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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Xylaria hypoxylon (Linné) Greville; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Qui nella forma imperfetta, con i caratteristici colori... “yuventini”: parte basale nera e decisamente peloso-vellutata; parte apicale bianca (a volte può avere toni aranciati), pruinosa, ramificata (come nelle foto) oppure cilindrico-fusiforme; la forma perfetta, che diventa tutta nera e con superficie bitorzoluta, si sviluppa in primavera. ********** Tappezzavano, con intere colonie, buona parte di un sottobosco in un misto Pino-Latifoglie:
  2. Agaricus moelleri Wasser; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. = Agaricus praeclaresquamosus Freeman Agaricus tossico; sue caratteristiche sono: viraggio (per taglio o sfregamento) al giallo intenso, giallo cromo nel cappello e alla base del gambo; odore di fenolo o di inchiostro soprattutto allo sfregamento e alla base del gambo; anello supero, doppio, spesso giallo vivo al bordo; cuticola asciutta, grigio-fuligginosa, dissociata in fini squamette scure che da molto addensate al centro tendono a diradarsi verso il bordo, lasciando intravedere il fondo biancastro. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 106, Pag. 214: “Le squamette nerastre del cappello, in contrasto con il colore chiaro del fondo, sembrano quasi i puntini del piumaggio di una faraona. Il tipico odore di fenolo, e cioè di inchiostro, con temperature basse può risultare poco percepibile. In questo caso si suggerisce di tenere tra le mani, e quindi scaldare, il pezzetto di fungo che si desidera odorare.” Particolare dell'anello che stava per staccarsi, forse perché impigliato in qualche rametto:
  3. Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer Specie ottima commestibile; riconoscibile per le grandi dimensioni, per la forma tipica ad “imbuto” che acquista con la crescita (potrebbe a grandi linee ricordare un “imbutino” [Clitocybe gibba], ma di notevoli dimensioni), per l’umbone centrale persistente sia nei giovani esemplari che in quelli maturi, per le lamelle decorrenti, per il sapore gradevole e delicato e per l’odore (anche intenso) variamente interpretato: di lavanda, di mandorle dolci, fruttato, ecc. Da giovanissimo assume tutt’altra forma di quella definitiva, col gambo decisamente più appariscente del cappello, mentre questo è, in proporzione, molto più piccolo e con orlo fortemente involuto. Conosciuto anche col nome volgare di “Cimballo”; data la sua bontà molti cercatori tengono gelosamente segrete le stazioni di crescita come avviene per i “Prugnoli” (Calocybe gambosa). Il tipico e piccolo umboncino nel centro del cappello degli esemplari molto grandi e maturi può essere di aiuto, premendolo con un dito, per capire se il fungo è in buone condizioni oppure no: se risulta consistente e duro allora il fungo è in "ottime" condizioni; se invece è cedevole e morbido o molliccio allora il fungo è di solito invaso dalle larve oppure troppo vecchio. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 52, Pag. 156: “Cresce in autunno, anche inoltrato, dopo abbondanti piogge, isolato o a gruppi di numerosi individui, disposti in circoli o file, tra l’erba o nei rovi, al limitare ei prati e nelle radure boschive di latifoglie. Di ottima qualità il cappello; il gambo, soprattutto negli esemplari più maturi, risulta stopposo e coriaceo e deve essere scartato. Molto apprezzato in tante zone d’Italia, in altre è praticamente sconosciuto. In realtà molti cercatori di funghi, a novembre, sospendono ogni attività di ricerca e, come suol dirsi, “appendono il cesto al chiodo” o comunque quasi nessuno in questo momento stagionale frequenta i prati e i pascoli. I pochi che continuano a cercare funghi nella stagione fredda, dedicano attenzione ai boschi planiziali, alle pinete di rimboschimento collinari, alle rive fluviali.”
  4. ********************************** Indice della Toscana, mese di Ottobre 2016, totale n° 130 specie determinate. In (*) le schede con microscopia. Più altri 6 ritrovamenti non determinati ma generici. Agaricus bresadolanus Bohus; Post # 83 Agaricus moelleri Wasser [= Agaricus praeclaresquamosus Freeman]; Post # 106 Agaricus porphyrizon P.D. Orton; Post # 120 Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotlaba & Pouzar; Post # 96 Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Post # 41, 142 Amanita ceciliae (Berkeley & Broome) Bas; Post # 7, 141 Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 38 Amanita echinocephala (Vitt.) Quél.; Post # 118 Amanita franchetii (Boud.) Fayod; Post # 54 Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam.; Post # 44, 55 Amanita ovoidea (Bull.) Link; Post # 115 Amanita pantherina (De Cand. : Fr.) Krombh.; Post # 23 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Post # 56 Amanita rubescens (Pers. : Fr) S.F. Gray; Post # 9, 57 Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Vittadini; Post # 58 Armillaria gallica Marxm. & Romagn.; Post # 124 Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.; Post # 59, 104 Armillaria tabescens (Scop.) Emel; Post # 123 Artomyces pyxidatus (Pers. : Fr.) Julich; Post # 60 Boletus aereus Bull.; Post # 19 Boletus edulis Bull. : Fr.; Post # 28 Boletus erythropus Pers.; Post # 5 Boletus permagnificus Pöder; Post # 33 Boletus reticulatus Schaeff. [= Boletus aestivalis (Paulet) Fr.]; Post # 4, 42 Boletus subtomentosus L.; Post # 134 Butyriboletus pseudoregius (Heinr. Huber) D. Arora & J.L. Frank [= Boletus pseudoregius (Heinr. Huber) Estadès]; Post # 137 Calocera viscosa (Pers. : Fr.) Fr.; Post # 6 Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck; Post # 43 Cerioporus mollis (Sommerf.) Zmitr. & Kovalenko [= Datronia mollis (Sommerf. : Fr.) Donk]; Post # 8 Cerocorticium sulfureoisabellinum (Litsch.) Jülich & Stalpers [= Flavophlebia sulfureoisabellina (Litsch.) K.H. Larss. & Hjortstam.]; Post # 148 (*) Chlorociboria aeruginascens (Nyl.) Kanouse ex C.S. Ramamurthi, Korf & L.R. Batra; Post # 145 Clavariadelphus flavoimmaturus R.H. Petersen; Post # 125 Clitocybe costata Kühner & Romagnesi [= Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja]; Post # 101 Clitocybe gibba (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 27 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 45, 100 Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Kummer; Post # 3, 61 Collybia fusipes (Bull. : Fr.) Quélet; Post # 46 Collybia kuehneriana Singer; Post # 62 Coprinopsis atramentaria (Bull. : Fr.) Redhead, Nilgalys & Moncalvo [= Coprinus atramentarius (Bull. : Fr.) Fr.]; Post # 25 Coprinopsis insignis (Peck) Redhead, Vilgalys & Moncalvo; Post # 20, 112 Cortinarius elatior Fr.; Post # 79 Cortinarius glaucopus (Schaeff.) Fr.; Post # 127 Cortinarius ionochlorus Maire; 1 Post # 126 Cortinarius melanotus Kalchbr.; Post # 143 Cortinarius trivialis J.E. Lange; Post # 21 Daedaleopsis confragosa (Bolt. : Fr.) Schröter; Post # 22 Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm. [=Entoloma lividum (Bull.) Quélet]; Post # 26, 128 Fistulina hepatica (Schaeff. : Fr.) With.; Post # 2 Fomitopsis pinicola (Sw. : Fr.) P. Karst.; Post # 11 Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Post # 14 Ganoderma carnosum Pat.; Post # 15 Gyrodon lividus (Bull. : Fr.) P. Karsten; Post # 30 Gyroporus castaneus (Bull.) Quél.; Post # 135 Hebeloma radicosum (Bull. : Fr.) Ricken; Post # 84 Heterobasidion abietinum Niemelä & Korhonen; Post # 151 Hydnum repandum L. : Fr.; Post # 88 Hydnum rufescens Pers.; Post # 87 Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr.; Post # 105 Hygrophorus eburneus (Bull. : Fr.) Fr.; Post # 91 Hygrophorus penarius Fries; Post # 110 Hygrophorus persoonii Arnolds; Post # 47 Hygrophorus russula (Schaeff.) Kauffman; Post # 111, 129 Hymenopellis radicata (Relhan : Fr.) R.H. Petersen [= Xerula radicata (Relhan) Dörfelt]; Post # 71 Hypholoma fasciculare (Huds. : Fr.) Kumm.; Post # 40 Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja [= Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer]; Post # 102 Junghuhnia nitida (Pers. : Fr.) Ryvarden; Post # 144 (*) Laccaria amethystina (Huds.) Cooke; Post # 63 Lactarius acris (Bolton) Gray; Post # 132 Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr.; Post # 121 Lactarius chrysorrheusus Fr.; Post # 64 Lactarius quietus (Fr. : Fr.) Fr.; Post # 97 Lactarius rugatus Kühner & Romagn.; Post # 130 Lactarius salmonicolor Heim & Leclair; Post # 65 Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Post # 98 Lactarius subumbonatus Lindgren; Post # 81 Lactarius zonarius (Bull.) Fr.; Post # 94 Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder; Post # 133 Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Post # 31 Leccinum crocipodium (Letellier) Watling; Post # 24 Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer; Post # 32 Lepiota clypeolaria (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 66 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 67 Lycoperdon pyriforme Schaeff.: Pers.; Post # 12 Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser; Post # 29 Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Post # 39 Mucidula mucida (Schrad. : Fr.) Pat. [= Oudemansiella mucida (Schrad. : Fr.) v.Höhnel]; Post # 13, 50 Mycena haematopus (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 17 Mycena pura (Pers. : Fr.) P. Kummer; Post # 16 Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Post # 74 Mycena inclinata (Fr.) Quél.; Post # 70 Omphalotus olearius (De Cand. : Fr.) Fayod; Post # 10 Paxillus involutus (Batsch) Fr.; Post # 75 Phaeolus schweinitzii (Fr. : Fr.) Pat.; Post # 34 Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin; Post # 77 Phellinus hartigii (Allesch. & Schnabl) Pat.; Post # 150 Phlebia tuberculata (Berk. & M.A. Curtis) Ţura, Zmitr., Wasser & Spirin [= Phlebia albida Fr.] ; Post # 149 (*) Pholiota squarrosoides (Peck) Sacc.; Post # 95 Podofomes trogii (Fr.) Pouzar [= Ischnoderma trogii (Fr.) Teixeira]; Post # 152 Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Post # 35 Rickenella fibula (Bull. : Fr.) Raith. [= Omphalina fibula (Fr.) Quél.]; Post # 73 Russula amoena Quél.; Post # 140 Russula aurora Krombholz; Post # 122 Russula caerulea (Pers.) Fr. [= Russula amara Kučera]; Post # 119 Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Post # 86 Russula drimeia Cooke [= Russula sardonia Fr.]; Post # 113 Russula fragilis (Pers. : Fr.) Fr.; Post # 103 Russula olivacea (Schaeff.) Fr.; Post # 138 Russula rosea Pers. [= Russula lepida (Fr. : Fr.) Fr.]; Post # 116 Russula solaris Ferdinandsen & Winge; Post # 117 Russula vesca Fries; Regione Toscana; Post # 114 Russula vinosobrunnea (Bres.) Romagn.; Post # 139 Steccherinum fimbriatum (Pers. : Fr.) J. Erikss. ; Post # 146 (*) Stereum hirsutum (Wild. : Fr.) Pers.; Post # 49 Stropharia aeruginosa (Curt. : Fr.) Quélet; Post # 72 Stropharia caerulea Kreisel; Post # 99 Suillellus mendax (Simonini & Vizzini) Vizzini, Simonini & Gelardi; Post # 147 Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi [= Boletus queletii Schulzer]; Post # 136 Tricholoma atrosquamosum (Chevall.) Sacc.; Post # 107, 131 Tricholoma basirubens (Bon) A. Riva & Bon; Post # 69 Tricholoma columbetta (Fr. : Fr.) Kummer; Post # 85 Tricholoma josserandii Bon; Post # 90 Tricholoma pardinum (Persoon : Secrétan) Quélet; Post # 109 Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quélet; Post # 68 Tricholoma saponaceum (Fr. : Fr.) Kummer; Post # 51 Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Post # 89 Tricholoma squarrulosum Bresadola; Post # 108 Tricholoma ustaloides Romagn.; Post # 80 Tubifera ferruginosa (Batsch) J.F. Gmel.; Post # 36 Tylopilus porphyrosporus (Fr. & Hök) A.H. Sm. & Thiers [= Porphyrellus porphyrosporus (Fr.) Gilbert]; Post # 37 Volvopluteus gloiocephalus (DC.) Vizzini, Contu & Justo [= Volvariella gloiocephala (DC. : Fr.) Boekhout & Enderle]; Post # 76 ******************************** Non determinati ma generici: Coprinus cfr. lagopus (Fr.) Fr.; Post # 48 Cortinarius sp.; Post # 92 Laccaria laccata s.l.; Post # 78 Lyophyllum sp.; Post # 93 Mycena sp.; Post # 18, 52, 53 Otidea cfr. alutacea (Pers.) Massee; Post # 82
  5. Tricholoma fracticum (Batsch) Kreisel Maire; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Un Tricholoma che fa parte della sezione Albobrunnea. Si riconosce facilmente per la sua zona pseudoanulare netta e precisa, un pochino in rilievo a tal punto che si può apprezzare al tatto la sua consistenza glutinosa, e che separa la parte alta del gambo bianca e liscia dalla parte sottostante (di solito i tre quarti di tutto il gambo) che si presenta concolore al cappello: cioè bruno-rossastro. Il margine del cappello è un po’ eccedente e intero, a volte leggermente scanalato a maturità. La cuticola del cappello è brillante a tempo umido, un po’ opaca a tempo secco, vischiosa e nettamente amara: basta appoggiare la lingua su di essa e si percepisce una nota decisamente amara dovuta al suo glutine. La carne sottocuticolare è, invece, di sapore inizialmente farinoso-dolciastro per poi tendere, durante la masticazione, all’amarognolo. Habitat sotto Pino, in autunno anche inoltrato. Suo simile può essere il Tricholoma ustaloides che tuttavia ha margine pileico precocemente scanalato, non ha la cuticola amara (mentre è amarognola la carne) e, pur presentando sul gambo una netta separazione tra il bianco dell’apice e il bruno-arancio della parte inferiore, non ha quella specie di pseudoanello glutinoso e in rilievo che contraddistingue T. fracticum. Un altro Tricholoma che presenta una zona pseudoanulare simile a quella di T. fracticum è T. colossus; ma le sua dimensioni imponenti (da cui il nome, con peso anche oltre i 2 chili) e il gambo tozzo e robusto, oltre alla sua rarità, fugano ogni dubbio.
  6. Tricholoma caligatum (Viviani) Ricken; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Un Tricholoma inconfondibile ancorché non molto comune. Si contraddistingue per l’anello armillato e membranoso, consistente e permanente che ne decora il gambo, per la colorazione del cappello che è coperto da squame larghe e di color cioccolato più o meno scuro che risaltano sul colore ocraceo-biancastro di fondo. Lamelle fitte, bianche (o un po’ macchiate di ocra pallido negli esemplari maturi), quasi adnate al gambo e quindi non così smarginate come nella media caratteristica dei Tricholoma. Il gambo è cilindrico ma attenuato alla base; è bianco sotto l’imenoforo fino all’anello. L’anello è la parte terminale di un'armilla che riveste il fungo in gioventù; con la crescita e l’espandersi del cappello l’armilla si spacca al bordo del cappello stesso e rimane a calzare la parte bassa del gambo che appare cosparso di squame della stessa natura e colorazione di quelle pileiche. Carne soda e bianca, immutabile. In letteratura vengono riportate diverse caratteristiche organolettiche: se di odore sgradevole allora la carne risulterebbe amarognola o amara; se di odore fruttato allora la carne avrebbe sapore dolciastro o poco amarognolo (anche se, a maturità, l’odore può divenire comunque sgradevole). Periodo di crescita autunnale, soprattutto presso pinete litoranee; ma presente anche all’interno sempre in presenza di Pino. Si tratta di una specie commestibile di scarso pregio, viene consumato preferibilmente come sott’olio o sott’aceto vista la compattezza della sua carne. Data la sua rarità e considerando che nello stesso periodo e habitat crescono altre specie con qualità organolettiche decisamente migliori, con presenza a volte invasiva (basti pensare al Tricholoma terreum e alle "Morette" in generale), è consigliabile lasciare sul posto questa bella specie. Un altro Tricholoma con armilla, con morfologia e habitat simile è il Tricholoma focale: presenta cuticola liscia, feltrata ma non squamosa, di colore giallo-ocraceo con fiammature aranciate o bruno-rossastre o verdastre anche mescolate assieme; con armilla concolore al cappello. Un vero sosia almeno a livello morfologico è il Tricholoma nauseosum, specie molto rara in Italia a distribuzione tipicamente alpina o prealpina, mentre è frequente in alcune zone del Nord Europa, Scandinavia in particolare. Anch’esso è decorato su cappello e armilla da squame lanose ma di colore bruno-tabacco su fondo ocraceo; presenta lamelle bianche inizialmente, poi color crema, che si macchiano di bruno se contuse; cresce anche sotto Peccio. ******** Questi esemplari avevano odore abbastanza sgradevole, di marcio; simile a quello di una matura Amanita ovoidea.
  7. Amanita pantherina (De Cand. : Fr.) Krombh.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo ubiquitario, assai comune. Molto velenoso. Cresce isolato o fortemente gregario, da giugno-luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie; spesso invasivo. Caratterizzato dalla presenza di un anello posto nella parte medio-bassa del gambo, dalla volva aderente al bulbo, circoncisa e dissociata in due o tre cercini più o meno paralleli ed evidenti. Amanita simili possono essere: A. gemmata (ma con cappello giallo o giallo-ocraceo e non bruno), A. franchetii (che però ha velo generale giallastro e non bianco: quindi presenta verruche gialle sul cappello al contrario dell’A. pantherina che le presenta decisamente bianche; ha inoltre volva non circoncisa ma dissociata in fioccosità giallastre), A. rubescens (con l’anello a gonnellino e posto molto in alto sul gambo, con colori bruno-rossastri e con carne che vira al rossastro a contatto con l’aria mentre la carne di A. pantherina è bianca immutabile; ha infine volva non circoncisa ma dissociata in fioccosità rossastre). Come per Amanita muscaria può considerarsi “spia del porcino” perché ha lo stesso habitat. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 119, Pag. 229: “Velenoso, talora mortale. Provoca avvelenamento di tipo neurotropico simile, ma più grave, a quello provocato dall’Amanita muscaria. I sintomi compaiono da trenta minuti a tre ore dopo l’ingestione. I principi tossici colpiscono prevalentemente il sistema nervoso centrale.”
  8. Lactarius deliciosus (L. : Fr.) S. F. Gray; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. È un Lactarius relativamente facile da determinare per l’habitat esclusivo sotto Pino, anche con presenza di Ginepro; per il cappello da ocra-arancio a giallo-arancio con evidenti zonature concentriche più scure; per il latice non particolarmente fluido, di color arancio carota, dolce e immutabile (o virante a colori più pallidi); per gli scrobicoli arancio-rossi presenti sul gambo; per la taglia medio-grande (con cappello che arriva fino a 15 cm di diametro). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 174, Pag. 291: “Viene facilmente confuso con le altre specie a latice rosso-carota, per cui sono necessari per una esatta identificazione: il colore del latice al taglio della carne color arancio carota e immutabile, il cappello zonato con colorazioni assai cariche, il gambo scrobicolato, la tendenza praticamente minima all'inverdimento (anche se in alcune situazioni ecologiche è molto evidente) e l'habitat sotto Pino o Ginepro. Lactarius sanguifluus cresce anche lui sotto Pino a due aghi, presenta maggior inverdimento, colori pileici arancio violacei e latice caratteristicamente rosso sangue, rosso-vinoso intenso.” Particolare dell'imenoforo e del gambo scrobicolato: Al taglio la carne assume color arancio-carota; il latice, in questo esemplare, era particolarmente scarso e per niente fluido. Inverdimento parziale e molto tardivo (dopo quasi 4 ore dal taglio) nelle zone contuse:
  9. Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 98, Pag. 206: “Non confonderlo con Chlorophyllum rhacodes, tossico, con squamule fortemente infisse nel derma del cappello (dette “a tegola”), con viraggio all’arancione e poi al brunastro della carne esposta, laddove corrosa o tagliata. È prudente non mangiare Macrolepiota il cui diametro sia inferiore a 8 cm per non confonderle con le Lepiota del Gruppo helveola, o altre velenose o mortali. Macrolepiota procera essendo uno dei colossi del bosco, difficilmente può essere confuso con le piccole Lepiota. Per la misura si fa riferimento al fungo adulto e quindi con il cappello completamente aperto.” Una coppia di "Mazze di tamburo" a maturità, con il cappello curiosamente revoluto (a causa della pioggia dei giorni scorsi?) quasi a formare delle coppe: Particolare dell'anello:
  10. Tricholoma terreum (Schaeffer) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 69, Pag. 174: “Commestibile buono, venduto nei mercati, conosciuto col nome di Moretta. Abbondantissimo nelle zone di crescita, in boschi di latifoglie o misti, predilige in modo particolare il Pino; il periodo di comparsa inizia in primavera e dura nelle regioni a clima mite per tutto l’inverno, con una pausa nei mesi estivi più caldi e siccitosi. Tricholoma terreum è specie molto variabile e per questo è stata soggetto di interpretazioni tassonomiche diverse nel corso degli anni da parte di molti Autori. Tricholoma myomyces descritto come specie più esile e con residui velari osservabili vicino all’apice del gambo; Tricholoma gausapatum avente una cuticola marcatamente feltrata. Queste piccole differenze rientrano oggettivamente nella variabilità di una qualsiasi entità e quindi sono sinonimizzate con Tricholoma terreum.”
  11. Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer Tipici e comuni funghi di lettiera: il loro micelio vive inserito tra le fibre di foglie o aghi o rametti marcescenti, da cui traggono nutrimento. Caratterizzati da una cuticola grassa e untuosa (che a toccarla ricorda la sensazione del contatto con il burro), igrofana e lucida; da un gambo bulboso o comunque ingrossato alla base che reca attaccati residui miceliari e resti di substrato. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 82, Pag. 189: “Priva di interesse alimentare, è una specie che ha una grande importanza per l’ambiente perché si nutre di sostanze organiche che sottrae alle foglie e agli aghi depositati sul terreno nei boschi. È uno “spazzino” naturale che contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. In questo modo mantiene costanti le condizioni ambientali per la vita degli alberi e del bosco con tutti i suoi abitanti.”
  12. Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Cuticola tipicamente lacerata a forma di stella, con evidenti squame brunastre su fondo crema-pallido; le squame si staccano facilmente dalla cuticola. Gambo con anello semplice; il gambo è liscio e crema chiaro sopra l'anello e al di sotto è screziato da fini bande bruno-rossastre-chiare che lasciano intravedere il fondo crema pallido. È simile a Macrolepiota excoriata che però presenta la squamatura sul cappello meno geometricamente pronunciata ed ha il gambo più liscio, non screziato ma appena pruinoso-vellutato. Il cappello visto dall'alto:
  13. Russula nigricans Fr.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Lamelle e gambo che arrossiscono nelle zone contuse: La progressiva variazione di colore al taglio, nell'arco di un'ora: da una iniziale colorazione bianca a tonalità rosate, poi rosse e infine nerastre:
  14. Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 63, Pag. 167: “L’elevata variabilità morfocromatica di questa specie e la sua ampia diffusione in areali diversi hanno contribuito alla creazione di molte varietà e forme. Gregario o subcespitoso nei boschi di latifoglie, in ambiente tendenzialmente termofilo o mediterraneo associato a Querce, Castagni, Carpini e Faggi; comune dall’autunno e pressoché indifferente al substrato. Tossico, responsabile di forme gastroenteriche. Inoltre pericoloso per la relativa somiglianza con la mortale Amanita phalloides.” Il bel colore del cappello di Tricholoma sejunctum, reso ancor più brillante in una giornata umida ma luminosa; reperito sotto Quercia: Una qualsiasi foto del fungo intero, compreso gambo e imenoforo è stato impossibile farla a causa del gambo che mi si è "sciolto" in mano per l'acqua imbevuta. Così come il cappello: una volta sollevato da terra, si è spaccato in più parti. Comunque non a tal punto da impedire di notare lamelle e gambo bianchi, con filo lamellare regolare e intero. In realtà, soltanto con questa foto presentata, potrebbe venire il dubbio di essere di fronte a qualche altro Tricholoma: i colori brillanti e lucidi del cappello dovuti alla nebbia e alla pioggerella potrebbero anche far pensare a Tricholoma equestre, Tricholoma viridilutescens o qualche altro Tricholoma del "gruppo dei gialli", ma un controllo delle lamelle e degli altri caratteri aveva fugato ogni dubbio. Tricholoma viridilutescens ha habitat preferenziale sotto Peccio e Pino, anche misti con Betulla e Faggio, ha colori pileici spesso simili a quelli del T. sejunctum però possiede lamelle con tagliente irregolare e seghettato, bianche ma tipicamente gialline verso il margine pileico; gambo bianco con sfumature giallastre. Tricholoma viridifucatum, raro, è simile ma possiede solitamente tonalità pileiche marcatamente più giallo-verdastre e ha dimensioni più minute; Tricholoma equestre ha lamelle dal bel colore giallo-oro.
  15. Lactarius chrysorrheusus Fr.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Le zonature del cappello: Latice che dal bianco vira al giallo dopo pochi minuti:
  16. Hygrophorus arbustivus Fries; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. È un Hygrophorus reperibile con una certa frequenza nei boschi di latifoglie, soprattutto Querce, in autunno anche inoltrato. Il suo cappello (2 – 8 cm di diametro) è nettamente cosparso di fibrille innate, visibili a occhio nudo, disposte radialmente e di colore ocra-ruggine sul fondo crema-beige, più appressate al centro e diradantesi verso il bordo; cosicché la cuticola appare discolore: crema-beige al margine ma con centro più scuro, bruno-rossastro o bruno-ruggine. Lamelle adnate-decorrenti, ventricose, lardacee e spesse, inizialmente bianche poi con riflessi grigio-crema vagamente rosati a maturità. Gambo cilindrico, attenuato alla base, decorato di fioccosità biancastre soprattutto nella metà superiore che appare quindi biancastra, mentre più in basso tende a scurire verso tonalità bianco-crema o ocracee. Carne compatta e fibrosa, di colore bianco ma bruno-ocreceo sotto la cuticola in corrispondenza del centro in cui sono più appressate le fibrille ocra-ruggine. Sapore e odore quasi nulli o leggermente fungini. In letteratura esiste anche la var. quercetorum dal cappello di color brunastro-caffelatte al centro e che va gradatamente e uniformemente schiarentesi verso il margine; inoltre le fibrille del suo cappello sono invisibili a occhio nudo. Particolare del cappello, con le fibrille color ruggine disposte radialmente, più appressate al centro:
  17. Hygrocybe conica var. conica (Schaeffer : Fries) P. Kummer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 44, Pag. 148: “Tutto il fungo tende a maturità ad annerire vistosamente, fino a colori cupi picei. Stesso viraggio si realizza nelle zone eventualmente corrose o rotte. Grazie a questa caratteristica, risulta essere una delle Hygrocybe più facili da determinare con il semplice esame macroscopico; per quasi tutte le altre specie, al fine di una corretta determinazione, l’indagine microscopica si rende spesso assolutamente indispensabile.” Dopo un po' di tempo il viraggio era il seguente:
  18. Tricholoma ustale (Fr. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. L’epiteto specifico di questa specie deriva dal latino ustus (participio perfetto del verbo uro = bruciare) = bruciato; in effetti la colorazione generale di questo Tricholoma appare sui toni bruni (dal bruno-castano al bruno-rossiccio fino al bruno-nerastro) che possono ben ricordare qualcosa di bruciato. Anche l’imenoforo, inizialmente bianco-crema, tende in età a macchiarsi di bruno-rossastro sia sulle facce delle lamelle sia sul loro filo. Il gambo è presto decorato di fibrille bruno-rossastre più fitte alla base e che di rarefanno verso l’apice che quindi appare sempre di color crema chiaro ma senza una netta separazione cromatica dal resto del gambo. Carne biancastra, con odore lievemente erbaceo e sapore amarognolo dopo masticazione più o meno prolungata. Habitat nei boschi di latifoglie, in autunno. Può essere confuso con Tricholoma ustaloides che manifesta una colorazione pileica più brillante, con toni più aranciati, ha margine pileico scanalato (mentre quello di T. ustale è intero), presenta di solito una più netta separazione tra la zona bianca all’apice del gambo col resto del gambo stesso che è concolore al cappello, ha carne dal sapore di farina, con sapore farinaceo-amarognolo nella cuticola; ha odore simile a quello del cetriolo o del cocomero.
  19. Tricholoma acerbum (Bull. : Fr.) Quélet; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Caratteri distintivi di questo bel Tricholoma che può raggiungere anche dimensioni importanti, con cappello fino a 15-16 cm di diametro, sono: colorazione generale comunque pallida, su toni crema-giallastro, crema-avorio o crema-brunastro, con eventuali macchie rosate in vecchiaia e sparse qua e là, soprattutto al centro; cuticola opaca, feltrata al margine e facilmente asportabile; margine pileico molto involuto nei giovani, per poi distendersi in vecchiaia ma di solito non completamente, scanalato radialmente in modo costante; lamelle fitte e sottili, intervallate da numerose lamellule, che al tocco o in vecchiaia tendono a macchiarsi di ruggine; gambo concolore al cappello, forforaceo nella parte superiore; carne spessa e dura, da biancastra a giallo-ocra pallido, di odore leggero e sapore tipicamente amarognolo-astringente. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 70, Pag. 175: “Cresce dalla tarda estate all’autunno a gruppi di diversi esemplari nei boschi caldi di Querce, Castagni e Faggi. Predilige i tratti luminosi ai margini del bosco su suolo basico calcareo. Non è comune ovunque. Tricholoma roseoacerbum è specie molto prossima e di difficile distinzione, specialmente in presenza di esemplari molto maturi. Ha la cuticola tipicamente fiammata di ocra-rosato, lamelle paglierine già nei giovani esemplari e dimensioni leggermente inferiori. Leucopaxillus tricolor (sinonimo di Tricholoma tricolor, ormai in disuso) ha lamelle giallo carico, gambo panciuto alla base e sapore non amaro.” Particolare dell'imenoforo e della parte alte del gambo:
  20. Tricholoma atrosquamosum (Chevall.) Sacc.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Uno dei Tricholoma caratterizzati dalla presenza sul cappello di evidenti “squarrosità”, cioè di scagliette più o meno arruffate e rialzate: più fitte nella zona discale e di colore grigio-nerastro o nero, che vanno diradandosi verso il margine lasciando intravedere il colore di fondo della cuticola che va dal grigio-chiaro al grigio-crema. Margine sottile, involuto nel giovane, poi disteso, anche lobato. Lamelle bianche o grigiognole, con il filo irregolare e sovente punteggiato di nero. Odore aromatico-speziato (come di farina mescolata con del pepe macinato) e sapore analogo. Gambo cilindrico, dilatato alla base o clavato, percorso da fini fibrille brunastre che lo rendono quasi concolore al cappello; con presenza di feltro miceliare biancastro alla base. Habitat sotto conifere, ma anche presso latifoglie. Gli è simile, per caratteristiche organolettiche, il più comune Tricholoma squarrulosum che è comunque molto più “squarroso” sul cappello e presenta una cuticola feltrata-lanosa anche al margine che è sempre un po’ eccedente e un poco involuto. Anche il gambo di Tricholoma squarrulosum appare più fittamente decorato da fibrille o squarrosità. In questi esemplari, dal forte odore di pepe macinato di fresco, il filo delle lamelle non era punteggiato di nero:
  21. Russula atropurpurea (Krombholz) Britzelmayr; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. = Russula krombholzii Shäffer Con i cromatismi diversi dalla forma tipo: il centro del cappello non è più scuro rispetto al bordo. Il gambo però mantiene la caratteristica tonalità grigiastra dovuta al colore di fondo su cui si stagliano le evidenti costolature più chiare, percepibili anche al tatto.
  22. Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo gregario che cresce a gruppi anche numerosissimi durante i periodi particolarmente freschi e umidi in estate e, soprattutto, in autunno. Buon commestibile: si presta benissimo anche all'essiccazione e a successiva riduzione in polvere per essere impiegato come aromatizzante. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 33, Pag. 136: “Questo fungo è un buon commestibile, molto ricercato, anche se non tutti gradiscono un piatto ingrigito o addirittura annerito da questi funghi; essiccato ha un'ottima resa. Il nome Trombetta dei morti non è dovuto al colore nero ma al fatto che si sviluppa attorno al 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Piuttosto simile per struttura e colorazione è Cantharellus cinereus, buon commestibile, che presenta un cappello grigio più o meno scuro, ma con tonalità brunastre; la superficie è un po' fibrillosa, soprattutto verso il margine, che appare ben revoluto e marcatamente ondulato; l'imenio di questo fungo è caratterizzato da pliche venose molto ramificate, dette anastomosi, e scambiate da molti per lamelle; il colore è grigio cenere e schiarisce a maturazione, a causa della sporata bianca. Il gambo è ben distinto e pieno ma, crescendo, si forma al centro di esso un sottile condotto che talvolta arriva fino al centro del cappello. La carne è nerastra, sottile ed elastica, con un evidente odore fruttato e sapore gradevole. Cresce numeroso soprattutto nei castagneti umidi e viene raccolto e consumato spesso scambiandolo per le più famose Trombette. Altro esemplare somigliante a questo fungo è Færberia carbonaria, commestibile, somigliante ad un Cantharellus e infatti, in un passato lontano, veniva chiamato Cantharellus carbonarius: cresce su residui carboniosi, talvolta nel muschio e presenta un cappello più piccolo, convesso, imbutiforme, con orlo ondulato di colore grigio-brunastro ed imenio costituito da vere lamelle.” ********************* Questo autunno, almeno in Mugello, si è rivelato un fungo "rarissimo". Di solito in questa stagione dovrebbe essere invasivo; invece questi 4 esemplari sono i primi e i soli avvistati...
  23. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  24. Boletus aereus Bull.; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Esemplare che per la sua colorazione potrebbe far pensare a prima vista al Boletus reticulatus. Tuttavia la pruina presente sul cappello, una più attenta osservazione ai colori e il gambo decisamente obeso (oltre alla stagione insolita per la fruttificazione di B. reticulatus) rendono agevole la determinazione.
  25. Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre L. nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma L. nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 73, Pag. 179: “Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili.” ********************** Confronto tra le colorazioni ormai smorte di esemplari vetusti contro la colorazione violetta brillante di un giovane esemplare.
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