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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Tricholoma ustaloides Romagn. Tricholoma presente anche a gruppi numerosi presso latifoglie (Castagno, Quercia, Faggio e Carpino); le colorazioni del cappello sono su toni dell’arancio-bruno-rossastro; la sua cuticola è molto viscida e glutinosa almeno a tempo umido; a tempo secco diviene più o meno asciutta ma mantiene una lucidità tale da far presupporre una sua netta viscosità iniziale (basta comunque inumidire con un po’ di saliva il cappello per rendersene conto). Carne dall’odore simile alla buccia di cocomero o al cetriolo e sapore farinaceo-amaro soprattutto nella cuticola. Questi elementi, assieme alla netta zona anulare visibile all’apice del gambo, sono elementi utili per la sua identificazione. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 254: “È un Tricholoma appartenente alla Sezione Albobrunnea, facilmente riconoscibile grazie alla cuticola viscosa con l’umidità, amara all’assaggio, l’orlo costolato e la netta distinzione di colore sul gambo tra la zona anulare e la sua parte inferiore. La specie con cui può essere facilmente scambiato è Tricholoma ustale. Questo possiede il margine del cappello liscio, non costolato, il gambo con colori sfumati gradualmente dal bianco al marrone senza una zona anulare definita e la carne che non possiede alcun odore significativo; ha sapore amarognolo dopo qualche minuto di masticazione, è imbrunente e in particolare diviene spesso rossastra alla base del gambo in sezione. Tricholoma fracticum cresce sotto conifere e ha un aspetto tozzo, col gambo corto rispetto al diametro del cappello, e con i resti del velo parziale che formano un anello membranoso sul gambo. Tricholoma populinum possiede lamelle e gambo che imbruniscono con l’età, e cresce tipicamente sotto Pioppi, come è facilmente deducibile dal nome. Tricholoma pessundatum è tipico dei boschi di Pino, ha una cuticola che può presentarsi vischiosa, ma presenta spesso delle tipiche macchie-guttule sul margine, ha il gambo biancastro e carne con odore di farina rancida.” Macchie di Panna; sopra Galliano; in misto Cerro-Pino
  2. Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap
  3. Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap Dal TUTTO FUNGHI, pag. 558: “Commestibile limitatamente alla gleba purché questa sia perfettamente bianca. In alcune zone è molto apprezzato impanato e fritto. Dato il sapore dolce della carne, si consiglia una buona dose di sale dopo la cottura. È frequente incontrare nei prati residui papiracei a forma di coppa marrone che rimangono per molto tempo dopo la maturazione. Tali resti non sono ovviamente di nessun interesse gastronomico, ma possono rappresentare un buon indicatore per la zona di crescita.” Su prato; presso Galliano
  4. Geastrum fimbriatum Fries
  5. Geastrum fimbriatum Fries Uno dei Geastrum con l’area-peristoma non ben delineata né distinta dal resto del sacco endoperidio (tutt’al più di colore poco più scuro). Da giovane è più o meno ipogeo e di forma globosa; poi (come accade agli altri congeneri) emerge dal suolo e la sua parte esterna (esoperidio) si apre a forma di stella i cui bracci (le lacinie) variano in numero da 5 a 9; le lacinie sono sovente molto involute e ripiegate al di sotto del basidioma, costituendo così una base di appoggio e tenendo il basidioma sollevato dal terreno. Una volta aperte, le lacinie lasciano ben visibile al centro un piccolo globo (sacco endoperidio) che contiene le spore. Queste ultime usciranno dal sacco endoperidio da una piccola apertura (stoma) posta all’apice; attorno allo stoma si trova la cosiddetta area-peristoma che, come già notato, in questa specie non è particolarmente differenziata dal resto. I colori del sacco endoperidio vanno dal bianco al grigio-beige o al grigio nocciola (almeno negli esemplari freschi), mentre la parte visibile delle lacinie è di colore variabile dal biancastro-beige (nei giovani esemplari) al grigio-beige al grigio-bruno (con toni più scuri negli esemplari essiccati). Presente in tutti i tipi di boschi, su terreno ricco di materiale organico. È simile al Geastrum rufescens che possiede spore decisamente più grandi e, macroscopicamente, si presenta con taglia maggiore, con colori rosati sullo strato carnoso e uno pseudostipite (visibile tuttavia negli esemplari essiccati) che sostiene il sacco endoperidio. Altri Geastrum dall’aspetto simile (come G. saccatum, G. triplex e G. lageniforme) si differenziano subito per l’area-peristoma nettamente differenziata dalla superficie circostante. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 582: “Fungo dall’areale di distribuzione molto ampio, è diffuso in tutta Europa e in Nord America. Da ritenere senza alcun valore commestibile; caratteristico dei nostri boschi e fortemente decorativo. La diffusione delle spore avviene grazie alle gocce di pioggia che, colpendo il sacco-endoperidio, le fanno fuoriuscire con uno sbuffo dallo stoma, disperdendole in ambiente. I basidiomi perdurano per molto tempo nel luogo di crescita: non è infrequente infatti trovare in primavera quelli nati nell’autunno precedente.” Sotto Abete bianco; presso il Passo della Futa
  6. Tricholoma myomyces (Pers.: Fr.) Lange È una delle cosiddette Morette, funghi buoni commestibili che fanno capo al T. terreum e con questo confondibile; può aiutare al riconoscimento la presenza di un umbone più o meno accentuato, la dimensione più piccola e, soprattutto, il riscontro di residui velari bianchi (peraltro assai fugaci) al margine del cappello e nelle parte alta del gambo. La cuticola è asciutta e lanuginosa. Cresce in autunno ma lo si può incontrare fino a gennaio inoltrato sia sotto latifoglie che aghifoglie. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 247: “Rispetto al T. terreum il T. myomyces è più piccolo e ha resti di velo color argento nella parte alta del gambo.” Sotto Abete bianco; presso il Passo della Futa
  7. Cystoderma carcharias (Pers.) Fayod Armilla che calza i gambi
  8. Cystoderma carcharias (Pers.) Fayod Cystoderma tipica delle radure erbose dei boschi di conifere (soprattutto peccio), di facile riconoscimento per le sue colorazioni complessive che vertono su delicate tonalità violette-carnicine. Il velo generale lascia traccia evidente di sé sia nella granulosità del cappello, sia nei lembi che rendono il margine appendicolato, sia sul gambo sotto forma di armilla che avvolge il gambo stesso per buona parte e che culmina con un anello più o meno persistente, membranoso e svasato. Cappello e armilla hanno quindi gli stessi cromatismi e la stessa granulosità. Il gambo al di sopra dell’anello è biancastro e glabro. La carne, bianca, ha odore forte di terra ammuffita, con sapore non evidente. Dal TUTTO FUNGHI pag. 295: "Il Genere Cystoderma è contraddistinto da specie che presentano la superficie pileica decisamente granulosa, da cui il significato del nome: pelle granulosa.” Sotto Abete bianco; presso il Passo della Futa. Esemplari bagnati dalla pioggia
  9. Coprinus picaceus (Bull.: Fr.) Fr. Particolari delle placche fioccose
  10. Coprinus picaceus (Bull.: Fr.) Fr.
  11. Coprinus picaceus (Bull.: Fr.) Fr. Facile da riconoscere, inconfondibile quando è "maturo". Possibile qualche confusione da molto giovane quando il cappello si presenta tutto bianco in quanto ricoperto interamente dal velo (che poi, lacerandosi, formerà le tipiche squame chiare su fondo bruno-scuro): in tal caso basta provare ad asportare parte del velo: se il velo è "resistente" e non si asporta facilmente allora siamo in presenza di altra specie (es. C. comatus), se il velo viene via facilmente (come una pellicola untuosa, molliccia e fine) e lascia intravedere il fondo bruno-scuro allora è un C. picaceus. Infine l'odore del C. picaceus è sgradevole ("bituminoso") Dal TUTTO FUNGHI pag. 335: "In antichità questo genere di funghi veniva fatto macerare, data la deliquescenza della carne, ottenendo un liquido nerastro che miscelato ad acqua in piccole quantità di colle naturali era usato per scrivere, ancor prima dell'inchiostro di china" Mugello; bosco collinare misto
  12. Mycena sp. Mugello; bosco collinare misto
  13. Amanita ovoidea (Bull.) Link Filo lamellare fioccoso e burroso Crop sui fiocchetti del filo lamellare
  14. Amanita ovoidea (Bull.) Link Ormai l'anello burroso è scomparso La volva
  15. Amanita ovoidea (Bull.) Link
  16. Amanita ovoidea (Bull.) Link Bella Amanita, di dimensioni anche importanti. È caratterizzata dal colore generale bianco-panna o bianco-perla con eventuali sfumature crema-ocra sulla faccia esterna della volva a maturità; dalla consistenza soffice e tenera dell’anello per atro assai fugace (al tatto può ricordare la consistenza della panna montata); dall’odore forte e sgradevole definito in vari modi da molti autori (acqua salmastra putrida, pesce in salamoia, odore di ambiente chiuso, di cantina poco ventilata, odore che si percepisce aprendo un cassetto di un mobile antico, odore di lezzo di cane bagnato, ecc.); dal filo delle lamelle fioccoso. Più frequente in ambiente termofilo e mediterraneo, soprattutto litoraneo, presso Leccio, Pino e Quercia; più rara in ambiente collinare, appenninico o subalpino. La simile Amanita proxima ha anello persistente e membranoso e presenta l’esterno della volva ocra-arancio o color rabarbaro fin dai primordi. Dal TUTTO FUNGHI pag. 362: “Velenosa, responsabile della sindrome norleucinica o nefrotossica o smithiana.” In gruppo; al bordo di un bosco di Cerro. Mugello. Esemplari ormai anche troppo maturi; odore pessimo (un misto tra l'odore di acqua di mare stagnante da tempo in qualche pozza e l'odore di "cane bagnato"). Imenoforo e gambo di consistenza burrosa; si sfarinavano al minimo tocco
  17. Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. Tra Pini e qualche Cerro; Mugello
  18. Mycena galopus var. galopus (Pers.: Fr.) P. Kumm.
  19. Mycena galopus var. galopus (Pers.: Fr.) P. Kumm. Una delle Mycena che secerne latice dal gambo (Sezione Lactipedes). In questo caso il latice è di colore bianco lattiginoso ed è secreto non solo dal gambo ma anche dal cappello o dalle lamelle. Questa caratteristica oltre al sapore del latice (nullo o comunque mai amaro) la distingue dalla simile Mycena erubescens che secerne latice amaro e solo dal gambo. Altri caratteri utili al riconoscimento (ma comuni a molte altre Mycena) possono essere la presenza dell’umbone anche molto pronunciato (anche se non è un carattere costante), il centro del cappello più scuro del resto mentre il margine è più chiaro, la base con una folta peluria bianca, habitat su residui legnosi o su lettiera di foglie o di aghi in decomposizione, ma anche alla base di tronchi o al suolo, fra il muschio. Altre Mycena della Sezione Lactipedes (come M. haematopus, M. sanguinolenta e M. crocata) secernono un latice su toni arancio-rossastri. Su tronco caduto; boschetto collinare misto; Mugello Latice bianco-latte secreto dalle lamelle nell'esemplare di sinistra Il latice si è depositato sul gambo dell'esemplare vicino
  20. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg
  21. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg
  22. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg Mugello; bosco collinare misto
  23. Collybia dryophila (Bull.: Fr.) Kummer Rizomorfe biancastre alla base del gambo
  24. Collybia dryophila (Bull.: Fr.) Kummer Piccolo fungo da lettiera; molto comune e abbondante sia sotto latifoglia che aghifoglia. La sua crescita si può protrarre dalla primavera fino all’autunno inoltrato e contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. Il cappello è nettamente igrofano e le sue colorazioni vanno dal fulvo all’arancio al giallo-ocra, diventando più pallide a tempo asciutto; le lamelle, abbastanza fitte, sono bianche almeno nei giovani esemplari, poi gialline a maturità; il gambo è concolore al cappello, cartilaginoso e tenace, cilindrico ma con base di solito un po’ ingrossata. Può confondersi con Collybia aquosa che ha colori più chiari, base del gambo nettamente bulbosa e, soprattutto, rizomorfe di colore rosa alla base del gambo, mentre le rizomorfe in C. dryophila sono biancastre. Su lettiera; bosco collinare misto; Mugello
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