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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Boletus calopus Pers.: Fr. Primordi in boccio
  2. Boletus calopus Pers.: Fr. Assieme a B. radicans fa parte della Sezione Calopodes che raggruppa boleti a pori gialli e con carne amara. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal B. radicans per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in B. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in B. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in B. calopus e giallo pallide (talvolta sfumate di rosa in alto) in B. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in B. calopus, quasi assente in B. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 537: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastrointestinale costante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano nella determinazione.” Qui è evidente anche la colorazione gialla nella parte alta del gambo Altra coppia
  3. Astraeus hygrometricus (Pers.: Pers.) Morgan Può ricordare morfologicamente le specie del genere Geastrum per la tipica apertura a stella dell’esoperidio. A prescindere dai caratteri microscopici e dalla struttura interna della gleba, il riconoscimento a livello macroscopico verte sul caratteristico aspetto "tassellato" delle lacinie e sulla diversa apertura apicale da cui fuoriescono le spore: tale apertura è ben strutturata e circoscritta nei Geastrum mentre è imprecisa e irregolarmente lacerata in A. hygrometricus. Dal TUTTO FUNGHI pag. 578: “Il nome volgare di Fungo barometro gli è stato conferito per il peridio fortemente igroscopico che, come un igrometro, risente dell’umidità atmosferica. Le lacinie si distendono col tempo umido e si ritraggono a tempo secco, causando spesso uno spostamento dalla propria sede originale. La dispersione delle spore è affidata a una sinergia di acqua e vento: la pioggia, infatti, colpendo l’endoperidio fa fuoriuscire piccoli sbuffi di polvere sporale che poi sarà dispersa nell’aria grazie al vento.” Evidenti le lacinie tassellate; apertura apicale con lacerazione irregolare
  4. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Nato in una specie di strettoia, con cappello costretto a forzare il passaggio
  5. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sempre a proposito di situazioni strane: nato in faggeta su sponda verticale; diversamente dal precedente questo ha "piegato" subito verso l'alto
  6. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 556: “Nel periodo estivo e all’inizio dell’autunno, il B. aestivalis in particolare, viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c’è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l’intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annui.” Esemplare nato in una condizione di equilibrio un po' precaria Più da vicino
  7. Russula virescens (Schaeff.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI pag. 456: “Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della sua carne. Un’altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch’essa è commestibile.” Giovane esemplare
  8. Boletus aereus Bull.: Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 552: “Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.” Con qualche fiammatura bruno-rossiccia sul cappello
  9. Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Infatti... dal TUTTO FUNGHI, pag 466: "Consumato in alcune località del Sud Italia dopo prolungata cottura per privarlo dell’acredine, malgrado questo accorgimento rimane sempre coriaceo, amaro, disgustoso e causa vari problemi gastroenterici: pertanto se ne sconsiglia il consumo alimentare.” In foto un gruppo di esemplari già maturi; presenti tonalità ocra-ruggine sul cappello che, in vecchiaia, diventa anche un po' rugoso
  10. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Dicembre 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Agaricus praeclaresquamosus Freeman (# 44) Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet (# 24, 25) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 84) Boletus pinophilus Pilát & Dermek (# 85) Cladonia fimbriata (Linneo) Fr. (# 61, 62) Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer (# 16, 53) Clitocybe phaeophtalma (Pers.) Kuyper (# 30-32) Collybia butyracea (Bull.: Fr.) Kummer (# 51) Collybia maculata (Alb. & Schw.: Fr.) Kummer (# 33) Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter (# 75-78) Flammulina velutipes (Curt.: Fr.) Karsten (# 27, 28) Gymnopilus spectabilis (Weinmann: Fr.) A.H.Smith (# 40) Hygrophorus eburneus var. quercetorum (Orton) Arnolds (# 63, 64) Hygrophorus persoonii Arnolds (# 79-83) Lepista inversa (Scop.: Fr.) Pat. (# 17) Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke (# 10, 11, 52) Mycena pura (Pers.: Fr.) P. Kumm. (# 29, 54) Mycena rosea (Bulliard) Gramberg (# 2, 55) Pulcherricium caeruleum (Schrad.: Fr.) Parmasto (# 50) Stereum hirsutum (Wild.: Fr.) Pers. (# 26) Stropharia caerulea Kreisel (# 45-49) Trametes hirsuta (Wulfen) Pilát (# 35, 36) Tremella mesenterica Retzius ex Fries (# 34) Trichaptum fuscoviolaceum(Ehrenb.) Ryvarden (# 56-59) Tricholoma myomyces(Pers.: Fr.) Lange (# 70-72) Xylaria hypoxylon (Linné) Greville (# 20, 21) Altri ritrovamenti: Crepidotus sp. (# 6, 37, 38) Entoloma sp. (# 60) Galerina sp. (# 41-43) Hebeloma cfr. sinapizans (Paulet) Gillet (# 8, 9) Laccaria laccata s.l. (# 3) Marasmius cfr. bulliardii Quélet (# 12, 13) Mycena cfr. polygramma (Bull.) S. F. Gray (# 14, 15) Mycena sp. (# 5, 7, 39, 73, 74) Mycena sp. della Sezione Supinae (# 4) Trichia cfr. decipiens (Pers.) T. Macbr. (# 22, 23, 65-69) ************************************************ Apro al posto di Paolo, sotto nubifragi di varia entità, venti fortissimi, con nevicate sui rilievi e previsioni non buone per la prima settimana di dicembre... Sperem Alessandro
  11. Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet Commestibile discreto purché giovane e scartando il gambo. La colorazione della cuticola è variabile ma verte su toni ocra-giallognoli-olivacei con sfumature grigiastre, ma mai decisamente rossastro-aranciate. Gambo generalmente slanciato e flessuoso, giallo-ocraceo, sovente con costolature verticali. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 526: “L’estrema variabilità di questo fungo ha dato luogo a molte interpretazioni diverse; il carattere principale che lo contraddistingue è, senza dubbio, la mancanza di tonalità rossastre immediatamente sotto la cuticola del cappello; Xerocomus ferrugineus a carne biancastra e commestibile, è simile alla nostra specie e ne differisce per i colori più carichi della cuticola, con la presenza sopra e sotto la stessa sempre di una componente più o meno rossiccia; molti autori lo considerano una semplice varietà del nostro fungo; altra differenza è il micelio basale giallognolo e nella parte alta del gambo si nota quasi sempre un falso reticolo. X. chrysenteron, commestibile, si distingue per le tonalità del gambo marcatamente rossastre, talvolta addirittura vermiglie; anche le tonalità sopra e sotto la cuticola sono più rossicce; il viraggio della carne e delle parti esterne è più immediato e intenso; micelio basale giallo molto chiaro.” ********************************************** Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Giugno 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Agaricus campestris L. Fr.(# 7) Amanita eliae Quélet (# 17) Amanita gemmata (Paulet) Bertillon (# 49, 50) Amanita rubescens (Pers.: Fr) S.F.Gray (# 24, 37, 38, 62-64, 71, 72) Amanita spissa (Fr.) P. Kumm. (# 21) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 15, 57, 58, 65-68, 73) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 11, 12, 16, 29, 31, 33, 34, 36, 41, 43, 44, 46, 51, 52, 54-56, 74, 79-81) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 18-20, 40, 75) Boletus erythropus Pers. ss. Fr. (# 42) Boletus pinophilus Pilát & Dermek (# 13, 14, 25, 35) Boletus queletii Schulzer (# 3, 4) Boletus regius Krombh (# 32) Cantharellus cibarius (Fr.: Fr.) Fr. (# 26, 28, 60) Collybia dryophila (Bull.: Fr.) Kummer (# 10) Collybia fusipes (Bull.: Fr.) Quélet (# 27) Daedalea quercina (L.: Fr.) Fr. (# 76-78) Lactarius azonites (Bull.: Fr.) Fr. (# 5) Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray (# 59) Lactarius volemus (Fr.: Fr.) Fr. (# 23, 45) Russula aurea Pers. (# 1, 2) Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. (# 39, 69) Russula vesca Fries (# 30, 69) Russula virescens (Schaeff.) Fr. (# 22, 69) Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet (# 82) Altre: Agaricus cfr. nivescens (F.H. Møller) F.H. Møller (# 6) Bovista cfr. plumbea Pers.: Persoon (# 8, 9) Entoloma sp. (# 53) Marasmiellus cfr. candidus (Bolton) Singer (# 61) Marasmius cfr. rotula (Scop.: Fr.) Fr. (# 47) Ramaria sp. (# 48) Probabile Rickenella fibula (Bull.: Fr.) Raith. (# 70)
  12. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sinonimo di Boletus reticulatus Schaeffer È innegabile che anche il reticolo del gambo sia ben evidente... ma d'altra parte è anche evidente in molti esemplari di B. edulis (seppur a maglie disuguali: strette in alto e via via allargantesi verso la base)...
  13. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sinonimo di Boletus reticulatus Schaeffer Primo piano dei cappelli: screpolatura evidente
  14. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sinonimo di Boletus reticulatus Schaeffer A proposito di questo nome specifico (reticulatus), il Cetto riporta: "Si può determinare con una certa sicurezza (...) se si nota il tipico screpolarsi della cuticola del cappello, carattere che, contrariamente a quanto si crede, gli ha dato il nome. Qualcuno crede che il nome specifico derivi dalla presenza del reticolo sul gambo. Tale reticolo invece, presente anche in B. edulis, non è per nulla determinante agli effetti di una sicura determinazione." Infatti altri micologi ritengono invece che il nome specifico derivi dal fine reticolo che tale specie presenta sul gambo. Qui due esempi con evidente "reticolo" sul cappello dovuto alla screpolatura della cuticola
  15. Daedalea quercina (L.: Fr.) Fr. Purtroppo queste quattro mensole sovrapposte erano state già staccate da qualche pianta; non rimaneva che approfittarne per fare una foto di insieme con i funghi "capovolti" che mostrano l'imenoforo
  16. Daedalea quercina (L.: Fr.) Fr. Particolare dei pori labirintiformi
  17. Daedalea quercina (L.: Fr.) Fr. Lignicolo pluriennale di consistenza legnosa; esemplari singoli o attaccati lateralmente o imbricati; su legno di latifoglie (principalmente quercia, castagno e pioppo). Superficie sterile feltrata e zonata concentricamente, solcata, di colore ocra chiaro. La caratteristica principale è costituita dai pori: ampi e irregolari, da sinuoso-labirintiformi fino a quasi lamellati-anastomosati. I dissepimenti sono spessi anche mezzo centimetro. Il nome del genere (Daedalea) può derivare da due origini diverse: dal vocabolo greco daidalos = lavorato con arte (e in effetti l’imenoforo sembra un fine ed artistico lavoro di intarsio), ma anche (per l’aspetto labirintico dei pori) dal nome dell’architetto Dedalo che costruì il famoso labirinto di Creta, violato soltanto da Teseo grazie al filo di Arianna. La parte superiore (sterile) L'imenoforo
  18. Boletus calopus Pers.: Fr. Assieme a B. radicans fa parte della Sezione Calopodes che raggruppa boleti a pori gialli e con carne amara. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal B. radicans per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in B. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in B. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore) in B. calopus e giallo pallide (talvolta sfumate di rosa in alto) in B. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in B. calopus, quasi assente in B. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 537: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastrointestinale costante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano nella determinazione.”
  19. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Con curiose tracce di morsicatura lasciate da una lumaca
  20. Boletus aereus Bull.: Fr. Ancora un esemplare maturo; con cuticola completamente liscia
  21. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Esemplare vetusto. Primo piano del gambo, con colorazioni più rossastre verso la base; anello a gonnellino ormai lacerato; base del gambo ingrossata (stavolta senza evidenti residui del velo generale)
  22. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Due esmplari presso una marroneta coltivata
  23. Probabile Rickenella fibula (Bull.: Fr.) Raith. Una piccola gemma giallo-arancio nasce dal muschio: cappello dal diametro di 1 cm al massimo, prima convesso poi profondamente ombelicato; lamelle concolori e lungamente decorrenti su un gambo sottile e lungo 4-6 cm. Macroscopicamente confondibile con Gerronema brevibasidiastrum, di differente microscopia.
  24. Tre Russula ottime comestibili. Russula vesca Fries Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal TUTTO FUNGHI pag. 452: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.” Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal TUTTO FUNGHI pag. 448: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.” Russula virescens (Schaeff.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI pag. 456: “Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della sua carne. Un’altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch’essa è commestibile.”
  25. Boletus aereus Bull.: Fr. Il profilo di questo B. aereus non era propriamente pulvinato (guancialiforme); ma ci si poteva dormire sopra...
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