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Archivio Micologico

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  1. Lactarius scrobiculatus (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Agosto 2006; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Un Lactarius con evidenti scrobicoli sul gambo (da cui il nome) con caratteristiche gocce. Il latice bianco, diventa subito giallo zolfo. Ingrandimento del lato inferiore. Due foto riprese a breve distanza di tempo una dall'altra. Nella prima si vede il colore bianco del latice uscito appena dopo il taglio sulle lamelle, nella seconda foto ripresa pochi secondi dopo si nota come il colore bianco viri velocemente al giallo zolfo.
  2. Lactarius scrobiculatus (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Foto di Pietro Curti. Odore non significativo, sapore del latice e della carne decisamente acre, crescita nei boschi di conifere dall'Estate al'Autunno. Il gambo tipicamente decorato con numerosi scrobicoli su fondo bianco pruinoso che all'apice crea una netta anularità, da considerarsi tossico per la sua acredine.
  3. Lactarius scrobiculatus (Scop. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Foto di Pietro Curti. Cappello visibilmente viscido, peloso, villoso al margine, di un bel giallo cromo, più o meno zonato, all'inizio decisamente involuto e poi a maturità disteso. Lamelle color crema, adnate o lievemente decorrenti, molto fitte e con la presenza di numerose lamellule, latice copioso e bianco, con immediato viraggio al giallo.
  4. Lactarius scrobiculatus (Scop. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricicomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites Sezione Piperites Sottosezione Scrobiculati Etimologia Dal latino lactarius = che produce latte, per il latice che secernono i carpofori appartenenti a questo genere. Dal latino scrobìculus che è diminutivo di scrobìs = buca, fossa. Quindi col significato di fossetta, piccola cavità. In riferimento agli scrobicoli (piccole fossette, come scolpite a bassorilievo) presenti sul gambo. Cappello 6-20 (25) cm, di medio-grandi dimensioni, carnoso, compatto, da piano-convesso a piano-depresso, anche con depressione marcata al centro. Margine involuto, solitamente regolare ma a volte ondulato. Cappello decorato da scrobicoli disposti soprattutto verso il margine che si presenta, specialmente all’inizio, tomentoso (ricoperto da peluria vellutata). Sempre nei giovani esemplari si notano piccole goccioline giallognole che, essiccando, determinano la formazione di macchiette ocra brunastre. La cuticola è brillante e vischiosa con tempo umido, asciutta ma sempre brillante con il secco, di colore giallastro, giallo miele, giallo ocraceo con riflessi aranciati, con leggere zonature, di aspetto rugoloso al centro. Imenoforo Lamelle mediamente fitte, arcuate, da adnate a subdecorrenti, forcate e con anastomosi all’attaccatura del gambo, di colore giallo pallido, poi giallo crema a maturazione, macchiate di brunastro nelle fratture o dopo manipolazione, intervallate da lamellule. Filo intero, regolare e concolore, brunastro se corroso. Gambo 3-7 × 2-4 cm, robusto, tozzo, cilindrico, talvolta un po’ allargato alla base o al centro, sodo in gioventù, poi farcito e infine cavo in vecchiaia, di colore biancastro, decorato da evidenti scrobicoli giallastro-ocracei di forma più o meno irregolare, più scuro verso la base e con tendenza a imbrunire in età adulta o per manipolazione. L’apice si presenta tipicamente pruinoso e privo di scrobicoli o, al più, con piccoli scrobicoli quasi impercettibili, in modo da formare una sorta di breve fascia o di alone biancastro uniforme. Carattere di aiuto per la corretta determinazione. Carne Biancastra ma subito giallastra alla sezione, di consistenza soda e compatta specialmente nel cappello, con odore sgradevole, acidulo, sapore inizialmente mite poi mediamente piccante. Latice non molto abbondante e di colore biancastro, vira al giallo dopo pochi secondi, sapore dolciastro, reagisce all’arancio con KOH (idrossido di potassio). Habitat Cresce in abbondanza nelle foreste umide di Picea abies (L.) H. Karst. (Abete rosso o Peccio). Commestibilità e Tossicità Tossico, provoca disturbi all’apparato gastrointestinale attribuibili a sindrome gastroenterica incostante. Specie simili Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair è l’unico Lactarius della sezione Dapetes che, ove si presenti con cappello color crema, può ricordare grossolanamente Lactarius scrobiculatus. La presenza del latice color carota che fuoriesce alla frattura fuga qualsiasi dubbio. Ciò vale comunque per ogni altro Lactarius della sezione Dapetes che annovera soltanto specie con latice colorato di arancio, rosso vinoso o blu verdastro. Mentre per i Lactarius della sottosezione Scrobiculati (caratterizzata da specie con gambo più o meno scrobicolato, margine pileico da tomentoso a pubescente, reazione al giallo arancio del latice con KOH) la somiglianza con Lactarius scrobiculatus può essere più marcata. Qui di seguito i caratteri differenziali da tenere in considerazione. Lactarius intermedius Krombh. ex Berk. & Broome, di dimensioni più contenute, non presenta zonature sul cappello e ha gambo scrobicolato anche all’apice con scrobicoli gialli, più o meno piccoli e regolari, visibili fino all'inserzione delle lamelle. Inoltre ha lamelle color crema con riflessi rosati, colorazioni pileiche più sbiadite, latice astringente e poi acre, cresce preferibilmente sotto Abies alba Miller (Abete bianco). Lactarius citriolens Pouzar, di dimensioni più contenute, si distingue per l’evidente peluria su tutto il cappello, per il latice acre, per il gambo rigonfio verso la base, pelosa e lanuginosa. Lactarius leonis Kytövuori, di dimensioni più contenute, ha latice acre, cappello con cuticola di aspetto tipicamente “bucherellato”, bambagiosa per la presenza di peli in particolare al margine del cappello. Lactarius resimus (Fr. : Fr.) Fr. e Lactarius aquizonatus Kytövuori hanno latice acre e amarognolo, colorazioni pileiche tendenti al biancastro crema pallido. Lactarius tuomikoskii Kytövuori ha latice amaro e acrescente, presenta gambo biancastro, liscio e privo di scrobicoli. Tra i Lactarius della sottosezione Scrobiculati, Lactarius scrobiculatus è quello più facilmente reperibile in Italia essendo, con stagione propizia, quasi invasivo nelle foreste di Peccio. Meno comune è Lactarius intermedius, mentre assai più raro è l’incontro con le altre specie più sopra menzionate in quanto il loro tipico areale di crescita è quello del Nord Europa. Curiosità In molte località è conosciuto come "Lattario a fossette" o "Peveraccio butterato". Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europaei. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora.
  5. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Toscana; Novembre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Dal TUTTO FUNGHI, pag 478: “È un buon commestibile, particolarmente gradito e apprezzato nel Sud dell’Italia dove è chiamato Rosito; è consumato cotto alla griglia sulla brace o usato per preparare sughi e intingoli come contorno a piatti di carne. Fa parte della Sezione Dapetes, contenente tutti i Lactarius aventi latice di colore arancio-rosso. Relativamente facile il riconoscimento poiché è l’unico lattario in cui il latice è rosso-vinoso fin dall’inizio. Nel Lactarius semisanguifluus, infatti, il latice si presenta subito aranciato, per assumere colorazioni rosso sangue solo in seguito, a causa del viraggio. È l’unico (con la specie tipo) della Sezione a latice aranciato-rosso che, se consumato, non colora l’urina di arancione.” Esemplari vetusti. A sinistra: esemplare attaccato da Peckiella deformans; a destra: evidente inverdimento delle superfici a maturità. Latice scarso, di colore rosso sangue, immutabile: non vira al verde né lasciato essiccare sulle lamelle né se isolato. Colori del cappello.
  6. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Toscana; Novembre 2008; Foto di Federico Calledda.
  7. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Sardegna; Novembre 2008; Foto di Federico Calledda.
  8. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Sardegna; Novembre 2006; Foto di Franco Sotgiu.
  9. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Lazio; Foto di Mauro Cittadini.
  10. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Campania; Settembre 2005; Foto di Felice Di Palma.
  11. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Lazio; Anno 2004; Foto di Mauro Cittadini.
  12. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Lazio; Anno 2004; Foto di Mauro Cittadini. Questa raccolta, unitamente ad altre che seguono, veniva un tempo classificata come Lactarius sanguifluus var. violaceus (Barla) Basso, varietà che oggi è stata riassorbita nella specie tipo.
  13. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Umbria; Ottobre 2014; Foto Stefano Rocchi. Sotto Pini; cappello di colore aranciato con sfumature verdastre, lamelle arancio rosate, gambo pruinoso e decorato da alcune scrobicolature rosso-vinose. La carne al taglio diviene subito rosso vinosa. Latice leggermente amarognolo. Questa specie ha come sinonimo anche la varietà violaceus.
  14. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Umbria; Ottobre 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento effettutato in un bosco di Pino nero con presenza di Ginepro. Alla sezione il latice è subito rosso vinoso. Il carpoforo si macchia facilmente di verde.
  15. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Massimo Biraghi.
  16. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Felice Di Palma.
  17. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.; Regione Lombardia, Oltrepo' Pavese; Foto di Emilio Pini.
  18. Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites Sezione Dapetes Sottosezione Sanguifluini Etimologia Dal latino lactarius = che produce latte, per il latice che secernono i carpofori appartenenti a questo genere. Dal latino sanguis = sangue; composto con fluo = fluisco, scorro. Quindi: che fluisce sangue. In relazione al latice rosso-sangue che ne fluisce al taglio. Cappello Cappello 4-12(15) cm, prima convesso, poi piano-depresso e infine imbutiforme con depressione centrale, sodo e carnoso, margine fortemente involuto fin quasi a maturità, leggermente pruinoso, avente colorazioni arancio-vinose con zonature, punteggiature e scrobicoli (depressioni che formano fossette) concentrici, ma con andamento abbastanza incerto che danno al fungo un aspetto glassato. Con il tempo tende a macchiarsi di verde. Imenoforo Lamelle fitte, strette, a volte biforcate, decorrenti, da ocra pallido fino a rosso vinoso con riflessi violacei, tendono a macchiarsi di verde nei punti soggetti a compressione o sfregamento. Gambo Gambo 4-6 × 1,5-3 cm, tozzo, corto, pieno poi cavo, attenuato alla base, colore rosa-arancio incarnato, vinoso o lilacino con evidenti e numerosi scrobicoli rosso-vinosi. Carne Consistente, compatta ma fragile, granulosa, inizialmente biancastra, assume in seguito colorazione rosso-carminio nella parte corticale, si macchia facilmente di verde. Latice non abbondante, rosso sangue, violaceo, leggermente acre, immutabile. Odore tenue, quasi impercettibile, fruttato. Habitat Sotto conifere, specialmente Pinus pinea L. (Pino da pinoli), Pinus sylvestris L. (Pino silvestre) e Pinus nigra J.F. Arnold (Pino nero), particolarmente abbondante nelle pinete mediterranee soprattutto nei tratti con sottobosco in presenza di Ginepro, è facile trovarlo anche in collina e media montagna, compare dall’autunno e continua a fruttificare fino ai primi rigori invernali. Commestibilità e Tossicità È un buon commestibile particolarmente gradito e apprezzato nel Sud dell’Italia dove è chiamato Rosito; è consumato cotto alla griglia sulla brace o usato per preparare sughi e intingoli come contorno a piatti di carne. Specie simili Questa specie fa parte della sezione Dapetes, contenente tutti i Lactarius aventi latice di colore arancio-rosso. Relativamente facile il riconoscimento poiché è l’unico Lactarius in cui il latice è rosso-vinoso fin dall’inizio. Nel simile Lactarius semisanguifluus, infatti, il latice si presenta subito aranciato, per assumere colorazione rosso sangue solo in seguito, a causa del viraggio. Curiosità Lactarius sanguifluus è l’unico della sezione a latice aranciato-rosso che, se consumato, non colora le urine di arancione. Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europaei. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora. MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin. PHILLIPS, R., 2004. Riconoscere i funghi. Ed. De Agostini. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi Regione Marche; Novembre 2006; Foto di Pietro Curti.
  19. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Umbria; Ottobre 2013; Foto di Pietro Curti.
  20. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Umbria; Ottobre 2012; Foto di Mario Iannotti;
  21. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Emilia Romagna; Novembre 2009; Foto di Emilio Pini.
  22. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Toscana; Ottobre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Ritrovamento nella Foresta di Vallombrosa, 1.200 m s.l.m.; sotto Abete bianco. Si tratta di uno dei Lactarius a latice colorato sui toni arancio-rosso. Si può distinguere dai suoi simili analizzando con attenzione alcune caratteristiche: habitat esclusivo sotto Abete bianco; assenza di macchie o sfumature verdastre; zonature concentriche sul cappello poco evidenti o assenti; latice da arancio a arancio-rossastro (virante al rosso-vinoso dopo qualche ora dalla frattura) dal sapore mite fino ad amarognolo; presenza sul gambo di scrobicoli più o meno allungati; il colore “salmone” su tutto lo sporoforo gli ha dato il nome. Nei boschi misti può essere confuso con Lactarius deliciosus (che cresce sotto Pino; ha evidenti zonature concentriche sul cappello che di solito è di colore rosso-arancio; ha latice rosso-arancio dal sapore mite; presenta rare macchie verdi e limitatamente alle fratture), con Lactarius deterrimus (che è esclusivo del Peccio; si macchia nettamente di verde in modo spontaneo fin da giovane), con Lactarius semisanguifluus (che è esclusivo di Pino silvestre; ha cappello arancio più o meno incarnato che si macchia progressivamente di verde o di verde-bluastro; sul cappello ha zonature poco evidenti da giovane, più evidenti a maturità quando il cappello comincia ad assumere le tipiche sfumature verdastre; ha latice arancio che vira al rosso-vinoso dopo pochi secondi), con Lactarius sanguifluus (che è esclusivo di Pino; presenta lamelle di colore lilla-vinoso, latice e carne immutabili di colore rosso-violacei o rosso scuro, senza toni arancio; cappello e gambo inverdenti leggermente e soprattutto nelle fratture).
  23. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Abruzzo; Ottobre 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Campioni raccolti in un bosco misto di Abeti (Abete Rosso, Abete Bianco, e altri), i campioni raccolti mostrano cappello molto viscido, zonato, gambo poco scrobicolato, quasi liscio, latice arancio vivo. I campioni hanno mostrato un leggero inverdimento delle fratture dopo alcune ore dalla raccolta. Il latice arancio vivo.
  24. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti. Primo d'inverdimento e con zonature sul cappello assenti o appena accennate. Scrobicoli allungati e latice carota. Simbionte esclusivo dell'Abete bianco.
  25. Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair; Regione Umbria; Novembre 2008; Foto di Pietro Curti.
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