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Archivio Micologico

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Tutti i contenuti di Archivio Micologico

  1. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Lombardia, Parco di Monza (MB); Agosto 2014; Foto di Marco Barbanera. Crescita su ceppaia di latifoglia.
  2. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Calabria; Luglio 2009; Foto di Pietro Curti.
  3. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Lazio; Novembre 2008; Foto di Mauro Cittadini.
  4. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Lombardia, Parco sul fiume Oglio; Anno 2006; Foto di Emilio Pini.
  5. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Lombardia, Parco sul fiume Oglio; Anno 2006; Foto di Emilio Pini.
  6. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Emilia Romagna; Dicembre 2005; Foto di Gianni Bonini.
  7. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Calabria; Maggio 2005. Giovane esemplare.
  8. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Sardegna; Anno 2005; Foto di Franco Sotgiu.
  9. Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst. 1881 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Ganodermataceae Sinonimi Grifola lucida (Curtis : Fr.) Gray 1821 Polyporus lucidus (Curtis : Fr.) Fr. 1821 Fomes lucidus (Curtis : Fr.) Cooke 1885 Etimologia Dal greco gános= lucentezza e dérma= pelle, con la pelle lucente. Dal latino lucidus= lucido, per il suo aspetto. Cappello 5-12(18) × 2-3 cm di spessore, reniforme, semicircolare o flabelliforme, con un'umbone in corrispondenza dell’inserzione del gambo, superficie pileica ricoperta da una crosta lucida, brillante, come laccata, fatta di componenti non resinosi, che si può incidere con l’unghia e non si scioglie alla fiamma di fiammifero, liscia o gibbosa, corrugata; di colore bruno-rosso, rosso, rosso-aranciato, a vecchiaia bruno-nerastro, con zonature o solcature concentriche, orlo ispessito, ondulato, all’inizio bianco e dopo giallastro, comunque più chiaro della superficie pileica. Imenoforo Tubuli alti 5-20 mm, di solito monostratificati, da color crema a color tabacco-bruno; pori piccoli e rotondi concolori ai tubuli, si scuriscono alla manipolazione o alla scalfittura; spore brune. Gambo 5-15(20) × 1,5-3 cm, laterale, cilindrico, irregolare, con gibbosità e ondulazioni, concolore al cappello o più scuro, duro, lucido, si opacizza con l’invecchiamento o perché ricoperto di spore. Carne Color crema-ocra; prima spugnosa, poi elastica, legnosa, assai coriacea e tenace; odore fungino e sapore non individuabile per l’impossibilità di masticazione. Habitat Specie molto comune, cresce in tutte le stagioni, in tutte le regioni italiane, su ceppi e rami interrati o alla base dei tronchi di latifoglie (Quercia, Pioppo, Frassino, Platano, Acero, Tiglio, Faggio, Robinia, Bagolaro e altri). Commestibilità e Tossicità Non commestibile per la carne legnosa, coriacea e tenace. Specie simili Un suo simile è Ganoderma valesiacum Boud., di colore più chiaro che predilige per la sua crescita il Larice, conifera di alta montagna; Ganoderma carnosum Pat. ha la superficie pileica più scura, è vistosamente più grande (ca.30 cm) e cresce su conifere prediligendo l’Abete bianco. Osservazioni Si tratta di uno dei Polyporales più diffusi, fa parte della Famiglia delle Ganodermataceae, è saprotrofo, raramente anche parassita e agente di carie bianca a lento sviluppo che causa lo schiarimento del legno colpito. Si tratta di un fungo molto vistoso: l’aspetto laccato e i colori vivi e brillanti suscitano la curiosità di tutti quelli che lo incontrano, molti lo raccolgono nei nostri boschi per usarlo come decorativo nei vasi o come soprammobile. In Oriente i cinesi lo chiamano Ling Zhi, ovvero “potenza spirituale”, i giapponesi Reishi, e in entrambi i paesi è coltivato e viene commercializzato per uso medicinale, poiché risulterebbe efficace, come alcune altre specie del Genere Ganoderma (G. adspersum, G. applanatum, G. carnosum, G. pfeifferi, G. resinaceum e G. valesiacum), nella cura di molti mali. Sono in corso studi anche in Europa, in particolare in Spagna, per verificarne l’effettiva efficacia terapeutica. Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi Regione Lazio; Anno 2005; Foto di Mauro Cittadini.
  10. Ganoderma carnosum Pat.; Regione Emilia-Romagna; Agosto 2010; Foto e commento di Alessandro Francolini. Può essere confuso con Ganoderma lucidum; ma Ganoderma carnosum ha dimensioni maggiori, raggiungendo e superando anche i 20 cm di diametro pileico e ha colorazione più scura, da color fegato fino a bruno-nerastra; l’habitat, infine, dovrebbe fugare i dubbi residui: presso conifere, soprattutto Abete bianco, il Ganoderma carnosum, presso latifoglie, specialmente Quercia e Castagno, il Ganoderma lucidum. Esemplare ai piedi di una ceppa di Abete bianco.
  11. Ganoderma carnosum Pat. Regione Lazio. Ottobre 2006. Foto di Felice Di Palma.
  12. Ganoderma carnosum Pat. 1889 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Ganodermatales Famiglia Ganodermataceae Tra le specie che possono essere confuse con il comune Ganoderma lucidum, vi è Ganoderma carnosum Pat. =Ganoderma atkinsonii H. Jahn, Kotl. & Pouzar. Ganoderma carnosum si riconosce essenzialmente per le maggiori dimensioni, a volte con cappelli di oltre 20 cm di diametro e per la colorazione decisamente più scura, bruno-fegato nerastra. Infine è significativa la dimensione sporale maggiore rispetto a Ganoderma lucidum, Ganoderma valesiacum Boud. che cresce esclusivamente su Larix sp. ed al "fratello" americano Ganoderma tsugae Murrill. I ritrovamenti presentati sono relativi ai Monti Cimini, Loc. Pianiccione su ceppaie di Pseudotsuga menziesii. Regione Lazio. Settembre 2006. Foto e commenti di Mauro Cittadini. Spore da largamente ellittiche ad ovoidi, con apice tronco, verrucose. parte esterna (esosporio) ialino endosporio bruno chiaro in acqua. dimensioni rilevate: (10)11-13 × 7-7,5(8) µm.
  13. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Regione Lombardia, Parco di Monza; Settembre 2014; Foto di Marco Barbanera. Su tronco di Carpinus betulus vivente. Imenoforo. Sezione.
  14. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.;Regione Lombardia, loc. Parco di Monza (MB); Agosto 2014; Foto Di Marco Barbanera. Su legno in decomposizione
  15. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Giardino privato su Quercus ilex; Regione Marche; Mese di Settembre; Foto di Pietro Curti. Pileo. Polvere sporale che riveste il pileo.
  16. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Giardino privato su Quercus ilex; Regione Marche; Mese di Settembre; Foto di Pietro Curti. Soggetto maturo che ha completato la sua crescita. Superficie sterile liscia e lucida, ricoperta da basidiospore. Imenoforo. Bianco e con pori più o meno rotondeggianti.
  17. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Regione Marche; Agosto 2013; Foto e descrizioni di Pietro Curti. Ai piedi del Leccio secolare del mio giardino. Contesto bruno ruggine. Odore acidulo fungino lieve, sapore subnullo, pori rotondi e abbastanza irregolari. Sezione. Contesto percorso da zonature concentriche e con maculature biancastre.
  18. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Regione Lombardia; Marzo 2007; Foto e descrizioni di Rensacca. Superficie poroide biancastra, scurisce se toccata; 6-7 pori per mm. Microscopia Ife vegetative arboriformi. Basidiospore ellissoidali-ovoidali, provviste di exosporio ialino ed endosporio bruno-chiaro e verrucoso.
  19. Ganoderma applanatum (Pers.) Pat. 1889 Tassonomia Regno Fungi Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Polyporales Famiglia Ganodermataceae Sinonimi Fomes applanatus (Pers.) Gillet (1878) Ganoderma leucophaeum (Mont.) Pat. (1889) Polyporus applanatus (Pers.) Wallr. (1833) Etimologia Dal greco gános = lucentezza e dérma = pelle, con la pelle lucente. Dal latino applanatus = spianato. Cappello 10-60 × 5-30 cm, a forma di mensola, appiattito, superficie superiore quasi sempre irregolare, con zonature concentriche e nodosità, rivestito da una crosta spessa circa 1 cm, rugosa, dura ma cedevole se premuta, di colore brunastro, grigiastro-bruno, marrone, fino a tonalità grigio-scure o nerastre; viene ricoperto all’atto della sporulazione da uno strato abbondante di basidiospore di colore brunastro; il margine è ottuso, ispessito, ondulato, biancastro, che scurisce con l’età ma mantenendo tonalità più chiare rispetto al resto del cappello. Imenoforo I tubuli sono disposti su più strati con uno spessore di circa 1 cm, uno per ogni anno di età del basidioma, di colore brunastro, bruno-ruggine; pori rotondeggianti, del diametro di 0,2 mm, biancastri, brunastri alla manipolazione, frequentemente deformati da galle cilindriche o coniche-ottuse provocate dalle larve del dittero Agathomya wancowitzii. Carne Dura, suberosa, coriacea, di colore variabile da bruno-ocra a bruno-rossastro, odore e sapore nulli o comunque poco significativi. Habitat Parassita o saprotrofo, cresce tutto l’anno nelle zone a clima temperato in Italia e in Europa, predilige le zone a clima mite delle aree mediterranee ma si adatta facilmente all’ambiente urbano; si sviluppa alla base, a un metro o meno di altezza degli alberi viventi, su ceppaie o su tronchi caduti di latifoglie tra le quali: Leccio, Faggio, Platano, Sughera, Frassino, Carpino, Pioppo e più raramente su aghifoglie (Pino domestico). Commestibilità e Tossicità Non commestibile, per la consistenza della carne legnosa e coriacea. Specie simili Di problematica determinazione, può essere facilmente confuso con Ganoderma adspersum e Ganoderma resinaceum: più di uno dei caratteri distintivi indicati dagli autori per queste specie, sono riscontrabili in tutte e tre le specie, oppure, sono di difficile interpretazione; l’unico carattere che garantisce una sicura determinazione è la lunghezza delle spore. Osservazioni Sicuramente è uno dei Polyporales più diffusi, fa parte della Famiglia delle Ganodermataceae; le zonature o i solchi nella superficie pileica, indicano che la sua crescita avviene in diversi anni: ogni anno il diametro del cappello aumenta, un nuovo solco si aggiunge a quelli già esistenti e uno strato di tubuli si sovrappone agli altri. Danneggia gravemente gli alberi che attacca, minando la loro resistenza meccanica e la loro stabilità con la carie bianca e il marciume radicale. La zona dei pori (imenoforo) se graffiata o incisa imbrunisce mettendo in risalto sul fondo biancastro le linee tracciate. Viene utilizzato in Giappone e in Cina come medicinale. Spesso capita di notare come il Ganoderma applanatum abbia la cuticola del cappello ricoperta da spore. Il fenomeno secondo alcuni Autori è riconducibile al fatto che le spore verrebbero 'sparate' (sono delle ballistospore) in tutte le direzioni e pertanto ricadrebbero copiose anche sul cappello. Alcuni studiosi sostengono anche la teoria che i funghi, regolando la loro temperatura, riescano a generare flussi d'aria verticali necessari per il trasporto delle spore e questo spiegherebbe il rilevante deposito sporale sopra il pileo. Verosimilmente, si può ritenere che l'ingente flusso sporale che esce dall'imenoforo venga depositato sopra il cappello dalle folate di vento e dalle anche piccole correnti d'aria che si verificano naturalmente. Bisogna ricordare a questo proposito che le spore hanno un peso bassissimo e sono facilmente trasportabili. Altri ancora suppongono che parte delle spore siano prodotte direttamente sul cappello. Tutte queste teorie meritano studi più approfonditi e relativi riscontri e/o smentite. Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Emilio Pini.
  20. Ganoderma adspersum (Schulzer) Donk; Regione Lombardia, loc. Parco di Monza (MB); Agosto 2014; Foto di Marco Barbanera. Su tronco di latifoglia.
  21. Ganoderma adspersum (Schulzer) Donk; Regione Umbria; Agosto 2013; Foto di Stefano Rocchi. Superficie bruna rossiccia con alone bluastro, pori biancastri con piccoli rilievi, sapore amaro e odore fungino, spore grandi. Sezione.
  22. Ganoderma adspersum (Schulzer) Donk 1969 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Ganodermatales Famiglia Ganodermataceae Regione Sardegna; Settembre 2006; foto di Franco Sotgiu.
  23. Conocybe deliquescens Hauskn. & Krisai 2006 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Galeropsis lateritia (Watling) Moreno, Heykoop & Illana 1989 Regione Lazio; Agosto 2019; Foto Manuel Atzeni. Spore. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale; 200×. Spore. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale; 400×.
  24. Galerina vittiformis (Fr.) Singer 1950 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Hymenogastraceae Etimologia L'epiteto Galerina è il diminutivo di Galera, dal latino Galerus, copricapo a forma di cupola di cuoio usato come elmo, per la forma del cappello. L’epiteto vittiformis deriva dal latino vítta = benda, fascia e forma = figura aspetto. Sinonimi Galera vittiformis (Fr.) P. Kumm. 1871 Galerula vittiformis (Fr.) Maire 1933 Galerina muricellospora (G.F. Atk.) Kühner 1935 Galerina rubiginosa (Pers.) Kühner 1935 Galerina vittaeformis (Fr.) Singer 1950 [variante ortografica] Basidioma Omogeneo, pileo-stipitato, di dimensioni piccole. Cappello 9-18 mm, conico, campanulato, igrofano, liscio, striato per trasparenza per quasi due terzi del raggio, da giallo ocra a ocra arancio, nella zona discale è presente un basso umbone ottuso, con colorazioni più chiare. Lamelle Adnato smarginate, ventricose, spaziate, leggermente erose, intercalate da lamellule, di colore giallo ocra, filo lamellare eterocromo ed eteromorfo. Gambo 40-80 mm, cilindrico, esile, fragile, pruinoso nella parte alta, con colorazioni giallo ocra, nella parte bassa le colorazioni sono più scure, bruno rossastre; sono presenti dei cordoni miceliari. Carne Esigua, ocracea. Habitat Muscicolo. Note nomenclaturali In letteratura vengono descritte diverse forme, alcune di queste si distinguono per la presenza o meno di basidi tetrasporici, che IF, a differenza di altri autori, sinonimizza con la specie tipo. Microscopia Spore (10,8) 10,9-12,6 (13,2) × (5,9) 6,3-7,3 (7,8) µm; Q = (1,5) 1,6-1,8 (1,9); N = 31; Media = 11,7 × 6,8 µm; Qm = 1,7; destrinoidi, amigdaliformi, subcitriformi, alcune ovoidi, a perisporio verrucoso, plaga soprailare evidente, apicolo evidente. Basidi 23-34 x 7-10 µm; clavati, in prevalenza bisporici, presenti anche monosporici, rari trisporici. Giunti a fibbia presenti. Cheilocistidi (40,6) 42,8-51 (52,8) × (7,6) 7,9-12,8 (13,3) µm; N = 30; Media = 47,1 × 11,1 µm; numerosi, lageniformi, alcuni si presentano leggermente flessuosi. Pleurocistidi (36,3) 37,9-52,8 (53,9) × (7,4) 7,9-12,9 µm; N = 30; Media = 46 × 11 µm; simili ai cheilocistidi. Pileocistidi assenti. Suprapellis ife 4-6 µm; cilindriche, settate, leggermente incrostate. Subpellis con ife rigonfie. Caulocistidi (30,1) 33-52,1 (53,3) × (9,5) 10,3-13,8 (14,8) µm; N = 30; Media = 43,4 × 12,4; numerosi, simili ai cheilocistidi, leggermente più larghi. Commestibilità e tossicità Non commestibile, ma sospetta. Specie simili Galerina atkinsoniana A.H. Sm, si differenzia per avere basidi del tutto bisporici e per la presenza di pileocistidi. Galerina perplexa A. H. Sm, molto simile ma anch’essa si differenzia per la presenza di pileocistidi. Galerina hypnorum (Schrad. : Fr.) Kühner, ha gambo meno slanciato, spore più piccole e alcune caliptrate, cheilocistidi strettamente langeniformi con apice subcapitulato. Galerina hybrida Kühner, spore minori di 10 µm e cheilocistidi tibiformi. Galerina clavata (Velen.) Kühner, spore più grandi, assenza di gaf, cheilocistidi capitulati. Galerina paludosa (Fr.) Kühner, specie prettamente sfagnicola. Bibliografia DE HAAN, A. & WALLEYN, R., 2002. Studies in Galerina - Galerinae Flandriae (1). Fungi non delineati 23. Ed. Candusso, I - Alassio (SV). GULDEN, G., 2008. Galerina. In: Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing: 886-903. Si ringrazia Mariano Curti per la disponibilità e i suggerimenti forniti durante la stesura della scheda. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Antonio Albanese - revisionata da Tomaso Lezzi, approvata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Gennaio 2023; Foto di Antonio Albanese. Gregario, su muschio in un bosco di Quercus suber. Gli sporofori studiati in questa raccolta presentano basidi in prevalenza bisporici attribuiti a Galerina vittiformis f. bispora Arnolds non sono stati osservati basidi tetrasporici. Esistono forme intermedie tra i due estremi possiamo dire che questa raccolta è molto più vicina a una forma bisporica che tetrasporica. Spore. Osservazione in acqua, a 1000×. Spore. Osservazione in acqua, a 1000×. Spore destrinoidi. Osservazione in melzer, a 630×. Spore. Osservazione in KOH 5%, a 1000×. Basidi e Pleurocistidio. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Basidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Basidi e Pleurocistidio. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Basidi monosporici, bisporici e trisporici. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Pleurocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Pileipellis. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Caulocistidi. osservazione in rosso Congo, a 630×. Caulocistidi. osservazione in rosso Congo, a 400×.
  25. Galerina uncialis (Britzelm.) Kühner 1935 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Hymenogastraceae Foto e Descrizioni Su residui legnosi (presumibilmente di Pino). Regione Lazio, Castelfusano; Ottobre 2007; Foto, commento e microscopia di Felice Di Palma. Microscopia Spore n=30 ... (7,80 )8,287-9,965(10,05)X(4,88 )4,932-5,762(6,27) Spore rugolose e con plaga ilare evidente Cheilocistidi langeniformi Basidi Ife della trama lamellare, assenza di pleurocistidi. Ife della cuticola, assenza di pileocistidi, presenza di GAF. Caulocistidi sostanzialmente assenti tranne che per qualche isolata eccezione. Presenza di GAF (di piccolissime dimensioni) anche tra le ife del gambo.
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