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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombh. Fungo ubiquitario, assai comune. Cresce isolato o fortemente gregario, da luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie; spesso invasivo. Come per Amanita muscaria può considerarsi “spia del porcino” perché ha lo stesso habitat. Dal TUTTO FUNGHI pag. 356: “Velenoso, talora mortale. Provoca avvelenamento di tipo neurotropico simile, ma più grave, a quello provocato dall’Amanita muscaria. I sintomi compaiono da trenta minuti a tre ore dopo l’ingestione. I principi tossici colpiscono prevalentemente il sistema nervoso centrale.” Un duetto; bosco di cerro
  2. Amanita rubescens (Pers.: Fr.) S. F. Gray di faggeta
  3. Fuligo septica (Linné) Wiggers Altro esemplare di colore giallo a tonalità rossiccia
  4. Fuligo septica (Linné) Wiggers Uno dei più comuni Myxomycetes che si possono incontrare nei boschi è la Fuligo septica; facilmente identificabile per la sua consistenza molliccia e quasi inconsistente (basta sfiorarla perché si disfaccia sotto le dita, con una sensazione simile a quando si tocca la schiuma di un bagno-schiuma), e per il colore giallo o giallo-rossiccio. Irregolarmente distribuita sul substrato, vive fagocitando legno guasto, foglie, pigne, muschi, erba, ecc. Frequente nei periodi piovosi. Dal Forum AMINT: Introduzione alla Sistematica e Tassonomia: "I Myxomycetes (Mixomiceti) sono protozoi particolari che prendono normalmente la forma delle amebe. Alcuni di loro, ed in determinate circostanze, sviluppano corpi fruttiferi (sporangi) deputati alla disseminazione delle spore (mixospore), ed è per questo motivo che spesso in passato sono stati assimilati ai funghi. Alcuni sono piccolissimi altri presentano estensioni notevoli. Sia nella fase di "plasmodio" (unione di più cellule, che perdono la parete fondendosi in un'unica grande cellula plurinucleata) che negli sporangi il fenomeno va interpretato come aggregazione di cellule non formanti un organismo complesso od un tessuto (pseudotessuto). Rimane in questo modo fatta salva la definizione di organismi monocellulari. Si nutrono per "fagocitosi” (un processo che prevede l’ingestione da parte della cellula di particelle di grandi dimensioni, tali da essere visibili al microscopio)."
  5. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Raccolti in marroneta coltivata
  6. Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. In una delle sue forme cromatiche, con la superficie del appello verde: fo. peltereaui
  7. Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal TUTTO FUNGHI pag. 448: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.”
  8. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Robusta amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal TUTTO FUNGHI pag. 360: "Pur trattandosi di un buon commestibile, aromatico e delicato, non deve mai essere consumato in preparazioni che non ne garantiscano adeguata cottura; alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica." Un pimordio
  9. Amanita vaginata s. l. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; margine pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all’orlo. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 343: “Il gruppo delle Amanita del sottogenere Vaginaria è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitate. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l’attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza.” Particolare del margine pileico striato
  10. Boletus calopus Pers.: Fr. Primordi in boccio
  11. Boletus calopus Pers.: Fr. Assieme a B. radicans fa parte della Sezione Calopodes che raggruppa boleti a pori gialli e con carne amara. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal B. radicans per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in B. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in B. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in B. calopus e giallo pallide (talvolta sfumate di rosa in alto) in B. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in B. calopus, quasi assente in B. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 537: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastrointestinale costante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano nella determinazione.” Qui è evidente anche la colorazione gialla nella parte alta del gambo Altra coppia
  12. Astraeus hygrometricus (Pers.: Pers.) Morgan Può ricordare morfologicamente le specie del genere Geastrum per la tipica apertura a stella dell’esoperidio. A prescindere dai caratteri microscopici e dalla struttura interna della gleba, il riconoscimento a livello macroscopico verte sul caratteristico aspetto "tassellato" delle lacinie e sulla diversa apertura apicale da cui fuoriescono le spore: tale apertura è ben strutturata e circoscritta nei Geastrum mentre è imprecisa e irregolarmente lacerata in A. hygrometricus. Dal TUTTO FUNGHI pag. 578: “Il nome volgare di Fungo barometro gli è stato conferito per il peridio fortemente igroscopico che, come un igrometro, risente dell’umidità atmosferica. Le lacinie si distendono col tempo umido e si ritraggono a tempo secco, causando spesso uno spostamento dalla propria sede originale. La dispersione delle spore è affidata a una sinergia di acqua e vento: la pioggia, infatti, colpendo l’endoperidio fa fuoriuscire piccoli sbuffi di polvere sporale che poi sarà dispersa nell’aria grazie al vento.” Evidenti le lacinie tassellate; apertura apicale con lacerazione irregolare
  13. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Nato in una specie di strettoia, con cappello costretto a forzare il passaggio
  14. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sempre a proposito di situazioni strane: nato in faggeta su sponda verticale; diversamente dal precedente questo ha "piegato" subito verso l'alto
  15. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 556: “Nel periodo estivo e all’inizio dell’autunno, il B. aestivalis in particolare, viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c’è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l’intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annui.” Esemplare nato in una condizione di equilibrio un po' precaria Più da vicino
  16. Russula virescens (Schaeff.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI pag. 456: “Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della sua carne. Un’altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch’essa è commestibile.” Giovane esemplare
  17. Boletus aereus Bull.: Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 552: “Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.” Con qualche fiammatura bruno-rossiccia sul cappello
  18. Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Infatti... dal TUTTO FUNGHI, pag 466: "Consumato in alcune località del Sud Italia dopo prolungata cottura per privarlo dell’acredine, malgrado questo accorgimento rimane sempre coriaceo, amaro, disgustoso e causa vari problemi gastroenterici: pertanto se ne sconsiglia il consumo alimentare.” In foto un gruppo di esemplari già maturi; presenti tonalità ocra-ruggine sul cappello che, in vecchiaia, diventa anche un po' rugoso
  19. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Dicembre 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Agaricus praeclaresquamosus Freeman (# 44) Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet (# 24, 25) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 84) Boletus pinophilus Pilát & Dermek (# 85) Cladonia fimbriata (Linneo) Fr. (# 61, 62) Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer (# 16, 53) Clitocybe phaeophtalma (Pers.) Kuyper (# 30-32) Collybia butyracea (Bull.: Fr.) Kummer (# 51) Collybia maculata (Alb. & Schw.: Fr.) Kummer (# 33) Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter (# 75-78) Flammulina velutipes (Curt.: Fr.) Karsten (# 27, 28) Gymnopilus spectabilis (Weinmann: Fr.) A.H.Smith (# 40) Hygrophorus eburneus var. quercetorum (Orton) Arnolds (# 63, 64) Hygrophorus persoonii Arnolds (# 79-83) Lepista inversa (Scop.: Fr.) Pat. (# 17) Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke (# 10, 11, 52) Mycena pura (Pers.: Fr.) P. Kumm. (# 29, 54) Mycena rosea (Bulliard) Gramberg (# 2, 55) Pulcherricium caeruleum (Schrad.: Fr.) Parmasto (# 50) Stereum hirsutum (Wild.: Fr.) Pers. (# 26) Stropharia caerulea Kreisel (# 45-49) Trametes hirsuta (Wulfen) Pilát (# 35, 36) Tremella mesenterica Retzius ex Fries (# 34) Trichaptum fuscoviolaceum(Ehrenb.) Ryvarden (# 56-59) Tricholoma myomyces(Pers.: Fr.) Lange (# 70-72) Xylaria hypoxylon (Linné) Greville (# 20, 21) Altri ritrovamenti: Crepidotus sp. (# 6, 37, 38) Entoloma sp. (# 60) Galerina sp. (# 41-43) Hebeloma cfr. sinapizans (Paulet) Gillet (# 8, 9) Laccaria laccata s.l. (# 3) Marasmius cfr. bulliardii Quélet (# 12, 13) Mycena cfr. polygramma (Bull.) S. F. Gray (# 14, 15) Mycena sp. (# 5, 7, 39, 73, 74) Mycena sp. della Sezione Supinae (# 4) Trichia cfr. decipiens (Pers.) T. Macbr. (# 22, 23, 65-69) ************************************************ Apro al posto di Paolo, sotto nubifragi di varia entità, venti fortissimi, con nevicate sui rilievi e previsioni non buone per la prima settimana di dicembre... Sperem Alessandro
  20. Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet Commestibile discreto purché giovane e scartando il gambo. La colorazione della cuticola è variabile ma verte su toni ocra-giallognoli-olivacei con sfumature grigiastre, ma mai decisamente rossastro-aranciate. Gambo generalmente slanciato e flessuoso, giallo-ocraceo, sovente con costolature verticali. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 526: “L’estrema variabilità di questo fungo ha dato luogo a molte interpretazioni diverse; il carattere principale che lo contraddistingue è, senza dubbio, la mancanza di tonalità rossastre immediatamente sotto la cuticola del cappello; Xerocomus ferrugineus a carne biancastra e commestibile, è simile alla nostra specie e ne differisce per i colori più carichi della cuticola, con la presenza sopra e sotto la stessa sempre di una componente più o meno rossiccia; molti autori lo considerano una semplice varietà del nostro fungo; altra differenza è il micelio basale giallognolo e nella parte alta del gambo si nota quasi sempre un falso reticolo. X. chrysenteron, commestibile, si distingue per le tonalità del gambo marcatamente rossastre, talvolta addirittura vermiglie; anche le tonalità sopra e sotto la cuticola sono più rossicce; il viraggio della carne e delle parti esterne è più immediato e intenso; micelio basale giallo molto chiaro.” ********************************************** Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Giugno 2008 Nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio Elenco delle specie trovate e determinate: Agaricus campestris L. Fr.(# 7) Amanita eliae Quélet (# 17) Amanita gemmata (Paulet) Bertillon (# 49, 50) Amanita rubescens (Pers.: Fr) S.F.Gray (# 24, 37, 38, 62-64, 71, 72) Amanita spissa (Fr.) P. Kumm. (# 21) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 15, 57, 58, 65-68, 73) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 11, 12, 16, 29, 31, 33, 34, 36, 41, 43, 44, 46, 51, 52, 54-56, 74, 79-81) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 18-20, 40, 75) Boletus erythropus Pers. ss. Fr. (# 42) Boletus pinophilus Pilát & Dermek (# 13, 14, 25, 35) Boletus queletii Schulzer (# 3, 4) Boletus regius Krombh (# 32) Cantharellus cibarius (Fr.: Fr.) Fr. (# 26, 28, 60) Collybia dryophila (Bull.: Fr.) Kummer (# 10) Collybia fusipes (Bull.: Fr.) Quélet (# 27) Daedalea quercina (L.: Fr.) Fr. (# 76-78) Lactarius azonites (Bull.: Fr.) Fr. (# 5) Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray (# 59) Lactarius volemus (Fr.: Fr.) Fr. (# 23, 45) Russula aurea Pers. (# 1, 2) Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. (# 39, 69) Russula vesca Fries (# 30, 69) Russula virescens (Schaeff.) Fr. (# 22, 69) Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet (# 82) Altre: Agaricus cfr. nivescens (F.H. Møller) F.H. Møller (# 6) Bovista cfr. plumbea Pers.: Persoon (# 8, 9) Entoloma sp. (# 53) Marasmiellus cfr. candidus (Bolton) Singer (# 61) Marasmius cfr. rotula (Scop.: Fr.) Fr. (# 47) Ramaria sp. (# 48) Probabile Rickenella fibula (Bull.: Fr.) Raith. (# 70)
  21. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sinonimo di Boletus reticulatus Schaeffer È innegabile che anche il reticolo del gambo sia ben evidente... ma d'altra parte è anche evidente in molti esemplari di B. edulis (seppur a maglie disuguali: strette in alto e via via allargantesi verso la base)...
  22. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sinonimo di Boletus reticulatus Schaeffer Primo piano dei cappelli: screpolatura evidente
  23. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Sinonimo di Boletus reticulatus Schaeffer A proposito di questo nome specifico (reticulatus), il Cetto riporta: "Si può determinare con una certa sicurezza (...) se si nota il tipico screpolarsi della cuticola del cappello, carattere che, contrariamente a quanto si crede, gli ha dato il nome. Qualcuno crede che il nome specifico derivi dalla presenza del reticolo sul gambo. Tale reticolo invece, presente anche in B. edulis, non è per nulla determinante agli effetti di una sicura determinazione." Infatti altri micologi ritengono invece che il nome specifico derivi dal fine reticolo che tale specie presenta sul gambo. Qui due esempi con evidente "reticolo" sul cappello dovuto alla screpolatura della cuticola
  24. Daedalea quercina (L.: Fr.) Fr. Purtroppo queste quattro mensole sovrapposte erano state già staccate da qualche pianta; non rimaneva che approfittarne per fare una foto di insieme con i funghi "capovolti" che mostrano l'imenoforo
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