Vai al contenuto

Alessandro F

CS AMINT
  • Numero contenuti

    8542
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Mi ci sto avvicinando da poco al mondo delle Orchidee... e ancora non ci capisco granché. Per ora mi sembrano tutte belle. Però hai ragione: la forma e i colori di questa specie sono incantevoli Ale
  2. Anacamptis pyramidalis (L.) Rich.; Regione Toscana (Mugello); Giugno 2020; Foto di Alessandro Francolini.
  3. Serapias vomeracea (Burm. F.) Briq.; Regione Toscana (Mugello); Giugno 2020; Foto di Alessandro Francolini.
  4. Platanthera chlorantha (Custer) Reichenbach; Regione Toscana (Mugello); Giugno 2020; Foto di Alessandro Francolini.
  5. Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch; Regione Toscana (Mugello); Giugno 2020; Foto di Alessandro Francolini. In una radura erbosa presso faggio:
  6. Ophrys apifera var. aurita (Moggr.) Gremli; Regione Toscana (Mugello); Maggio 2020; Foto di Alessandro Francolini.
  7. Cephalanthera rubra (L.) Rich.; Regione Toscana (Mugello); Maggio 2020; Foto di Alessandro Francolini. Prima pianta: Seconda pianta: Terza pianta:
  8. Proprio una "gran bella vita da cani": Edo, il principino di Casa Curti Ale
  9. Grazie Piero... ma se non c'eri te a darmi conferma delle determinazioni... Ho deciso di lasciare perdere quei cosi brutti e tutti uguali dei porcini Non è vero Qui stanno già partendo da una settimana Ma visto che nel bosco non c'è ancora nessuno (o quasi), posso fermarmi con tutta tranquillità anche a fotografare le Orchidee. Pur non conoscendole per niente, mi hanno sempre affascinato Ale
  10. Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii (Druce) Hyl.; Regione Toscana (Mugello); Maggio 2020; Foto di Alessandro Francolini.
  11. Orchis provincialis Balbis ex Lam.& DC.; Regione Toscana (Mugello); Maggio 2020; Foto di Alessandro Francolini.
  12. Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Fungo gregario che cresce a gruppi anche numerosissimi durante i periodi particolarmente freschi e umidi in estate e, soprattutto, in autunno. Buon commestibile: si presta benissimo anche all'essiccazione e a successiva riduzione in polvere per essere impiegato come aromatizzante. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 33, Pag. 136: “Questo fungo è un buon commestibile, molto ricercato, anche se non tutti gradiscono un piatto ingrigito o addirittura annerito da questi funghi; essiccato ha un'ottima resa. Il nome "Trombetta dei morti" non è dovuto al colore nero ma al fatto che si sviluppa attorno al 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Piuttosto simile per struttura e colorazione è Cantharellus cinereus, buon commestibile, che presenta un cappello grigio più o meno scuro, ma con tonalità brunastre; la superficie è un po' fibrillosa, soprattutto verso il margine, che appare ben revoluto e marcatamente ondulato; l'imenio di questo fungo è caratterizzato da pliche venose molto ramificate, dette anastomosi, e scambiate da molti per lamelle; il colore è grigio cenere e schiarisce a maturazione, a causa della sporata bianca. Il gambo è ben distinto e pieno ma, crescendo, si forma al centro di esso un sottile condotto che talvolta arriva fino al centro del cappello. La carne è nerastra, sottile ed elastica, con un evidente odore fruttato e sapore gradevole. Cresce numeroso soprattutto nei castagneti umidi e viene raccolto e consumato spesso scambiandolo per le più famose Trombette. Altro esemplare somigliante a questo fungo è Færberia carbonaria, commestibile, somigliante ad un Cantharellus e infatti, in un passato lontano, veniva chiamato Cantharellus carbonarius: cresce su residui carboniosi, talvolta nel muschio e presenta un cappello più piccolo, convesso, imbutiforme, con orlo ondulato di colore grigio-brunastro ed imenio costituito da vere lamelle.”
  13. Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie), reperibile in ogni stagione. Si presenta con mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche di diametro fino a 10 cm; la superficie sterile è vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); l’orlo è sottile, ondulato, in genere più chiaro; i pori sono solitamente piccoli e rotondi, ma talvolta anche irregolarmente allungati-angolosi; superficie poroide biancastra o crema-ocra. Il contesto è tenace e coriaceo.
  14. Armillaria gallica Marxmüller & Romagnes; Regione Toscana; Dicembre 2019; foto di Alessandro Francolini. Armillaria caratterizzata dal gambo fusiforme-claviforme, talvolta nettamente bulboso alla base. Cappello di colore da bruno-ocra a a bruno più o meno scuro, cosparso di squamule da grigiastre a giallastre. Ha velo generale giallastro o giallo vivo che lascia traccia di sé sul gambo sotto forma di screziature o fioccosità giallastre. All’apparenza sembra specie terricola ma in realtà fruttifica su residui legnosi interrati di latifoglie; fruttifica preferibilmente isolata o in pochi individui, contrariamente ad Armillaria mellea e simili. Anello fibrilloso biancastro-grigio che può presentare anch’esso tonalità giallastre. Armillaria cepistipes le è simile ma ha crescita più gregaria, portamento più gracile, presenta squamule irsute e scure sul cappello solitamente più fitte zona centrale e rare o assenti verso il margine; è igrofana e ha orlo pileico striato. Apparentemente terricole ma, sicuramente, c'era qualche residuo legnoso al di sotto del terreno
  15. Armillaria cepistipes Velen.; Regione Toscana; Dicembre 2019; foto di Alessandro Francolini. Una Armillaria simile alla più comune Armillaria mellea. La contraddistinguono i resti del velo di colore giallognolo, l’igrofaneità e, di conseguenza, l’orlo del cappello striato per trasparenza, la presenza di squamule irsute e scure sul cappello solitamente più fitte nella zona centrale e rare o assenti verso il margine, il gambo che termina con una sorta di bulbo anch’esso sfumato di giallastro, anello poco consistente o fugace, le dimensioni più ridotte e l’aspetto più esile. Habitat su legno guasto di latifoglia e crescita gregaria solitamente con esemplari fascicolati. Armillaria gallica, dal portamento più robusto, presenta residui del velo giallastri o giallo-oro più evidenti e distribuiti più diffusamente su cappello (squamule giallastre) e, soprattutto, sul gambo che è fusiforme-claviforme o nettamente bulboso, il cappello è inoltre poco o per niente striato all’orlo; ha crescita meno gregaria e spesso isolata, su legno deteriorato ma interrato tanto da sembrare terricola. Fascicolati alla base di un Cerro
  16. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 124, Pag. 234: “Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.” Temperature alte, relativamente al periodo: esemplari ancora presenti e in forma. Sotto Cerro
  17. Galerina cfr. marginata (Batsch); Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini.
  18. Hydnum repandum L. : Fr.; Regione Toscana; Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Si tratta del comune e noto “Steccherino dorato” o “Dentino dorato” che deve il suo nome al colore generale e all’imenoforo ad aculei. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 22, Pag. 125: “Buono da giovane, liberato dagli aculei amarognoli. Gli esemplari maturi sono amari e indigesti. Si presta alla conservazione sott’olio. Lo “Steccherino dorato” come viene volgarmente chiamato, è un fungo comune, diffuso e ampiamente raccolto dall’inizio dell’estate fino ad autunno inoltrato. Nelle zone temperate, in assenza di gelo e neve, è possibile raccogliere questa specie fino a dicembre e gennaio. Fungo molto facile da determinare e riconoscere, la presenza degli aculei sotto il cappello è un carattere molto semplice da osservare. Non esistono funghi ad idni tossici, taluni sono solamente coriacei e legnosi, altri amarescenti, per cui indigesti e comunque immangiabili. A prima vista, forse per il suo colore, può essere scambiato per il Cantharellus cibarius, ma quest’ultimo ha delle pseudolamelle (pliche lamellari) e non gli aculei. Altra confusione possibile è con Albatrellus confluens, anch'esso però ha un diverso imenoforo (pori e non aculei). Può essere confuso con l'Hydnum rufescens, più piccolo e di colore rossastro o aranciato, con aculei non decorrenti, commestibile di minor pregio. Hydnum albidum, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, fungo che tende ad inglobare lettiere e terriccio in modo notevole, con spore più piccole, sempre commestibile, anche se difficilmente recuperabile quando totalmente intriso di terra e aghi.” Sotto Cerro, due esemplari dai colori un poco smorti. Gli acquazzoni dei giorni passati hanno dilavato la loro cuticola
  19. Clathrus ruber P. Micheli ex Pers.; Regione Toscana, Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. = Clathrus cancellatus Tourn. ex Fr. Una specie inconfondibile anche se si incontra raramente. Dalla Scheda AMINT: “Basidioma con peridio di forma globosa diametro 3-6 cm, superfice areolata-bitorzoluta, bianca, con peso specifico notevole e di consistenza molle, elastica con evidente cordone (rizoide) miceliare alla base. Successivamente il peridio si lacera, partendo dalla parte sommitale, formando una struttura a simile ad una gabbia con bracci grinzoso-rugosi di colore rosso e di sezione irregolarmente poligonale. All'interno dei bracci è posta la gleba, che nella fase iniziale (peridio chiuso) è verdastra e compatta; successivamente brunastra e deliquescente emana un odore cadaverico, repellente. Compare già dalla primavera per proseguire fino al primo inverno, un po' ovunque nei boschi e nei giardini. Il motivo di questa forma particolare ed appariscente e soprattutto dell'odore fetido è da ricercare nella particolare strategia messa a punto da questo fungo per disperdere le spore: attira gli insetti carnari, soprattutto mosconi, che si cibano e vengono a contatto con la gleba matura disseminandola. Oltre ad essere altamente repellente, è da considerare tossico da maturo. Alcune illazioni su una sua possibile commestibilità nella fase iniziale di ovolo chiuso sono, a nostro avviso, assolutamente da non prendere in considerazione.” Esemplare a fine ciclo; la gleba è ormai completamente stata asportata
  20. Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Dicembre 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.” Un grosso esemplare dal colore brillante; forse un "galletto" ritardatario che ha fruttificato in dicembre grazie alle temperature ancora mediamente elevate per il periodo
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza