) Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle s.l. (# 37, 38) Geastrum cfr. nanum Persoon (# 175) Laccaria laccata s.l. (# 76-78) Lepiota cfr. castanea Quélet (# 161) Leucoagaricus cfr. sericeus (Cool) Bon & Boiffard [= Leucoagaricus cfr. sericifer (Locq.) Vellinga] (# 83, 84) Russula cfr. prinophila Sarnari (# 184) Russula cfr. violeipes Quél. (# 183)
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza