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Archivio Micologico

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  1. Leccinum duriusculum f. robustum Lenn. & Est.; Regione Piemonte; Marzo 2005; Foto e commento di Gianni Baruffa. Si tratta di una specie non rara ma che, ad una osservazione superficiale, viene confusa con il Leccinum duriusculum tipus. In questo caso, oltre ai toni particolarmente scuri, la forma del gambo ha aiutato moltissimo nella determinazione.
  2. Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer 1947 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Genere Leccinum Sezione Leccinum Sinonimi Boletus duriusculus Schulzer ex Kalchbr. 1874 Etimologia Dal latino leccìnus, a , um = relativo al Leccio (Quercus ilex L.; dal latino ìlex, ìlicis = leccio). Dal latino duriusculus, a, um = alquanto duro (derivante da durus, a, um = duro). Cappello 6-18(25) cm, inizialmente emisferico poi globoso-convesso, tardivamente appianato, con margine regolare e leggermente eccedente; cuticola liscia, opaca e vellutata, talvolta finemente screpolata a tempo secco, di colore grigio beige, grigio brunastro, raramente molto pallido, sovente con tonalità ocracee. Imenoforo Tubuli lunghi, sottili, liberi al gambo, di colore biancastro nei giovani poi crema grigiastro e grigio bruno. Alla sezione diventano dapprima leggermente rosati poi grigi nerastri; pori molto piccoli e rotondi, concolori ai tubuli, biancastri nei giovani poi grigi brunastri e imbrunenti alla pressione. Gambo 8-20(25) × 2-4 cm, duro, slanciato, subcilindrico, robusto, solitamente ingrossato nella parte centrale e attenuato alla base e all'apice; di colore biancastro sporco, spesso con colorazioni verdi bluastre alla base. Decorato da squamule inizialmente con colorazione grigio chiara per divenire in breve grigio bruna o nerastra; non è raro osservare, all'apice del gambo, le squamule disposte longitudinalmente in modo da formare una sorta di costolatura scura e in rilievo. Carne Compatta, soda e tenace nei giovani, poi molle negli esemplari maturi, fibrosa nel gambo. Di colore biancastro, alla sezione vira rapidamente al rosa pallido poi al grigio nerastro; alla base del gambo, alla sezione, la carne può mostrare macchie verdi bluastre. Odore insignificante, con lieve sapore dolce. Habitat Cresce nei boschi temperati in pianura o in collina soprattutto presso Populus tremula L. (Pioppo tremulo) e Populus alba L. (Pioppo bianco). Dall’estate al tardo autunno, non ovunque diffuso. Commestibilità e Tossicità Come tutti i Leccinum, viene considerato un buon commestibile dopo adeguata cottura, a esclusione del gambo da scartare perché fibroso e coriaceo. Osservazioni Il forte annerimento delle carni, le tonalità verdastre alla base del gambo e la stretta simbiosi con Populus spp. ne semplificano la determinazione. Specie simili Leccinum duriusculum f. robustum Lannoy & Estadès, più robusto e massiccio è solo una forma ecologica, di dimensioni notevoli con cappello che raggiunge anche i 25 cm e oltre di diametro, con habitat preferenziale di Pioppo bianco; è considerato sinonimo di Leccinum duriusculum. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray, specie maggiormente conosciuta e apprezzata nel Nord Italia, si differenzia per la carne pressoché immutabile e per l’habitat di crescita, generalmente associato a Betula spp. (Betulla). Leccinum duriusculum è confondibile con altre specie della sottosezione Scabra (che comprende Leccinum con carne pressoché immutabile e di norma associati a Betulla) e della sottosezione Albella (carne lentamente virante al rosato-violaceo poi nerastro, mai associati a Pioppo). Alla prima appartiene Leccinum variicolor Watling, caratterizzato dalle tinte pileiche più scure con sfumature nocciola e dalla marcata squamosità nerastra del gambo; della seconda fa parte Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara = Leccinum carpini (Schulz) M.M. Moser ex D.A. Reid , dalla tipica cuticola irregolarmente grinzosa e martellata, avente carne fortemente ingrigente. Più difficile la confusione con i Leccinum della sottosezione Leccinum, caratterizzati dalle tinte pileiche che vanno dal rosso al rosso-brunastro. Curiosità Nonostante l’annerimento delle carni aumenti con la cottura, come del resto per tutti i Leccinum, risulta essere uno dei più ricercati e consumati tra i "Porcinelli". Bibliografia DEN BAKKER, H.C. & NOORDELOOS, M.E., 2005. A revision of European species of Leccinum Gray and notes on extralimital species. Persoonia 18: 511-587. DEN BAKKER, H.C., GRAVENDEEL, B. & KUYPER T.W., 2004. An ITS phylogeny of Leccinum and an analysis of the evolution of minisatellite-like sequences within ITS1. Mycologia. 96(1): 102-118. LANNOY, G. & ESTADES, A., 1995. Monographie des Leccinum d’Europe. La Roche-sur-Foron, Federation Mycologique Dauphine-Savoie. NUHN, M.E., BINDER, M. et. al., 2016. Phylogenetic overview of the Boletineae. Fungal Biology. 120 (12). [data di accesso: 14/12/2016] MUÑOZ, J.A., 2005. Boletus s.l. Fungi Europaei. Vol. 2. Alassio (SV). Ed. Candusso. WU, G., FENG, B. et al., 2014. Molecular phylogenetic analyses redefine seven major clades and reveal 22 new generic clades in the fungal family Boletaceae. Fungal Diversity 69: 93. doi:10.1007/s13225-014-0283-8 LANNOY, G., 2001. Boletaceae. Flore Mycologique d'Europe. 6. Alassio (SV): Ed. Candusso. ALESSIO, C.L., 1985. Boletus Dill. ex L. Fungi Europæi. Vol 2. Saronno (BI): Libreria editrice Biella Giovanna. ALESSIO, C.L., 1991. Boletus s.l. Fungi Europæi. Vol 2A). Saronno (BI): Libreria editrice Biella Giovanna. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi Regione Umbria; Agosto 2005; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Trovato in diversi esemplari sotto alberi di Pioppo in bosco misto. Odore grato, sapore dolce. Parte inferiore Le decorazioni del gambo sono formate da puntini allineati. Sezione, la carne bianca al taglio diventa dopo qualche minuto rosa in alto e azzurra in basso. Sezione dopo un'ora: la carne da rosa diventa grigia e in basso rimane azzurra.
  3. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Umbria; Settembre 2013; Foto di Mario Iannotti. Sezione.
  4. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche; Luglio 2013; Foto di Pietro Curti. Pori. Pileo.
  5. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche; Luglio 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento sotto Cerro, pori gialli, cappello giallo-aranciato, scabrosità marroni sul gambo. Un particolare dei pori gialli. Un particolare delle scabrosità marroni sul gambo.
  6. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Friuli Venezia Giulia; Ottobre 2012; Foto di Nicolò Parrino.
  7. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Toscana; Ottobre 2009; Foto di Alessandro Francolini. Leccino legato in simbiosi con latifoglie (Querce caducifoglie, Carpini e Castagni). La cuticola tende a divenire screpolata-areolata a maturità, specialmente a tempo secco; il suo colore va dal giallo-ocra (negli esemplari giovani) fino al bruno nerastro (a maturità). La carne è bianca ma, al taglio, vira inizialmente al rosa violaceo per poi assumere un colore scuro. Il gambo è giallognolo in gioventù per divenire grigio-ocra a maturità; è cosparso di squamette concolori che tendono a scurirsi. Le specie simili sono: Leccinellum lepidum = Leccinum lepidum e Leccinellum corsicum = Leccinum corsicum; questi ultimi, però, hanno una scarsa tendenza a screpolarsi sul cappello ed hanno habitat diversi: sotto Leccio il Leccinellum lepidum e sotto Cisto il Leccinellum corsicum. Parte del gambo; con piccole asperità concolori al fondo. Imenoforo. Viraggio poco dopo la sezione. Viraggio dopo 2 minuti.
  8. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Umbria; Giugno 2011; Foto di Luigi Minciarelli.
  9. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Umbria; Settembre 2009; Foto di Tomaso Lezzi. Uno dei due Leccinellum con pori gialli, questo ha anche il cappello con colori che tendono al giallo, sezione che vira al grigio violaceo.
  10. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Stefano Rocchi. Un primordio. Un esemplare maturo, sul gambo si notano le punteggiature disposte in linee verticali tipiche di Leccinellum crocipodium.
  11. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche, Pianello di Cagli, macchia mediterranea 650 m s.l.m.; Luglio 2008; Foto di Pietro Curti.
  12. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti.
  13. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Primo piano della sezione: la carne gialla vira al grigio con sfumature di rosa e di violaceo, per virare poi al grigio.
  14. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Cappello giallo aranciato, gambo giallo. Alla sezione la carne gialla vira al grigio con sfumature di rosa e di violaceo, per trasformarsi poi in grigio, trovato sotto quercia.
  15. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Lombardia; Maggio 2007; Foto di Massimo Mantovani.
  16. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regiome Lombardia; Maggio 2007; Foto di Massimo Mantovani.
  17. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Lombardia, Oltrepò Pavese; Ottobre 2006; Foto di Federico Calledda.
  18. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Foto di Emilio Pini.
  19. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Marche; Agosto 2004; Foto di Pietro Curti.
  20. Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin. 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Sinonimi Boletus crocipodius Letell. 1838 Krombholzia crocipodia (Letell.) E.-J. Gilbert 1931 Leccinum crocipodium (Letell.) Watling 1961 Etimologia Leccinus, a, um = del Leccio (Quercus ilex); dal latino crocus = croco, zafferano e dal greco poús, podós = piede, cioè dal piede color zafferano. Cappello Di media dimensione, inizialmente di forma sferica, poi con la crescita piano convesso, a maturità un po’ guancialiforme, la cuticola ha colorazioni variabili dal giallo chiaro, giallo ocra, al giallo olivastro, in vecchiaia tende ad assumere colorazioni ocra brunastre; finemente vellutata, molto spesso con il secco caratteristicamente screpolata, con presenza di areole, leggermente debordante al margine. Imenoforo I tubuli sono lunghi, sottili, liberi al gambo di colore giallo, poi giallo citrino, i pori sono rotondi, piccoli, concolori ai tubuli. Gambo Cilindrico, slanciato, un po’ curvato, sinuoso, di consistenza fibrosa, tenace, ventricoso, attenuato verso l’apice ad appuntito alla base, di colore giallo chiaro, poi più scuro, ricoperto da fini asperità, inizialmente concolori poi più brunastre. Carne Inizialmente soda poi più molliccia nel cappello, tenace e fibrosa nel gambo, alla sezione vira inizialmente al rosa-rossastro poi al grigio-violaceo ed infine diventa nerastra. Odore fungino debole, sapore dolce. Habitat Cresce di solito in piccoli gruppi, in boschi di latifoglie, Carpino, Quercia, Castagno e Faggio, mai sotto Betulle o Pioppi. Commestibilità e tossicità Commestibile, si consiglia di scartare il gambo per la fibrosità della carne, che lo rende difficilmente digeribile. Microscopia Spore (13,1)13,5-15,5(16,1) × 5,0-6,1(6,3) µm, Q = 2,3-2,9; media 14,5 × 5,6 µm; Qm = 2,6, misurazioni su n. 32 spore da sporata; da fusiformi ad ellissoidali, apicolate, lisce, guttulate, con parte spessa, di colore marrone-olivaceo in massa. Basidi clavati, tetrasporici, non osservati GAF. Cistidi di diversa morfologia, da fusiformi a clavati, anche lageniformi. Caulocistidi anch’essi di diversa morfologia da fusiformi a clavati, lageniformi, molto allungati. Pileipellis formata da un tricoderma di ife cilindriche, costituite da più elementi sovrapposti, settati, senza GAF. Gli elementi teminali risultano cilindrici, anche ramificati, con apice arrotondato. Le ife delle pileipellis sono finemente incrostate con contenuto intracellulare marrone. Specie simili Tra gli altri Leccinellum o Leccinum a pori gialli: Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder = Leccinum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bon & Contu si distingue per un portamento più boletoide, meno slanciato, per la cuticola che non tende a screpolarsi ed per un diverso viraggio della carne su tonalità rosa-rossastre. Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder = Leccinum corsicum (Rolland) Singer anch’esso è specie termofila, ma legata in maniera esclusiva a particolari habitat con presenza di Cisto, ha dimensioni molto più piccole, viraggio della carne mano carico, cuticola non vellutata e screpolata. Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara = Leccinum carpini (R. Schulz) M.M. Moser ex D.A. Reid si separa per cuticola umida, vischiosa, di aspetto gibboso, rugoso, martellato, per i pori di colore non giallo ma bianchi-grigiastri. La carne vira subito al grigio-nero, l’habitat tipico preferibilmente boschi di Carpino, ma non è difficile trovarlo associato anche Quercia, Nocciolo, Castagno, ma sempre con presenza di Carpino. Note nomenclaturali Il genere Leccinellum Bresinsky & Manfr. Binder è di recente istituzione, essendo stato introdotto nel 2003. Comprende alcune delle specie precedentemente appartenenti al "vecchio" genere Leccinum Gray 1821. La segregazione è avvenuta facendo confluire nel nuovo genere le specie con carne giallastra, tenendo conto anche della struttura ifale della corteccia del cappello con una struttra della pileipellis tricodermica, cioè a ife allungate e rialzate. Una simile segregazione è avvenuta ancor più recentemente per il nuovo genere Butyriboletus, istituito nel 2014, in cui sono confluite specie con carne dolce e imenio (tubuli e pori) di colore giallastro, specie ascritte precedentemente al genere Boletus. Inizialmente era stato scelto come holotipus Leccinum nigrescens Singer 1947, successivamente rinominato come Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin. 2014 (Index Fungorum no.171) Bibliografia MUÑOZ J.A., 2005. Boletus s.l. Fungi Europæi. Vol. 2. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Settembre 2014; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (exsiccata MI20140921_02). Microscopia Spore (13,1)13,5-15,5(16,1) × 5,0-6,1(6,3) µm, Q = 2,3-2,9; media 14,5 × 5,6 µm; Qm = 2,6, misurazioni su n. 32 spore da sporata; da fusiformi ad ellissoidali, apicolate, lisce, guttulate, con parte spessa, di colore marrone-olivaceo in massa. Osservazione in acqua a 1000×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Basidi clavati, tetrasporici, non osservati GAF. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Cistidi di diversa morfologia, da fusiformi a clavati, anche lageniformi. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Caulocistidi anch’essi di diversa morfologia da fusiformi a clavati, lageniformi, molto allungati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Pileipellis formata da un tricoderma di ife cilindriche, costituite da più elementi sovrapposti, settati, senza GAF. Gli elementi teminali risultano cilindrici, anche ramificati, con apice arrotondato. Le ife delle pileipellis sono finemente incrostate con contenuto intracellulare marrone. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 100×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.
  21. Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Sardegna; Gennaio 2013; Foto di Franco Sotgiu.
  22. Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Sardegna; Gennaio 2008; Foto di Franco Sotgiu. Reg.
  23. Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Sardegna; Gennaio 2008; Foto di Giovanni Satta.
  24. Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Sardegna; Gennaio 2007; Foto di Franco Sotgiu.
  25. Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Sardegna; Foto di Franco Sotgiu.
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