Vai al contenuto

Alessandro F

CS AMINT
  • Numero contenuti

    8823
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Caloboletus calopus (Pers.) Vizzini; Regione Toscana; Giugno 2019; Foto di Alessandro Francolini. = Boletus calopus Pers. : Fr. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal Caloboletus radicans [= Boletus radicans] per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in C. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in C. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in C. calopus e giallo pallido (talvolta sfumate di rosa in alto) in C. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in C. calopus, quasi assente in C. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 202, Pag. 319: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastro-intestinale o resinoide incostante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano la determinazione.”
  2. Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Giugno 2019; Foto di Alessandro Francolini = Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 210, Pag. 330-331: “Abbastanza comune e molto ricercato. Inizia la sua crescita qualche settimana dopo i temporali primaverili del mese di maggio e continua a fruttificare, nelle aree mediterranee, fino a metà novembre. Quando l’aria è secca, tutta la superficie del cappello si screpola e rende visibile la carne bianca sottostante. Nel periodo estivo e all’inizio dell’autunno il Boletus reticulatus in particolare viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la Famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c’è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l’intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annuali.” A proposito di questo nome specifico (reticulatus), il Cetto riporta in nota alla scheda 265 della sua collana I funghi dal vero: “Si può determinare con una certa sicurezza (...) se si nota il tipico screpolarsi della cuticola del cappello, carattere che, contrariamente a quanto si crede, gli ha dato il nome. Qualcuno crede che il nome specifico derivi dalla presenza del reticolo sul gambo. Tale reticolo invece, presente anche nelle altre varietà dell’ edulis, non è per nulla determinante agli effetti di una sicura determinazione.”
  3. Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Vittadini; Regione Toscana; Giugno 2019; foto di Alessandro Francolini. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; margine pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all’orlo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 114, Pag. 222: “Il Gruppo delle Amanita del sottogenere Amanita, sezione Vaginatae, è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitato. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l’attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore, perché sono tossiche da crude). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza.”
  4. Lycoperdon utriforme Bull.; Regione Toscana; Giugno 2019; Foto di Alessandro Francolini. = Calvatia utriformis (Bull. : Pers.) Jaap = Bovistella utriformis (Bull.) Demoulin & Rebriev Inconfondibile forma globosa-ellissoidale che abbellisce i prati dalla collina fino ai pascoli alpini. Esoperidio biancastro e areolato da verruche più o meno piramidali o più o meno appiattite. Alla sezione la carne si presenta compatta e bianca quando il fungo è immaturo, divisa in due porzioni distinte: gleba (parte superiore; che porterà a maturazione le spore) e subgleba (parte inferiore, sterile), divise da un diaframma. Via via che le spore maturano la gleba diviene sempre più gialla-olivastra fino ad assumere consistenza polverosa dal colore marrone scuro. La subgleba, invece, rimane più a lungo biancastra, pur raggiungendo nel tempo la stessa colorazione marrone scuro. La deiscenza avviene per un graduale degradamento-spaccatura del peridio a partire dal centro; tale lacerazione si estenderà e interesserà tutta la parte del peridio che racchiude la gleba, lasciando così la polvere sporale in balia del vento; la subgleba, a forma di coppa aperta e larga, rimarrà ancorata al terreno. È specie eliofila e praticola. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 224, Pag. 345: “Commestibile limitatamente alla gleba purché questa sia perfettamente bianca. In alcune zone è molto apprezzato impanato e fritto. Dato il sapore dolce della carne, si consiglia una buona dose di sale dopo la cottura. È frequente incontrare nei prati residui papiracei a forma di coppa marrone che rimangono per molto tempo dopo la maturazione. Tali resti non sono ovviamente di nessun interesse gastronomico, ma possono rappresentare un buon indicatore per la zona di crescita.” **** Esemplare ormai a fine ciclo. Dalla ampia spaccatura del peridio è visibile l'abbondante polvere sporale
  5. Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Giugno 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”
  6. Buoni ritrovamenti Alessandro ************** Indice della Toscana, mese di Giugno 2019, totale n° 6 specie Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Vittadini; Post # 4 Boletus reticulatus Schaeff. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr.; Post # 5 Caloboletus calopus (Pers.) Vizzini = Boletus calopus Pers. : Fr.; Post # 6 Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Post # 2 Lycoperdon utriforme Bull. = Calvatia utriformis (Bull. : Pers.) Jaap = Bovistella utriformis (Bull.) Demoulin & Rebriev; Post # 3 Megacollybia platyphylla (Pers.) Kotl. & Pouzar; Post # 7
  7. Lycoperdon excipuliforme (Scop. : Pers.) Pers.; Regione Toscana; Maggio 2019; Foto di Alessandro Francolini. = Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck Lycoperdon solitamente dalla forma a pestello, con la parte superiore sferoidale mentre la parte inferiore (pseudogambo) è più o meno cilindrica e più o meno allungata. Sovente l’aspetto complessivo è rugoso-costolato (“come una balla di juta mezza vuota”). La superficie esterna (esoperidio) è bianca nel fungo giovane per poi assumere colorazioni ocracee a maturità; ornamentazioni costituite da singoli elementi sovrastati da aculei fragili e facilmente detersili al minimo sfregamento; tali ornamentazioni interessano anche l’apice dello pseudogambo. Calvatia utriformis = Lycoperdon utriforme si distingue per le maggiori dimensioni, per le caratteristiche areole-verruche poligonali non detersili che ne ricoprono l’esoperidio anche a maturità, per uno pseudogambo più tozzo e corto. Possibile anche confonderla con esemplari di Lycoperdon perlatum che presentino uno pseudogambo sviluppato oltre la media. In tal caso un importante carattere distintivo è dato dagli aculei: in Lycoperdon perlatum essi sono sempre conici e contornati alla base da una “coroncina” di piccole verruche che permangono sull’esoperidio anche dopo la caduta degli aculei stessi; si viene così a formare una sorta di areolatura a maglie poligonali-circolari. In Lycoperdon excipuliforme gli aculei sono più fragili e detersili, spesso senza una forma conica regolare e alla loro caduta non lasciano sull’esoperidio una ben definita areolatura.
  8. Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2019; Foto di Alessandro Francolini. Poliporo assai comune, rinvenibile su legno marcescente di latifoglia (come questi esemplari, su Cerro) oppure emergente da uno sclerozio duro formato da un intreccio compatto tra micelio, terra, sassi e radici (questo sclerozio è quindi una sorta di consistente conglomerato, detto “pietra fungaia”, che può pesare anche 10 kg e oltre). Cappello di diametro massimo sui 15 cm, circolare o reniforme, depresso al centro, cosparso, almeno nei giovani esemplari, di piccole squamule più scure del colore di fondo che può variare dal giallo-ocra al bruno. Margine sottile, un poco fibrilloso-ciliato. Imenoforo di color crema chiaro, con pori angolosi, anche a forma poligonale allungata; con tubuli disposti su un singolo strato, decorrenti sul gambo. Il gambo è di solito laterale, talvolta centrale, di colore ocra chiaro, spesso ricurvo alla base che si presenta cosparsa di fine peluria biancastra. Carne soda ma non coriacea, di colore crema biancastro, con odore fungino leggero e gradevole. Polyporus tuberaster può confondersi con Polyporus squamosus che tuttavia è di dimensioni assai più imponenti (cappello di diametro fino a 50 o 60 cm di diametro) e che ha carne dura e coriacea con odore di cocomero o di farina bagnata. Inoltre il suo gambo è, in proporzione al cappello, corto e quasi rudimentale, di colore bruno o bruno nerastro.
  9. Russula vesca Fries; Regione Toscana; Maggio 2019; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.” Un primordio:
  10. Boschi che cominciano (poco-poco) ad asciugarsi dalle piogge torrenziali e frequentissime in questa primavera. Qualcosa (ancora poco-poco-poco) comincia a nascere. Una bella girata in qualche boschetto di Cerro che solitamente regala porcini già a fine aprile. Bella perché stavolta mi ha regalato l'emozione di poter fotografare in tutta tranquillità una deliziosa Natrix natrix che si è gentilmente prestata alla bisogna. Venendo ai funghi: Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Maggio 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”
  11. Buoni ritrovamenti Alessandro *********** Indice della Toscana, mese di Giugno 2019, totale n° 4 specie Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Post # 2 Lycoperdon excipuliforme (Scop. : Pers.) Pers. = Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck; Post # 5 Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Post # 4 Russula vesca Fries; Post # 3
  12. Gyromitra gigas (Krombholz.) Cooke; Regione Toscana; Aprile 2019; Foto di Alessandro Francolini. Ascomicete pericoloso in quanto contenente, pur se in modo incostante, giromitrina: una tossina presente sia in altre Gyromitra che in altri ascomiceti e che può provocare gravi avvelenamenti anche mortali soprattutto in seguito al consumo del fungo da crudo. Fruttifica in primavera presso conifere, ha dimensioni interessanti con la sua mitra che può raggiungere 15-16 cm di diametro, mentre il gambo appare più tozzo, più largo che alto e si trova sovente interrato. Mitra di colore da ocra a ocra-brunastro, dotata di circonvoluzioni grossolane, arrotondate, solitamente distanziate le une dalle altre; nel complesso di aspetto più o meno cerebriforme. La simile Gyromitra esculenta ha dimensioni minori, mitra con aspetto più nettamente cerebriforme dovuto a circonvoluzioni più numerose e strette, più sinuose e più appressate le une alle altre; il colore della sua mitra è solitamente bruno-rossiccio, il suo gambo è più slanciato. Presso Abete bianco, esemplari in parte un poco "malconci" In sezione Esemplare in "buone condizioni", con la mitra di diametro massimo sui 14 cm
  13. Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Regione Toscana; Aprile 2019; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 49, Pag. 153: “Viste le caratteristiche morfocromatiche generali, l’ecologia e il periodo di crescita, risulta praticamente impossibile confondere questa specie. Semiipogeo, associato alla neve in discioglimento. Viene generalmente stimato come uno dei migliori commestibili, molto apprezzato e ricercato; la sua precocità, la fragrante e mai stucchevole sapidità della sua carne soda e compatta, fanno del Marzuolo uno dei funghi migliori e anche più versatili dal punto di vista gastronomico. Il colore grigio piombo-nerastro contrasta con il candore delle lamelle che, trattandosi di un fungo ipogeo, non mostra mai: la mimesi con i sassi del sottobosco risulta quindi perfetta; la difficoltà di ricerca e il suo mimetismo lo proteggono e ne garantiscono la possibilità di riproduzione nel migliore dei modi.” Mimetismo dovuto alla crescita semiipogea e al "color sasso" dei cappelli: ********* Esemplari gregari in una tipica "fungaia produttiva":
  14. Astraeus hygrometricus (Pers. : Pers.) Morgan; Regione Toscana; Aprile 2019; Foto di Alessandro Francolini. Può ricordare morfologicamente le specie del genere Geastrum per la tipica apertura a stella dell’esoperidio. A prescindere dai caratteri microscopici e dalla struttura interna della gleba, il riconoscimento a livello macroscopico verte sul caratteristico aspetto "tassellato" delle lacinie e sulla diversa apertura apicale da cui fuoriescono le spore: tale apertura è ben strutturata e circoscritta nei Geastrum mentre è imprecisa e irregolarmente lacerata in Astraeus hygrometricus. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 219, Pag. 340: “Il nome volgare di Fungo barometro gli è stato conferito per il peridio fortemente igroscopico che, come un igrometro, risente dell’umidità atmosferica. Le lacinie si distendono col tempo umido e si ritraggono a tempo secco, causando spesso uno spostamento dalla propria sede originale. La dispersione delle spore è affidata a una sinergia di acqua e vento: la pioggia, infatti, colpendo l’endoperidio fa fuoriuscire piccoli sbuffi di polvere sporale che poi sarà dispersa nell’aria grazie al vento.”
  15. Buoni ritrovamenti [almeno per chi riesce a trovare qualche fungo dopo un mese di secco quasi costante e caratterizzato da frequenti giornate di vento, anche tramontanino, da paura ] Alessandro ******** Indice della Toscana, mese di Aprile 2019, totale n° 3 specie Astraeus hygrometricus (Pers. : Pers.) Morgan; Post # 2 Gyromitra gigas (Krombholz.) Cooke; Post # 4 Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Post # 3
  16. Xylaria hypoxylon (Linné) Greville; Regione Toscana; Marzo 2019; Foto di Alessandro Francolini. Esemplari "ridotti piuttosto male". Spesso i residui legnosi del sottobosco sono tappezzati da questi particolari funghetti. Ma adesso possono ben rappresentare la sintesi del deserto fungino che ho incontrato nei boschi Per fortuna abbiamo incontrato delle belle distese di "Bucaneve" (Galanthus nivalis) che hanno ravvivato un po' la mattinata. Anche se col vento che tirava non c'era possibilità di fare foto decenti... Per il prosieguo della stagione fungina... "la vedo proprio malissimo!!"
  17. Trametes versicolor (L. : Fr.) Pilát; Regione Toscana; Marzo 2019; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, molto comune e coreografico, ubiquitario, con crescita su legno guasto di latifoglie (raramente su conifere; rinvenuto anche sulle traversine ferroviarie), reperibile in ogni stagione. Si presenta con mensole assai sottili (fino a 3-4 mm) coriacee ed elastiche di diametro fino a 10 cm; la superficie sterile è vellutata, con zonature molto marcate, dai colori diversissimi (dal grigio al bruno, dal marrone all’ocra, al rossiccio, al crema e anche al blu); l’orlo è sottile, ondulato, in genere più chiaro; i pori sono solitamente piccoli e rotondi, ma talvolta anche irregolarmente allungati-angolosi; superficie poroide biancastra o crema-ocra. Il contesto è tenace e coriaceo. Anche per questa colonia di Trametes versicolor vale quanto detto sopra, nel precedente post: abbondanti e invasivi su questo tronco a terra di Faggio... ma rimangono gli unici avvistati
  18. Schizophyllum commune Fr. : Fr.; Regione Toscana; Marzo 2019; Foto di Alessandro Francolini. La caratteristica fondamentale è data dalle lamelle o, meglio, dal loro filo che è tipicamente fessurato longitudinalmente sì da far apparire le lamelle stesse come sdoppiate. Sembra infatti che le lamelle siano “incollate” due a due con le loro facce. In realtà è solo il filo della singola lamella che è sdoppiato e che crea questa particolare illusione ottica. Il nome del Genere Schizophyllum deriva dal greco skhízo = fendere e phýllon = foglia [col significato di foglia (= lamella) divisa]. Il colore delle lamelle varia dal crema-carnicino al rosa-rosso. Visto da sopra (superficie sterile del cappello) non è un fungo dalle caratteristiche appariscenti: la superficie è nettamente feltrata-lanosa, con colori prevalentemente chiari (panna, crema, grigiastro, rosa sporco), anche con macchie verdi per la presenza di alghe. In genere si presenta sessile o tutt’al più con gambo rudimentale, laterale e brevissimo. La forma del cappello varia dal rotondeggiante a quella di un ventaglio; l’orlo è lanoso, irregolare, lobato e involuto. Le dimensioni variano da 1 a poco più di 5 cm. Comune durante tutto l’anno, soprattutto su legno di latifoglie. ************ Periodo prolungato di siccità, di vento, e di forti escursioni termiche: dai 2-3 gradi mattutini fino ai 25 a metà giornata... tutto per ora abbastanza anomalo per la stagione. La conseguenza è, almeno nei boschi che frequento io, un pressoché deserto fungino a qualsiasi quota. Tra le poche specie trovate questi Schizophyllum commune; sofferenti e unici avvistati in 3 ore di passeggiata; su legno di Faggio a terra.
  19. Indice della Toscana, mese di Gennaio 2019; totale n° 1 specie: Tuber aestivum Vittadini
  20. Buoni ritrovamenti Alessandro
  21. Fomitopsis pinicola (Swartz : Fr.) P. Karst.; Regione Toscana; Febbraio 2019; Foto di Alessandro Francolini. Fungo lignicolo pluriennale, di consistenza legnosa e di dimensioni ragguardevoli: può raggiungere i 40 cm e oltre di larghezza e i 15-20 cm di spessore. Prevalentemente saprotrofo, raramente parassita, di conifere (soprattutto Abete bianco e Peccio, ma anche su Pinus spp.) o, più di rado, di latifoglie. È considerato uno dei più potenti degradatori di massa legnosa, svolgendo così una importante azione per il mantenimento dell’equilibiro ecologico delle foreste. Nella sua crescita può inglobare substrato di vario genere (rametti, corteccia, terriccio, fili d’erba,...). È frequente osservare, soprattutto in esemplari giovani, delle goccioline acquose essudate dall’imenoforo. Fomitopsis pinicola ha il cappello zonato concentricamente, glabro; nei giovani esemplari è di aspetto lucente, quasi laccato, con il margine ampio e arrotondato che solitamente ha colorazioni dal giallo all’arancio al rossastro, mentre il resto del cappello ha inizialmente tonalità simili a quelle del margine ma assume colorazioni via via più scure col passare del tempo, manifestando anche toni dal grigio al bluastro, dal verdastro al nero. Ha pori più o meno rotondi, con superficie poroide dal biancastro al crema, al bruno. *********** Tra le poche specie avvistate nella foresta di Vallombrosa in questo febbraio 2019 particolarmente asciutto, ventoso e avaro di funghi
  22. Astraeus hygrometricus (Pers. : Pers.) Morgan; Regione Toscana; Febbraio 2019; Foto di Alessandro Francolini. Può ricordare morfologicamente le specie del genere Geastrum per la tipica apertura a stella dell’esoperidio. A prescindere dai caratteri microscopici e dalla struttura interna della gleba, il riconoscimento a livello macroscopico verte sul caratteristico aspetto "tassellato" delle lacinie e sulla diversa apertura apicale da cui fuoriescono le spore: tale apertura è ben strutturata e circoscritta nei Geastrum mentre è imprecisa e irregolarmente lacerata in Astraeus hygrometricus. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 219, Pag. 340: “Il nome volgare di Fungo barometro gli è stato conferito per il peridio fortemente igroscopico che, come un igrometro, risente dell’umidità atmosferica. Le lacinie si distendono col tempo umido e si ritraggono a tempo secco, causando spesso uno spostamento dalla propria sede originale. La dispersione delle spore è affidata a una sinergia di acqua e vento: la pioggia, infatti, colpendo l’endoperidio fa fuoriuscire piccoli sbuffi di polvere sporale che poi sarà dispersa nell’aria grazie al vento.”
  23. Buoni ritrovamenti Alessandro ******************** Indice della Toscana, mese di Febbraio 2019, totale n° 2 specie Astraeus hygrometricus (Pers. : Pers.) Morgan; Post # 2 Fomitopsis pinicola (Swartz : Fr.) P. Karst.; Post # 3
  24. Buon Anno a tutti Buoni ritrovamenti Alessandro
  25. Lyophyllum cfr. loricatum (Fr.) ; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. La carne non annerente e il cappello di consistenza elastica-cartilaginosa che permette di piegarne il bordo fino a fargli toccare il gambo, porterebbero a interpretare questi esemplari come Lyophyllum loricatum; tuttavia i dubbi determinativi nascono dopo la consultazione della esaustiva scheda AMINT riguardante Lyophyllum loricatum. ******************* Indice della Toscana, mese di Dicembre 2018, totale n° 43 specie Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 5 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Post # 3 Armillaria gallica Marxmüller & Romagnesi; Post # 19 Bisporella citrina (Batsch : Fr.) Korf & S.E. Carp.; Post # 20 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 18 Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm. = Entoloma lividum (Bull.) Quélet; Post # 6 Gymnopus brassicolens (Romagn.) Antonín & Noordel = Micromphale brassicolens (Romagn.) P.D. Orton; Post # 17 Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr.; Post # 14 Hygrophorus penarius Fries; Post # 11 Hygrophorus russula (Schaeff. : Fr.) Kauffman; Post # 12 Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 4; 13 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 8 Pleurotus ostreatus (Jacquin : Fr.) Kümmer; Post # 16 Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 10 Stereum subtomentosum Pouzar; Post # 21 Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Post # 15 Tricholoma caligatum (Viviani) Ricken; Post # 2 Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Post # 7 Tricholoma terreum (Schaeffer) Kummer; Post # 9 ***************** Non determinati ma generici: Lyophyllum cfr. loricatum (Fr.); Post # 22
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza