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2019.11 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2019
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2019.11 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2019
Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Novembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Esemplare stranamente isolato (dato che le "trombette dei morti" sono invasive e gregarie in questo periodo) e di notevoli dimensioni -
2019.11 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2019
Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Novembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. 2 novembre, ricorrenza dei defunti... Non poteva mancare un omaggio alla "Trombetta dei morti". Fungo gregario che cresce a gruppi anche numerosissimi durante i periodi particolarmente freschi e umidi in estate e, soprattutto, in autunno. Buon commestibile: si presta benissimo anche all'essiccazione e a successiva riduzione in polvere per essere impiegato come aromatizzante. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 33, Pag. 136: “Questo fungo è un buon commestibile, molto ricercato, anche se non tutti gradiscono un piatto ingrigito o addirittura annerito da questi funghi; essiccato ha un'ottima resa. Il nome "Trombetta dei morti" non è dovuto al colore nero ma al fatto che si sviluppa attorno al 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Piuttosto simile per struttura e colorazione è Cantharellus cinereus, buon commestibile, che presenta un cappello grigio più o meno scuro, ma con tonalità brunastre; la superficie è un po' fibrillosa, soprattutto verso il margine, che appare ben revoluto e marcatamente ondulato; l'imenio di questo fungo è caratterizzato da pliche venose molto ramificate, dette anastomosi, e scambiate da molti per lamelle; il colore è grigio cenere e schiarisce a maturazione, a causa della sporata bianca. Il gambo è ben distinto e pieno ma, crescendo, si forma al centro di esso un sottile condotto che talvolta arriva fino al centro del cappello. La carne è nerastra, sottile ed elastica, con un evidente odore fruttato e sapore gradevole. Cresce numeroso soprattutto nei castagneti umidi e viene raccolto e consumato spesso scambiandolo per le più famose Trombette. Altro esemplare somigliante a questo fungo è Færberia carbonaria, commestibile, somigliante ad un Cantharellus e infatti, in un passato lontano, veniva chiamato Cantharellus carbonarius: cresce su residui carboniosi, talvolta nel muschio e presenta un cappello più piccolo, convesso, imbutiforme, con orlo ondulato di colore grigio-brunastro ed imenio costituito da vere lamelle.” -
2019.11 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha postato un topic nell'area Funghi Trovati Anno 2019
Buoni ritrovamenti Alessandro ******************* Indice della Toscana, mese di Novembre 2019, totale n° 20 specie; in rosso (*) le schede con microscopia Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 17 Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam.; Post # 4 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Post # 13 Boletus reticulatus Schaeff. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr.; Post # 5 Clavariadelphus pistillaris (L.) Donk; Post # 18 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 8 Coprinopsis insignis (Peck) Redhead, Vilgalys & Moncalvo; Post # 19 Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Post # 2, 3 Fuligo candida Pers.; Post # 20 Hydnum rufescens Pers.; Post # 10 Hygrocybe conica var. conica (Schaeffer : Fries) P. Kummer; Post # 7 Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 23 Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet = Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Post # 9 Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara = Leccinum carpini (R. Schulz) M.M. Moser ex D.A. Reid; Post # 11 Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser; Post # 6 Panellus stypticus (Bull.: Fr.) Karsten; Post # 21 Psathyrella candolleana (Fr.: Fr.) Maire; Post # 14 Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 22 Tubaria autochthona (Berk. & Broome) Sacc. = Tubaria dispersa (L.) Singer; Post # 15(*); 16 Volvouteis gloiocephalus (DC.: Fr.) Vizzini, Contu & Justo; Post # 12 -
2019.10 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2019
Hydnum repandum L. : Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Si tratta del comune e noto “Steccherino dorato” o “Dentino dorato” che deve il suo nome al colore generale e all’imenoforo ad aculei. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 22, Pag. 125: “Buono da giovane, liberato dagli aculei amarognoli. Gli esemplari maturi sono amari e indigesti. Si presta alla conservazione sott’olio. Lo “Steccherino dorato” come viene volgarmente chiamato, è un fungo comune, diffuso e ampiamente raccolto dall’inizio dell’estate fino ad autunno inoltrato. Nelle zone temperate, in assenza di gelo e neve, è possibile raccogliere questa specie fino a dicembre e gennaio. Fungo molto facile da determinare e riconoscere, la presenza degli aculei sotto il cappello è un carattere molto semplice da osservare. Non esistono funghi ad idni tossici, taluni sono solamente coriacei e legnosi, altri amarescenti, per cui indigesti e comunque immangiabili. A prima vista, forse per il suo colore, può essere scambiato per il Cantharellus cibarius, ma quest’ultimo ha delle pseudolamelle (pliche lamellari) e non gli aculei. Altra confusione possibile è con Albatrellus confluens, anch'esso però ha un diverso imenoforo (pori e non aculei). Può essere confuso con l'Hydnum rufescens, più piccolo e di colore rossastro o aranciato, con aculei non decorrenti, commestibile di minor pregio. Hydnum albidum, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, fungo che tende ad inglobare lettiere e terriccio in modo notevole, con spore più piccole, sempre commestibile, anche se difficilmente recuperabile quando totalmente intriso di terra e aghi.” *********************** Indice della Toscana, mese di Ottobre 2019, totale n° 81 specie; in rosso (*) le schede con microscopia Agaricus moelleri Wasser = Agaricus praeclaresquamosus Freeman; Post # 43 Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Post # 70 Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 6 Amanita franchetii (Boud.) Fayod; Post # 48 Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam.; Post # 26, 66 Amanita ovoidea (Bull. : Fr.) Link; Post # 77 Amanita pantherina (De Cand. : Fr.) Krombh.; Post # 50 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Post # 58, 80 Amanita rubescens (Pers. : Fr.) S.F. Gray; Post # 18 Armillaria cepistipes Velen.; Post # 69 Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.; Post # 71 Artomyces pyxidatus (Pers. : Fr.) Julich; Post # 64 Boletus aereus Bull. : Fr.; Post # 42, 50, 56, 72, 84 Boletus edulis Bull. : Fr.; Post # 5, 40, 65 Boletus reticulatus Schaeff. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr.; Post # 46, 60, 81 Butyriboletus regius (Krombh.) D. Arona & J.L. Frank = Boletus regius Krombh.; Post # 67 Caloboletus calopus (Pers. : Fr.) Vizzini = Boletus calopus Pers. : Fr.; Post # 19 Calocera viscosa (Pers. : Fr.) Fr.; Post # 39 Cantharellus amethysteus (Quél.) Sacc.; Post # 9 Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Post # 86 Clitocybe costata Kühner & Romagnesi = Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja; Post # 35 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 13 Clitocybe odora (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 53 Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Kummer; Post # 3 Coprinopsis insignis (Peck) Redhead, Vilgalys & Moncalvo; Post # 45 Coprinopsis picacea (Bull. : Fr.) Redhead, Nilgalys & Moncalvo = Coprinus picaceus (Bull. : Fr.) Fr.; Post # 61 Coprinus comatus (Müll. : Fr.) Pers.; Post # 15 Cortinarius elatior Fr.; Post # 57 Cortinarius trivialis J.E. Lange; Post # 55 Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Post # 54 Daedaleopsis tricolor (Bull.) Bondartsev & Singer; Post # 29 Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm. = Entoloma lividum (Bull.) Quélet; Post # 44, 51 Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Post # 87 Hemileccinum depilatum (Redeuilh) Šutara; Post # 89 Hydnum repandum L. : Fr.; Post # 93 Hydnum rufescens Pers.; Post # 92 Hygrophoropsis aurantiaca (Wulf. : Fr.) Maire; Post # 21 Hygrophorus eburneus (Bull. : Fr.) Fr.; Post # 23 Hygrophorus penarius Fries; Post # 76 Hygrophorus russula (Schaeff. : Fr.) Kauffman; Post # 78 Hymenopellis radicata (Relhan : Fr.) R.H. Petersen = Xerula radicata (Relhan : Fr.) Dörfelt; Post # 22 Hypholoma fasciculare (Huds. : Fr.) Kumm.; Post # 10 Laccaria amethystina (Huds.) Cooke; Post # 16 Lactarius chrysorrheus Fr.; Post # 74 Lactarius intermedius (Krombh.) Berk. & Broome; Post # 33 Lactarius salmonicolor Heim & Leclair; Post # 2 Lactarius torminosus (Schaeff. : Fr.) S.F.Gray; Post # 59 Lactarius zonarius (Bull.) Fr.; Post # 88 Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet = Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Post # 37 Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill; Post # 20 Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray; Post # 30 Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara = Leccinum carpini (R. Schulz) M.M. Moser ex D.A. Reid; Post # 47 Lepiota clypeolaria (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 32 Lepiota cristata (Bolt. : Fr.) P. Kumm.; Post # 49 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 90 Lycoperdon echinatum Pers. : Pers.; Post # 25 Lycoperdon mammiforme Pers. : Pers.; Post # 82 Lycoperdon perlatum Pers. : Pers.; Post # 11 Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Post # 27 Marasmius wynneae Berk. & Broome; Post # 4 Megacollybia platyphylla (Pers.) Kotl. & Pouzar; Post # 41 Mycena haematopus (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 8 Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Post # 73 Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & Vizzini = Boletus erythropus Persoon ss. Fries; Post # 17 Omphalotus olearius (De Cand. : Fr.) Fayod; Post # 63 Phellodon tomentosus (L. : Fr.) Banker; Post # 52 Russula aurea Pers.; Post # 62 Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Post # 12 Russula insignis Quél.; Post # 68(*) Russula rosea Pers. = Russula lepida (Fr. : Fr.) Fr.; Post # 83 Russula vesca Fries; Post # 85 Scleroderma citrinum Persoon : Persoon; Post # 28 Scutiger pes-caprae (Pers. : Fr.) Bondartsev & Singer = Albatrellus pes-caprae (Pers. : Fr.) Pouzar ; Post # 7 Stropharia aeruginosa (Curt. : Fr.) Quélet; Post # 14 Stropharia caerulea Kreisel; Post # 24 Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Post # 91 Tricholoma saponaceum (Fr. : Fr.) Kummer; Post # 36 Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Post # 79 Tricholoma sulphureum (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 38 Tricholoma ustaloides Romagn.; Post # 31 Tricholomopsis rutilans (Scaeff. : Fr.); Post # 34 Non determinati ma generici: Ganoderma cfr. resinaceum Boud.; Post # 75 -
2019.10 - Toscana - Tutor Alessandro
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Hydnum rufescens Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Hydnum di facile identificazione grazie ad alcune caratteristiche: la taglia mediamente piccola (con cappello al massimo di 6-7 cm di diametro), i colori del cappello relativamente vivaci (dal giallo-ocra all’arancio-fulvo più o meno carico), imenoforo con aculei non decorrenti sul gambo, carne leggermente amarognola. Raramente si presenta con esemplari concresciuti. Simile ma di taglia ben maggiore è il più noto “steccherino dorato” Hydnum repandum caratterizzato dal colore pileico pallido (dal giallastro-beige al rosa-carnicino, raramente arancio chiaro), dal crescere sovente concresciuto con numerosi altri esemplari, dagli aculei nettamente decorrenti sul gambo, dalla carne dolce o leggermente amarognola negli esemplari vetusti, dall’odore fruttato gradevole; la confusione con Hydnum albidum è scongiurata per il suo colore bianco candido nei giovani esemplari (giallastro a maturità o per contusione) e per i suoi aculei leggermente decorrenti. -
2019.10 - Toscana - Tutor Alessandro
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Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie), reperibile in ogni stagione. Si presenta con mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche di diametro fino a 10 cm; la superficie sterile è vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); l’orlo è sottile, ondulato, in genere più chiaro; i pori sono solitamente piccoli e rotondi, ma talvolta anche irregolarmente allungati-angolosi; superficie poroide biancastra o crema-ocra. Il contesto è tenace e coriaceo. Imenoforo -
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Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio e glabro. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre Lepista nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma Lepista nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Anche Lepista glaucocana che ha generalmente colorazione glauca pallida potrebbe confondersi nelle sue forme di colore più carico con alcune Lepista nuda dai colori "sbiaditi". In tal caso l'odore fortemente aromatico di Lepista nuda e quello leggero più o meno grato o di terriccio di Lepista glaucocana dovrebbero fugare ogni dubbio; inoltre il micelio di Lepista nuda è sempre di colore bluastro e quindi tinteggia di bluastro la base del suo gambo, mentre il micelio di Lepista glaucocana è biancastro e tinteggia di biancastro la base del suo gambo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 73, Pag. 179: “Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili.” -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2019
Hemileccinum depilatum (Redeuilh) Šutara; Regione Toscana; Novembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus depilatus Redeuilh = = Xerocomus depilatus (Redeuilh) Manfr. Binder Una boletacea non frequentissima, reperibile isolata o in piccoli gruppi su suolo calcareo, in boschi caldi di latifoglie (soprattutto Quercia e Carpino). Una delle caratteristiche che può aiutare al riconoscimento è il cappello che si presenta asciutto e da gibboso a “martellato”, con colorazioni dal bruno chiaro al bruno-nocciola fino al bruno-castano con possibili zone decolorate. Tubuli e pori inizialmente da giallo cromo a giallo oro, poi giallo-verdognoli per la maturazione delle spore che, raggruppate in massa, sono bruno-olivastre come in gran parte delle boletacee. Tubuli e pori immutabili se contusi. Ha gambo privo di reticolo, più o meno cilindrico ma con base attenuata e radicante; di colore giallastro pallido con possibile zona anulare rossiccia più o meno evidente. Carne di colore giallo pallido con sfumature rossastre soprattutto sotto la cuticola del cappello, immutabile, di sapore dolce e di odore variabile da gradevole fruttato a leggermente di fenolo o di inchiostro soprattutto alla base del gambo. Confondibile con Hemileccinum impolitum (= Boletus impolitus = Xerocomus impolitus) che ha cappello non gibboso-martellato, con colorazione più chiara e pallida; il suo gambo non è radicante, al più un poco attenuato alla base; ha carne dal sapore dolce ma dall’odore più nettamente fenolico o di inchiostro soprattutto alla base del gambo. Dal TUTTO FUNGHI, Scheda 201, Pag. 318: “Il genere Hemileccinum, da poco istituito (Šutara, anno 2008), comprende specie con caratteristiche macro e microscopiche intermedie fra i Boletus s.l. (portamento, trama dell’imenoforo), i Leccinum (superficie del gambo scabrosetta) e gli Xerocomus s. str. (struttura a trichoderma della pileipellis). La validità di questo nuovo genere è stata confermata da indagini filogenetiche che hanno dimostrato l’effettiva distanza evolutiva fra Hemileccinum, Boletus s.l. e Xerocomus. Data la compattezza delle loro carni e il gradevole sapore, H. depilatum e H. impolitum sono considerati buoni commestibili, ad eccezione del gambo, dalla consistenza fibrosa-coriacea e dal possibile odore sgradevole.” In bosco misto, con prevalenza Castagno. Odore leggero e gradevole, sapore buono, dolce -
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Lactarius zonarius (Bull.) Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Lactarius molto comune nei boschi di latifoglie (soprattutto Quercia, Carpino e Castagno), su terreno argilloso-calcareo. Cappello da depresso a imbutiforme, con evidenti zonature concentriche più scure al margine, su colorazione generale crema o giallo-crema, tendente al brunastro in vecchiaia. Cuticola liscia, un poco untuosa a tempo umido. Lamelle fitte, da sub-decorrenti a decorrenti, solitamente non forcate nei pressi del gambo, di colore crema chiaro o crema giallino, prive di riflessi rosati. Gambo corto e tozzo, più largo all’apice, di colore da biancastro sporco a crema chiaro, da liscio a decorato con alcuni scrobicoli. Latice solitamente abbondante e fluido, bianco immutabile ma virante al crema-grigio se essiccato sulle lamelle. Carne e latice decisamente acri all’assaggio; talvolta l’acredine si avverte dopo qualche secondo. Il simile Lactarius acerrimus, che può condividere lo stesso habitat e presenta anch’esso latice bianco e acre come la carne, si distingue per la scarsa o poco marcata zonatura sul cappello, per le lamelle color crema con riflessi rosati e tipicamente forcate e anastomosate presso il gambo. Dal (nuovo) TUTTO FUNGHI, Scheda 171, Pag. 288: “Da considerarsi velenoso: provoca sindrome gastroenterica incostante. Fungo molto comune. Alcuni autori distinguono una varietà (Lactarius zonarius var. scrobipes Kühner & Romagn.) per gli scrobicoli presenti nel gambo e per la mancanza di peluria al margine del cappello, caratteri che secondo altri autori, con cui concordiamo, sono incostanti e quindi legati a un’unica entità.” -
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Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Fungo lignicolo inconfondibile per il suo aspetto generale (conosciuto popolarmente anche col nome di Fungo pipa), per la consistenza coriacea o addirittura legnosa e per la superficie sterile che, sia sul cappello che sul gambo, appare come una crosta lucida e brillante, come cosparsa di ceralacca, più o meno gibbosa; sul cappello sono presenti di solito delle marcate zonature e solcature concentriche. Tale crosta è resistente anche al calore e non si deteriora neanche se esposta alla fiamma di un fiammifero. Il suo colore va dal rosso al bruno, all’arancione per scurirsi a maturità. Pori piccoli e rotondi; superficie poroide color crema da giovane, color tabacco a maturità; si scurisce alla manipolazione o alla scalfittura. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 24, Pag. 127: “Si tratta di un fungo molto vistoso: l’aspetto laccato e i colori vivi e brillanti suscitano la curiosità di tutti quelli che lo incontrano; molti lo raccolgono nei nostri boschi per usarlo come decorativo nei vasi o come soprammobile. In Oriente i cinesi lo chiamano Ling Zhi, ovvero potenza spirituale, i giapponesi Reishi e, in entrambi paesi è coltivato e viene commercializzato per uso medicinale poiché risulterebbe efficace (come altre specie del Genere Ganoderma) nella cura di molti mali. Sono in corso studi anche in Europa, in particolare in Spagna, per verificare l’effettiva efficacia terapeutica. Un suo simile è Ganoderma valesiacum, di colore più chiaro che predilige per la sua crescita il Larice, conifera di alta montagna; Ganoderma carnosum ha la superficie pileica più scura, è vistosamente più grande (30 cm) e cresce su conifere prediligendo l'Abete bianco." Particolare dell'attaccatura tra imenoforo e gambo -
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Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.” Se per i Porcini la stagione 2019 sembra non finire mai in molte zone appenniniche o sub-appenniniche, per i "galletti" (come vengono chiamati in gran parte della Toscana i Cantharellus cibarius e simili) sembra invece non essere mai iniziata. Talvolta specie invasiva, quest'anno il Cantherellus subpruinosus risulta assolutamente raro. -
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Russula vesca Fries; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.” -
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Boletus aereus Bull. : Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Esemplare di grosse dimensioni, reperito in bosco misto Castagno-Cerro -
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Russula rosea Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. = Russula lepida (Fr. : Fr.) Fr. È una Russula comune, reperibile in boschi caldi e asciutti sia presso latifoglie (Castagno, Quercia e Faggio in particolare) che presso conifere (Pino in particolare). Carattere distintivo è il sapore: fruttato-mentolato e “rinfrescante” (comune solo alla Russula albonigra che però si presenta con caratteristiche morfocromatiche completamente differenti). R. rosea ha cappello opaco (per la cuticola secca, vellutata e, a volte, come cosparsa di polvere di gessetto rosso), dal bel colore rosa o rosa-rosso fino a rosso carminio con eventuali macchie decolorate giallastre; il gambo è sovente clavato o ingrossato alla base, di rado interamente bianco, più frequentemente con sfumature rosate o rossastre soprattutto nella metà inferiore. Lamelle con filo intero e di solito tipicamente sfumato di rosso in vicinanza dell’orlo del cappello. Altra caratteristica importante da considerare è la durezza della sua carne (soprattutto negli esemplari giovani) unita alla notevole consistenza “gessosa-cassante” che, pur essendo tipica del Genere Russula, in questa specie è emblematica. La sporata è di colore crema pallido. -
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Lycoperdon mammiforme Pers. : Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Un Lycoperdon di facile determinazione grazie al suo “velo esterno” che si dissocia in evidenti placchette più o meno fioccose che ricordano le coagulazioni del latte rappreso e che rimangono più o meno aderenti alla superficie dell’endoperidio, soprattutto nella sua parte inferiore (pseudogambo). La superficie dell’endoperidio è inizialmente biancastra, per diventare a maturità di colore bruno-rossiccio. -
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Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Finché permane una situazione meteo ottimale (anche se un poco inusuale in alcune zone appenniniche o sub-appenniniche della Toscana) il "porcino estivo" non fa certo distinzione tra estate e autunno... e continua imperterrito a fruttificare abbondantemente. Esemplari in vari stadi di maturità -
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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. In alcuni tratti di bosco può risultare invasiva. Esemplari in vari stadi di maturazione, qui in bosco misto Faggio-Castagno Avvicinandosi alla maturità, il velo parziale cessa la sua funzione protettiva dell'imenoforo e inizia a lacerarsi L'anello è l'evidente residuo del velo parziale -
2019.10 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2019
Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 63, Pag. 167: “Ha cappello conico o campanulato, poi convesso con umbone ottuso e margine fessurato; superficie asciutta, percorsa da fibrille radiali brune o concolori su fondo di colore molto variabile: giallo-verde, verde oliva o verde scuro soprattutto verso il centro. L’elevata variabilità morfocromatica di questa specie e la sua ampia diffusione in areali diversi hanno contribuito alla creazione di molte varietà e forme. Gregario o subcespitoso nei boschi di latifoglie, in ambiente tendenzialmente termofilo o mediterraneo associato a Querce, Castagni, Carpini e Faggi; comune dall’autunno e pressoché indifferente al substrato. Tossico, responsabile di forme gastroenteriche. Inoltre pericoloso per la relativa somiglianza con la mortale Amanita phalloides.” -
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Hygrophorus russula (Schaeff. : Fr.) Kauffman; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 48, Pag. 152: “Nei boschi di latifoglie, in particolare Quercia, molto comune in aree termofile in autunno dopo intensi temporali. Si tratta di un micete a crescita massiccia, anche se non moto durevole. Le produzioni del fungo si concentrano in non più di due, massimo tre settimane, ma all’interno di questo breve periodo sono letteralmente esplosive: in ogni direzione, dentro il bosco, ci sono distese di questo basidioma. Per i suoi caratteri cromatici, con il cappello che sembra dipinto in modo grossolano di rosso su fondo bianco, non si presta a confusioni; si tratta quindi di un fungo molto facile da riconoscere.” L'unica specie simile è Hygrophorus erubescens che però ha gambo facilmente ingiallente, lamelle rade e di colore bianco-giallastre-grigiastre, habitat presso conifere e raramente sotto latifoglia, carne dal sapore da poco a nettamente amaro; H. russula ha invece scarsa propensione all’ingiallimento (al più sono presenti rare macchie gialline sul gambo a maturità), possiede lamelle relativamente fitte (le più fitte tra gli Hygrophorus) e di colore da biancastro a biancastro-carnicino a maturità con macchie rosso-vinoso (il filo lamellare si macchia anch’esso di rosso-vinoso e raramente di giallo a maturità), carne dal sapore nullo o leggermente amarognolo. -
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Amanita ovoidea (Bull. : Fr.) Link; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto e commento di Alessandro Francolini. Bella Amanita, di dimensioni anche importanti. È caratterizzata dal colore generale bianco-panna o bianco-perla con eventuali sfumature crema-ocra sulla faccia esterna della volva a maturità; dalla consistenza soffice e tenera dell’anello per altro assai fugace (al tatto può ricordare la consistenza della panna montata); dall’odore forte e sgradevole definito in vari modi da molti autori: acqua salmastra putrida, pesce in salamoia, odore di ambiente chiuso, di cantina poco ventilata, odore “di cassettino chiuso” (quello che si percepisce aprendo un cassetto di un mobile antico), odore di lezzo di cane bagnato, ecc.; dal filo delle lamelle fioccoso. Più frequente in ambiente termofilo e mediterraneo, soprattutto litoraneo, presso Leccio, Pino e Quercia; più rara in ambiente collinare, appenninico o subalpino. La simile Amanita proxima ha anello persistente e membranoso e presenta l’esterno della volva ocra-arancio o color rabarbaro fin dai primordi. Dal TUTTO FUNGHI pag. 362:“Velenosa, responsabile della sindrome norleucinica o nefrotossica o smithiana.” In boschetto misto di latifoglie, con prevalenza di Cerro; in certi tratti quasi invasiva, se ne percepiva l'odore sgradevole (in questo caso di pesce marcio) prima ancora di vederle... -
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Hygrophorus penarius Fries; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 46, Pag. 150: “Cresce gregario nei boschi di latifoglie, soprattutto querceti, in autunno anche inoltrato. Commestibile apprezzato, molto carnoso e quindi di grande resa, si distingue per l’odore molto particolare, come di latte bollito. Si tratta di una specie a grande diffusione nei boschi centro meridionali, sicuramente tra le più semplici da individuare e senza rischi seri di confusione con specie simili. La sua raccolta deve essere quasi immediata, in prossimità dell’esordio, poiché si tratta di un fungo precocemente invaso dalle larve.” Lamelle tipicamente spesse, spaziate, intercalate da numerose lamellule, adnate-decorrenti al gambo -
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Ganoderma cfr. resinaceum Boud.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Alla base di un grosso Cerro, una serie "monumentale" di mensole imbricate e di notevoli dimensioni (la più grande è larga 40 cm). La sporulazione in atto ha cosparso di polvere sporale brunastra gran parte della base del Cerro, i cappelli degli stessi funghi e il sottobosco. L'habitat (parassita del Cerro) e la durezza della crosta (non cedevole alla digitopressione) mi fanno pensare a Ganoderma resinaceum (invece che a Ganoderma applanatum). La crosta del Ganoderma resinaceum si fonde al calore della fiamma ma, non avendo con me un accendino, non ho fatto la "prova del fuoco". L'analisi delle dimensioni delle spore fugherebbe ogni dubbio di riconoscimento tra le due specie sopra nominate e l'altra specie con esse confondibile, Ganoderma adspersum. Nota: Da una osservazione sulle seguenti foto, fatta da Stefano Rocchi: "Per il pileo poco zonato ed i pori biancastri propendo per Ganoderma resinaceum" -
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Lactarius chrysorrheusus Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Lactarius molto comune, gregario, presente dalla tarda estate all’autunno. Caratteristiche utili al riconoscimento sono: latice amaro e acre, abbondante e fluido, bianco ma subito giallo-zolfo o giallo-oro sia lasciato sulle lamelle che isolato; cappello di medie dimensioni, liscio e asciutto, con zonature o guttule concentriche più scure del colore di fondo che varia dal color albicocca al crema con riflessi carnicini al rosa-arancio; carne dall’odore un po’ fruttato, biancastra ma presto di colore giallo zolfo al taglio; gambo più o meno slanciato, senza scrobicoli, subconcolore al cappello. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 176, Pag. 293: “Uno dei Lactarius più abbondanti e presenti in area mediterranea, cresce a piccoli gruppi, in modo diffuso e generalizzato; non esiste un solo angolo del bosco che non mostri la presenza di questo fungo nei momenti in cui si trova in produzione. Si tratta di una specie fortemente tipicizzata e che difficilmente può essere confusa con altre: solo Lactarius decipiens può avvicinarsi e presentare una certa somiglianza: l’assenza di zonature sul cappello, il colore rossastro e in particolare il caratteristico odore di Pelargonio, aiutano moltissimo alla sua determinazione. Altre specie con cromatismi analoghi e zonature sul cappello, sono decisamente più grandi, non hanno latice ingiallente e non possono quindi essere confuse con questo fungo. L’acredine lascia supporre la presenza di sostanze tossiche, anche se lievemente presenti in questo caso.” Latice abbondante e fluido, inizialmente bianco... ... ma ben presto tendente al giallo-zolfo -
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Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Regione Toscana; Ottobre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Mycena pura (con cui si può confondere) è più esile, ha colori variabilissimi sul cappello (bianco, grigio, rosato, violaceo, bluastro, ecc. ma non così “rosa antico”), ha gambo più corto, meno fragile. I caratteri microscopici sono (quasi) sovrapponibili e, dal volume “Mycena d'Europa” di Giovanni Robich, “non sempre consentono una netta distinzione fra Mycena pura e Mycena rosea. Tuttavia, il più delle volte, Mycena rosea ha un cappello più grande e il gambo più largo e più lungo di Mycena pura.” Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 86, Pag. 193: “La taglia, i cromatismi e il modo di crescere con cappello a lungo campanulato, la rendono in assoluto uno dei funghi più belli ed eleganti che si possono incontrare nel bosco.” Cappello igrofano, striato per trasparenza soprattutto al bordo, cioè nella zona in cui è rimasta un po' di umidità.