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2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Piptoporus betulinus (Bull. : Fr.) P. Karst.; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini Cresce esclusivamente su legno di Betulla; di solito è saprofita su legno deteriorato di rami a terra ma è rinvenibile anche come parassita sulla pianta viva e debilitata. Si presenta come una mensola da dimidiata a forma di conchiglia o reniforme, più o meno pseudostipitata; la superficie sterile è liscia e la cuticola è papiracea di colore da bianco a grigio-bruno o color nocciola. Superficie poroide di colore bianco-crema con pori molto piccoli e rotondeggianti. Il margine è spesso, più o meno sinuoso, arrotondato. Odore gradevole, sapore amarognolo. Un tempo veniva essiccato per essere impiegato come affila-rasoi o per lucidare metalli. Tutto lo sporoforo, nel complesso, ha una forma variabile ma dalle “linee morbide e flessuose”: ciò, assieme alla colorazione e all’habitat, rende questo bel lignicolo inconfondibile. Giovani esemplari: -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Pholiota squarrosa (Weigel : Fr.) Kummer; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini Relativamente comune e fortemente fascicolata o cespitosa, si può reperire alla base dei ceppi o dei tronchi di latifoglie e di conifere. Le squame imbrunenti, rialzate e retroverse, la carne dall’odore complesso con nota rafanoide e dal sapore amarognolo possono essere di aiuto nel distinguerla macroscopicamente dalla simile Pholiota squarrosoides che ha odore gradevole, squame non annerenti e colori meno vivaci e più pallidi. Dal nuovo TUTTO FUNGHI, Scheda 145, Pag. 259: “Questo stupendo fungo è riconoscibile per la discreta taglia, la superficie pileica asciutta e per le squame irte e imbrunenti presenti sia sul gambo che sul cappello. Si tratta di un fungo molto bello da vedere e fotografare, uno di quei gioielli dei boschi che ovviamente bisogna rispettare per la sua funzione ecologica." -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Imleria badia (Fr. : Fr.) Vizzini; Regione Toscana; Settembre 2017; foto di Alessandro Francolini. = Boletus badius (Fr. : Fr.) Fr. 1821 = Xerocomus badius (Fr. : Fr.) E.-J. Gilbert 1931 Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 200, Pag. 317: “Imleria badia, dalla controversa tassonomia, in passato è stato classificato dai vari Autori ora come Xerocomus [Xerocomus badius (Fr. : Fr.) E.-J. Gilbert, 1931] ora come Boletus [Boletus badius (Fr. : Fr.) Fr., 1821] , presentando caratteristiche morfologiche intermedie tra i due Generi. Tuttavia sulla base di nuovi studi supportati da analisi filogenetiche, è stato recentemente inserito nel nuovo Genere Imleria Vizzini 2014. Imleria badia risulta fino ad ora l’unica rappresentante di questo Genere presente in Italia. Facilmente riconoscibile dalle altre Boletaceae xerocomoidi per la carne bianca leggermente virante a un debole verde-azzurrino passeggero, soprattutto alla giunzione tra cappello e gambo e per la cuticola con colorazione bruna, liscia e untuosetta con tempo piovoso.” *************** Ritrovamenti presso Castagno, con un gambo inaspettatamente e insolitamente cavo: -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini = Boletus erythropus Persoon ss. Fries Buon commestibile dopo adeguata cottura che consente di eliminare alcune tossine termolabili. Tutto il carpoforo è virante al blu in maniera intensa (al taglio o anche alla pressione). Odore fruttato e sapore dolce. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 206, Pag. 323: "Pur appartenendo a un Gruppo di Boletaceae critiche, per via del viraggio della carne, è abbastanza agevole riconoscerlo con sufficiente sicurezza in quanto è l'unico fungo boletoide con cuticola vellutata marrone, pori arancio-rossastri e gambo quasi interamente decorato da fine punteggiatura rossa. Giovane esemplare Le morsicature delle lumache fanno vedere la carne di colore giallo Puntinatura rossa evidente e tipica sul gambo Puntinatura sul gambo presente ma meno evidente -
Ciao Tom. Ho un dubbio sul nome del Leccino di Peccio (quello tipico col cappello rosso-mattone e con le evidenti decorazioni nere su gambo). È Leccinum vulpinum? O Leccinum piceinum?
Perché in archivio c'è solo il vulpinum (con ipotesi di sinonimia tra le due specie), mentre sul libro TUTTO FUNGHI (Pag. 336) si parla di due specie separate col piceinum dato sotto peccio e vulpinum dato sotto pino.
Io questo l'ho sempre battezzato come L. vulpinum.
Grazie mille!
Ale
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2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Regione Trentino, Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Lignicolo parassita che continua a fruttificare come saprotrofo anche dopo la morte dell’ospite; di preferenza su legno di latifoglie ma anche su conifere. Inconfondibile per alcuni caratteri tipici: # colorazione giallo-arancio molto vistosa negli esemplari giovani (a maturità tende a sbiadire; così come si presenta con colori meno vivaci quando fruttifica su conifere); # margine ispessito, di colore giallo citrino, molto ondulato, lobato e vellutato; # superficie sterile più o meno rugosa o bitorzoluta, di un bel colore giallo aranciato (giallo-rosa negli esemplari giovani; giallo chiaro negli esemplari vetusti e disidratati); # superficie poroide di colore giallo zolfo (da cui il nome), con pori molto piccoli; # caratteristica carnosità ed elasticità negli esemplari freschi; fragilità e leggerezza negli esemplari essiccati. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 31, Pag. 134: “A questa specie sono attribuiti micetismi riferiti a diverse sindromi: Coprinica, Psilocibinica e Gastroenterica; probabilmente molte delle sue tossine sono termolabili. Imprudentemente viene ancora consumato in alcune regioni italiane.” ********************** Esemplari reperiti su ceppa spiaggiata al Lago di Caldonazzo, località Calceranica al Lago -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Lactarius picinus Fr.; Regione Trentino, Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Lactarius tipico della Peccete umide e montane; quando ha l’odore inconfondibile di origano è, appunto, inconfondibile. Cappello vellutato di colore da bruno a bruno scuro, di aspetto piano-convesso; gambo più chiaro; lamelle adnate, fitte, più o meno color crema da giovane, poi color ocra anche scuro. Latice e carne di sapore acro-amaro. Latice bianco e scarso, tende al rosa tenue se essiccato sulla carne. Condivide l’habitat col simile Lactarius lignyotus che tuttavia ha odore quasi nullo e sapore dolciastro, ha spesso un umbone più o meno evidente e acuto al centro del cappello, ha lamelle color crema ma decorrenti sul gambo, con la parte decorrente delle lamelle che assume lo stesso colore bruno scuro del gambo. -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Laccaria amethystina (Huds.) Cooke; Regione Trentino; Settembre 2017; foto di Alessandro Francolini. Specie assai facile da riconoscere quando si presenta con il suo cromatismo tipico: colori ametista in ogni sede! A tempo secco tali colori sbiadiscono notevolmente: in tal caso vengono in aiuto le lamelle ampiamente spaziate e spesse; le piccole dimensioni (cappello fino a non oltre i 5 cm di diametro e gambo slanciato, alto fino al massimo di 10 cm); la cuticola pileica opaca e leggermente feltrata, decorata da minuscole squamette depositate al centro; la carne esigua e viola chiaro nel cappello, fibrosa e biancastra nel gambo, con odore e sapore dolciastri e gradevoli; il gambo ben striato da fibrille longitudinali biancastre. È specie ubiquitaria. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 60, Pag. 164: “L’identificazione sul campo è resa agevole per le sue caratteristiche morfocromatiche (dimensioni, portamento, colorazioni omogenee); un alquanto improbabile confusione con giovani e patiti Cortinarius violaceus si evita osservando la presenza di una cortina e di un bulbo alla base del gambo; la tossica Mycena pura presenta un cappello liscio, striato al margine per trasparenza, lamelle biancastre e solamente soffuse di violetto, odore e sapore nettamente rafanoide, oltre ad avere una consistenza completamente diversa. Tutti i funghi appartenenti al Genere Laccaria presentano colorazioni vivaci più o meno intense, anche in relazione alle condizioni di umidità presenti in ambiente: con clima secco tendono ad impallidire notevolmente perdendo quasi completamente la brillantezza dei cromatismi. Sconsigliamo il consumo di questo fungo a causa della segnalazione di episodici problemi gastroenterici.” -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Gomphidius glutinosus (Schaeff. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Specie reperibile sotto aghigoglia, soprattutto presso Peccio, più comune nelle foreste del Nord Italia. Ha sporata nerastra ed è caratterizzato, tra l’altro, dalla vistosa glutinosità che ne riveste cappello e gambo e dal gambo che, alla base, ha carne di colore giallo-cromo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 183, Pag. 300: “Quando piove l’abbondante glutine presente sulla cuticola diventa talmente abbondante da rendere il fungo cmpletamente viscido. Per questo motivo viene chiamato in alcuni luoghi Muso di vacca. Commestibile eliminando la cuticola, glutinosa e indigesta, che si separa facilmente dal cappello. Viene generalmente consumato con dei funghi più pregiati, in genere Suillus e Boletus. Si deve però tener presente che durante la cottura diventa nerastro.” -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Fuligo septica (Linné) Wiggers; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Uno dei più comuni Myxomycetes che si possono incontrare nei boschi è la Fuligo septica; facilmente identificabile per la sua consistenza molliccia e quasi inconsistente (basta sfiorarla perché si disfaccia sotto le dita, con una sensazione simile a quando si tocca la schiuma di un bagno-schiuma), e per il colore giallo o giallo-rossiccio. Irregolarmente distribuita sul substrato, vive fagocitando legno guasto, foglie, pigne, muschi, erba, ecc. Frequente nei periodi piovosi. Dal Forum AMINT: Introduzione alla Sistematica e Tassonomia: “I Myxomycetes (Mixomiceti) sono protozoi particolari che prendono normalmente la forma delle amebe. Alcuni di loro, ed in determinate circostanze, sviluppano corpi fruttiferi (sporangi) deputati alla disseminazione delle spore (mixospore), ed è per questo motivo che spesso in passato sono stati assimilati ai funghi. Alcuni sono piccolissimi altri presentano estensioni notevoli. Sia nella fase di "plasmodio" (unione di più cellule, che perdono la parete fondendosi in un'unica grande cellula plurinucleata) che negli sporangi il fenomeno va interpretato come aggregazione di cellule non formanti un organismo complesso od un tessuto (pseudotessuto). Rimane in questo modo fatta salva la definizione di organismi monocellulari. Si nutrono per "fagocitosi” (un processo che prevede l’ingestione da parte della cellula di particelle di grandi dimensioni, tali da essere visibili al microscopio).” Su letto di muschio: -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Regione Toscana; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Poliporo assai comune, rinvenibile su legno marcescente di latifoglia (come questi esemplari, su cerro) oppure emergente da uno sclerozio duro formato da un intreccio compatto tra micelio, terra, sassi e radici (questo sclerozio è quindi una sorta di consistente conglomerato, detto “pietra fungaia”, che può pesare anche 10 kg e oltre). Cappello di diametro massimo sui 15 cm, circolare o reniforme, depresso al centro, cosparso, almeno nei giovani esemplari, di piccole squamule più scure del colore di fondo che può variare dal giallo-ocra al bruno. Margine sottile, un poco fibrilloso-ciliato. Imenoforo di color crema chiaro, con pori angolosi, anche a forma poligonale allungata; con tubuli disposti su un singolo strato, decorrenti sul gambo. Il gambo è di solito laterale, talvolta centrale, di colore ocra chiaro, spesso ricurvo alla base che si presenta cosparsa di fine peluria biancastra. Carne soda ma non coriacea, di colore crema biancastro, con odore fungino leggero e gradevole. Polyporus tuberaster può confondersi con Polyporus squamosus che tuttavia è di dimensioni assai più imponenti (cappello di diametro fino a 50 o 60 cm di diametro) e che ha carne dura e coriacea con odore di cocomero o di farina bagnata. Inoltre il suo gambo è, in proporzione al cappello, corto e quasi rudimentale, di colore bruno o bruno nerastro. -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murril; Regione Toscana; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. = Collybia dryophila (Bull. : Fr.) Kummer Piccolo fungo da lettiera; molto comune e abbondante sia sotto latifoglia che aghifoglia. La sua crescita si può protrarre dalla primavera fino all’autunno inoltrato e contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo, come foglie e aghi. Il cappello è nettamente igrofano e le sue colorazioni vanno dal fulvo all’arancio al giallo-ocra, diventando più pallide a tempo asciutto; l'orlo pileico può mostrarsi striato per trasparenza negli esemplari inumiditi; le lamelle, abbastanza fitte, sono bianche almeno nei giovani esemplari, poi gialline a maturità; il gambo è concolore al cappello, cartilaginoso e tenace, cilindrico ma con base di solito un po’ ingrossata. Può confondersi con Collybia aquosa che ha colori più chiari, base del gambo nettamente bulbosa e, soprattutto, rizomorfe biancastre alla base del gambo, mentre le rizomorfe in Collybia dryophila sono di colore rosato. Alla base del gambo le rizomorfe rosate -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Toscana; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Fungo lignicolo inconfondibile per il suo aspetto generale (conosciuto popolarmente anche col nome di Fungo pipa), per la consistenza coriacea o addirittura legnosa e per la superficie sterile che, sia sul cappello che sul gambo, appare come una crosta lucida e brillante, come cosparsa di ceralacca, più o meno gibbosa; sul cappello sono presenti di solito delle marcate zonature e solcature concentriche. Tale crosta è resistente anche al calore e non si deteriora neanche se esposta alla fiamma di un fiammifero. Il suo colore va dal rosso al bruno, all’arancione per scurirsi a maturità. Pori piccoli e rotondi; superficie poroide color crema da giovane, color tabacco a maturità come nelle foto; si scurisce alla manipolazione o alla scalfittura. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 24, Pag. 127: “Si tratta di un fungo molto vistoso: l’aspetto laccato e i colori vivi e brillanti suscitano la curiosità di tutti quelli che lo incontrano; molti lo raccolgono nei nostri boschi per usarlo come decorativo nei vasi o come soprammobile. In Oriente i cinesi lo chiamano Ling Zhi, ovvero potenza spirituale, i giapponesi Reishi e, in entrambi paesi è coltivato e viene commercializzato per uso medicinale poiché risulterebbe efficace (come altre specie del Genere Ganoderma) nella cura di molti mali. Sono in corso studi anche in Europa, in particolare in Spagna, per verificare l’effettiva efficacia terapeutica. Un suo simile è Ganoderma valesiacum, di colore più chiaro che predilige per la sua crescita il Larice, conifera di alta montagna; Ganoderma carnosum ha la superficie pileica più scura, è vistosamente più grande (30 cm) e cresce su conifere prediligendo l'Abete bianco." -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Hapalopilus rutilans (Fr.) P. Karst.; Regione Toscana; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Lignicolo annuale, stipitato o sessile con la caratteristica di avere la carne soffice: prendendolo fra le dita sembra infatti di schiacciare uno strato compatto di gommapiuma. È una caratteristica insolita per le Poliporacee ma comune al Genere Hapalopilus (che, infatti, deriva dal greco hapalós = molle, soffice e pílos = cappello). Si distingue per la colorazione complessiva di colore uniforme (ocra o cannella-brunastro), per la superficie sterile un poco tomentosa e ruvida, non zonata. Tutto lo sporoforo diventa poi leggerissimo una volta essiccato. I pori si presentano da rotondi ad angolosi. Cresce preferibilmente su legno di latifoglie (in particolare Quercia), più raro presso conifere. Altri congeneri sono H. croceus dal color rosso-arancio (rarissimo in Italia) e H. salmonicolor di color arancio vivo anche con sfumature rosate, raro anch’esso e reperito limitatamente all’arco alpino presso Pino. Su un rametto di Cerro Imenoforo In sezione -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Fistulina hepatica (Schaeff. : Fr.) With.; Regione Toscana; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Di facile determinazione: la cosiddetta “lingua di bue” si fa riconoscere per l’habitat lignicolo (con preferenza di Quercia e Castagno), per il colore della superficie sterile che ricorda il rosso-fegato (con tonalità più arancio da giovane e più brunastre a maturità), per la forma a mensola (simile a una lingua) sessile o con uno pseudo-gambo laterale e ben radicato nel substrato legnoso. La sua carne è succulenta, spessa ed elastica, di colore dal biancastro iniziale al rosso (con venature più chiare) a maturità; al taglio secerne goccioline rosso-sangue; l’odore è gradevole e il sapore dolce-acidulo. Se tagliata a fettine per la preparazione di un carpaccio, può ricordare delle fette di speck. I tubuli sono ben separabili l’uno dall’altro (carattere insolito per le Poliporacee); i pori sono rotondi e molto piccoli, da biancastri a giallognoli in gioventù ma bruno-rossastri in vecchiaia o per strofinio. Confondibile grossolanamente con qualche Ganoderma: ma questi ultimi hanno superficie dura e laccata con carne dura e legnosa. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 25, Pag. 128: “Discreto commestibile, è uno dei pochi funghi che è possibile mangiare crudo senza correre rischi. Molti apprezzano la sua carne succulenta e leggermente elastica, tagliata a fettine sottili, condita con olio e limone e accompagnata da scaglie di parmigiano (in questo modo non si perde la vitamina C di cui è ricco). Da cotto assume un aspetto e una consistenza molto simile al fegato: possiamo consigliare di friggerlo in padella con le cipolle o arrostito alla brace. Parassita dei Castagni e delle Querce, è agente di carie bruna che si sviluppa molto lentamente: in questo modo il legno continua a vivere, assumendo delle colorazioni bruno-rossastre con sfumature simili a disegni e si indurisce più del normale. Queste due caratteristiche rendono il legname ricercato per utilizzi artistici e ornamentali.” Nell'incavo della base di un Castagno In sezione -
2017.09 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2017
Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Con lamelle decorrenti (a volte anche adnate in giovani esemplari), fitte, facilmente staccabili dalla carne del cappello, inizialmente bianche, poi rosate e infine rosa-carne per deposito sporale (spore rosa-salmone in massa). Carne più o meno fragile-gessosa, con odore che ricorda l’impasto del pane, a volte anche spermatico. Sapore farinaceo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 131, Pag. 244: “Habitat pressoché ubiquitario, cresce dall’estate all’autunno nei boschi di latifoglie e conifere; condivide l’habitat del Boletus edulis e del Boletus reticulatus, ed è per questo chiamato “Spia del porcino” in molte regioni. È possibile che venga confuso con le tossiche Clitocybe bianche quali C. rivulosa, C. dealbata e C. phyllophila, le quali presentano però carne elastica, tenace e fibrosa, lamelle bianche o crema e non rosa, odore sgradevole rancido.” -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Cystoderma cfr. amianthinum (Scop.) Fayod.; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. La microscopia fugherebbe i dubbi circa la determinazione: tra la rara Cystoderma jasonis (Cooke & Massee) Harmaja (con odore quasi nullo e con presenza di artroconìdi al di sotto della cuticola pileica, inseriti nel contesto dei tessuti) e la simile e più comune Cystoderma amianthinum (con odore cattivo e terroso, con assenza di artroconìdi sotto la cuticola, e con spore più piccole). -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Coprinus comatus (Müll. : Fr.) Pers.; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Praticamente inconfondibile per le sue caratteristiche morfocromatiche e ambientali. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 108, Pag. 216: “Delicato commestibile solo se immaturo (lamelle bianche!), da consumarsi appena colto perché si altera rapidamente; in pratica è il solo Coprinus commestibile e, senza eccedere, lo si può consumare anche crudo. Recenti studi hanno messo in evidenza una piccola dose di coprina anche in questa specie; tale sostanza, presente in più alta concentrazione in Coprinopsis atramentaria, è responsabile della sindrome coprinica. È quindi consigliabile evitare, o ridurre al minimo, l’assunzione di bevande alcoliche anche con C. comatus. È veramente ottimo saltato in padella con una noce di burro. Considerato da molti autori il miglior fungo in assoluto.” Due giovani esemplari Altro giovane esemplare Lo stesso, fotografato dopo 2 giorni, ha raggiunto la massima altezza; tuttavia il margine pileico ha già cominciato ad arricciarsi e a liquefarsi (effetto di deliquescenza): in tale stadio non è più commestibile. Dopo un altra giornata, contraddistinta da forti e insistenti piogge che probabilmente hanno accelerato la deliquescenza, rimane ben poco del cappello precedente... -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Con lamelle decorrenti (a volte anche adnate in giovani esemplari), fitte, facilmente staccabili dalla carne del cappello, inizialmente bianche, poi rosate e infine rosa-carne per deposito sporale (spore rosa-salmone in massa). Carne più o meno fragile-gessosa, con odore che ricorda l’impasto del pane, a volte anche spermatico. Sapore farinaceo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 131, Pag. 244: “Habitat pressoché ubiquitario, cresce dall’estate all’autunno nei boschi di latifoglie e conifere; condivide l’habitat del Boletus edulis e del Boletus reticulatus, ed è per questo chiamato “Spia del porcino” in molte regioni. È possibile che venga confuso con le tossiche Clitocybe bianche quali C. rivulosa, C. dealbata e C. phyllophila, le quali presentano però carne elastica, tenace e fibrosa, lamelle bianche o crema e non rosa, odore sgradevole rancido.” -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Clitocybe odora (Bull. : Fr.) Kummer; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 56, Pag. 160: “Molto conosciuto e praticamente inconfondibile. Grazie al suo odore forte e persistente di anice se ne può intuire la presenza ancora prima di vederlo. Per questo è facile da determinare anche se si presenta con colori molto sbiaditi o completamente grigi. Il verde è la componente principale del suo colore ed è una pigmentazione piuttosto rara nei funghi. Ovviamente non è dovuto alla clorofilla che è presente solo nelle parti verdi dei vegetali; il colore dei funghi è un elemento utile per la determinazione, ma bisogna ricordarsi che può essere modificato, anche profondamente, dalle condizioni climatiche. Il buon odore di anice ha favorito l'utilizzo di questo fungo per aromatizzare liquori e dolci, ma è pressoché inutilizzabile in cucina per la sua forte intensità; qualcuno pare sia riuscito a utilizzare con successo il fungo nella preparazione del gelato!" Esemplari dalle colorazioni sbiadite a causa delle persistenti piogge; ma dall'intenso odore inconfondibile e forte di anice. -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. Dall’odore forte, aromatico, penetrante, persistente e acuto, “tipicamente da... Clitocybe nebularis” Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 55, Pag. 159: “È stato per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, ma la sua tossicità è stata ormai dimostrata con certezza ed è stato cancellato dalle liste dei funghi commercializzabili. Purtroppo viene ancora raccolto e spetta solo ai fungaioli rendersi consapevoli del rischio ed evitare di raccoglierlo e consumarlo. Può essere confuso con Entoloma lividum, velenoso, che può crescere nel medesimo habitat. La principale differenza va ricercata nel colore delle lamelle dei soggetti maturi: queste sono giallastre in C. nebularis e rosa carico in E. lividum, oltre all’odore forte e caratteristico in C. nebularis, deciso di farina fresca in E. lividum.” -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Catathelasma imperiale (Fr.) Singer; Regione Trentino; Settembre 2017; Foto di Alessandro Francolini. È chiamato volgarmente fungo patata per la sua crescita semiipogea (almeno da giovane) e per la consistenza soda della sua carne. È caratterizzato da un doppio anello: quello superiore è striato e discendente ed è residuo del velo parziale che protegge le lamelle nel giovane, quello inferiore è ascendente e risulta essere l'apice dell'armilla (residuo del velo generale) che inguaina il gambo. Altra caratteristica è data dall'orlo del cappello: nettamente arrotolato nei giovani esemplari, per poi passare attraverso le varie tipologie (involuto, arrotondato) arrivando a maturità ad essere completamente disteso. Il cappello si presenta convesso-pulvinato all'inizio, poi si apre sempre più fino a diventare a maturità appianato o anche depresso. La cuticola a maturità è dissociata in areole irregolari e grossolane. La carne, bianca immutabile, ha un forte odore di buccia di cocomero con nota farinacea e sapore un poco acidulo. Specie dalle dimensioni considerevoli e dalla carne compatta, è abbastanza ricercata e raccolta per la conservazione sott’olio o sott’aceto; non adatto ad altri usi culinari per l’odore non a tutti gradito. Può confondersi con il raro Tricholoma colossus per la stazza, la crescita semiipogea, la compattezza della carne e le colorazioni. Quest’ultimo, tuttavia, è mancante di anello e di armilla e ha carne bianca ma virante lentamente al crema-rosato e poi al bruno-rosato. L'anello doppio all'apice dell'armilla -
2017.09 - Trentino Alto Adige - Tutor Pietro Curti
Alessandro F ha risposto alla discussione di Pietro Curti in Funghi Trovati Anno 2017
Cantharellus tubaeformis (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Settembre 2017; foto di Alessandro Francolini. Il suo imenoforo è costituito da pliche e nervature ramificate ed anastomizzate, decorrenti sul gambo ed abbastanza evidenti da apparire come delle lamelle; il colore di queste pseudolamelle varia dal giallo-grigio nei funghi giovani, ad un giallo più brunastro negli esemplari adulti e mai con toni aranciati. La sua carne è sottile e moderatamente elastica, ha sapore dolciastro, mentre l'odore è debole ed insignificante. L’interno del gambo è cavo. Cantharellus tubaeformis è un bel fungo, molto simile a Cantharellus lutescens Fr. con il quale viene molto spesso scambiato; quest'ultimo si presenta con un cappello frastagliato dalle tonalità più aranciate; l'imenoforo è soltanto venoso, con evidenti toni grigio-arancio ed un gradevole odore che, a volte, evoca frutta, fiori o anche fungino. -
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Cantharellus cibarius var. cibarius Fr.; Regione Trentino; Settembre 2017; foto di Alessandro Francolini. -
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Cantharellus amethysteus (Quél.) Sacc.; Regione Trentino; Settembre 2017; foto di Alessandro Francolini. Simile al più comune Cantharellus cibarius, lo contraddistinguono soprattutto le squamette di colore violaceo-ametista presenti sul cappello.