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Archivio Micologico

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  1. Lepiota alba (Bres.) Sacc.; Regione Lombardia; Ottobre 2005; Foto di Emilio Pini Piccola Lepiota completamente bianca al di fuori del centro del cappello dove può presentare il disco color avorio o crema molto pallido: gli è vicina L. ocraceodisca che ha il disco ocraceo marcato.
  2. Lepiota alba (Bres.) Sacc.; Regione Lombardia; Ottobre 2005; Foto di Emilio Pini
  3. Lepiota alba (Bres.) Sacc. 1887 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Sinonimi Lepiota clypeolaria var. alba Bres. 1881 Foto e Descrizioni Una Lepiota appartenente alla sottosezione Fusisporinae ritrovata in ambiente praticolo di alta quota su Campo Imperatore, senza alberi. Esemplari quasi completamente bianchi, a parte il largo e basso umbone che è leggermente colorato. Spore allungate con apicolo e depressione ilare, 11,9-16,4 × 5,4-6,2 µm; Q = 2,0-2,7; Qm = 2,35. Quindi con dimensioni sporali molto variabili (misure effettuate su spore da sporata, quindi sicuramente mature). Cuticola con elementi cilindrici grandi arrotondati alle estremità; cheilocistidi di forma varia da quasi sferici a clavati allungati. Le altre specie di Lepiota simili ai campioni trovati, cioè sempre con spore fusiformi e Q intorno a 2,5; sono da escludere per vari motivi: Lepiota oreadiiformis var. oreadiformis Velen. e Lepiota oreadiiformis var. laevigata (Lge) M. Bon secondo le chiavi sia di Bon che di Flora Agaricina Neerlandica hanno colori ocra-fulvastri su tutto il cappello, mentre i campioni trovati sono quasi completamente bianchi. Lepiota erminea (Fr: Fr.) Gill, secondo Bon ha cappello piccolo (2-3)4 cm e umbone stretto e ben delimitato, mentre secondo Flora Agaricina Neerlandica e Funga Nordica è riunita con Lepiota alba (Bres.) Sacc., prioritario il nome Lepiota erminea. Lepiota ochraceodisca M. Bon ha disco ocraceo rossastro, anello rossastro ed è ingiallente alla manipolazione. Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Regione Abruzzo; Giugno 2011; Foto, descrizione e microscopia di Tomaso Lezzi. Microscopia Osservazioni in Fucsina; pileipellis. Cuticola con elementi cilindrici allungati, arrotondati alle estremità. Basidi, basidioli e cistidi Spore allungate con apicolo e depressione ilare, 11,9-16,4 × 5,4-6,2 µm; Q = 2,0-2,7; Qm = 2,35. Quindi con dimensioni sporali molto variabili (misure effettuate su spore da sporata, quindi sicuramente mature).
  4. Leotia lubrica (Scopoli) Persoon; Regione Lombardia, Alta Valcamonica, località Aprica; Settembre 2014; Foto di Massimo Biraghi. Bosco di Abete rosso 1300 m s.l.m.. Questo fungo, per il suo habitus costituito da gambo e cappello, ad una prima sommaria osservazione si potrebbe tranquillamente inquadrare tra i basiomiceti, ma l’esame al microscopio di un frammento della parte fertile, costituita dalla superficie esterna del pileo, smentisce subito questa ipotesi, in quanto si rileva la presenza di aschi e ascospore. Dal punto di vista morfologico si compone di un cappello irregolarmente arrotondato, globoso, da 10 a 40 mm, gibboso, talvolta ombelicato, lobato, ma anche cerebriforme e/o con grossolane venature, di colore giallo-brunastro, verde-giallastro, verde oliva, di consistenza gelatinoso, con il tempo umido vischioso; il margine si presenta arrotolato, molto involuto, ondulato. Il gambo lungo da 20 a 80 mm, piuttosto irregolare, può presentarsi cilindrico, ma anche assottigliato, solcato longitudinalmente, schiacciato, vuoto all’interno, di un bel colore giallo vivo, giallo-ocra, anche aranciato, con sfumature olivastre, ricoperto da una sottile pruina biancastra. La carne è sottile, gelatinosa, senza odori particolari. Lo possiamo rinvenire sia nei boschi di conifera che di latifoglia, è segnalato con certezza nelle abetaie alpine, sotto Castagno e con il presente ritrovamento anche sotto pineta costiera mista a Leccio, predilige le zone fresche, muscose, più umide.Specie soprotrofa, cresce nel terreno in forma singola ma anche fascicolata in gruppi di 7-8 esemplari. Le specie più vicine sono Coryne atrovirens (Pers.) Sacc. = Leotia atrovirens Pers. = Leotia lubrica f. atrovirens (Pers.) S. Imai, molto simile morfologicamente, si differenzia per i toni del cappello più scuri sul verde cupo ed il gambo privo di tessuto gelatinoso negli strati esterni. Cudonia circinans (Pers.) Fr., si separa per i diversi cromatismi del cappello color crosta di pane con toni lilla e del gambo grigio-violaceo, dal punto di vista microscopico per le spore di dimensioni quasi doppie.
  5. Leotia lubrica (Scopoli) Persoon; Regione Lombardia; Settembre 2013; Foto di Lorenzo Martinelli.
  6. Leotia lubrica (Scopoli) Persoon; Regione Veneto; Ottobre 2010; Foto di Giuliano Gnata.
  7. Leotia lubrica (Scopoli) Persoon; Regione Friuli Venezia Giulia; Ottobre 2010; Foto di Nicolò Parrino.
  8. Leotia lubrica (Scopoli) Persoon; Regione Sardegna; Dicembre 2006; Foto di Giovanni Solinas.
  9. Leotia lubrica (Scopoli) Persoon; Regione Trentino; Foto di Emilio Pini.
  10. Leotia lubrica (Scop. : Fr.) Persoon 1797 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Leotiomycetes Ordine Leotiales Famiglia Leotiaceae Sinonimi Helvella lubrica Scop. 1792 Etimologia Lubrica dal latino lubricus = gelatinoso. Per il rivestimento gelatinoso del corpo fruttifero. Apotecio Misura fino a 2-3 cm, irregolarmente arrotondato, globoso, lobato, gibboso, talvolta ombelicato, ma anche cerebriforme e/o con grossolane venature, di colore giallo verdastro, di consistenza ceracea, con il tempo umido vischioso; il margine si presenta arrotolato, molto involuto. Stipite Cilindrico più o meno sinuoso, ma anche assottigliato, solcato longitudinalmente, schiacciato, vuoto allinterno, da 20 a 80 mm, giallo vivo con sfumature olivastre, ma anche aranciato, ricoperto da una sottile pruina biancastra. Carne Ceracea, di consistenza elastica, viscida per la presenza di uno strato gelatinoso trasparente che ricopre sia l'apotecio (cappello) che il gambo, facilmente identificabile sezionando un campione, senza odori particolari. Microscopia Spore 15,5-25,0 × 4,2-6,2 µm; Q = 3,2-4,9; Qm = 3.9; fusiformi, allungate, molto allungate, più o meno incurvate, con la presenza di 2-8 setti. Aschi ottosporici, uniseriati, 171-180 × 8,8-9,1 µm, inamiloidi. Parafisi filiformi, settate, ramificate, anche forcate allestremità, con apice ingrossato 3-4 µm. Commestibilità e tossicità Potenzialmente letale. Questo fungo contiene giromitrina, tossina abbastanza idrosolubile, relativamente termolabile e fortemente volatile anche a temperatura ambiente. Studi recenti, hanno evidenziato la pericolosità della giromitrina, una miscela di varie sostanze, presente in alcuni Ascomiceti; lingestione di questo alcaloide può provocare una sindrome citotossica. La giromitrina durante la cottura e/o in ambiente acido (come nello stomaco) si trasforma in monometilidrazina, sostanza che svolge un'azione irritante della mucosa gastrointestinale, tossica nei confronti delle cellule epatiche, dei globuli rossi (determina emolisi dei globuli rossi), del sistema nervoso centrale ed è dotata anche di effetto cancerogeno. Per le suddette ragioni questa specie deve essere considerata velenosa. Specie simili Le specie che possono risultare più somiglianti sono: Cudonia circinans (Persoon ex Fries) Fries, che ha una differente conformazione dell'ascoma, per il cappello ocraceo, lo stipite appiattito grigio-violaceo e le spore molto allungate, filiformi. Cudonia confusa Bresadola è una specie molto simile alla precedente e si differenzia solo per la colorazione uniforme. Alcuni autori considerano Cudonia confusa una semplice varietà di Cudonia circinans. Coryne atrovirens (Pers.) Sacc. = Leotia atrovirens Pers. = Leotia lubrica f. atrovirens (Pers.) S. Imai, molto simile morfologicamente, si differenzia per i toni del cappello più scuri sul verde cupo ed il gambo privo di tessuto gelatinoso negli strati esterni. Discussione Zhong & Pfister (2004) hanno eseguito indagini molecolari su 33 collezioni di Leotia provenienti da tutto il mondo che hanno restituito risultati non omogenei, cioè, sulla base delle analisi eseguite le tre specie morfologicamente definite come, Leotia lubrica, Leotia viscosa e Leotia atrovirens sono risultate polifiletiche. Gli studi indicano che ci possono essere variazioni genetiche tra le collezioni di Leotia che precedentemente a questo studio non erano conosciute. Secondo Zhong & Pfister, saranno necessari studi morfologici, ecologici, biologici e ulteriori approfondite indagini prima che le specie possono essere separate in modo accurato. Per gli autori il colore diverso degli ascomi nei campioni freschi non è un carattere affidabile per distinguere le specie di questo gruppo. Sono stati trovati quattro principali gruppi ben supportati dalle analisi molecolari, che non corrispondono completamente con i gruppi individuati sulle basi morfologiche con cui queste specie vengono comunemente riconosciute. Il colore del gambo, sia nei campioni freschi che secchi, sembra ben correlarsi con le principali specie conosciute ma le caratteristiche delle ascospore, degli aschi e delle parafisi si sono rivelate troppo variabili per essere dirimenti. Infine un congruo numero di campioni di Leotia, determinati come Leotia atrovirens, differiscono da tutte le altre avendo i gambi senza tessuto gelificato negli strati esterni. In attesa di ulteriori studi tesi a far chiarezza sul complex in argomento, indirizzati a ben delineare caratteristiche morfologiche e microscopiche univoche, supportati anche dalla analisi del DNA, che possano consentire di dirimere con certezza le varie entità specifiche, le raccolte in esame vengono determinate come Leotia lubrica (Scopoli) Persoon, in quanto possiedono tutte le caratteristiche macro e microscopiche tradizionalmente accettate dalla maggior parte della letteratura corrente. Bibliografia ZHONG, Z. & PFISTER, D.H., 2004. Phylogenetic relationships among species of Leotia (Leotiales) based on ITS and RPB2 sequences. Mycological Progress 3(3): 237-246. DOI: 10.1007/s11557-006-0094-8. BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 1984. Champignons de Suisse. Ascomycetes. Vol. 1. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Mario Iannotti. Regione Lazio, Pineta di Castelfusano; Dicembre 2015; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20151220-03) Particolare del margine del cappello arrotolato. Microscopia Spore fusiformi, allungate, anche leggermente incurvate, con 2-6 setti, 19,4-21,8 × 4,6-6,2 µm, Q = 3,4-4,7; Qm = 3,8, misurazioni su 32 spore. Osservazione in Melzer anionico a 1000×. Aschi ottosporici, uniseriati, 171-180 × 8,8-9,1 µm, inamiloidi. Osservazione in Melzer anionico a 400×. Osservazione in Melzer anionico a 1000×. Parafisi filiformi, settate, ramificate, anche forcate allestremità, con apice ingrossato 3-4 µm. Osservazione in Melzer anionico a 400×. Osservazione in Melzer anionico a 1000×. Leotia lubrica (Scop. : Fr.) Persoon; Regione Lazio; Dicembre 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Campioni ritrovati in sughereta, in inverno. Sul bordo del gambo si vede il rivestimento gelatinoso trasparente, che caratterizza questa specie. In sezione è ancora più facile rilevare lo strato gelatinoso trasparente che ricopre sia il cappello che il gambo. La base del gambo a volte è caratterizzata da una zona verdastra dovuta a granulazioni colorate. Microscopia Leotia lubrica (Scop. : Fr.) Persoon; Regione Lazio; Dicembre 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Spore 15,5-25,0 × 4,2-6,1 µm; Q = 3,2-4,9; Qm = 4,0 (misure effettuate su spore da sporata); fusiformi, molto allugate, più o meno incurvate, con la presenza di 2-8 setti.
  11. Leocarpus fragilis (Dicks.) Rostaf.; Regione Friuli Venezia Giulia; Giugno 2011; Foto di Nicolò Parrino.
  12. Leocarpus fragilis (Dicks.) Rostaf.; Regione Lombardia; Agosto 2011; Foto di Luigi Franchini.
  13. Leocarpus fragilis (Dicks.) Rostaf.; Regione Lazio, Comprensorio di Castel Fusano; Febbraio 2008; Foto di Felice Di Palma.
  14. Leocarpus fragilis (Dicks.) Rostaf.; Regione Lazio, Comprensorio di Castel Fusano; Febbraio 2008; Foto di Mauro Cittadini. La determinazione è confermata dalla grandezza degli sporocarpi in relazione agli aghi di pino, il peridio si rompe a mo' di guscio di uovo (presenza di calcio, Ordine Physarales).
  15. Leocarpus fragilis (Dicks.) Rostaf. 1875 Tassonomia Regno Protozoa Divisione Mixomycota Ordine Physarales Famiglia Physaraceae Foto e Descrizioni Leocarpus fragilis, Due crescite, su foglia e su rametto, nella sua fase più cromatica. Foto e commento di Giorgio Melzi.
  16. Lenzites warnieri Durieu & Mont; Regione Emilia Romagna; Gennaio 2006; Foto di Gianni Bonini. Su un vecchio Pioppo.
  17. Lenzites warnieri Durieu & Mont; Regione Umbria; Giugno 2012; Foto di Mario Iannotti 2° Comitato Scientifico A.Mi. Umbria - Spello
  18. Lenzites warnieri Durieu & Mont; Regione Friuli Venezia Giulia; Luglio 2011; Foto e commento di Claudio Angelini. Specie poco comune, al bordo di una strada asfaltata, su ceppaia di Quercia.
  19. Lenzites warnieri Durieu & Mont; Regione Emilia Romagna; Gennaio 2006; Foto di Gianni Bonini.
  20. Lenzites warnieri Durieu & Mont 1860 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Polyporaceae Descrizione Su grossi rami o tronchi al suolo di Populus sp. Lenzites betulina (L.) Fr. si presta a una possibile confusione, si differenzia per l’imenoforo talora dedaloide verso il margine e per le spore più piccole. Regione Lombardia, Gera d’Adda; Marzo 2013; Foto, commento di Sergio Mombrini, microscopia di Angelo Mariani. Vista dell’imenoforo lamellare. Spore 6,39-8,75 × 2,85-3,67 µm, ellissoidali, lisce, ialine.
  21. Lenzites betulina (L. : Fr.) Fr.; Regione Abruzzo, L'Aquila; Novembre 2014; Foto di Raffaele Mininno.
  22. Lenzites betulina (L. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Anno 2008; Foto di Luigi Franchini, commento di Mauro Cittadini. Le dimensioni relativamente modeste, il margine del cappello sottile, l'imenoforo lamellare mi portano ad ipotizzare Lenzites betulina, che oltre che su Betulla cresce su residui di molte altre latifoglie.
  23. Lenzites betulina (L. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Polyporaceae Sinonimi Trametes betulina (L.) Pilát 1939 Daedalea betulina (L.) Rebent. 1804 Etimologia Lenzites, da nome proprio, Lenz, Micologo tedesco. Dal latino Betula, Betulla, presunto substrato di crescita preferenziale di questa entità. Cappello A forma di mensola semicircolare o a ventaglio, 8-10 cm di diametro, superficie pileica pubescente o lievemente irsuta, zonata, di colore variabile da brunastro a verdognolo a causa della colonizzazione di alghe. Imenoforo Formato da vere e prorie lamelle di colore biancastro o crema, intercalate da lamellule, larghe fino a 1 cm. Carne Poco spessa, biancastra, all'inizio elastica ma fragile, a maturazione diventa suberosa e coriacea. Odore gradevole fungino. Habitat Fungo lignicolo, saprotrofo su legno degradato di svariate latifoglie o debole parassita su piante sofferenti, agente di carie bianca. Microscopia Spore cilindriche, 5-7,5 × 2-3 µm, sistema ifale trimitico. Commestibilità e Tossicità Non commestibile, per la consistenza della carne legnosa e coriacea. Osservazioni Specie comune e ubiquitaria, malgrado l'epiteto "betulina" è possibile rinvenirla su legno di innumerevoli latifoglie fra cui Quercus spp. e Castanea sativa, spesso su ceppi o legna accatastata. Specie simili Non sono molte le Polyporaceae con imenio lamellare e quindi confondibili con la specie in questione. Fra queste: Lenzites warnieri Durieu & mont si distingue per produrre carpofori di dimensioni molto maggiori, fino a 50 cm, con superficie pileica meno pubescente e habitat più termofilo. Microscopicamente per le spore di maggiori dimensioni, fino a 9 µm di lunghezza. Daedaleopsis tricolor (Bull.) Bondartsev & Singer si distingue per la superficie pileica liscia su toni rossastri e lamelle più irregolari, che si biforcano una o più volte prima di giungere al margine pileico. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marco Barbanera - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lombardia, località Mandello del Lario; Ottobre 2014; Foto e descrizioni di Marco Barbanera, microscopia di Angelo Mariani. Crescita su legna di latifoglia accatastata. Spore cilindriche, 5-7,5 × 2-3 µm.
  24. Lentinus tigrinus (Bull.: Fr.) Fr.; Regione Lombardia, Brembate, parco Doneda; Aprile 2014; Foto di Massimo Biraghi. Su ceppaia di Salix sp. semi-sommerso dall'acqua.
  25. Lentinus tigrinus (Bull.: Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Aprile 2013; Foto di Gianluigi Boerio. Su tronco di latifoglia in decomposizione.
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