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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Particolare dell'anello a gonnellino e striato esternamente; e della base del gambo: questo esemplare mostrava evidenti i residui del velo generale sotto forma di protuberanze ben evidenti (non sempre sono così accentuati)
  2. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Robusta amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal TUTTO FUNGHI pag. 360: “Pur trattandosi di un buon commestibile, aromatico e delicato, non deve mai essere consumato in preparazioni che non ne garantiscano adeguata cottura; alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.”
  3. Marasmiellus cfr. candidus (Bolton) Singer Piccolo fungo (25 mm al massimo come diametro), molto grazioso per il portamento e per la colorazione candida; carne pressoché inesistente. Cresce su ramoscelli caduti o altri residui legnosi di latifoglia. Caratteristica una leggera prominenza sul cappello in corrispondenza all’inserzione col gambo; anche le lamelle sono particolari in quanto irregolari e ineguali (quasi pseudolamelle), spaziate e intervenose. Gambo bianco ma grigiastro verso la base, quasi sempre ricurvo. Gli sono simili specie congeneri tra cui Marasmiellus ramealis dalla colorazione in genere su tonalità crema-carnicine ma biancastra con tempo asciutto; solo la microscopia può dirimere i dubbi. Visione delle lamelle non ben formate la cuticola, con al centro la prominenza ocracea corrispondente all'innesto del gambo visione di insieme su un rametto per l'occasione disteso orizzontalmente a terra; si nota l'effetto del geotropismo: il gambo si incurva per permettere all'imenoforo di porsi orizzontalmente rispetto al suolo e favorire la diffusione delle spore (pensare al rametto in verticale)
  4. Cantharellus cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 140: “Ottimo commestibile. Assieme ai Boletus del Gruppo Edules è il fungo più ricercato e consumato in tutta la penisola, trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”
  5. Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Infatti... dal TUTTO FUNGHI, pag 466: "Consumato in alcune località del Sud Italia dopo prolungata cottura per privarlo dell’acredine, malgrado questo accorgimento rimane sempre coriaceo, amaro, disgustoso e causa vari problemi gastroenterici: pertanto se ne sconsiglia il consumo alimentare.” La cuticola imenoforo e gambo attenuato alla base latice immutabile
  6. Boletus aereus Bull.: Fr. La tonalità del cappello è decisamente nerastra in questo esemplare
  7. Boletus aereus Bull.: Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 552: “Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.” Esemplare con cuticola nerastra e leggermente rugosa
  8. Entoloma sp. Un bellissimo Entoloma, probabilmente vicino al gruppo di E. corvinum; ma senza microscopia...
  9. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Il fungo precedente con una particolare conformazione sia di gambo che di cappello
  10. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Habitat ideale per la ricerca del B. aestivalis durante la prima parte della stagione: la marroneta coltivata
  11. Amanita gemmata (Paulet) Bertillon Gambo radicante e volva aderente e circoncisa Un primordio
  12. Amanita gemmata (Paulet) Bertillon Cappello di colore giallo pallido, dapprima emisferico, poi convesso e, a maturità, disteso: quando è disteso presenta margine striato; verruche bianche, detersili e di forma irregolare; volva aderente e circoncisa, a volte dissociata in cercini fioccosi che possono permanere nella parte inferiore dal gambo; anello sottile e presto dissociato e poco persistente (può essere del tutto assente negli esemplari adulti); gambo a base bulbosa rotondeggiante o ovoidale, radicante. Sono gli elementi caratterizzanti di questa bella Amanita tossica: la sua tossicità sembra sia causa di sindrome panterinica. Dal TUTTO FUNGHI pag. 354: “Tra le prime specie a fare la sua comparsa nei boschi all’inizio della stagione micologica. Di solito condivide il periodo di crescita e l’habitat con la Morchella elata.” Le verruche di forma irregolare
  13. Marasmius cfr. rotula (Scop.: Fr.) Fr. Delizioso Marasmius crescente di preferenza su detriti legnosi (più raramente su foglie) più o meno interrati. Le tipiche solcature del cappello (dovute alla presenza delle lamelle sottostanti) ricordano un paracadute in miniatura; il cappello si presenta sempre ombelicato, bianco con sfumature grigio-beige al centro. Le lamelle sono inserite in un evidente collarium, concolori al cappello; assenza di lamellule; gambo molto sottile, liscio lucido, da nerastro a bruno, più chiaro nei pressi del collarium. Gli è molto simile M. bulliardii che cresce di preferenza su foglie (in genere faggio e quercia) e presenta di solito una papilla bruno-rossiccia al centro del cappello; tali caratteri non sono però sufficienti a separare macroscopicamente le due specie visto che anche M. rotula può, seppur raramente, presentarsi con una papilla simile. Collarium evidente e staccato dal gambo
  14. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Con un gambo insolitamente molto sviluppato; presso marroneta coltivata e con reticolo esteso fino alla base del gambo
  15. Lactarius volemus (Fr.: Fr.) Fr. È caratterizzato dalla cuticola asciutta e opaca, vellutata, con un bel colore dal rosso-arancio al giallo-rossiccio; dal gambo quasi concolore al cappello ma più chiaro all’apice; dal latice (dolce) abbondante e denso, di colore bianco che diventa brunastro essiccando all’aria; infine da un caratteristico (e in genere ben accentuato) odore di aringa. L. rugatus ha colorazioni simili ma ha dimensioni più ridotte, odore meno forte e presenta delle tipiche rughe sulla cuticola. Dal TUTTO FUNGHI, pag 486: "È uno dei due Lactarius a latice bianco che può essere considerato commestibile; l’altro è Lactarius rugatus. Il forte odore di aringa, permanendo anche dopo la cottura non è particolarmente gradevole, a meno di non gradire l’aroma di pesce in un piatto di funghi.”
  16. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. In marroneta coltivata
  17. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 556: “Nel periodo estivo e all’inizio dell’autunno, il B. aestivalis in particolare, viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c’è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l’intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annui.” Un bel trio di B. aestivalis sotto castagno
  18. Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk ********************************** Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Aprile 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Amanita gemmata (Paulet) Bertillon (# 27-29) Astraeus hygrometricus (Pers.) Morgan (# 33, 34, 61, 62) Calocybe gambosa (Fr.) Donk (# 35-39, 80-82) Dumontinia tuberosa (Hedwig ex Fries) Kohn. (# 30-31) Entoloma hirtipes (Schumach.) M.M. Moser (# 42-44) Entoloma testaceum (Bres.) Noordel. (# 32) Exidia glandulosa (Bull.) Fr. (# 40, 41) Fomitopsis pinicola (Sw.) P. Karst. (# 47-50, 64-67) Gyromitra gigas (Krombholz) Cooke = Discina gigas (Krombholz) Eckblad (# 21-26) Hygrophorus marzuolus (Fr.: Fr.) Bres. (# 1-15, 54-60, 63, 68-70, 73-76) Morchella elata Fr. (# 77-79) Peziza polaripapulata (J. Moravec) K. Hansen (# 53) Sarcosphaera coronaria (Jacq.) J. Schröt. (# 16-20) Trichaptum fuscoviolaceum (Ehrenb.) Ryvarden (# 51, 52) Altre: Geopora cfr. arenosa (Lév.) Kers (# 71, 72) Un Myxomycetes (# 45, 46)
  19. Calocybe gambosa (Fr.: Fr.) Donk Di questo fungo ne scrive con entusiasmo anche il medico e naturalista Pier Andrea Mattioli (1501-1577) in uno dei primi documenti stampati in Italia che trattano tra l’altro anche di funghi. Il Mattioli, autore di testi di medicina che rimarranno insostituibili fin quasi alla metà del ‘700, in alcuni suoi eclettici lavori riporta che: “... in Italia la zona più fertile di funghi è la Toscana, ove fra tutti gli altri hanno la preferenza quelli che si chiamano Prignoli, che nascono ogni anno in aprile, alle prime piogge. E sono odorosissimi, gradevolissimi al gusto e senza pericolo...”. Micologi moderni hanno visto nei Prignoli del Mattioli un chiaro riferimento all’odierna Calocybe gambosa. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 268: “È considerato un ottimo commestibile: in alcune zone d’Italia, quali ad esempio la Toscana dove per tradizione viene assiduamente ricercato, è considerato in assoluto uno dei migliori funghi, definito addirittura come ottimo. Indubbiamente gioca a sua favore il particolare periodo di crescita, estremamente precoce, che fa di questo fungo una vera primizia micologica. Da taluni altri non viene invece apprezzato, probabilmente per il suo particolare odore che, permanendo anche solo in parte dopo la cottura, regala a questo fungo un aroma del tutto particolare.”
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