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Archivio Micologico

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  1. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio, Manziana; Maggio 2011; Foto di Tomaso Lezzi. Crescita su escrementi. Colore del cappello giallo brillante, superficie del cappello leggermente reticolata, soprattutto negli esemplari giovani. Particolare dell'imenoforo e dell'apice del gambo. Particolare delle lamelle, si nota sul filo la presenza di numerosi cheilocistidi. Spore, misure rilevate 11,5-14,1 × 6,4-7,7 µm; Q = 1,7-2,0; Qm = 1,8; ellissoidali, marrone ruggine, grande poro germinativo, parete spessa, doppia, osservazione in L4. Cheilocistidi di forma variabile: clavati, lageniformi, a birillo; pleurocistidi assenti. Osservazioni in Blu di Cresile.
  2. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Giungo 2009; Foto e commento di Tomaso Lezzi. In castagneto, cappello giallo, sporata ocra, aspetto esile. Particolare delle lamelle ocra per il colore delle spore, con filo della lamella bianco perché sterile.
  3. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio, Villa Pamphili, Roma; Aprile 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Ritrovamento su prato a bordo di un boschetto. Cappello giallo, più intenso soprattutto al centro, striato vicino al margine, gambo giallo coperto da pruina bianca che gli da un aspetto sfumato tra il bianco e il giallo. Spore 11-15×6-8 µm; in acqua, con evidente poro germinativo.
  4. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Particolare di un esemplare in crescita in cui si nota bene la dissociazione del velo giallo oro in piccole verruche, che lascia trasparire il colore più chiaro del cappello.
  5. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Primordi, col cappello che sembra quasi coperto da una glassa dorata.
  6. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Giugno 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Ritrovamento su letame, esemplari nei vari stadi di crescita.
  7. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Novembre 2005; Foto di Massimo Biraghi.
  8. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Descrizioni, microscopia e foto di Mauro Cittadini. Dimensione delle spore 12,5-16 × 7-8,5 µm, le più grandi nel genere.
  9. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Descrizioni, microscopia e foto di Mauro Cittadini. Val di Perna, 30 m slm, su stallatico. Cappello 7 cm, campanulato bianco, con una fascia rosa tra metà e il bordo, centro del disco più scuro, poi cappello spianato. Gambo 10 cm, bianco appena rosato. Le sue caratteristiche morfocromatiche sono in particolare la lunga striatura del cappello che lambisce il disco, la dimensione delle spore 12,5-16 × 7-8,5 µm, le più grandi nel genere.
  10. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Emilia Romagna; Foto di Gianni Bonini.
  11. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  12. Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Bolbitius vitellinus (Pers. : Fr.) Fr. 1838 Bolbitius vitellinus var. titubans (Bull. : Fr.) M.M. Moser ex Bon & Courtec. 1987 Etimologia L'epiteto Bolbitius deriva dal latino bolbitius = attinente lo sterco di bue, per l'ambiente di crescita. L'epiteto vitellinus deriva dal latino vitellus = tuorlo d'uovo, per il colore del cappello. Cappello Da 1 a 6 cm, inizialmente chiuso sul gambo, ovoidale-campanulato, poi sempre più aperto, infine disteso ed espanso; carnosità quasi nulla, margine striato; cuticola decisamente viscida, soprattutto nei primordi, gialla in varie tonalità, brillante, talvolta leggermente reticolata, tende con l'età a dissociarsi in piccole verruche per poi divenire biancastra e infine grigiastra; talora presenta tonalità verdognole. Imenoforo Lamelle poco spesse ed abbastanza spaziate, da bianche a gialle nel giovane, tendenti all’ocra-brunastro con la crescita (per il colore delle spore a maturazione), tanto da conferirgli la caratteristica tonalità rosa-argilla, con filo bianco perché sterile e finemente dentellato. Sporata Ocra. Gambo Cilindrico, slanciato 2-8 × 0,4-0,8 cm, alcune volte non perfettamente rettilineo, cavo, fragile, biancastro-giallognolo (giallo vivo all'apice e bianco tomentoso alla base), cosparso nella sua interezza da una leggera pruina concolore. Carne Esigua, quasi inesistente. Odore e sapore non significativi. Habitat Abbastanza comune, soprattutto dopo forti piovaschi, su terreni dove abbonda sostanza organica, su resti in decomposizione, anche su letame animale e luoghi concimati; dall’estate all’autunno. Microscopia Spore 11,4-12,9 × 6,3-7,9 µm; Qm = 1,7; ellissoidali, lisce, marrone ruggine, con evidente poro germinativo, parete spessa e doppia; con presenza di piccole guttule all'interno. Basidi corti, tetrasporici, claviformi, sferopeduncolati, frammisti a numerose pseudoparafisi globose. Cheilocistidi di forma variabile: clavati, lageniformi, a birillo, utriformi con presenza di diverticoli Pleurocistidi assenti. Caulocistidi sinuosi, clavati, subcapitulati, a volte digitati. Pileipellis imeniforme, formata da cellule claviformi. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Bolbitius vitellinus var. olivaceus Gillet si distinguerebbe per i colori olivaceo-bruni del pileo e per una differente rugosità del cappello. Entrambi i caratteri secondo il nostro punto di vista sono dovuti a una semplice variabilità della specie o a fenomeni esterni, come ad esempio il vento e il caldo, i quali disseccano e screpolano la superficie del cappello, con i conseguenti cromatismi più olivacei. Bolbitius variicolor G.F. Atk. è molto simile, si distinguerebbe per le caratteristiche vergature a reticolo di colore bruno vinoso che ornano il disco del cappello. Viene oggi considerato dalla maggior parte degli autori come sinonimo di Bolbitius titubans. Bolbitius reticulatus (Pers. : Fr.) Ricken presenta colori pileici tendenti al grigio lilacino, superficie del cappello quasi interamente reticolata e non solo al disco come per la specie precedente, habitat su ceppaie di Faggio, Betulla e Pioppo, solitamente in singoli esemplari, per il suo habitat, così evidentemente lignicolo, a volte viene confuso con alcune specie del genere Pluteus; raro; Bolbitius aleuriatus (Fr. : Fr.) Singer è considerato da moltio autori un sinonimo della specie precedente, come manifestazioni ecologiche della stessa specie. Alcuni autori lo considerano seprato per il cappello privo di reticolo. Bolbitius coprophilus (Peck) Hongo si caratterizza per il cappello rosa tenue da giovane, presto grigio giallastro, imbrunente a partire dal margine, striato; gambo biancastro, spesso radicante, fioccoso; habitat su sterco di cavallo; raro. Bolbitius demangei (Quél.) Sacc. & D. Sacc. è decisamente più robusto e presenta cromatismi biancastri, si trova spesso nei pascoli d'altura. Bolbitius tener Berk, per lungo tempo conosciuto come Conocybe lactea (J.E. Lange) Métrod, era stato ricombinato nel genere Bolbitius per le sue caratteristiche microscopiche. Attualmente il suo nome corrente è Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds. Si riconosce macroscopicamente per le colorazioni pileiche bianco-avorio in contrasto con il color cannella delle lamelle. La sinonimia tra Bolbitius vitellinus, Bolbitius variicolor e Bolbitius titubans, viene ormai accettata dalla maggior parte degli autori. Il taxon Bolbitius titubans, ha la precedenza sugli altri in base alle regole tassonomiche. Osservazioni Questa piccola specie dal portamento esile è simile ad alcuni Coprinus, non è deliquescente e ha sporata ocra-brunastra e non nerastra. Si riconosce abbastanza agevolmente grazie al bel colore giallo vivo o giallo cromo almeno negli esemplari giovani; per l’esiguità della carne quasi ridotta alla sola cuticola e con assenza di odore e sapore; per la colorazione rosa-argilla delle lamelle a maturazione; per il gambo fibrilloso o pruinoso, di consistenza cedevole, bianco alla base e quasi concolore al cappello nella parte superiore. Il cappello e il gambo tendono a sbiadire a maturità. Bibliografia CACCIALLI, G., CAROTI, V. & DOVERI, F., 1995. Funghi Fimicoli rari o interessanti del litorale Toscano. Ed. Centro studi Micologici AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Felice Di Palma e Stefano Rocchi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Sardegna; Novembre 2008; Foto di Giovanni Satta.
  13. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Svizzera; Giugno 2014; Foto di Roberto Cagnoli.
  14. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Regione Umbria; Agosto 2012; Foto di Stefano Rocchi.
  15. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Regione Umbria; Giugno 2008; Foto di Stefano Rocchi. In un prato a Spello, diffuso in molti esemplari.
  16. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds; Regione Lobardia; Luglio 2006; Foto di Federico Calledda. Per lungo tempo conosciuto come Bolbitius è stato riconsiderato ed annoverato nel Genere Conocybe per particolarità microscopiche. Si riconosce sul campo soprattutto per le colorazioni pileiche bianco-avorio in contrasto con il colore cannella delle lamelle.
  17. Conocybe apala (Fr. : Fr.) Arnolds 2003 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Bolbitius tener Berk. & Broome 1860 Bolbitius albipes G.H. Otth 1870 Conocybe lactea (J.E. Lange) Métrod 1940 Conocybe albipes (G. H. Otth) Hauskn. 1998 Etimologia L'epiteto Conocybe deriva dal greco "κῶνος"[cónos] = cono e "κύβη" [cýbe] = testa, dal cappello conico. L'epiteto apala deriva dall'aggettivo latino hapalus = uovo non ben cotto, per l'aspetto del suo cappello. Cappello Campanulato, di colore bianco appena paglierino, come l'intero carpoforo. Sporata Color ruggine. Microscopia Basidi sferopeduncolati che alternandosi alle pseudoparafisi formano una struttura regolare. Regione Umbria, Agosto 2010; Foto Tomaso Lezzi. Praticolo, trovato in un campo di erba tagliata con gramigna e trifoglio. Il cappello campanulato, striato sul margine. Le lamelle, che negli esemplari molto giovani sono bianche, con la maturazione delle spore (campione a sinistra) si colorano, diventando completamente color ruggine negli esemplari maturi (campione a destra). Il gambo nella parte alta è striato e ricoperto di pruina. Spore 11,9-13,8 × 7,7-9,3 µm; Q=1,4-1,7; Qm=1,6; ellissoidali, a parete spessa, con poro germinativo.
  18. Bolbitius reticulatus (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Abruzzo; Ottobre 2014; Foto macro di Tomaso Lezzi, foto micro di Tomaso Lezzi e Mario Iannotti. Raduno GEMA 2014 - Rivisondoli. Questo ritrovamento di Bolbitius è caratterizzato da crescita lignicola su tronco di faggio morto; cappello molto glutinoso di colore piuttosto variabile nei vari esemplari ritrovati: marrone, grigio, beige, con una leggera sfumatura lilla; superficie del cappello poco corrugata, non reticolata, lungamente striata; lamelle libere; gambo forforaceo. Spore amigdaliformi, tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Alcuni autori differenziano Bolbitius aleuriatus (Fr.) Singer = Bolbitius reticulatus f. aleuriatus (Fr.) Enderle; da Bolbitius reticulatus (Pers.: Fr.) Ricken; fondamentalmente per il cappello poco reticolato. Altri autori considerano questo carattere una semplice variabilità specifica e noi concordiamo con questa'ultima tesi. Particolare del cappello. Particolare del gambo forforaceo. Cheilocistidi 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale. Cuticola 400×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale. Tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Spore amigdaliformi 1000×. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale. Bolbitius reticulatus (Pers.: Fr.) Ricken; Regione Abruzzo; Leg. Laura Nicoletti; foto micro di Tomaso Lezzi e Mario Iannotti. Raduno GEMA 2014 - Rivisondoli. Cheilocistidi. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale, a 400×. Tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale, a 400× Teminali della cuticola. Tessuti della cuticola con cellule sferiche e terminali allungati, ramificati. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale, a 1000×
  19. Bolbitius reticulatus (Pers. : Fr.) Ricken; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto, descrizione e microscopia di Tomaso Lezzi. Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna. In bosco di quercia, a terra tra frustoli di legno; cappello tra il beige, il grigio e il violetto, con sottile reticolo sul cappello, mascherato dal glutine e dalla pioggia presenti sul cappello stesso; gambo bianco sporata ocra. Particolare del reticolo presente sul cappello. Cheilocistidi cilindrici, cilindrico-flessuosi, capitulati. Osservazione in Rosso Congo, a 400×. Spore brune, lisce, ellittissoidali, amigdaliformi, con guttula visibile nelle spore immature e poco colorate. Osservazione in Rosso Congo, a 1000×.
  20. Bolbitius reticulatus (Pers : Fr.) Ricken, Regione Toscana, Raduno di Comano 2010, foto di Tomaso Lezzi (Exsiccatum TL20100619-01) Spore 9,3-11,9 × 4,8-6,1 µm; Q=1,7-2,1; Qm=1,9; ellittiche, amigdaliformi, lisce, con poro germinativo evidente. Cheilocistidi cilindrici, larghi, claviformi, con profilo irregolare a volte con strozzature. Cuticola formata da uno strato a imeniderma di cellule globose, sferopeduncolate, frammiste a ife con struttura a trichoderma di cellule erette, allungate, rigonfie, concatenate, spesso ramificate, con pigmento grigio incluso, diffuso e granulare.
  21. Bolbitius reticulatus (Pers : Fr.) Ricken; Regione Toscana, Raduno di Comano 2010; Foto di Mario Iannotti. (Exsiccatum TL20100619-01)
  22. Bolbitius reticulatus (Pers.) Ricken 1915 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Bolbitius reticulatus var. reticulatus (Pers.) Ricken. 1915 Bolbitius reticulatus var. reticulatus f. reticulatus (Pers.) Ricken. 1915 Bolbitius aleuriatus (Fr. : Fr.) Singer. 1951 Bolbitius reticulatus var. aleuriatus (Fr.: Fr.) Bon. 1996 Bolbitius reticulatus var. reticulatus f. aleuriatus (Fr.: Fr.) Enderle. 1996 Etimologia L'epiteto Bolbitius deriva dal latino bolbitius = attinente lo sterco di bue, per l'ambiente di crescita. L'epiteto reticulatus deriva dal latino reticulatus = a forma di rete; per il disegno scuro in rilievo presente al centro del cappello. Cappello Cappello grigio-lilla di piccole dimensioni 1-2 cm, da subgloboso a convesso in gioventù, poi convesso e infine appianato, molto viscoso, centro viola scuro, quasi nero, presenza incostante di una papilla appuntita, piccola ma nettamente delimitata. Sul cappello è presente un reticolo, in alcuni campioni più leggero in altri campioni molto marcato, venoso e scuro nel centro del cappello, con maglie più o meno circolari, depresse nella parte mediana, il margine non presenta reticolo ed è nettamente rigato. Imenoforo Lamelle libere, prima di colore bianco nei giovani esemplari, poi rosa-ocra. Sporata Ocra-ruggine. Gambo Bianco, cilindrico, allungato, pruinoso, con presenza di grandi caulocistidi visibili anche con una buona lente. Habitat Spesso si rinvengono su frustoli di legno semi-interrati e degradati, che simulano crescita terricola. Microscopia Spore 9,3-11,9 × 4,8-6,1 µm; Q=1,7-2,1; Qm=1,9; ellittiche, amigdaliformi, lisce, con apicolo, poro germinativo evidente. Cheilocistidi cilindrici, larghi, claviformi, con profilo irregolare a volte con strozzature. Caulocistidi presenti. Cuticola formata da uno strato a imeniderma di cellule globose, sferopeduncolate, frammiste a ife con struttura a trichoderma di cellule erette, allungate, rigonfie, concatenate, spesso ramificate, con pigmento grigio incluso, diffuso e granulare. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Somiglianze e varietà A prima vista questa specie si potrebbe confondere con un Pluteus per la lamella libera, l'habitat lignicolo su frustoli e il colore delle lamelle rosa-ocra, la sporata ocra-ruggine però toglie qualsiasi dubbio e porta verso il Genere Bolbitius. Non sono molti i Bolbitius che presentano tonalità del cappello grigio-violacee, tra questi: Bolbitius pluteoides M.M. Moser ha un piccolo umbone, cappello plissettato solcato. Ma ha cappello molto piccolo, toni non così lilla-violacei. Bolbitius aleuriatus (Fr.: Fr.) Singer, alcuni autori lo considerano una specie differente, ma non ha differenze microscopiche. Il cappello si presenta liscio o con reticolo appena accennato, e si tende oggi a considerarlo sinonimo di Bolbitius reticulatus. Discussione Alcuni Autori come Courtecuisse considerano Bolbitius reticulatus (Pers.: Fr.) Ricken come una specie separata da Bolbitius aleuriatus (Fr.: Fr.) Singer. Altri Autori le considerano varietà differenti di una stessa specie: Bolbitius reticulatus var. reticulatus e Bolbitius reticulatus var. aleuriatus (Fr.: Fr.) Bon. Altri Autori come in Flora Agaricina Neerlandica e Funga nordica, le considerano solo come forme differenti: Bolbitius reticulatus var. reticulatus f. reticulatus (Pers.: Fr) Ricken e Bolbitius reticulatus var. reticulatus f. aleuriatus (Fr.: Fr.) Enderle. Infine Index Fungorum li riunisce entrambi sotto la stessa specie Bolbitius reticulatus (Pers.: Fr.) Ricken. Appoggiamo la scelta di Index Fungorum, che riunisce B. reticulatus e B. aleuriatus visto che, nei campioni osservati, la presenza del reticolo è piuttosto variabile, da molto leggero a molto marcato. Bibliografia AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. AA.VV., 2005. Coprinaceae & Bolbitiaceae. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 6. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C. ARNOLDS, E., 2003a. Notulae ad Floram Agaricinam Neerlandicam – XXXIX. Bolbitius. Persoonia 18, 201–214. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Toscana, Raduno di Comano 2010, foto di Tomaso Lezzi (Exsiccatum TL20100619-01) I campioni estratti dal terreno risultano cresciuti su frustoli di legno semi-interrato e degradati derivanti dal taglio della legna in un bosco di Castagno. Sullo spesso strato di glutine si attaccano facilmente detriti provenienti dal terreno. Sotto lo strato di glutine si intravede il reticolo in rilievo. Le lamelle libere, rosa-ocra. Paticolare del cappello viscosissimo, coperto da un reticolo venoso e scuro nel centro del cappello, con maglie più o meno circolari, depresse nella parte mediana, il margine non presenta reticolo ed è nettamente rigato. In altri esemplari concresciuti il reticolo viola-nerastro è invece molto marcato.
  23. Bolbitius excoriatus Dähncke, Hauskn., Krisai, Contu & Vizzini; Regione Lazio; Novembre 2014; Foto di Mario Iannotti. Raduno AMER 2014
  24. Bolbitius excoriatus Dähncke, Hauskn., Krisai, Contu & Vizzini 2010 Raduno AMER 2014 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Etimologia L'epiteto Bolbitius deriva dal latino bolbitius = attinente lo sterco di bue, per l'ambiente di crescita. L'epiteto excoriatus deriva dal latino excoriatus (participio perfetto di excorio) = scorticato, per le squamette rialzate presenti sul cappello. Bibliografia AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. AA.VV., 2005. Coprinaceae & Bolbitiaceae. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 6. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C. ARNOLDS, E., 2003a. Notulae ad Floram Agaricinam Neerlandicam – XXXIX. Bolbitius. Persoonia 18: 201–214. FERISIN, G., 2017. Bolbitius excoriatus una nuova specie per il Friuli Venezia Giulia. Micologia e Vegetazione 32 (1): 75-80. Regione Lazio; Novembre 2014; Foto di Tomaso Lezzi. Piccolo Bolbitius con crescita su escrementi bovini, sporata ocra e cuticola scura che si frammenta in areole con la crescita del cappello.
  25. Bjerkandera adusta (Willd. : Fr.) P. Karst.; Regione Lombardia, Parco Nord di Milano; Ottobre 2014; Foto di Marco Barbanera. Su tronco a terra di latifoglia.
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