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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1100 metri, sotto Faggio Lycoperdon perlatum Pers.: Persoon È tra le “vescie” quella più facile da incontrare essendo ubiquitaria, terricola ma non di rado reperita su residui legnosi in decomposizione e, raramente, su pigne. Gli aculei conici (alti fino a 2 mm soprattutto all’apice dell’esoperidio) sono contornati alla base da piccole verruchine o da aculei più tozzi che permangono anche dopo la caduta degli aculei più grandi: ne risulta una caratteristica areolatura a maglie pseudo-poligonali. Commestibile, come le sue congeneri, quando la gleba è ancora perfettamente bianca. Dal TUTTO FUNGHI, pag 593: “Si tratta di una specie polimorfa ma, nel contempo, molto costante nel presentare aculei conici. Questa caratteristica è davvero la più importante per una corretta determinazione ed è apprezzabile anche in esemplari vetusti, laddove si possono individuare le cicatrici circolari lasciate dopo la caduta degli aculei. Benché non sia tossico dal punto di vista alimentare, si ritiene utile citare un’allergia presente in letteratura medica, chiamata Lycoperdonosi. Si tratta di una polmonite allergica dovuta all’inalazione, fortuita o voluta, di buone quantità di polvere sporale.”
  2. Mycena cfr. polyadelpha (Lasch) Kühner Nascenti su foglie di Faggio; cappello di dimensioni ridottissime (1-3 mm), gambo in proporzione lunghissimo (fino a 30 mm), pellucido, flessuoso e filiforme. La faggiola serve per confrontare le dimensioni L'innesto dei gambi sulla foglia, base del gambo pruinosa; con qualche primordio che nasce Primo piano del cappello, con centro più scuro
  3. Xerula radicata (Relhan) Dörfelt Tolta dal terreno, con il tipico rigonfiamento nel punto in cui il gambo si innesta nel terreno. Il gambo è molto radicante ma è sempre difficile toglierlo dal substrato per intero perché facile a spezzarsi; anche nel caso di questa foto una buona parte della "radice" era rimasta sottoterra
  4. Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1100 metri, sotto Faggio Xerula radicata (Relhan) Dörfelt Tipica soprattutto del faggio; con la caratteristica di avere gambo lunghissimo rispetto al cappello: anche 15 (20) cm nella parte esposta all’aria e altrettanto nella parte sotterranea (da cui il nome); odore e sapore non caratteristici. Qui un esemplare non tolto dal terreno. Dal TUTTO FUNGHI pag. 290: “Oudemansiella pudens condivide lo stesso habitat, ha una forma molto simile, stesso gambo a lungo interrato con una specie di fittone, ma ha un cappello feltrato, mai vischioso, un gambo finemente vellutato e sapore leggermente amaro.”
  5. Amanita citrina (Schaeffer) Persoon Una volta tolta delicatamente la volva, il gambo si presenta bulboso alla base Particolare del bulbo e della volva staccata
  6. Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1100 metri sotto Faggio Amanita citrina (Schaeffer) Persoon
  7. Hydnum repandum L. Aculei visti frontalmente
  8. Hydnum repandum L. Primo piano degli aculei
  9. Hydnum repandum L. Imenoforo ad aculei ben decorrenti sul gambo
  10. Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1100 metri, sotto Faggio Hydnum repandum L.: Fr. Si tratta del comune e noto “Steccherino dorato” o “Dentino dorato” che deve il suo nome al colore generale e all’imenoforo ad aculei. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 148: “Buono da giovane, liberato dagli aculei amarognoli. Gli esemplari maturi sono amari e indigesti. Si presta alla conservazione sott’olio. Certamente tra le specie più tardive, protrae la sua stagione di crescita all’inverno anche inoltrato. Nelle zone temperate, in assenza di gelo e neve, è possibile raccogliere questa specie fino a dicembre e gennaio. Fungo molto facile da determinare e riconoscere, la presenza degli aculei sotto il cappello è un carattere molto semplice da osservare. Non esistono funghi ad idni tossici, taluni sono solamente coriacei e legnosi, altri amarescenti, per cui indigesti e comunque immangiabili. A prima vista, forse per il suo colore, può essere scambiato per il Cantharellus cibarius, ma quest’ultimo ha delle pseudolamelle (pliche lamellari) e non gli aculei. Altra confusione possibile è con Albatrellus confluens, anch'esso però ha un diverso imenoforo (pori e non aculei). Può essere confuso con l'Hydnum rufescens, più piccolo e di colore rossastro o aranciato, con aculei non decorrenti, commestibile di minor pregio. H. albidum, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, fungo che tende ad inglobare lettiere e terriccio in modo notevole, con spore più piccole, sempre commestibile, anche se difficilmente recuperabile quando totalmente intriso di terra e aghi.”
  11. Collybia butyracea (Bull.: Fr.) Kummer Lamelle sublibere al gambo
  12. Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1100 metri, sotto Faggio Collybia butyracea (Bull.: Fr.) Kummer Tipici e comuni funghi di lettiera: il loro micelio vive inserito tra le fibre di foglie o aghi o rametti marcescenti, da cui traggono nutrimento. Caratterizzati da una cuticola grassa e untuosa (che a toccarla ricorda la sensazione del contatto con il burro), igrofana e lucida; da un gambo bulboso o comunque ingrossato alla base che reca attaccati residui miceliari e resti di substrato. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 276: “Priva di interesse alimentare, è una specie che ha una grande importanza per l’ambiente perché si nutre di sostanze organiche che sottrae alle foglie e agli aghi depositati sul terreno nei boschi. È uno spazzino naturale che contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. In questo modo mantiene costanti le condizioni ambientali per la vita degli alberi e del bosco con tutti i suoi abitanti.” Esemplari raccolti a tempo asciutto; la cuticola al disco è ancora di un bel colore brunastro ma alla periferia è più chiara
  13. Hygrophorus eburneus (Bull.: Fr.) Fr. var. eburneus Esemplare maturo; con cappello disteso
  14. Alto Mugello; presso il Passo della Futa; 1100 metri Hygrophorus eburneus (Bull.: Fr.) Fr. var. eburneus Trovato sotto faggio, che costituisce il suo habitat tipico (anche se non esclusivo). H. eburneus può essere confuso con H. cossus per i caratteri morfocromatici. Di aiuto per la distinzione è l’odore (oltre che a particolari reazioni macrochimiche); l’odore di H. eburneus viene riportato anche come “odore di giacinto”; questi esemplari avevano un odore particolare, gradevole, misto tra floreale e acuto (come di buccia di limone) e ciò li dovrebbe distinguere da H. cossus che ha in genere odore sgradevole (come di formaggio di capra). Anche la sfumatura delle lamelle può aiutare: con tonalità rosate in H. eburneus; con tonalità bianco-grigiastre in H. cossus. Inoltre H. cossus ha un habitat prevalentemente presso quercia. H. eburneus var. quercetorum è una varietà che cresce in boschi di quercia ma non di faggio. Esemplari giovani, con cappello ancora emisferico
  15. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Novembre 2009 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio; con * i messaggi con foto di microscopia Agaricus campestris L. Fr. (# 91) Agaricus praeclaresquamosus Freeman (# 93, 94) Amanita citrina (Schaeffer) Persoon (# 8, 120, 137) Amanita ovoidea (Bull.) Link (# 63-66) Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombh. (# 138, 139) Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link (# 4-7) Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray (# 140) Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm. (# 88, 105-108) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 153) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 131) Boletus luridus Schaeff.: Fr. (# 150) Calvatia excipuliformis (Scop.: Pers.) Perdeck (# 27, 99, 100) Calvatia utriformis (Bull.: Pers.) Jaap (# 77, 78) Chroogomphus rutilus (Fr.) Massee (# 34, 35) Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer (# 122) Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer (# 135) Collybia butyracea (Bull.: Fr.) Kummer (# 53, 54) Collybia dryophila (Bull.: Fr.) Kummer (# 55, 56) Coprinus comatus (Müll.: Fr.) Pers. (# 9-11) Coprinus picaceus (Bull.: Fr.) Fr. (# 69-71) Cystoderma carcharias (Pers.) Fayod (# 72, 73) Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter (# 12-15) Geastrum fimbriatum Fries (# 75, 76) Gyroporus castaneus (Bull.: Fr.) Quélet (# 152) Hydnum rufescens Pers. (# 147) Hygrophoropsis aurantiaca (Wulf.: Fr.) Maire (# 51, 52) Hygrophorus eburneus var. quercetorum (Orton) Arnolds (# 109, 110) Hygrophorus persoonii Arnolds (# 141, 142) Hygrophorus russula (Schaeff.) Kauffman (# 116-119) Inocybe geophylla var. lilacina Gillet (# 86) Lactarius blennius (Fr.: Fr.) Fr. (# 28, 29) Lactarius chrysorrheus Fr. (# 39, 40, 143) Lactarius deliciosus (L.: Fr.) S. F. Gray (# 46-48) Lactarius salmonicolor Heim & Leclair (# 30) Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr. (# 149) Lactarius sanguifluus var. violaceus (Barla) Basso (# 41-45) Leccinum lepidum (Bouchet ex Essette) Quadraccia (# 151) Lepiota cristata (Bolt.: Fr.) Kummer (# 95-98) Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke (# 134) Lepista sordida (Schum.: Fr.) Singer (# 129) Limacella guttata (Pers.: Fr.) Konrad & Maublanc (# 92) Macrolepiota excoriata (Schaeff.: Fr.) Wasser (# 113-115) Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser (# 23, 132) Macrolepiota mastoidea (Fr.: Fr.) Singer (# 49, 50) Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. (# 21, 22, 62, 111, 112) Marasmius oreades (Bolt.: Fr.) Fr. (# 121) Mycena epipterygia s.l. (# 24, 25) Mycena galopus var. galopus (Pers.: Fr.) P. Kumm. (# 60, 61) Mycena pura (Pers.:Fr.) Kummer (# 16) Mycena rosea (Bulliard) Gramberg (# 17, 18, 57-59) Panaeolus rickenii Hora (# 128) Pseudoclitocybe cyathiformis (Bull.: Fr.) Singer (# 126) Pseudoclitocybe obbata (Fr.) Singer (# 136) Russula torulosa Bresadola (# 31-33) Stropharia caerulea Kreisel (# 36, 37, 89, 90) Suillus collinitus (Fr.) Kuntze (# 82-84) Tricholoma basirubens (Bon) A. Riva & Bon (# 103, 104) Tricholoma myomyces (Pers.: Fr.) Lange (# 74) Tricholoma saponaceum (Fr.: Fr.) Kummer (# 148) Tricholoma squarrulosum Bresadola (# 85, 145,146) Tricholoma sulphureum (Bull.: Fr.) Kummer (# 2, 3, 144) Tricholoma ustaloides Romagn. (# 79, 80) Xylaria hypoxylon(Linné) Greville (# 101, 102) Altri ritrovamenti: Entoloma sp. (# 130) Galerina cfr. marginata (Batsch) Kühner (# 127) Hebeloma cfr. crustuliniforme (Bull.) Quélet (# 87) Marasmius sp. (# 20) Mycena sp. (# 67, 68, 81, 123-125) Mycena cfr. inclinata (Fr.) Quél. (# 26) Oudemansiella sp. (# 19) Marasmiellus cfr. ramealis (Bull.: Fr.) Singer (# 133) ****************************************** Apro per il mese di Novembre al posto di Paolo. Buona raccolta e buone foto a tutti Alessandro
  16. Vallombrosa; 1100 metri; misto Faggio-Castagno Marasmius wynnei Berkeley & Broome Reperibile nei boschi di latifoglia o di aghifoglia, sulla lettiera delle radure. Cappello igrofano, striato, da bianco a grigiastro, con tonalità lilla-pallido a maturità. Lamelle rade, arrotondate o sublibere al gambo, di colore dal biancastro al grigio-lilla pallido, con filo concolore. Caratteristico è il gambo, lungo e cilindrico, un po’ attenuato in basso, pallido e un po' pruinoso all’apice ma, nella parte inferiore, colorato di bruno-rossastro o bruno-grigiastro Particolare dei gambi fascicolati, con alcuni primordi Imenoforo con lamelle strette e arrotondate al gambo Cappello igrofano, striato per trasparenza
  17. Vallombrosa; 1100 metri; misto Faggio-Castagno Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer Dall’odore forte, aromatico e “tipicamente da... Clitocybe nebularis” Dal TUTTO FUNGHI pag. 216: “E’ stato per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, ma la sua tossicità è stata ormai dimostrata con certezza ed è stato cancellato dalle liste dei funghi commercializzabili. Purtroppo viene ancora raccolto e spetta solo ai fungaioli rendersi consapevoli del rischio ed evitare di raccoglierlo e consumarlo. Può essere confuso con Entoloma lividum, velenoso, che può crescere nel medesimo habitat. La principale differenza va ricercata nel colore delle lamelle dei soggetti maturi: queste sono giallastre in C. nebularis e rosa carico in E. lividum, oltre all’odore forte e caratteristico in C. nebularis, deciso di farina fresca in E. lividum.”
  18. Hygrophoropsis aurantiaca (Wulf.: Fr.) Maire Imenoforo con le tipiche lamelle dicotomiche (a partire dal gambo si biforcano in due in modo progressivo)
  19. Vallombrosa; 1100 metri; su ceppa di Abete bianco Hygrophoropsis aurantiaca (Wulf.: Fr.) Maire Bella specie, non comune, presente sia sotto aghifoglia che latifoglia; cresce su lettiera in decomposizione. Caratterizzato da colori più o meno uniformi in ogni parte: giallo-arancio, arancio brillante, arancio-brunastro; può essere più pallido all’orlo del cappello. Lamelle nettamente decorrenti sul gambo, molto anastomosate tra loro, anche regolarmente dicotomiche; assenza di lamellule. La carne è giallastra ed ha odore di erba e sapore gradevole; è comunque considerato sospetto. Confondibile con Omphalotus olearius (sicuramente tossico) che tuttavia presenta lamelle con molte lamellule, è lignicolo (in particolare alla base di Olivo o di Quercia) e si presenta molto cespitoso (al contrario di H. aurantiaca che cresce isolata o, tutt’al più, gregaria). Ben più grossolana e improbabile la confusione con Cantharellus cibarius (con imenoforo a pliche o pieghe impossibili da scambiare con vere lamelle)
  20. Amanita citrina (Schaeffer) Persoon La volva circoncisa, con un netto solco tra l'orlo della volva stessa e il gambo Particolare dell'anello appena striato e posto nella parte superiore del gambo
  21. Vallombrosa; 1100 metri; misto Abete bianco-Faggio Amanita citrina (Schaeffer) Persoon Amanita molto comune sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie. Dal TUTTO FUNGHI pag. 374: “Riconoscibile abbastanza agevolmente per il suo bulbo basale molto grosso ed evidente, la volva circoncisa, le placche sul cappello e il tipico odore di patate crude.”
  22. Ramaria sp. Primo piano degli apici dei rami
  23. Vallombrosa; 1100 metri; sotto Abete bianco Ramaria sp.
  24. Vallombrosa; 1100 metri; sotto Abete bianco Cantharellus cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 140: “Ottimo commestibile. Assieme ai Boletus del Gruppo Edules è il fungo più ricercato e consumato in tutta la penisola, trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”
  25. Tricholomopsis rutilans (Scaeff.: Fr.) Singer Imenoforo Particolare del cappello con le tipiche squamette
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