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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Probabile Rickenella fibula (Bull.: Fr.) Raith. Una piccola gemma giallo-arancio nasce dal muschio: cappello dal diametro di 1 cm al massimo, prima convesso poi profondamente ombelicato; lamelle concolori e lungamente decorrenti su un gambo sottile e lungo 4-6 cm. Macroscopicamente confondibile con Gerronema brevibasidiastrum, di differente microscopia.
  2. Tre Russula ottime comestibili. Russula vesca Fries Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal TUTTO FUNGHI pag. 452: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.” Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal TUTTO FUNGHI pag. 448: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.” Russula virescens (Schaeff.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI pag. 456: “Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della sua carne. Un’altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch’essa è commestibile.”
  3. Boletus aereus Bull.: Fr. Il profilo di questo B. aereus non era propriamente pulvinato (guancialiforme); ma ci si poteva dormire sopra...
  4. Boletus aereus Bull.: Fr. ... due cappelli: omaggio all'AMINT
  5. Boletus aereus Bull.: Fr. Esemplare di stazza notevole; con la cuticola completamente liscia
  6. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Particolare dell'anello a gonnellino e striato esternamente; e della base del gambo: questo esemplare mostrava evidenti i residui del velo generale sotto forma di protuberanze ben evidenti (non sempre sono così accentuati)
  7. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Robusta amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal TUTTO FUNGHI pag. 360: “Pur trattandosi di un buon commestibile, aromatico e delicato, non deve mai essere consumato in preparazioni che non ne garantiscano adeguata cottura; alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.”
  8. Marasmiellus cfr. candidus (Bolton) Singer Piccolo fungo (25 mm al massimo come diametro), molto grazioso per il portamento e per la colorazione candida; carne pressoché inesistente. Cresce su ramoscelli caduti o altri residui legnosi di latifoglia. Caratteristica una leggera prominenza sul cappello in corrispondenza all’inserzione col gambo; anche le lamelle sono particolari in quanto irregolari e ineguali (quasi pseudolamelle), spaziate e intervenose. Gambo bianco ma grigiastro verso la base, quasi sempre ricurvo. Gli sono simili specie congeneri tra cui Marasmiellus ramealis dalla colorazione in genere su tonalità crema-carnicine ma biancastra con tempo asciutto; solo la microscopia può dirimere i dubbi. Visione delle lamelle non ben formate la cuticola, con al centro la prominenza ocracea corrispondente all'innesto del gambo visione di insieme su un rametto per l'occasione disteso orizzontalmente a terra; si nota l'effetto del geotropismo: il gambo si incurva per permettere all'imenoforo di porsi orizzontalmente rispetto al suolo e favorire la diffusione delle spore (pensare al rametto in verticale)
  9. Cantharellus cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 140: “Ottimo commestibile. Assieme ai Boletus del Gruppo Edules è il fungo più ricercato e consumato in tutta la penisola, trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”
  10. Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Infatti... dal TUTTO FUNGHI, pag 466: "Consumato in alcune località del Sud Italia dopo prolungata cottura per privarlo dell’acredine, malgrado questo accorgimento rimane sempre coriaceo, amaro, disgustoso e causa vari problemi gastroenterici: pertanto se ne sconsiglia il consumo alimentare.” La cuticola imenoforo e gambo attenuato alla base latice immutabile
  11. Boletus aereus Bull.: Fr. La tonalità del cappello è decisamente nerastra in questo esemplare
  12. Boletus aereus Bull.: Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 552: “Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.” Esemplare con cuticola nerastra e leggermente rugosa
  13. Entoloma sp. Un bellissimo Entoloma, probabilmente vicino al gruppo di E. corvinum; ma senza microscopia...
  14. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Il fungo precedente con una particolare conformazione sia di gambo che di cappello
  15. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Habitat ideale per la ricerca del B. aestivalis durante la prima parte della stagione: la marroneta coltivata
  16. Amanita gemmata (Paulet) Bertillon Gambo radicante e volva aderente e circoncisa Un primordio
  17. Amanita gemmata (Paulet) Bertillon Cappello di colore giallo pallido, dapprima emisferico, poi convesso e, a maturità, disteso: quando è disteso presenta margine striato; verruche bianche, detersili e di forma irregolare; volva aderente e circoncisa, a volte dissociata in cercini fioccosi che possono permanere nella parte inferiore dal gambo; anello sottile e presto dissociato e poco persistente (può essere del tutto assente negli esemplari adulti); gambo a base bulbosa rotondeggiante o ovoidale, radicante. Sono gli elementi caratterizzanti di questa bella Amanita tossica: la sua tossicità sembra sia causa di sindrome panterinica. Dal TUTTO FUNGHI pag. 354: “Tra le prime specie a fare la sua comparsa nei boschi all’inizio della stagione micologica. Di solito condivide il periodo di crescita e l’habitat con la Morchella elata.” Le verruche di forma irregolare
  18. Marasmius cfr. rotula (Scop.: Fr.) Fr. Delizioso Marasmius crescente di preferenza su detriti legnosi (più raramente su foglie) più o meno interrati. Le tipiche solcature del cappello (dovute alla presenza delle lamelle sottostanti) ricordano un paracadute in miniatura; il cappello si presenta sempre ombelicato, bianco con sfumature grigio-beige al centro. Le lamelle sono inserite in un evidente collarium, concolori al cappello; assenza di lamellule; gambo molto sottile, liscio lucido, da nerastro a bruno, più chiaro nei pressi del collarium. Gli è molto simile M. bulliardii che cresce di preferenza su foglie (in genere faggio e quercia) e presenta di solito una papilla bruno-rossiccia al centro del cappello; tali caratteri non sono però sufficienti a separare macroscopicamente le due specie visto che anche M. rotula può, seppur raramente, presentarsi con una papilla simile. Collarium evidente e staccato dal gambo
  19. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Con un gambo insolitamente molto sviluppato; presso marroneta coltivata e con reticolo esteso fino alla base del gambo
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