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Archivio Micologico

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  1. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche, Pianello di Cagli, Bosco delle Tecchie; Ottobre 2012, Foto di Pietro Curti.
  2. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Dicembre 2011; Foto di Pietro Curti. Gambo, imenoforo e anello. Lamelle rade, basse, un poco decorrenti sul gambo; prima biancastre con iridescenze gialle o rosee. Anello supero, simile alla parte superiore di una calza svasata (armilla = calza) di notevole spessore, duraturo e striato. Cappello convesso, ma presto piano e umbonato con l'età, margine ondulato. Cappello e anello. Squamule irte sul cappello. Giovani esemplari.
  3. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Umbria; Settembre 2012; Foto di Mario Iannotti.
  4. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Campania; Novembre 2011; Foto Felice Di Palma.
  5. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Toscana; Novembre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. “Chiodino” o “Famigliola buona”; ma anche “Agarico mielato”, “Budlein”, “Centofamiglie”, “Chiovatelli”, “Fabiòla”, “Famigliola rossa”, “Famigliola di cipresso”, “Fong del morar”, “Fong mouron”, “Fons de robinia”, “Funcia de speziu”, “Fungo del gelso”, “Funzo de sarxo”, “Funzetti”, “Gaboreu”, “Gabrin”, “Gobbarin”, “Marzigliola”, “Mazzillore”, “Nugaroi”, “Poledri”, “Quarzul”, “Rogagn”, “Sementini”, “Spergifamiglia”, “Spiantafamiglie” sono solo alcuni degli innumerevoli nomi dialettali o locali impiegati per designare una specie collettiva (Armillaria mellea): una delle specie più raccolte e, probabilmente, una delle specie responsabili della maggior parte delle intossicazioni gastro-intestinali da funghi. Infatti la sua commestibilià è non solo legata ad una cottura prolungata (mediamente 40-45 minuti dal primo bollore per eliminare alcune tossine termolabili) ma dipende da molti altri fattori come, ad esempio: se vengono consumati esemplari grandi e vetusti (in cui può già essere in atto la decomposizione); se vengono consumati esemplari che hanno subito gelate notturne in ambiente (fatto non remoto, dato il periodo tardo-autunnale in cui i chiodini possono fare la loro comparsa); gli esemplari congelati diventano tossici a causa di particolari modificazioni chimiche dei loro tessuti; se vengono consumati esemplari maturi assieme ai gambi (che, a maturità, contengono una discreta quantità di chitina: tanto per fare un esempio sarebbe come mangiare il carapace o le chele di un’aragosta); se vengono consumati esemplari raccolti e surgelati senza prebollitura; se vengono raccolti senza le dovute cautele: non è raro infatti trovare i “chiodini” mescolati a specie tossiche più o meno confondibili (almeno per i più sprovveduti) come varie specie di Hypholoma (in tal caso l’intossicazione si fa più seria!). Armillaria mellea in senso stretto è caratterizzata da crescita cespitosa a volte di innumerevoli esemplari (ma anche isolata), saproparassita su latifoglie; colorazioni del cappello variabilissime: dal color miele (da cui il nome) al color cannella, dal color cuoio al bruno, dal bruno-rossastro all’olivastro, con centro del cappello più scuro; piccole squamette erette a mo’ di uncini presenti soprattutto al centro del cappello, presso l’umbone, e più rade alla periferia; tali squamette tendono a sparire a maturità; gambo slanciato, dalle tonalità più chiare (anche crema-rosate) in alto sopra l’anello, fino a toni bruno-scuri verso la base; presenza di un anello membranoso, persistente e striato (residuo del velo parziale) che nel suo insieme ricorda una calza che inguaina il gambo (armilla); colorazioni pallide nella faccia superiore dell’anello e da bruno-giallo a bruno-rossastro nella faccia inferiore, mentre il bordo dell’anello varia dal bianco al giallognolo chiaro; odore spermatico e sapore da acidulo a dolciastro. Quando cresce isolata può raggiungere diametro pileico rilevante, anche di 20 cm. Fra le più frequenti (almeno in Italia) specie di Armillaria simili vi sono: A. tabescens (con stesso habitat ma di dimensioni più contenute anche a maturità e, soprattutto, priva di anello). A. ostoyae (cresce preferibilmente su conifere, ha colorazioni più cupe, le squamette sul cappello sono persistenti e presenta il bordo dell’anello decorato di squamette bruno-scure, così come bruno scuro può essere il margine del cappello). A. gallica (di preferenza cresce apparentemente su terreno ma, in realtà, su ceppaie o legni interrati di latifoglie, a individui più o meno isolati o a piccoli gruppi; manifesta residui gialli del velo che decorano sia il gambo che l’anello che il cappello sottoforma di squame erette; l’anello stesso non è membranoso ma piuttosto fugace; sembra la più indigesta di tutto il gruppo). A. cepistipes (ha portamento gracile, colorazioni più pallide, anello poco consistente e fugace, è piuttosto igrofana e presenta orlo del cappello decisamente striato negli esemplari maturi). È un fungo camaleontico a seconda del cespo ospite: giallo miele se nasce dal Gelso, bruno o bruno-rossastro dalle Querce, risulta a volte completamente candido se ospite di Acacia. Per capire se una Armillaria ha subito gelate notturne ed è quindi da respingere, bisogna controllare che la carne sia sempre bianco latte e mai brunastra.
  6. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Piemonte; Novembre 2011; Foto di Gianluigi Boerio. Su legno di Pioppo.
  7. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Lazio, Roma, Villa Pamphili; Foto Mauro Cittadini.
  8. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Ottobre 2009; Foto di Pietro Curti.
  9. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Lazio; Ottobre 2008; Foto di Mauro Cittadini.
  10. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Campania: Ottobre 2008; Foto di Felice Di Palma.
  11. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Campania; Ottobre 2008; Foto di Marcello Boragine. Frammisto al velenoso Hypholoma fascuculare.
  12. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Ottobre 2007; Foto di Pietro Curti.
  13. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Raduno in Sardegna; Foto di Felice Di Palma.
  14. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Raduno in Sardegna; Foto di Emilio Pini.
  15. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Lombardia; Novembre 2006; Foto di Massimo Mantovani.
  16. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Lombardia; Novembre 2006; Foto di Massimo Mantovani.
  17. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  18. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  19. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  20. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  21. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm.; Regione Marche; Foto di Pietro Curti.
  22. Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm. 1871 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Physalacriaceae Nome italiano Famigliola buona, Chiodino. Sinonimi Armillariella mellea (Vahl : Fr.) P. Karst. 1881 Clitocybe mellea (Vahl : Fr.) Ricken 1915 Etimologia Color del miele, da latino melleus. Cappello 3-15 cm, convesso, ma presto piano e umbonato con l'età, margine ondulato, striato ed infine fessurato; cuticola viscida col tempo umido; colore del miele o della cannella o del cuoio, brunastro o bruno rossastro o olivastro a seconda delle piante che la ospitano. Più scuro al centro con sottili squame irte, maggiormente presenti nell'umbone centrale del cappello, che in parte, scompaiono con la maturità. Lamelle Rade, basse, un poco decorrenti sul gambo; prima biancastre con iridescenze gialle o rosee, poi stinte e con tonalità sempre più scure. Gambo 5-7(18) × 0,5-3 cm, slanciato, fibroso, elastico, midolloso, assottigliato verso la base quando cresce in cespi, allargato e bulboso alla base se solitario; roseo e striato in alto, brunastro e via via più scuro dall'anello al piede. Anello Il velo parziale forma un anello supero, simile alla parte superiore di una calza svasata (armilla = calza) di notevole spessore, duraturo e striato, bianco pallido di sopra e bruno-giallastro fino a bruno-rossastro nella parte sottostante. Carne Soda quella del cappello, fibrosa e coriacea quella del gambo, che per tale motivo non deve essere utilizzato ai fini alimentari. Odore tenue, fungino, non molto gradevole. Sapore acidulo, dolciastro. Habitat Cresce in autunno a cespi su alberi vivi, alla base di ceppaie, qualche volta tra l'erba che occulta radici; a volte anche solitaria assumendo maggiori dimensioni. Spore 7-9,5 × 5-7 µm, bianche, lisce, ellittiche. Commestibilità o Tossicità Buono se ben cotto, escludendo il liquame che si forma nella prima cottura ed il gambo coriaceo. Si presta anche alla conservazione. Si consiglia di schiumare con ramaiolo durante la bollitura per eliminare il viscidume indigesto e di non raccoglierla mai dopo gelate o congelarla cruda, in questi ultimi due casi diverrebbe tossica. Osservazioni E' un fungo camaleontico a seconda del ceppo ospite: giallo miele se nasce dal Gelso, bruno o bruno-rossastro dalle Querce fino a volte completamente candido se ospite dell'Acacia. Specie simili Kuehneromyces mutabilis (Schaeff. : Fr.) Singer & A.H. Sm. = Pholiota mutabilis (Schaeff. : Fr.) P. Kumm. al pari ottima specie commestibile, forse superiore. Hypholoma fasciculare (Huds. : Fr.) P. Kumm., velenoso, ha lamelle che da giallo verdastro diventano nere, sapore amaro della carne, la superficie del cappello sempre liscia e la presenza di un effimero anello nel gambo. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Sardegna; Novembre 2007; Foto di Bonni. Raduno AMINT in Sardegna 2007
  23. Armillaria gallica Marxm. & Romagn.; Regione Trentino; Agosto 2011; Foto e commento di Tomaso Lezzi. 1º Congresso trentino sui funghi alpini, Cles (TN), Loc. Malgaroi. Armillaria caratterizzata dal velo giallo oro e dalla base bulbosa. Ritrovamento sotto Ontano verde. La base bulbosa.
  24. Armillaria gallica Marxm. & Romagn.; Regione Lombardia; Novembre 2012; Foto di Massimo Biraghi. Località Osio Sotto, Parco Itala, in bosco di Cerro e Carpino.
  25. Armillaria gallica Marxm. & Romagn.; Regione Lombardia; Ottobre 2010; Foto di Massimo Biraghi.
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