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Gymnopus confluens (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel. 1997
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Gymnopus confluens (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel. 1997 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia confluens (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871 Note nomenclaturali Specie descritta per la prima volta nel lontano 1796 dal botanico e micologo tedesco Christian Hendrik Persoon, che gli diede l'epiteto di Agaricus confluens. In seguito, nell'anno 1871, il micologo tedesco Paul Kummer ricombinò la specie in Collybia confluens, binomio con cui il fungo fu ampiamente conosciuto fino agli anni 2000. Nel 1997 gli studiosi Antonín e Noordeloos hanno proposto il trasferimento nella specie nel genere Gymnopus, sempre con l'epiteto confluens, binomio accettato da tutta la comunità scientifica e pertanto divenuto prioritario. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E., NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon 63: 359-368. Regione Trentino; Luglio 2009; Foto di Pietro Curti. Un Gymnopus che cresce su legno di latifoglie ma anche più raramente su legno di conifere, abbastanza semplice da riconoscere per la sua crescita gregaria, quasi cespitosa, per le lamelle molto fitte, per il gambo nettamente pruinoso e per i cromatismi beige diffusi in tutti i settori del fungo, solo le lamelle sono biancastre.- 10 risposte
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Gymnopus aquosus (Bull. : Fr.) Antonín & Noordel. 1997
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Gymnopus aquosus (Bull. : Fr.) Antonín & Noordel.; Regione Veneto; Maggio 2006; Foto DI Christian Zoldan. -
Gymnopus aquosus (Bull. : Fr.) Antonín & Noordel. 1997
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Gymnopus aquosus (Bull. : Fr.) Antonín & Noordel.; Regione Veneto; Maggio 2006; Foto DI Christian Zoldan. -
Gymnopus aquosus (Bull. : Fr.) Antonín & Noordel. 1997
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Gymnopus aquosus (Bull. : Fr.) Antonín & Noordel. 1997 Tassonomia Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia aquosa (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871 Foto e Descrizioni Fungo molto simile a Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murrill, quasi un sosia, si differenzia da quest'ultimo per la base del gambo nettamente bulbosa e la presenza di residui miceliari al piede rosa (rizomorfe), per ultimo per cromatismi decisamente più diluiti e quindi chiari. Note nomenclaturali Fungo descritto per la prima volta nel lontano 1781 dal micologo francese Jean Baptiste François Pierre Bulliard, che gli diede l'epiteto di Agaricus aquosus. In seguito, nell'anno 1871, il micologo tedesco Paul Kummer ricombinò la specie in Collybia aquosa, binomio con cui il fungo fu ampiamente conosciuto fino agli anni 2000. Nel 1997 gli studiosi Antonín e Noordeloos hanno proposto il trasferimento della specie nel genere Gymnopus, con l'epiteto aquosus, binomio accettato da tutta la comunità scientifica e pertanto divenuto prioritario. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E., NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon 63: 359-368. Regione Veneto; Maggio 2006; Foto dI Christian Zoldan. -
Collybia cirrhata (Schumach.) Quél. 1872
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Collybia cirrhata (Schumach.) Quél.; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Felice Di Palma. -
Collybia cirrhata (Schumach.) Quél. 1872
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Collybia cirrhata (Schumach.) Quél. 1872 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Collybia amanitae (Batsch) Kreisel 1987 Foto e Descrizioni Piccola Collybia che cresce su resti di funghi marcescenti, in particolare Lactarius e Russula. Sono prive di sclerozio. Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Luca Mistè. -
Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Umbria; Settembre 2013; Foto e commento di Mario Iannotti. Cappello finemente vellutato, opaco, su toni bianco-grigiastri, di forma irregolare, con margine ondulato, lobato, gambo concolore. Al fine di non conforderlo con alcune Clitocybe bianche tossiche, molto simili, accertarsi che siano presenti questi elementi: la carne sia friabile, cedevole, odore intenso di farina fresca e la sporata rosa. Le Clitocybe bianche al contrario hanno le lamelle bianche, la carne fibrosa, elastica e non hanno odore di farina fresca.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Marche; Ottobre 2010; Foto di Pietro Curti. Dettaglio imenoforo.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Trentino; Agosto 2011; Foto, commento e microscopia di Tomaso Lezzi. 1º Congresso trentino sui funghi alpini, Cles (TN), Loc. Malgaroi. Microscopia Le spore con le costolature longitudinali tipiche di questa specie. Osservazione in Blu di cresile. Nelle proiezioni polari si può vedere la forma della sezione delle spore, che è esagonale. Osservazione in Floxina basica. Misure sporali.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Massimo Biraghi. Ritrovamento in Bosco di Abete rosso.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop.: Fr.) Quelét, Regione Marche; Dicembre 2009; Foto di Pietro Curti.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Marche; Ottobre 2009; Foto di Pietro Curti.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Marche; Ottobre 2008; Foto di Pietro Curti. Dettaglio dell'imenoforo: lamelle decorrenti e con sporata rosa.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Toscana, Lunigiana; Giugno 2007; Foto di Emilio Pini.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Emilia Romagna; Agosto 2005; Foto di Massimo Biraghi.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti. Noto con il nome volgare di "spion di brisa" (spia del Porcino), per il suo crescere associato ai Porcini, si tratta di un ottimo commestibile dal sapore ed odore farinoso, non deve essere confuso con le tossiche Clitocybe, dalle quali si distingue, per le lamelle rosa a maturità, per la carne burrosa e fragile, non elastica, per il gradevole odore ben diverso da quello sgradevole o nullo delle piccole e velenose Clitocybe bianche. Enormi soggetti nati ai margini del bosco su prato sommitale.- 14 risposte
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871
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Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel. 1871 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Entolomataceae Nome italiano Prugnolo, Prugnolo bastardo, Spion de brisa. Sinonimi Paxillopsis prunulus (Scop. : Fr.) J.E. Lange 1940 Pleurotus prunulus (Scop.) Murrill 1917 Etimologia Dal latino prunulus = piccola prugna, per il suo aspetto pruinoso. Cappello 3-12 cm di diametro. Da convesso con margine involuto ad appianato, poi imbutiforme; irregolare, lobato e ondulato; cuticola pruinosa, secca e morbida, leggermente viscosa con umidità, con superficie che al tatto ricorda il cuoio. Colore bianco grigiastro. Lamelle Fitte, sottili, basse e decorrenti che si separano facilmente dal cappello. Di colore bianco poi lievemente rosate infine rosa-carnicino, crema. Gambo Alto 2-5 cm con diametro 0,8-1,3 cm, biancastro, corto, pieno e sodo poi midolloso e farcito, più o meno cilindrico, con svasature o rigonfiamenti a volte in alto ed altre alla base pruinosa. Spesso in posizione eccentrica. Carne Bianca, tenera, friabile e fragile. Odore e sapore di farina bianca che ricorda l'impasto da pane. Habitat Cresce in estate e autunno nei boschi di latifoglie e di conifere. Reperibile spesso in prossimità del Boletus edulis, tanto che viene in molte regioni chiamato spia del porcino. Spore 10-13 × 5-6 µm, largamente ellittiche, attenuate alla base con caratteristici solchi longitudinale (6-8), rosa in massa. Commestibilità o Tossicità Ottimo commestibile dalla carne tenera e gustosa. Specie simili E' possibile che possa pericolosamente esser confuso con le Clitocybe bianche e tossiche, quali Clitocybe rivulosa, Clitocybe dealbata e Clitocybe cerussata, Dalle quali si distingue per il suo caratteristico odore di farina o di pasta fresca (rancido nelle Clitocybe), per le lamelle che a maturità si tingono di un colore rosato (bianche o crema in Clitocybe) e per la fragilità della sua carne (tenace e fibrosa quella delle Clitocybe). E' possibile inoltre, la confusione con specie vicine di Clitopilus (Es.Clitopilus scyphoides, su detriti legnosi Clitopilus cistidiatus in habitat mediterraneo). Tutti comunque commestibili. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Marche; Settembre 2004; Foto di Pietro Curti.- 14 risposte
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Clitopilus pinsitus (Fr. : Fr.) Joss. 1937
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Clitopilus pinsitus (Fr. : Fr.) Joss. 1937 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Entolomataceae Foto e descrizioni Specie lignicola, cresce su ceppaie di latifoglie. Forma basidiomi sessili o muniti di gambo rudimentale, a forma di ventaglio o spatoliformi, larghi fino 5-6 cm. Imenoforo formato da lamelle abbastanza fitte, inizialmente biancastre ma presto rosate per la maturazione delle spore (fungo rodosporeo). Carne esigua con netto odore di farina rancida. Spore 7-8,6 × 4-4,5 µm, costolate longitudinalmente come in tutte le specie del genere Clitopilus. Specie simili Clitopilus rhodophyllus, da taluni considerato sinonimo, si differenzierebbe per l’assenza di odore. Clitopilus hobsonii si differenzia macroscopicamente per la taglia molto più ridotta (fino a 1,5 cm) e le lamelle più rade. Clitopilus prunulus, morfologicamente diverso e con habitat terricolo. Gli Entoloma del sottogenere Claudopus hanno portamento simile, evocante il genere Crepidotus e sporata rosa ma si distinguono per il profilo poligonale delle spore. Infine i funghi del genere Crepidotus si distinguono per la sporata brunastra. Regione Lombardia, località Bosco di Belgiardino (LO); Novembre 2015; Foto di Marco Barbanera, microscopia di Sergio Mombrini. Crescita alla base di un pioppo secco. Spore 7-8,6 × 4-4,5 µm, costolate longitudinalmente. -
Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel. 1999
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Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel.; Regione Campania; Ottobre 2008; Foto di Marcello Boragine. Filo lamellare a 100×. Spore misura media 13,5 × 5,3 µm. Cheilocistidi cilindrici e filiformi 400×. Basidio tetrasporico 400×. -
Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel. 1999
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Commestibili
Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel.; Regione Lombardia, loc. Gera d'Adda; Agosto 2014; Foto, descrizione, microscopia di Massimo Biraghi. Osservazioni Questa specie si differenzierebbe da Clitopilus prunulus macroscopicamente per le colorazioni pileiche su toni grigiastri ricordantiClitocybe nebularis e per le lamelle quasi prive di riflessi rosati (Funghi d'Italia; Vizzini et al. 2008). Nel caso degli esemplari studiati, per verificare la presenza di eventuali cheilocistidi, ho eseguito delle sezioni del filo lamellare prelevandolo da 4 esemplari della stessa fruttificazione altrettante porzioni di imenio da ognuno di essi, Ho eseguito circa 30 preparati e solamente in uno di questi ho potuto constatare la presenza di cheilocistidi. A questo punto si potrebbe pensare, come è già successo nel Genere Melanoleuca, che, in questa specie, i cistidi non siano un elemento importante ai fini determinativi e che la loro presenza o assenza sia legata in qualche modo ad una funzione "supplettiva" per facilitare la maturazione delle spore e quindi la propagazione della specie. D'altra parte una prima analisi molecolare sembra che le due entità siano molto vicine geneticamente, tanto che da poter presumere che siano la stessa entità. In attesa di nuovi sviluppi e di una ulteriore verifica genetica, vista la presenza di cheilocisti e delle caratteristiche macroscopiche, e seguendo la attuale sistematica possiamo attribuire questo ritrovamento a Clitopilus cystidiatus. Microscopia Spore. N° Long. Larg. Q Moy 9,32 4,91 1,90 Min 8,53 4,27 1,71 Max 10,37 5,45 2,13 Cheilocistidi del filo lamellare, 400× in rosso Congo. Osservazione a 1000×. -
Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel. 1999
Archivio Micologico ha postato un topic nell'area Funghi Commestibili
Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel. 1999 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Entolomataceae Foto e Descrizioni Clitopilus cystydiatus è specie poco diffusa nella Gera d’Adda dove le sue apparizioni sono occasionali ed in numero di poche entità, abbastanza presente invece in altri luoghi della penisola come ad esempio le sugherete della Gallura o i boschi costieri Laziali dove addirittura sembra essere il Clitopilus più diffuso, il ritrovamento e avvenuto in un bosco di latifoglie sotto Quercus robur. La morfologia di questo fungo è molto simile a quella di Clitopilus prunulus tanto da ipotizzare una futura sinonimia con lo stesso, allo stato attuale sembra avere superato l'esame del molecolare ed il taxon è ritenuto distinto e valido. Per una corretta determinazione è necessaria l’osservazione dei caratteri microscopici prestando particolare attenzione al filo lamellare dove andremo a verificare la presenza di Cheilocistidi. Regione Lombardia, loc. Gera d'Adda; Luglio 2014; Foto, descrizione e microscopia di Sergio Mombrini. Microscopia Filo lamellare. Cheilocistidi. Ife della cutis. Spore, misure rilevate: 8,1-10,4 × 5,2-5,9 µm. -
Clitocybe vibecina (Fr.) Quél. 1872
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Clitocybe vibecina (Fr.) Quél.; Regione Lombardia; Dicembre 2014; Foto di Massimo Biraghi. -
Clitocybe vibecina (Fr.) Quél. 1872
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Clitocybe vibecina (Fr.) Quél.; Regione Lombardia; Dicembre 2013; Foto, descrizione e microscopia di Massimo Biraghi. Microscopia Misurazione da sporata. Long. : N =36 ; dMd ; (5,36)5,513 - 5,75666666666667 - 6,731(7,15) Larg. : N =36 ; dMd ; (2,51)2,924 - 3,15 - 3,471(3,79) Q : N =36 ; dMd ; (1,63)1,71 - 1,76666666666667 - 2,156(2,37) N° Long. Larg. Q Moy 6,05 3,19 1,90 Min 5,36 2,51 1,63 Max 7,15 3,79 2,37 Med 6,04 3,21 1,88 Lxl: N= 36 ; dMd; (5,36)5,51-5,75666666666667-6,73(7,15) × (2,51)2,92-3,15-3,47(3,79) Qm = 1,90 -
Clitocybe vibecina (Fr.) Quél. 1872
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Clitocybe vibecina (Fr.) Quél.; Regione Lombardia; Dicembre 2013; Foto, descrizione e microscopia di Sergio Mombrini. Rinvenute sotto aghifoglia queste Clitocybe con il pileo dai toni bruni non “glassato” e un poco untuoso, igrofano, con il margine leggermente striato per trasparenza. Le lamelle grigio-brune, il gambo concolore e fistoloso,la carne con odore e sapore di farina. Sporata bianca, basidi tetrasporici e spore ellissoidali 6 × 3,5 µm in media. In alcuni testi attuali (es. Funga Nordica) e database (IF) Clitocybe langei Singer viene sinonimizzata alla specie qui descritta. -
Clitocybe vibecina (Fr.) Quél. 1872
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Clitocybe vibecina (Fr.) Quél.; Regione Marche; Ottobre 2008; Foto di Pietro Curti. Cappello gommoso, emisferico e ombellicato, fortemente igrofano, odore e sapore erbaceo/terroso. Dettaglio pileo, imenoforo e gambo.