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Lactarius tabidus Fr. 1838
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Lactarius tabidus Fries; Svizzera; Ottobre 2014; Foto di Roberto Cagnoli. In bosco misto di Betulle, Ontani, Faggi. Spore subglobose con verruche isolate e rare connessioni. Pileipellis formata da cellule subglobose di varie dimensioni e rare ife cilindriche Macrocheilocistidi e pleurocistidi abbondanti, parzialmente nerastri in SVA. A bassi ingrandimenti si vedono bene i cheilocistidi sul filo lamellare e i pleurocistidi sulla sezione di lamella. -
Lactarius tabidus Fr. 1838
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Lactarius tabidus Fr.; Continente Europa; Agosto 2008; Foto di Federico Calledda. -
Lactarius tabidus Fr. 1838
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Lactarius tabidus Fr. 1838 Tassonomia Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sezione Russulares Etimologia L'epiteto Lactarius deriva dal latino lactārĭus [a, um] = da latte, per l'emissione di latice alla frattura. Sinonimi Lactarius theiogalus (Bull.: Fr.) Gray 1922 Foto e Descrizioni Il cappello aranciato, più pallido negli esemplari maturi, grinzoso e un pò striato al bordo, il latice bianco e abbondante, virante al giallo se isolato su carta bianca, il portamento slanciato, la taglia medio-piccola e la crescita in zona sfagnosa sono i caratteri macroscopici che ci hanno indirizzato verso la determinazione. L'analisi della pileipellis ha mostrato una trama di tipo pseudoparenchimatica (composta da ife subglobose difformi) con la presenza di terminali allungati come a formare dei peli. Questa caratteristica permette di separare questo taxa dalle altre specie. Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto, commento e microscopia di Massimo Mantovani. Giovani esemplari. Esemplari più maturi. Imenoforo di tre giovani esemplari. Spore 8-9 × 6-7 µm, caratterizzate da verruche a guisa di spine, per lo più isolate o al massimo fuse tra loro da brevi connettivi che non formano, però, una vera e propria reticolazione. Pileipellis. Macropleurocistidi subfusiformi e attenuati all'estremità, dimensioni 70-75 × 10-12 µm. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Sardegna; Novembre 2010; Foto di Franco Sotgiu. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Toscana; Ottobre 2010; Foto di Gianluigi Boerio. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Umbria; Novembre 2011; Foto di Mario Iannotti. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Lombardia, Prealpi Bergamasche; Novembre 2011; Foto di Gianluigi Boerio. Ritrovamento in bosco misto Quercia e Castagno - 300 m s.l.m. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Lombardia, Castelbarco; Novembre 2010; Foto di Angelo Mariani. Ritrovamento in un bosco misto di Quercia e Castagno. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Liguria; Dicembre 2009; Foto di Federico Calledda. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Lombardia; Ottobre 2008; Foto di Massimo Mantovani. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Marche; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Marche; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Particolare del latice sieroso opalescente. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Un particolare del cappello corrugato. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Colore scuro, odore di cimice, cappello corrugato, latice sieroso opalescente. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren; Regione Lazio; Novembre 2006; Foto di Felice Di Palma. Microscopia Assenza di cistidi fusiformi, presenza di cellule terminali del filo lamellare polimorfe. -
Lactarius subumbonatus Lindgren 1845
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Lactarius subumbonatus Lindgren 1845 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Foto e Descrizioni Bruno scuro in ogni parte, margine del cappello più o meno scanalato, superficie depressa e rugosa. Cresce sotto latifoglia, gregario, con odore tipico e forte di cimice, sapore mite, latice sieroso. Regione Sardegna; Raduno AMINT Novembre 2007; Foto di Pietro Curti. -
Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821
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Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray; Svizzera; Ottobre 2013; Foto di Roberto Cagnoli. -
Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821
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Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Ottobre 2011; Foto di Massimo Biraghi. Ritrovamento sotto Faggio. -
Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821
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Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Agosto 2011; Foto, commento e microscopia di Massimo Biraghi. Specie poco comune strettamente legata al Faggio, predilige terreni calcarei e boschi umidi, di medie dimensioni e dalle colorazioni pileiche bruno camoscio, crema-brunastro, rosso-brunastro, il latice è inizialmente mite, poi un poco amarognolo, biancastro, immutabile anche se isolato. Spore 6,5 - 8 × 6-7 µm, con verrucose, con creste relativamente corte, comunque non superanti 1 µm. Basidi relativamente corti, panciuti, tetrasporici. Cheilocistidi strettamente fusiformi di modeste dimensioni (30-45 µm). Pleurocistidi identici ai cheilocistidi ma di dimensioni maggiori. Pileipellis formata da ife intrecciate. -
Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821
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Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821
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Lactarius subdulcis (Pers. : Fr.) Gray 1821 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Russularia Sezione Russulares Sottosezione Russulares Etimologia L'epiteto Lactarius deriva dal latino lactarius = lattaio, per la presenza del latice. L'epiteto subdulcis è formato dal suffisso latino sub- = leggermente, e dall'aggettivo latino dulcis = dolce, per il sapore dolciastro del latice. Cappello Margine involuto, anche in età tardiva, privo di striature o costolature, superficie asciutta, untuosa, liscia, appena rugosa verso il centro, non zonata, dall'aspetto grasso, di color tortora, con lievi tonalità rosate, più pallida verso il margine e con l'età, leggermente depressa al centro. La superficie pileica di aspetto glabro, mai con evidenti rugosità, colloca questa entità nella sezione Russulares. Imenoforo Lamelle moderatamente fitte, di colore biancastro-beige, crema-biancastro con lievi sfumature rosato-carnicine, arcuate, leggermente decorrenti, sottili con filo regolare, presenza di lamellule e di qualche forcatura al gambo a maturità. Latice Non particolarmente abbondante, bianco, fluido, immutabile. Gambo Cilindrico, leggermente sinuoso, con base a volte ricurva e leggermente attenuata, subconcolore al cappello, alla base può presentare del tomento bianco. Carne Esigua, dal colore biancastro, beige, di sapore inizialmente dolce poi leggermente amarognolo, odore non molto pronunciato, ma ben percettibile di gomma bruciata o scleroderma. Habitat Specie di latifoglia, con forte preferenza per il faggio. Microscopia Spore (6,1) 7,2-9,3 (9,5) × (4,7) 6,2-7,1 (7,8) µm; Q = (1,1) 1,15-1,37 (1,4); N = 33; Media = 8,2 × 6,5 µm; Qm = 1,3; da subglobose a largamente ellissoidali; decorate da evidenti verruche, da isolate a brevemente catenulate, unite da alcune creste filiformi che formano uno pseudoreticolo per la maggior parte costituito da maglie incomplete ed alternato a sporadiche maglie chiuse; plaga soprailare con debole amiloidia. Basidi tetrasporici. Macrocistidi generalmente fusiformi, con apice arrotondato, a volte submucronati, numerosi e nettamente emergenti dai tessuti imeniali. Pileipellis con struttura pseudoparenchimatica mista, con uno strato più profondo di cellule subglobose irregolari e uno strato esterno formato da ife allungate, con apice arrotondato. Internamente vi è presenza di pigmento citoplasmatico, mentre esternamente le ife sono ricoperte da un sottile pigmento incrostante. Caulocistidi assenti. Commestibilità e Tossicità Non commestibile. Specie simili All'interno della sottosezione Russulares, caratterizzata da carpofori dalle colorazioni bruno rossastro vinose, bruno aranciate, crema, beige, rosate, latice bianco immutabile anche se isolato, con odori caratteristici di scleroderma, cimice, speziato, troviamo: Lactarius badiosanguineus Kühner & Romagn., tipico degli ambienti montani di conifera, legato principalmente a Picea abies, si distingue per le colorazioni rosso vinose intense, lamelle dalle colorazioni più ocracee, odore speziato ed ecologia differente; Lactarius quietus (Fr. : Fr.) Fr., legato agli ambienti termofili con presenza di Quercus spp., ha colorazioni più intense, fulvastro-rossastre, con evidenti zonature concentriche ed odore diverso, marcatamente cimicino; spore ornate da creste di vario spessore, che formano un reticolo incompleto, plaga soprailare inamiloide; Lactarius sphagneti (Fr.) Neuhoff, anch'esso tipico degli ambienti montani di conifera, in zone molto umide con presenza di sfagno, si differenzia per le colorazioni fulvo aranciate, la cuticola lucida e brillante e l'odore poco significativo. Pileipellis composta da un tessuto di ife di tipo ixotrichoderma; spore con appendice ilifera prominente. Per quanto riguarda il gruppo appartenente alla sottosezione Lacunari, ricomprendente L. decipiens, L. tabidus, L. lacunarum e L. hepaticus, questi ultimi si differenziano per avere latice bianco ingiallente se isolato su carta bianca. Altre specie confondibili, appartenenti ad altri sottogeneri, dalle simili colorazioni pileiche e dagli odori di scleroderma o di cimice abbiamo: Lactarius britannicus f. britannicus D.A. Reid, anch'esso con spiccata predilezione per il faggio, si differenzia per avere il latice lentamente ingiallente e la cuticola asciutta, non grassa, rugolosa e finemente granulosa. Spore con verruche isolate ed alte, non connesse da creste, plaga soprailare amiloide. Lactarius britannicus f. pseudofulvissimus (Bon) Basso, si differenzia per le spore verrucoso-crestate, e mancanza nella pileipellis di pigmento incrostante zebrato; spore ornate da verruche conico-acute, per lo più isolate. Lactarius rubrocinctus Fr., è caratterizzato da una fascia anulare nella parte alta del gambo, in prossimità delle lamelle e dalla superficie pileica di aspetto rugoso, specie esclusiva di faggio, dal punto di vista microscopico, si differenzia per avere spore nettamente crestate, non formanti un reticolo ben definito e per la presenza di caulocistidi. Lactarius fulvissimus Romagn., colorazioni pileiche vivide, fulvo aranciate, cuticola lucida, brillante, con margine tipicamente decolorato, e leggermente crenulato, latice bianco immutabile, habitat prevalente di castagno, carpino e nocciolo, presenta spore con numerose creste, plaga ilare non amiloide. Lactarius atlanticus Bon, differisce per l'ecologia più termofila, in particolare si associa con lecci, la base del gambo è strigosa e l'odore cimicino; spore crestate, disposte a formare un reticolo anche con maglie complete, rare verruche isolate. Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Alessandro Gigli e Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Marche, M.te San Vicino; Novembre 2021; Foto di Alessandro Gigli. (Exsiccatum AG211114-01) Ritrovamento in bosco di faggio. Pileipellis con struttura pseudoparenchimatica mista, con uno strato più profondo di cellule subglobose irregolari e uno strato esterno formato da ife allungate, con apice arrotondato e pigmento parietale esterno, incrostante, zebrato. Osservazione in ammoniaca, a 1000×. Pileipellis osservazione in rosso congo, a 400×. Spore (6,1) 7,2-9,3 (9,5) × (4,7) 6,2-7,1 (7,8) µm; Q = (1,1) 1,15-1,37 (1,4); N = 33; Media = 8,2 × 6,5 µm; Qm = 1,3; cortamente ellissoidali, con evidenti verruche da isolate a brevemente catenulate, formanti uno pseudoreticolo per lo più costituito da maglie incomplete. Osservazione in melzer, a 1000×. Macrocistidi generalmente fusiformi, con apice arrotondato, a volte submucronati, numerosi e emergenti dai tessuti imeniali. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. -
Lactarius spinosulus Quèl. 1880
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Lactarius spinosulus Quèl., Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Federico Calledda. -
Lactarius spinosulus Quèl. 1880
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Lactarius spinosulus Quèl., Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Dettaglio lamelle, latice e delle squamule irsute. -
Lactarius spinosulus Quèl. 1880
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Lactarius spinosulus Quèl., Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Massimo Mantovani. Bellissimo e non comune Lactarius dalle tinte rosa-carnicine, caratterizzato dalla superficie pileica più o meno zonata e rivestita da piccole squamule erette. Cresce sotto Betulla in luoghi umidi. In evidenza la superficie pileica irsuta, più scura al centro, dove figura una piccola papilla. Foto macro sul pileo irsuto e sulla papilla centrale.