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2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Lactarius piperatus (Linnaeus : Fries) Persoon; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 167, Pag. 284: “Specie velenosa, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Chiamato volgarmente Peveraccio, è ancor oggi praticata l’usanza di ridurlo in polvere dopo averlo essiccato al sole, e utilizzarlo come surrogato del pepe per speziare carni e pietanze, usanza che ovviamente deploriamo. Altre dicerie popolari vogliono che la sua comparsa nei boschi preceda di qualche giorno la crescita dei primi porcini estivi (Boletus reticulatus).” Latice. Lamelle forcate: -
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Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Specie lignicola, sessile, pluriannuale. Si presenta sia isolata che embricata assieme ad altri esemplari a cui si può sovrapporre, su legno di latifoglie (rara presso conifere). Può assumere dimensioni notevoli arrivando fino al mezzo metro di diametro per 15 cm di spessore; con forma a ventaglio o irregolarmente circolare. Superficie sterile gibbosa, solcata, ondulata, tomentosa e di colore bruno scuro o bruno-rossiccio. Non di rado l'ampia superficie sterile fa da supporto a formazioni di muschio. Superficie poroide dal color cannella più o meno scuro, con pori piccoli e rotondi; al taglio i tubuli si presentano pluristratificati a seconda degli anni di vita. Carne di consistenza suberosa, tenace e compatta. -
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Boletus reticulatus Schaeff. ; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Iniziano a spuntare i primi bocciotti nelle zone che hanno mantenuto un po' di umidità: Molti esemplari, all'inizio della stagione, presentano un gambo ben sviluppato e obeso, ma che spesso (come in questo caso) si rivela invaso dalle larve e inutilizzabile: Primo piano del reticolo in rilievo sul gambo: La tipica reticolatura / screpolatura sul cappello di alcuni esemplari reperiti in spazi più aperti, assolati e esposti al vento: -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Collybia aquosa (Bull. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Piccolo fungo da lettiera; molto comune e abbondante preferibilmente sotto latifoglia. La sua crescita è precoce iniziando ad apparire ad aprile-maggio; come altri funghi da lettiera contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. Suo sosia è Collybia dryophila che non ha base così nettamente bulbosa, ha colorazioni più accese e presenta rizomorfe di colore rosato e non biancastre o ocra come in Collybia aquosa. La base nettamente bulbosa: -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Helvella lacunosa Afzel. : Fr.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Ritrovamento su muschio in marroneta coltivata. Specie velenosa. Responsabile di sindrome giromitrica come tutte le altre specie del Genere Helvella. Il gambo di questa specie si presenta costolato-alveolato; da giovane di colore biancastro o grigio chiaro, tende con l’età a diventare concolore alla mitra cioè grigio o bruno più o meno scuro. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 8, Pag. 110: “La specie più simile a Helvella lacunosa è Helvella juniperi, taxon di recente creazione che cresce nei litorali sabbiosi o nelle pinete marine in presenza di cespugli di Ginepro (ma non sembra esclusiva di questa essenza); macroscopicamente le due specie sono pressoché identiche e differenziabili solo dopo analisi microscopica. Un’altra specie simile è Helvella crispa: quest’ultima presenta una mitra di colore più chiaro, biancastro-crema e il gambo sempre biancastro, anch’esso cavernoso e solcato. Helvella leucopus invece, pur avendo una mitra dello stesso coloro di Helvella lacunosa, possiede però il gambo liscio, pieno e non costolato né alveolato. Helvella albella è molto simile a Helvella leucopus ma ha dimensioni ridotte e gambo sempre cilindrico e liscio.” -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Russula vesca Fries; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.” -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Boletus reticulatus Schaeff. ; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 210, Pag. 330-331: “Abbastanza comune e molto ricercato. Inizia la sua crescita qualche settimana dopo i temporali primaverili del mese di maggio e continua a fruttificare, nelle aree mediterranee, fino a metà novembre. Quando l’aria è secca, tutta la superficie del cappello si screpola e rende visibile la carne bianca sottostante. Nel periodo estivo e all’inizio dell’autunno il Boletus reticulatus in particolare viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la Famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c’è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l’intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annuali.” A proposito di questo nome specifico (reticulatus), il Cetto riporta in nota alla scheda 265 della sua collana I funghi dal vero: “Si può determinare con una certa sicurezza (...) se si nota il tipico screpolarsi della cuticola del cappello, carattere che, contrariamente a quanto si crede, gli ha dato il nome. Qualcuno crede che il nome specifico derivi dalla presenza del reticolo sul gambo. Tale reticolo invece, presente anche nelle altre varietà dell’ edulis, non è per nulla determinante agli effetti di una sicura determinazione.” Altri micologi ritengono invece che il nome specifico derivi dal fine reticolo che tale specie presenta sul gambo. -
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Cantharellus cinereus (Pers. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 33, Pag. 136: “Piuttosto simile a Craterellus cornucopioides per struttura e colorazione è Cantharellus cinereus, buon commestibile, che presenta un cappello grigio più o meno scuro, ma con tonalità brunastre; la superficie è un po' fibrillosa, soprattutto verso il margine, che appare ben revoluto e marcatamente ondulato; l'imenio di questo fungo è caratterizzato da pliche venose molto ramificate, dette anastomosi, e scambiate da molti per lamelle; il colore è grigio cenere e schiarisce a maturazione, a causa della sporata bianca. Il gambo è ben distinto e pieno ma, crescendo, si forma al centro di esso un sottile condotto che talvolta arriva fino al centro del cappello. La carne è nerastra, sottile ed elastica, con un evidente odore fruttato e sapore gradevole. Cresce numeroso soprattutto nei castagneti umidi e viene raccolto e consumato spesso scambiandolo per le più famose Trombette.” Fotografati in marroneta coltivata, tra il muschio: Primo piano dell'imenoforo con le pliche evidenti e anastomosate: -
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Amanita excelsa (Fr. : Fr.) Bertill.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 120, Pag. 230: “Specie commestibile dopo cottura ma di poco pregio e, pertanto, se ne sconsiglia il consumo, data anche la possibile confusione con la velenosa Amanita pantherina. In passato alcuni autori consideravano questa specie distinta in due varietà: A. excelsa var. spissa e A. excelsa var. excelsa. La prima con taglia molto più tozza e robusta, verruche sul cappello più frequenti e persistenti, lamelle senza riflessi rosati, gambo a base allargata terminante con un bulbo non marginato e napiforme, ben evidente e non arrossante, odore e sapore rafanoide; la seconda con taglia più slanciata, verruche assenti o poco persistenti, lamelle con riflessi rosati, volva friabile, facilmente dissociata in fiocchi e base del gambo spesso interrata.” -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Poliporo assai comune, rinvenibile su legno marcescente di latifoglia (come questi esemplari, su cerro) oppure emergente da uno sclerozio duro formato da un intreccio compatto tra micelio, terra, sassi e radici (questo sclerozio è quindi una sorta di consistente conglomerato, detto “pietra fungaia”, che può pesare anche 10 kg e oltre). Cappello di diametro massimo sui 15 cm, circolare o reniforme, depresso al centro, cosparso, almeno nei giovani esemplari, di piccole squamule più scure del colore di fondo che può variare dal giallo-ocra al bruno. Margine sottile, un poco fibrilloso-ciliato. Imenoforo di color crema chiaro, con pori angolosi, anche a forma poligonale allungata; con tubuli disposti su un singolo strato, decorrenti sul gambo. Il gambo è di solito laterale, talvolta centrale, di colore ocra chiaro, spesso ricurvo alla base che si presenta cosparsa di fine peluria biancastra. Carne soda ma non coriacea, di colore crema biancastro, con odore fungino leggero e gradevole. P. tuberaster può confondersi con P. squamosus che tuttavia è di dimensioni assai più imponenti (cappello di diametro fino a 50 o 60 cm di diametro) e che ha carne dura e coriacea con odore di cocomero o di farina bagnata. Inoltre il suo gambo è, in proporzione al cappello, corto e quasi rudimentale, di colore bruno o bruno nerastro. Primo piano dell'imenoforo -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
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Polyporus arcularius (Batsch) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Poliporo riconoscibile per alcune caratteristiche: cappello rotondeggiante (fino a 5 cm di diametro) con gambo pressoché centrale; pori ampi, allungati radialmente e con geometria prevalentemente esagonale; imenoforo color crema-biancastro; superficie pileica minutamente villoso-scagliosa, da giallastra-ocracea a bruna, più scura al centro, con margine ciliato; il gambo è leggermente ricurvo alla base, concolore all’imenoforo, e presenta di solito una fine punteggiatura concolore al cappello. I dissepimenti (le “pareti” che individuano i pori) possono presentare dei piccoli dentini sporgenti. Il simile Polyporus brumalis si presenta con pori più piccoli (da 2 a 3 pori per mm) rotondeggianti o poco angolosi; tubuli brevemente decorrenti sul gambo che è grigio-brunastro un po’ squamoso; cappello bruno-giallastro più o meno scuro, con margine liscio o finemente ciliato. Un rametto di Cerro colonizzato da Polyporus arcularius: L'imenoforo a pori allungati, in un'altra coppia -
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Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.” I primi della stagione: Dopo un paio di ore: -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Stereum hirsutum (Wild. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Piccolo funghetto (largo al massimo 4-5 cm) a forma di mensola-crosta appoggiata sul legno; molto comune e diffuso, presente durante tutto l’anno; dalla consistenza quasi coriacea (suberosa-tenace da secco) e dallo spessore piuttosto fine; può presentarsi in fitti esemplari confluenti o sovrapposti, su legno guasto di latifoglie. Caratteristico il cappello di aspetto feltrato e peloso (irsuto), zonato, con vari colori (giallo, arancio, brunastro, verdastro); il margine è più chiaro e lobato; l’imenoforo è liscio o appena gibboso, di colore giallo-arancio. Possibile la confusione sia con specie congeneri (più rare) che però virano al rossiccio alla manipolazione, sia con Stereum ochraceoflavum (non virante), dall’imenoforo bruno-ocraceo e con la superficie sterile grigio-biancastra, poco o per niente zonata. Dalla “Chiave di orientamento ai generi” del (nuovo) Tutto Funghi, pag. 79 e 97: “Corpo fruttifero composto dal solo cappello o a forma di mensola >>> Imenoforo liscio. Corpo fruttifero adeso al legno, distaccantesi brevemente per formare piccole mensole >>> Genere Stereum” Esemplari un po' risecchiti per il caldo e il vento -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Coprinopsis insignis (Peck) Redhead, Vilgalys & Moncalvo; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Ha cappello fibrilloso-peloso, con fibrille argentate che dal margine del cappello arrivano fino al disco. Il disco mostra una zona più scura e brunastra, apparentemente glabra e, di solito, ben differenziata e delimitata dal resto del cappello (uno dei suoi sinonimi è infatti Coprinus alopecia, come a sottolineare la caratteristica “calvizie” della zona discale). Il gambo è leggermente fioccoso/pruinoso su tutta la superficie. Predilige crescere in habitat xerofilo, in particolare su residui legnosi o nelle cavità di Quercia. A livello macroscopico può ricordare Coprinopsis atramentaria che ha gambo liscio (tutt’al più, negli esemplari giovani, un po’ pruinoso nella parte superiore) e presenta frequentemente una zona pseudoanulare formata da un ispessimento della corteccia nella zona basale, quella all’altezza del livello del terreno; il suo disco mostra colori più carichi del resto del cappello ma, solitamente, non in modo così netto come in C. insignis. A livello microscopico C. insignis ha spore verrucose mentre sono lisce in C. atramentaria. **************** Che fa capolino ai piedi di un cerro: Primo piano ingrandito dell'imenoforo: si notano anche i pleurocistidi (in questa specie sono particolarmente grandi) che emergono dalle lamelle -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Amanita rubescens (Pers. : Fr.) S.F. Gray; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 121, Pag. 231: “Discreto commestibile da consumare cotto, contiene tossine termolabili che si disgregano e svaniscono con adeguata cottura. Cotto alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.” ************ Esemplare un po' malconcio, ma che fa ben sperare per future nascite di altre specie... -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 159, Pag. 275: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.” -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Clathrus ruber P. Micheli ex Pers.; Regione Toscana, Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Clathrus cancellatus Tourn. ex Fr. Una specie inconfondibile anche se si incontra raramente. Dalla scheda AMINT: “Basidioma con peridio di forma globosa diametro 3-6 cm, superfice areolata-bitorzoluta, bianca, con peso specifico notevole e di consistenza molle, elastica con evidente cordone (rizoide) miceliare alla base. Successivamente il peridio si lacera, partendo dalla parte sommitale, formando una struttura a simile ad una gabbia con bracci grinzoso-rugosi di colore rosso e di sezione irregolarmente poligonale. All'interno dei bracci è posta la gleba, che nella fase iniziale (peridio chiuso) è verdastra e compatta; successivamente brunastra e deliquescente emana un odore cadaverico, repellente. Compare già dalla primavera per proseguire fino al primo inverno, un po' ovunque nei boschi e nei giardini. Il motivo di questa forma particolare ed appariscente e soprattutto dell'odore fetido è da ricercare nella particolare strategia messa a punto da questo fungo per disperdere le spore: attira gli insetti carnari, soprattutto mosconi, che si cibano e vengono a contatto con la gleba matura disseminandola. Oltre ad essere altamente repellente, è da considerare tossico da maturo. Alcune illazioni su una sua possibile commestibilità nella fase iniziale di ovolo chiuso sono, a nostro avviso, assolutamente da non prendere in considerazione.” Ovolo: Con la tipica e evidente rizomorfa: Aperto: si nota la gleba verdastra mentre, in arancione, la parte che poi si trasformerà nei "bracci". Esemplare semipogeo che si sta sviluppando: Pulito dal terreno: bracci rossastri, con gleba verdastra all'interno. Alla base ciò che resta della "buccia" (peridio) dell'ovolo iniziale -
2017.05 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha postato un topic nell'area Funghi Trovati Anno 2017
Buoni ritrovamenti Alessandro ****************************** Indice della Toscana, mese di Maggio 2017, totale n° 16 specie. Amanita excelsa (Fr. : Fr.) Bertill.; Post # 10 Amanita rubescens (Pers. : Fr) S.F. Gray; Post # 4 Boletus reticulatus Schaeff. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr.; Post # 12, 16 Cantharellus cinereus (Pers. : Fr.) Fr.; Post # 11 Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Post # 7 Clathrus ruber P. Micheli ex Pers. = Clathrus cancellatus Tourn. ex Fr.; Post # 2 Collybia aquosa (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 15 Coprinopsis insignis (Peck) Redhead, Vilgalys & Moncalvo; Post # 5 Helvella lacunosa Afzel. : Fr.; Post # 14 Lactarius piperatus (Linnaeus : Fries) Persoon; Post # 18 Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin; Post # 17 Polyporus arcularius (Batsch) Fr.; Post # 8 Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Post # 9 Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Post # 3 Russula vesca Fries; Post # 13 Stereum hirsutum (Wild. : Fr.) Pers.; Post # 6 -
Ciao Franco
Mi scuso per il ritardo (imperdonabile) con cui ho visto che mi avevi scritto sul diario di Facebook... L'ho visto solo stamani (in FB ormai ci entro molto di rado e di solito per motivi di lavoro, che riguardano la Scuola di Musica). Me ne sono accorto per caso perché stamani sulla posta elettronica mi è arrivato un messaggio con la scritta che c'era qualcosa di tuo sul mio diario.
Sono andato subito a vedere; ho aperto il link che suggerivi ma mi "ha detto" che era "spirato" (o qualcosa del genere); insomma ho capito che il Concorso a cui facevi riferimento era già concluso...
Inoltre ho visto anche che mi avevi mandato un messaggio privato sempre su FB.... ma non riesco ad aprirlo: forse perché non riesco più a fare gli aggiornamenti necessari o forse perché ho il PC da buttar via... Insomma so solo che mi avevi scritto qualcosa ma non so cosa!
Mi dispiace veramente tanto!!! Anche perché conosco benissimo le tue foto che sono sempre di alta qualità sia estetica che di ambientazione, sia per la scelta dei modelli!!!
Se partecipi a qualche altro concorso tramite WEB fammelo sapere, magari meglio non su FB ma qui nel FORUM oppure qui al mio indirizzo di @ (che un po' più spesso di FB vado ad aprire)
francolinialessandro@tiscali.it
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Un abbraccio e scusami ancora!!
Alessandro
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Ciao Piero!
1) Aggiornamento su Vallombrosa: trovato poco meno di 1 kg di marzuoli, ma solo in due sponde piccole e circoscritte (che di solito non tradiscono...); per il resto in 6 Km di camminata non ho visto niente! Anche di altri funghi c'è veramente poco. Non ho visto né i soliti Entoloma né Strobilurus né Astraeus né Gyromitra; solo due o tre Melanoleuca. Sembra tutto fermo. Quindi ancora non vale la pena di farci una girata (a parte la bellezza dei boschi); ieri ha un po' piovuto ma mi sa che non basta per una buttata decente. A prugnoli (mi hanno detto) che sarà un casino se non piove. Decidi te... se pensi di venire a Vallombrosa fammi un fischio che in qualche modo mi libero. Oppure aspettiamo una situazione più ideale.
2) Ho provato a "chiudere" e "spostare" il mese di Febbraio-Toscana "Ritrovamenti": ma non ritrovo più i comandi necessari... In "moderazione" non ci sono più tali comandi e non so se sono altrove.
Un abbraccio a tutti voi!
Alessandro
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2017.04 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Aprile 2017; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie). Mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche; pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; superficie sterile vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); orlo sottile, ondulato, in genere più chiaro; superficie poroide biancastra o crema-ocra. Visti da sotto: Lo stesso identico gruppo di Trametes versicolor, sul medesimo tronco caduto, fotografato in Febbraio. Le striature bruno-rossicce presenti due mesi fa, adesso sono quasi del tutto scolorite. -
2017.04 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Regione Toscana; Aprile 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 49, Pag. 153: “Viste le caratteristiche morfocromatiche generali, l’ecologia e il periodo di crescita, risulta praticamente impossibile confondere questa specie. Semiipogeo, associato alla neve in discioglimento. Viene generalmente stimato come uno dei migliori commestibili, molto apprezzato e ricercato; la sua precocità, la fragrante e mai stucchevole sapidità della sua carne soda e compatta, fanno del Marzuolo uno dei funghi migliori e anche più versatili dal punto di vista gastronomico. Il colore grigio piombo-nerastro contrasta con il candore delle lamelle che, trattandosi di un fungo ipogeo, non mostra mai: la mimesi con i sassi del sottobosco risulta quindi perfetta; la difficoltà di ricerca e il suo mimetismo lo proteggono e ne garantiscono la possibilità di riproduzione nel migliore dei modi.” Semiipogei; anche nascosti sotto uno strato di aghi e rametti, approfittando dell'umidità residua Una volta tolto lo straterello di aghetti e terriccio, appaiono spesso in compagnia: -
2017.04 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha postato un topic nell'area Funghi Trovati Anno 2017
Buoni ritrovamenti Alessandro ********************************** Indice della Toscana, mese di Aprile 2017, totale n° 2 specie. Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Post # 2 Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Post # 3 -
2017.03 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Regione Toscana; Marzo 2017; Foto di Alessandro Francolini. -
2017.03 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha postato un topic nell'area Funghi Trovati Anno 2017
Buoni ritrovamenti Alessandro