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Archivio Micologico

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Tutti i contenuti di Archivio Micologico

  1. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Mario Iannotti.
  2. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Pietro Curti. Pileo, imenoforo e stipite.
  3. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Massimo Biraghi.
  4. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Emilio Pini.
  5. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto di Felice Di Palma.
  6. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Massimo Biraghi.
  7. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Svizzera; Agosto 2007; Foto di Federico Calledda.
  8. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Felice Di Palma.
  9. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer; Regione Lombardia; Agosto 2006; Foto di Massimo Biraghi.
  10. Rhodocollybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) Singer 1939 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia maculata (Alb. & Schwein. : Fr.) P. Kumm. 1871 Foto e Descrizioni Chi è abituato ad associare a questo Genere piccoli funghetti, con Rhodocollybia maculata può trovarsi disorientato, di medie, anche grandi dimensioni, gregaria, prevalentemente cresce in boschi di conifere non presenta di certo l'aspetto di un fragile funghetto. Robusta e con consistenza tenace, presenta sempre visibili maculature rugginose sul cappello, una tipica striatura longitudinale nel gambo e lamelle molto fitte. La superficie del cappello appare glabra e biancastra, lungamente involuta, decisamente ondulata negli esemplari adulti. Non ha odori particolari o comunque significativi, il sapore diversamente è decisamente amarescente in modo acuto e persistente, certamente un fungo da non consumare per la sua sgradevolezza, come tutti i funghi, sempre bello da fotografare. Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Note nomenclaturali Specie descritta per la prima volta nel 1805 dagli studiosi Johannes Baptista von Albertini e Lewis David von Schweinitz , che gli diedero l'epiteto di Agaricus maculatus. Nel 1871 il micologo tedesco Paul Kummer ricombinò la specie in Collybia maculata, binomio questo con cui la specie fu largamente conosciuta. Attualmente gli studiosi considerano prioritario per tale specie il nome di Rhodocollybia maculata, binomio ricombinato da Rolf Singer nel 1939, anno in cui creò il relativo genere. Bibliografia LATHA, K.P.D., RAJ, K.N.A. & MANIMOHAN, P., 2018. Two new species of Rhodocollybia from tropical India. Phytotaxa 340(2): 157–166. DOI: 10.11646/phytotaxa.340.2.4. [Data di accesso: 31/03/2019]. Regione Umbria; Ottobre 2010; Foto di Tomaso Lezzi. Crescita sotto Pino nero, cappello e gambo tipicamente maculati. Un particolare del cappello. Un particolare delle macule sul gambo.
  11. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Marche; Ottobre 2012; Foto di Pietro Curti. Pileo, imenoforo e gambo.
  12. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Lombardia, Loc. Filago; Ottobre 2013; Foto di Massimo Biraghi. Alla base di un ceppo di latifoglia.
  13. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Marche; Ottobre 2010; Foto di Pietro Curti. Pileo, imenoforo e stipite.
  14. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Sardegna; Novembre 2011; Foto di Franco Sotgiu.
  15. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Sardegna; Novembre 2010; Foto di Franco Sotgiu.
  16. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Lombardia; Novembre 2011; Foto di Sergio Mombrini. Pianura Bassa Bergamasca, boschetto planiziale.
  17. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Lombardia; Novembre 2009; Foto di Emilio Pini.
  18. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Lombardia; Ottobre 2006; Foto di Massimo Biraghi.
  19. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel. 1997 Tassonomia Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia kuehneriana Singer 1961 Collybia marasmioides (Sacc.) Bresinsky & Stangl 1970 Foto e Descrizioni Specie caratterizzata dal contrasto tra il colore del gambo (rosso-bruno deciso, più chiaro all'apice) e il colore del cappello negli adulti (ocra pallido con riflessi rosati); il simile Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murrill ha invece gambo concolore o quasi al cappello (ocra-aranciato). Note nomenclaturali Specie descritta per la prima volta nell’anno 1801 dal botanico e micologo tedesco Christian Hendrik Persoon, che gli diede l'epiteto di Agaricus erythropus. In seguito, nell'anno 1871 il micologo tedesco Paul Kummer ricombinò la specie in Collybia erythropus, ma il binomio con cui la specie fu ampiamente conosciuta fino ai primi anni 2000 è stato quello creato nell'anno 1961 da Rolf Singer con l'epiteto di Collybia kuehneriana. Attualmente gli studiosi considerano come prioritario il nome scientifico di Gymnopus erythropus, genere in cui la specie vi fu trasferita nell’anno 1997 dai micologi Antonín, Halling e Noordeloos. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E. & NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon 63: 359-368. Regione Toscana; Ottobre 2008; Foto di Alessandro Francolini.
  20. Gymnopus impudicus (Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Lombardia, località Filago; Giugno 2012; Foto e commento di Massimo Biraghi. Stessa località del precedente ritrovamento, esemplari maturi. Microscopia Spore (5,5) 6-7 × 3-4 µm, ellissoidali-larviformi.
  21. Gymnopus impudicus (Fr.) Antonín, Halling & Noordel. 1997 Tassonomia Ordine Agaricales Famiglia Omphalotaceae Sinonimi Collybia impudica (Fr.) Singer 1944 Descrizione Specie di piccole dimensioni e dall'odore pronunciato di cavolo marcio e caratterizzata da spore ellissoidali o a forma di lacrima e dalla presenza di cheilocistidi sul filo della lamella. La presenza dei cheilocistidi permette di distinguerla dalla vicina Gymnopus graveolens (G. Poirault ex Boud.) Antonín & Noordel. Si osserva tuttavia che quest'ultimo binomio è considerato attualmente sinonimo di Gymnopus impudicus. Note nomenclaturali Specie descritta per la prima volta nell’anno 1838 dal grande micologo e botanico svedese Elias Magnus Fries, che gli diede l'epiteto di Marasmius impudicus. In seguito, nell'anno 1944 il micologo tedesco Rolf Singer ricombinò la specie in Collybia impudica, binomio con cui il fungo fu ampiamente conosciuto fino ai primi anni 2000. Attualmente gli studiosi considerano come prioritario il nome scientifico di Gymnopus impudicus, genere in cui la specie vi fu trasferita nell’anno 1997 dai micologi Antonín, Halling e Noordeloos. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E. & NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon 63: 359-368. Regione Lombardia; Maggio 2012; Foto, descrizioni e microscopia di Massimo Biraghi. Ritrovamento al margine di un filare di Quercia rossa e prato stabile, in località Filago, basso corso del fiume Brembo, Specie di piccole dimensioni e dall'odore pronunciato di cavolo marcio e caratterizzata da spore ellissoidali o a forma di lacrima e dalla presenza di cheilocistidi sul filo della lamella. La presenza dei cheilocistidi permette di distinguerla dalla vicina Gymnopus graveolens (G. Poirault ex Boud.) Antonín & Noordel. Microscopia Spore (5,5) 6-7 × 3-4 µm, ellissoidali-larviformi. Filo lamellare 400×. Cheilocistidi. Pileipellis. Presenza di GAF e di ife incrostate perifericamente.
  22. Gymnopus hariolorum (Bull. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Emilia Romagna; Maggio 2013; Foto di Massimo Biraghi. Foto di Emilio Pini.
  23. Gymnopus hariolorum (Bull. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Campania; Maggio 2006; Foto di Felice Di Palma.
  24. Gymnopus hariolorum (Bull. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Emilia Romagna; Maggio 2010; Foto di Massimo Biraghi.
  25. Gymnopus hariolorum (Bull. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel. 1997 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Collybia hariolorum (Bull. : Fr.) Quél. 1872 Note nomenclaturali Specie descritta per la prima volta nell’anno 1782 dal micologo francese Jean Baptiste François Pierre Bulliard, che gli diede l'epiteto di Agaricus hariolorum. In seguito, nell'anno 1872 il micologo e naturalista francese Lucien Quélet ricombinò la specie in Collybia hariolorum, binomio con cui il fungo fu ampiamente conosciuto fino ai primi anni 2000. Attualmente gli studiosi considerano come prioritario il nome scientifico di Gymnopus hariolorum, genere in cui la specie vi fu trasferita nell’anno 1997 dai micologi Antonín, Halling e Noordeloos. Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Bibliografia ANTONÍN, V., HALLING, R.E., NOORDELOOS, M.E., 1997. Generic concepts within the groups Marasmius and Collybia sensu lato. Mycotaxon 63: 359-368. Foto, Descrizioni e Microscopia Regione Emilia Romagna; Aprile 2011; Foto, commento e microscopia di Massimo Biraghi. Microscopia Cheilocistidi. Assenza di Pleurocistidi. Caulocistidi. GAF abbondanti in tutte le strutture. Pileipellis.
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