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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 159, Pag. 275: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.”
  2. Hygrophorus persoonii Arnolds; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Bello e carnoso igroforo tardo-autunnale dalla marcata variabilità cromatica, soprattutto in dipendenza della situazione climatica. A tempo umido uno spesso strato di glutine ricopre interamente il cappello e quasi tutto il gambo fino a circa un centimetro dall’apice dove è presente uno pseudoanello formato dall’accumulo di glutine. Sotto tale pseudoanello il colore di fondo del gambo è bianco-grigiastro con macchiature color zucchero-caramellato dovute al glutine; sopra lo pseudoanello il gambo è bianco e fioccoso. A tempo asciutto il glutine che si secca lascia delle nette zone anulari di colore bruno-oliva che decorano il gambo. Anche il cappello subisce simili variazioni cromatiche in base alla presenza più o meno cospicua del glutine. Confondibile con H. latitabundus che ha colore di fondo del gambo bianco puro e cresce sotto Pino; e con H. olivaceoalbus di dimensioni più ridotte, con carne del cappello sottilissima e crescente presso Abete rosso. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 50, Pag. 154: “Cresce soprattutto in associazione alla Quercia e, nei paesi nordici, anche ai Faggi. Si tratta di un discreto fungo commestibile, ma poco considerato a causa della su viscosità.”
  3. Tricholoma saponaceum (Fr. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Tricholoma di taglia medio-grande; con carne bianca, consistente, elastica-fibrosa nel cappello e tenace nel gambo con sfumature rosate alla sua base. Il sapore è amarognolo e l’odore ricorda quello del sapone, sapone di Marsiglia, acqua saponata, acqua di scarico di lavatrice, ecc. Camaleontico per i colori che può assumere il cappello: dal più tipico ocra grigiastro, grigio, grigio-olivastro al bruno-nerastro con sfumature bluastre, piombo, oppure ancora verdastro, o anche decolorato fin quasi al bianco in alcune forme, giallastro, con macchie rosa in vecchiaia. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 62, Pag. 166: “Ubiquitario, molto diffuso nei boschi di latifoglie e aghifoglie, nei prati, spesso a gruppi anche concresciuti, dall’estate all’inizio dell’inverno. La caratteristica fondamentale per la determinazione è l’odore di sapone e il viraggio della carne al rosa specialmente nella parte bassa del gambo. È certamente uno dei funghi più belli da incontrare (anche se non è commestibile) a causa dei suoi cromatismi spesso stupefacenti e della sua taglia che può essere notevole in casi di particolare sviluppo. Sarebbe impossibile elencare tutte le varietà (spesso sovrapponibili) che sono state create per questo fungo, definito comunemente come “il trasformista” per la sua spiccata variabilità; elenchiamo quelle più comuni e accettate. La var. squamosum possiede il gambo di colore grigio, squamoso; la var. ardosiacum ha il cappello di colore blu-nerastro e gambo squamato dello stesso colore; la var. atrovirens presenta un cappello di colore verdastro scuro e gambo bianco. I principianti possono scambiarlo con Clitocybe nebularis che possiede però carne bianca immutabile con un odore molto tipico, forte, aromatico, considerato sgradevole da alcuni e lamelle adnate-decorrenti.”
  4. Boletus appendiculatus Schaeffer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dalla scheda AMINT: “Fungo capogruppo di un nuovo genere di Boletales, Butyriboletus, già appartenuto alla sezione Appendiculati del genere Boletus, che comprende boleti fin dall'inizio a tubuli e pori gialli (e non bianchi come nei "porcini") e in seguito, a maturità, con tonalità giallo-verdastre; con fine reticolo nella parte alta del gambo; con carne dolce e con viraggi più o meno deboli o nulli. Tutti i funghi di questo nuovo genere sono commestibili. Tra di essi, Butyriboletus appendiculatus ha in genere gambo ben radicante e cresce sotto latifoglie; Butyriboletus subappendiculatus ha il gambo poco o per niente radicante e cresce sotto conifere, mentre gli altri boleti del nuovo genere (Butyriboletus regius, Butyriboletus fechtneri, Butyriboletus pseudoregius) hanno cappello e/o gambo con colorazioni dalle tonalità rosa-rossastre. Il nome Butyriboletus è stato attribuito per via della colorazione dell’imenio, del gambo e della carne che ricorda appunto il burro naturale, tanto che negli Stati Uniti vengono comunemente chiamati "Butter Boleti". Butyriboletus appendiculatus è caratterizzato da tinte pileiche bruno-rossastre e base del gambo tipicamente attenuata e radicante. Le forme del nostro fungo con cappello particolarmente chiaro potrebbero generare confusioni con le specie del genere Caloboletus (Caloboletus radicans e Caloboletus calopus) dalla carne tipicamente amara e dall’odore sgradevole di colla vinilica.”
  5. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 124, Pag. 234: “Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.”
  6. Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie). Mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche; pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; superficie sterile vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); orlo sottile, ondulato, in genere più chiaro; superficie poroide biancastra o crema-ocra.
  7. Lactarius chrysorrheusus Fr.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Lactarius molto comune, gregario, presente dalla tarda estate all’autunno. Caratteristiche utili al riconoscimento sono: latice amaro e acre, abbondante e fluido, bianco ma subito giallo-zolfo o giallo-oro sia lasciato sulle lamelle che isolato; cappello di medie dimensioni, liscio e asciutto, con zonature o guttule concentriche più scure del colore di fondo che varia dal color albicocca al crema con riflessi carnicini al rosa-arancio; carne dall’odore un po’ fruttati, biancastra ma presto di colore giallo zolfo al taglio; gambo più o meno slanciato, senza scrobicoli, subconcolore al cappello. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 176, Pag. 293: “Uno dei Lactarius più abbondanti e presenti in area mediterranea, cresce a piccoli gruppi, in modo diffuso e generalizzato; non esiste un solo angolo del bosco che non mostri la presenza di questo fungo nei momenti in cui si trova in produzione. Si tratta di una specie fortemente tipicizzata e che difficilmente può essere confusa con altre: solo Lactarius decipiens può avvicinarsi e presentare una certa somiglianza: l’assenza di zonature sul cappello, il colore rossastro e in particolare il caratteristico odore di Pelargonio, aiutano moltissimo alla sua determinazione. Altre specie con cromatismi analoghi e zonature sul cappello, sono decisamente più grandi, non hanno latice ingiallente e non possono quindi essere confuse con questo fungo. L’acredine lascia supporre la presenza di sostanze tossiche, anche se lievemente presenti in questo caso.”
  8. Russula aurea Pers.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 166, Pag. 283: “I colori vivaci gialli e rossi con le diverse tonalità rendono questo fungo facilmente riconoscibile sul campo; tuttavia spesso si presenta senza le caratteristiche sfumature gialle oppure completamente giallo e in questo caso l’unico valido aiuto può ricavarsi dal sapore gradevole della carne.”
  9. Stereum hirsutum (Wild. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Piccolo funghetto (largo al massimo 4-5 cm) a forma di mensola-crosta appoggiata sul legno; molto comune e diffuso, presente durante tutto l’anno; dalla consistenza quasi coriacea (suberosa-tenace da secco) e dallo spessore piuttosto fine; può presentarsi in fitti esemplari confluenti o sovrapposti, su legno guasto di latifoglie. Caratteristico il cappello di aspetto feltrato e peloso (irsuto), zonato, con vari colori (giallo, arancio, brunastro, verdastro); il margine è più chiaro e lobato; l’imenoforo è liscio o appena gibboso, di colore giallo-arancio. Possibile la confusione sia con specie congeneri (più rare) che però virano al rossiccio alla manipolazione, sia con Stereum ochraceoflavum (non virante), dall’imenoforo bruno-ocraceo e con la superficie sterile grigio-biancastra, poco o per niente zonata. Dalla “Chiave di orientamento ai generi” del (nuovo) Tutto Funghi, pag. 79 e 97: “Corpo fruttifero composto dal solo cappello o a forma di mensola >>> Imenoforo liscio. Corpo fruttifero adeso al legno, distaccantesi brevemente per formare piccole mensole >>> Genere Stereum” Una colonia che ha invaso completamente una vecchia ceppa marcescente. Sia sui fianchi: Sia in alto, formando delle curiose aggregazioni... "spaghettiformi". N.B. Per osservare la stessa ceppaia, con la stessa colonia di Stereum hirsutum, fotografata l'anno successivo (Novembre 2017) vedere qui.
  10. Tricholoma sulphureum (Bull. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Tricoloma velenoso e facilmente riconoscibile per la sua colorazione uniformemente gialla (o giallo-zolfo) e per l’odore nauseante che emana: in letteratura si parla di odore di gas illuminante (acetilene); si può anche far riferimento all’odore del gas delle bombole da cucina, oppure all’odore dello zolfo bruciato o, ancora, penetrante come quello dell’asfalto caldo; l’odore di questo fungo è comunque uno di quelli che non si dimentica facilmente. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 65, Pag. 169: “Facilmente riconoscibile per il suo aspetto uniformemente colorato di giallo, che può ricordare anche il T. equestre, e per il forte odore di gas illuminante che emana.”
  11. Hygrophorus penarius Fries; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 46, Pag. 150: “Cresce gregario nei boschi di latifoglie, soprattutto querceti, in autunno anche inoltrato. Commestibile apprezzato, molto carnoso e quindi di grande resa, si distingue per l’odore molto particolare, come di latte bollito. Si tratta di una specie a grande diffusione nei boschi centro meridionali, sicuramente tra le più semplici da individuare e senza rischi seri di confusione con specie simili. La sua raccolta deve essere quasi immediata, in prossimità dell’esordio, poiché si tratta di un fungo precocemente invaso dalle larve.”
  12. Hygrophorus russula (Schaeff.) Kauffman; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 48, Pag. 152: “Nei boschi di latifoglie, in particolare Quercia, molto comune in aree termofile in autunno dopo intensi temporali. Si tratta di un micete a crescita massiccia, anche se non moto durevole. Le produzioni del fungo si concentrano in non più di due, massimo tre settimane, ma all’interno di questo breve periodo sono letteralmente esplosive: in ogni direzione, dentro il bosco, ci sono distese di questo basidioma. Per i suoi caratteri cromatici, con il cappello che sembra dipinto in modo grossolano di rosso su fondo bianco, non si presta a confusioni; si tratta quindi di un fungo molto facile da riconoscere.” L'unica specie simile è Hygrophorus erubescens che però ha gambo facilmente ingiallente, lamelle rade e di colore bianco-giallastre-grigiastre, habitat presso conifere e raramente sotto latifoglia, carne dal sapore da poco a nettamente amaro; H. russula ha invece scarsa propensione all’ingiallimento (al più sono presenti rare macchie gialline sul gambo a maturità), possiede lamelle relativamente fitte (le più fitte tra gli Hygrophorus) e di colore da biancastro a biancastro-carnicino a maturità con macchie rosso-vinoso (il filo lamellare si macchia anch’esso di rosso-vinoso e raramente di giallo a maturità), carne dal sapore nullo o leggermente amarognolo.
  13. Hapalopilus rutilans (Fr.) P. Karst.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Lignicolo annuale, stipitato o sessile con la caratteristica di avere la carne soffice: prendendolo fra le dita sembra infatti di schiacciare uno strato compatto di gommapiuma. È una caratteristica insolita per le Poliporacee ma comune al Genere Hapalopilus (che, infatti, deriva dal greco hapalós = molle, soffice e pílos = cappello). Si distingue per la colorazione complessiva di colore uniforme (ocra o cannella-brunastro), per la superficie sterile un poco tomentosa e ruvida, non zonata. Tutto lo sporoforo diventa poi leggerissimo una volta essiccato. I pori si presentano da rotondi ad angolosi. Cresce preferibilmente su legno di latifoglie (in particolare Quercia), più raro presso conifere. Altri congeneri sono H. croceus dal color rosso-arancio (rarissimo in Italia) e H. salmonicolor di color arancio vivo anche con sfumature rosate, raro anch’esso e reperito limitatamente all’arco alpino presso Pino.
  14. Boletus aereus Bull.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 209, Pag. 328: “Ottimo commestibile, può essere consumato crudo. Si tratta certamente del Porcino di qualità migliore: la compattezza delle carni, il suo delicato sapore, unito a un profumo soave e mai eccessivo, lo rendono sicuramente il più ricercato e appetibile. Adatto anche all’essiccazione dopo essere stato tagliato a fette. Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.”
  15. Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quélet; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo di buona qualità gastronomica. Attenzione a non confonderlo con Tricholoma tossici che nascono negli stessi habitat. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 64, Pag. 168: “È riconoscibile per il cappello fibrilloso, le lamelle e il gambo che negli esemplari tipici presentano sfumature gialle e per l’odore farinoso gradevole. Nelle zone di crescita può manifestarsi gregario in gruppi molto numerosi. Non è tuttavia molto facile da rinvenire in quanto le colorazioni e la crescita semi-ipogea non ne facilitano l’avvistamento. Specie tipica della stagione avanzata, tende a crescere da settembre fino a dicembre; predilige boschi di conifere, soprattutto presso Pini oppure boschi di latifoglie, anche puri di Faggio oppure misti di Quercia castagno e Pioppo tremulo. Si tratta di un buon commestibile. Molto ricercato in alcune zone, dove rappresenta l’ultimo fungo di buon livello gastronomico prima del gelo invernale. La confusione con altre specie è sicuramente più probabile quando nel fungo non sono presenti, o sono poco manifeste, le tonalità gialline. La confusione più pericolosa è senza dubbio il tossico Tricholoma josserandi (Tricholoma groanense) che in alcuni areali d’Italia ne condivide l’habitat e il periodo di crescita, risultando specie ingannevole; l’assenza di toni gialli, la superficie leggermente feltrosa e l’odore sgradevole cimicino identificano questa specie velenosa.”
  16. Hebeloma radicosum (Bull. : Fr.) Ricken; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Riconoscibile tra la “monotonia” cromatica degli Hebeloma per alcuni caratteri inconfondibili: anello membranoso evidente da giovane (caduco in età); gambo interrato nel substrato grazie a una lunga “radice” affusolata che si può presentare anche più larga del gambo esposto all’aria; odore caratteristico di colla “Coccoina” (mandorle amare) e sapore amarognolo; cappello vischioso a tempo umido, con residui del velo parziale sotto forma di squamette più scure del colore di fondo e più appressate al centro. Habitat presso latifoglie con predilezione per il Faggio, con crescita vicino a ceppi o tronchi più o meno interrati; il Courtecuisse riporta che la sua presenza può indicare la vicinanza di qualche tana sotterranea di piccoli mammiferi (talpe, topi selvatici). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 133, Pag. 246: “Si tratta di una specie oggetto di numerose vicissitudini tassonomiche, in quanto gli studiosi non erano concordi con la posizione da assegnarle; a causa della presenza dell’anello sul gambo, era stata addirittura inserita nel Genere Pholiota ma aspetto, portamento e quadro microscopico sono più vicini al genere Hebeloma all’interno del quale è stata poi posizionata.”
  17. Boletus edulis Bull.: Fr.; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  18. Cortinarius rubellus Cooke [= Cortinarius speciosissimus Kühner & Romagn.]; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  19. Cortinarius camphoratus (Fr.: Fr.) Fr.; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Odore sgradevole come di patate marce; al taglio a carne si presenta lilla nel cappello, per sfumare al giallognolo alla base del gambo. Il simile Cortinarius traganus ha odore più o meno gradevole (tra fruttato e simile all'odore di capra) e la carne bruno-ocracea e marmorizzata.
  20. Caloboletus calopus (Pers.) Vizzini [= Boletus calopus Pers.: Fr.]; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  21. Fomitopsis pinicola (Sw.) P. Karst.; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  22. Geastrum fimbriatum Fr.; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  23. Piptoporus betulinus (Bull.: Fr.) P. Karsten; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  24. Gomphus clavatus (Pers) Gray; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  25. Lactarius torminosus (Schaeff.: Fr.) S.F.Gray; Regione Trentino; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
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