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Archivio Micologico

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  1. Leccinum variicolor Watling; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Pietro Curti.
  2. Leccinum variicolor Watling 1969 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Foto e Descrizioni Leccinum variicolor si distingue per la forte squamosità nerastra del gambo e la marcata tendenza al viraggio al blu su tutto il carpoforo. Simbionte di Betulla. Foto di Mario Cervini.
  3. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2012; Foto e commento di Mario Iannotti. Ritrovamento sotto Betula, esemplari tipici, alla sezione la carne rimane bianca immutabile.
  4. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray; Continente Europa; Agosto 2008; Foto di Federico Calledda.
  5. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto e commento di Pietro Curti. Per delimitarlo oltre l'habitat risulta determinante il non viraggio della carne al taglio. Tutti i Leccinum hanno un portamento slanciato, un gambo riccamente rivestito di decorazioni ad aculei e in particolare, carne ingrigente/imbrunente al taglio o sezione. Tutti tranne Leccinum scabrum con carne bianca immutabile. Gruppo.
  6. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray; Foto di Giovanni Baruffa.
  7. Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Foto e Descrizioni Certamente il porcinello più ricercato, noto e raccolto, fortemente apprezzato per l'immutabilità del candore della carne al taglio, caratteristica tipica di questa specie, utile ad isolarla dalle simili dello stesso Genere. Cresce prevalentemente sotto Betulla, presenta la tipica decorazione a squamule irte sul gambo, carne come dicevo bianca immutabile o appena vagamente rosa al taglio, solo dopo molto tempo brunastra, odore fungino e sapore gradevole. Regione Trentino; Settembre 2009; Foto di Massimo Biraghi.
  8. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia; Foto di Massimo Biraghi. Specie molto vistosa e tipica dei boschi di latifoglia e in particolare Quercia ma anche Castagno e Faggio. Si riconosce dalle specie simili, oltre per l'esclusivo ambiente di crescita, per le caratteristiche granulazioni rossastre presenti sul gambo.
  9. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Liguria; Settembre 2013; Foto di Maria Ligure.
  10. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lazio, Parco Nazionale del Circeo; Novembre 2012; Foto di Mauro Cittadini.
  11. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Liguria; Ottobre 2011; Foto di Roberto Cagnoli.
  12. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Piemonte; Settembre 2011; Foto di Alessandro Remorini. Valsesia - Scopa (VC) 650 m s.l.m.
  13. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia; Ottobre 2011; Foto e commento di Massimo Biraghi. Ritrovamento nel boschetto planiziale dei fontanili, loc. Spirano. Essenze arboree principali: Rovere, Carpino, Ontano, Pioppo bianco; Nocciolo, Pruno, Robinia. Particolare delle granulazioni bruno-rossastre del gambo già in fase giovanile.
  14. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia, Valle Camonica; Settembre 2010; Foto di Lorenzo Martinelli.
  15. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Sardegna; Novembre 2008; Foto di Franco Sotgiu.
  16. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia, boschetto planiziale di Spirano; Ottobre 2007; Foto di Massimo Biraghi.
  17. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia; Novembre 2006; Foto di Massimo Biraghi.
  18. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Piemonte, Ceva; Ottobre 2005; Foto di Massimo Biraghi.
  19. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia, Val Sesia; Ottobre 2005; Foto di Federico Calledda.
  20. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Regione Lombardia; Anno 2004; Foto di Gianni Baruffa.
  21. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Boletaceae Genere Leccinum Sinonimi Leccinum quercinum (Pilát) E.E. Green & Watling 1969 Etimologia Dal latino Leccinus, a, um = del Leccio (Quercus ilex, L.); quercinum dal latino quercinus, a , um = delle Querce. Cappello Di forma sferica, poi con la crescita convesso e guancialiforme a maturità, cuticola feltrata, squamosa, asciutta, a tempo umido vischiosa, di un bel colore rosso-arancio, rosso mattone, bruno-rossastro, eccedente al margine del cappello. Imenoforo I tubuli sono lunghi, sottili, crema poi ocracei, i pori sono di forma rotonda, piccoli, biancastri, poi crema grigiastri, infine ocra-ruggine. Gambo Cilindrico, slanciato, di consistenza fibrosa, tenace, ricoperto di squame, scaglie o asperità precocemente rossastre, poi bruno rossastre; allargato verso la base, che spesso presenta delle macchie verdi-bluastre. Carne Di consistenza molliccia nel cappello, soda, tenace, fibrosa nel gambo, sapore dolce. La sezione vira inizialmente al rosa-grigiastro, poi al grigio-violaceo ed infine con il passare dei minuti diventa nerastra. La base del gambo è macchiata di verde-bluastro. Odore fungino debole. Sapore dolce. Habitat Cresce sotto latifoglie varie quali Quercia, Castagno e Carpino. Commestibilità e tossicità Buon commestibile, si consiglia di scartare il gambo per la fibrosità della carne, che lo rende difficilmente digeribile. Microscopia Spore 14,2-17,8 × 3,9-4,7 µm; media 15,4 × 4,3 µm; Q = 3,1-4,0; Qm = 3,6, fusiformi , lisce, guttulate, con parte spessa, con apicolo, di colore bruno-tabacco in massa. Basidi clavati, in maggior parte tetrasporici, osservati anche pochi bisporici. Cistidi da fusiformi a clavati. Caulocistidi prevalentemente claviformi, osservati anche lageniformi, fusiformi ed allungati. Pileipellis formata da un tricoderma di ife cilindriche, costituite da più elementi sovrapposti, settati, senza GAF. Gli elementi teminali risultano cilindrici, ma anche appuntiti, lanceolati. Le ife delle pileipellis sono finemente incrostate con contenuto intracellulare marrone. Somiglianze e varietà Leccinum versipelle (Fr. em. Smotl.) Snell è abbastanza simile per le colorazioni aranciate del cappello, ma si separa per l’habitat di crescita sotto Betulle e la squamettatura grigio nerastra molto evidente sul gambo. Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel anch’esso presenta simili colorazioni aranciate nel cappello, ma si riconosce facilmente per le asperità del gambo a lungo bianche, solo in vecchiaia nerastre e per l’habitat esclusivo di Pioppo tremulo. Leccinum vulpinum Watling morfologicamente molto simile al nostro Leccinum quercinum, dal quale si differenzia per il cappello con tonalità più scure, marcatamente rosso-mattone, per il gambo ricoperto da asperità nerastre e crescita sotto Pinus spp. Leccinum piceinum Pilát & Dermek che molti considerano essere sempre un Leccinum vulpinum, si separa per la colorazione pileica più brunastra e per per l’habitat di conifera, in particolare peccete, (Picea abies). Osservazioni La maggior parte delle specie del genere Leccinum si caratterizzano per il portamento slanciato, cappello convesso, gambo cilindrico, ricoperto da scaglie, squame o asperità in rilievo. Leccinum quercinum presenta il cappello con colorazioni rosso-arancio, il gambo slanciato, precocemente ricoperto di squame e/o asperità bruno-rossastre e nella parte basale del gambo si colora di verde-bluastro, i pori sono inizialmente biancastri, poi crema grigiastri, a maturità bruno-rugginosi, cresce sotto latifoglia, con particolare predilezione per la Quercia, il Carpino e il Castagno. Note nomenclaturali Specie identificata nel 1791 dal micologo francese Jean Baptiste François Pierre Bulliard il quale gli diede il nome di Boletus aurantiacus. In seguito nel 1821 la specie è stata ricombinata nel genere Leccinum da Samuel Frederick Gray con l'epiteto aurantiacum, binomio attualmente prioritario. Si evidenzia che la specie ha avuto negli anni alcuni fraintendimenti nomenclaturali, infatti per molti anni questra specie, che si associa ai boschi termofili è stata conosciuta come Leccinum quercinum (Pilát) E.E. Green & Watlin. L’errore interpretativo che perdura attualmente in alcune pubblicazioni, si è presumibilmente originato a partire dalla monografia sui boleti europei di Pilat & Dermek (1974). I due autori cecoslovacchi hanno infatti assegnato l’epiteto di Leccinum aurantiacum alla specie mesofila con gambo bianco e legata ai pioppi, ma se si risale all’interpretazione originale di Bulliard e alla relativa iconografia si può verificare che per Leccinum aurantiacum l’autore francese intendeva una specie con squame rossastre sul gambo e legata a svariate latifoglie in ambiente termofilo (ossia la specie che in tempi moderni abbiamo chiamato Leccinum quercinum (Pilát) E.E. Green & Watling). Di conseguenza, essendo l’interpretazione originale quella prioritaria, il nome corretto per questa entità che si associa ai boschi termofili è Leccinum aurantiacum (di cui Leccinum quercinum diviene automaticamente sinonimo); mentre il Leccinum aurantiacum sensu Pilat & Dermek deve essere necessariamente chiamato in altra maniera. Den Bakker & Noordeloos lo hanno nominato Leccinum albostipitatum nel 2005 ma in realtà esiste un nome di origine più antica disponibile, ossia Leccinum rufum e quest’ultimo dovrebbe essere quindi utilizzato per designare la specie che si associa ai boschi mesofili. Bibliografia PILÁT, A. & DERMEK, A. 1974. Hríbovité huby. Československé hríbovité a sliziakovité huby (Boletaceae – Gomphidiaceae). Veda, Bratislava. GELARDI, M. 2017. Corso di aggiornamento tassonomico sull’ordine boletales in Italia alla luce dei nuovi orientamenti filogenetici molecolari. AMB-Bolzano. Si ringrazia Matteo Gelardi per la consulenza sulla nomenclatura di alcune specie del genere Leccinum. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria, Settembre 2014; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20140921-01) Microscopia Spore 14,2-17,8 × 3,9-4,7 µm; media 15,4 × 4,3 µm; Q = 3,1-4,0; Qm = 3,6, fusiformi , lisce, guttulate, con parte spessa, con apicolo, di colore bruno-tabacco in massa. Osservazione in acqua a 1000×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Basidi clavati, in maggior parte tetrasporici, osservati anche pochi bisporici. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Cheilocistidi da fusiformi a clavati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Caulocistidi prevalentemente claviformi, osservati anche lageniformi, fusiformi ed allungati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Pileipellis formata da un tricoderma di ife cilindriche, costituite da più elementi sovrapposti, settati, senza GAF. Gli elementi teminali risultano cilindrici, ma anche appuntiti, lanceolati. Le ife delle pileipellis sono finemente incrostate con contenuto intracellulare marrone. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 100×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.
  22. Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Campania; Novembre 2012; Foto Felice Di Palma.
  23. Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Sardegna; Dicembre 2013; Foto di Franco Sotgiu.
  24. Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Umbria; Novembre 2012; Foto di Stefano Rocchi. Sotto leccio, lentamente arrossanti alla sezione
  25. Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder; Regione Umbria, Colli del Trasimeno; Maggio 2010; Foto di Luigi Minciarelli. Ritrovamento in bosco con macchia mediterranea, in particolare Pino, Leccio, Quercia, con sottobosco di Erica, Corbezzolo, Cisto.
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