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2018.12 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Stereum subtomentosum Pouzar; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Come il simile Stereum hirsutum si presenta più o meno a mensole flabelliformi, appressate e spesso confluenti o concresciute, nate su legno guasto di varie latifoglie. Caratteri macroscopici differenziali rispetto a Stereum hirsutum sono: la superficie sterile che appare vellutata-feltrata e non marcatamente irsuta, i colori da ocra a bruno-ruggine anche con toni rosso scuro, con margine ondulato-lobato e nettamente più chiaro, mentre in Stereum hirsutum i colori del cappello sono per lo più giallastri, arancioni o bruno chiaro; inoltre l’imenio di Stereum subtomentosum è liscio come in Stereum hirsutum ma ha colore grigio-giallastro e vira al giallo cromo se contuso o sfregato, mentre in Stereum hirsutum l’imenio ha colore più vivo, giallo-arancio, ed è immutabile al tocco o allo sfregamento. Imenoforo liscio, di colore grigio-giallastro, con alcune macchie di colore giallo cromo -
2018.12 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Bisporella citrina (Batsch : Fr.) Korf & S.E. Carp.; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Ascomicete costituito da un minuscolo apotecio che può raggiungere il mezzo centimetro di diametro; sessile o peduncolato; può assumere forma da turbinata (a trottola) a discoide (appiattita) a leggermente depressa (cupulata). Colorazione da giallo vivo a giallo limone sia sulla superficie sterile che sull’imenoforo; peduncolo (quando presente) di colore biancastro all’attacco del substrato, via via più giallino salendo verso l’apice per sfumare e divenire concolore all’imenoforo. Carne di consistenza ceracea, giallina. Fruttifica su legno guasto di latifoglie, non sulla corteccia ma sulle parti decorticate. -
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Armillaria gallica Marxmüller & Romagnesi; Regione Toscana; Dicembre 2018; foto di Alessandro Francolini. Armillaria caratterizzata dal gambo fusiforme-claviforme, talvolta nettamente bulboso alla base. Cappello di colore da bruno-ocra a a bruno più o meno scuro, cosparso di squamule da grigiastre a giallastre. Ha velo generale giallastro o giallo vivo che lascia traccia di sé sul gambo sotto forma di screziature o fioccosità giallastre. All’apparenza sembra specie terricola ma in realtà fruttifica su residui legnosi interrati di latifoglie; fruttifica preferibilmente isolata o in pochi individui, contrariamente ad Armillaria mellea e simili. Anello biancastro-grigio che può presentare anch’esso tonalità giallastre. Armillaria cepistipes le è simile ma ha crescita più gregaria, portamento più gracile, presenta squamule irsute e scure sul cappello solitamente più fitte nella zona centrale e rare o assenti verso il margine; è igrofana e ha orlo pileico striato per trasparenza. Esemplari che, viste le temperature rigide degli ultimi giorni, hanno subito diverse gelate notturne: -
2018.12 - Toscana - Tutor Alessandro
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Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 55, Pag. 159: “È stato per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, ma la sua tossicità è stata ormai dimostrata con certezza ed è stato cancellato dalle liste dei funghi commercializzabili. Purtroppo viene ancora raccolto e spetta solo ai fungaioli rendersi consapevoli del rischio ed evitare di raccoglierlo e consumarlo. Può essere confuso con Entoloma lividum, velenoso, che può crescere nel medesimo habitat. La principale differenza va ricercata nel colore delle lamelle dei soggetti maturi: queste sono giallastre in Clitocybe nebularis e rosa carico in Entoloma lividum, oltre all’odore forte e caratteristico in Clitocybe nebularis, deciso di farina fresca in Entoloma lividum. Inoltre le lamelle di Clitocybe nebularis sono un poco decorrenti mentre quelle di Entoloma lividum sono da più o meno smarginate a libere al gambo.” Esemplari che, pur avendo subito diverse gelate notturne, mantengono più o meno intatte le proprie caratteristiche morfocromatiche e presentano l’odore forte, aromatico, penetrante, persistente e acuto, “tipicamente da... Clitocybe nebularis”; evidente la facile separabilità delle lamelle dal cappello: *********** Altri esemplari, invece, quasi "surgelati"; alcuni con cappello dal margine arricciato e ondulato-lobato probabilmente a causa delle basse temperature; con lamelle malformate, appena accennate; in questi esemplari l'odore tipico era appena percettibile e misto a odore terroso e di rancido: -
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Gymnopus brassicolens (Romagn.) Antonín & Noordel; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Micromphale brassicolens (Romagn.) P.D. Orton Specie autunnale che cresce in gruppi o in cespi su vari residui legnosi sia di latifoglie che di aghifoglie. Caratteristico è il suo odore sgradevole che può ricordare quello del cavolo marcio o dell’aglio ammuffito. Presenta cappello da convesso a piano, a maturità talvolta un poco depresso, di colore bruno-rossastro, più chiaro all’orlo che è un poco striato; margine irregolare. Lamelle più o meno smarginate al gambo, biancastre, più scure a maturità. Il gambo è sottile e slanciato, di colore da nero a nero-brunastro, meno scuro all’apice. Gli è simile Gymnopus foetidus con odore analogo ma con cappello nettamente solcato-scanalato anche fino al margine, depresso e talvolta anche ombelicato; inoltre la lamelle di Gymnopus foetidus sono più fitte, adnate, assai intervenose, e di colore rosato, più scure a maturità. La crescita, inoltre, è preferenziale su fogliame o residui legnosi per Gymnopus brassicolens mentre Gymnopus foetidum ama fruttificare su rami o rametti marcescenti a terra. Microscopicamente Gymnopus foetidum presenta spore decisamente più grandi. Nati su lettiera di aghi di Pino nero, misto a varie latifoglie -
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Pleurotus ostreatus (Jacquin : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 42, Pag. 146: “Cresce cespitoso sui tronchi vivi, sui rami caduti e sui ceppi di alberi di latifoglie, in particolare di Pioppo, Salice, Sughera. Il suo periodo di crescita va dall’inizio dell’autunno a tutto l’inverno; una delle sue caratteristiche, infatti, è quella di resistere alle gelate invernali. Ha carne compatta, soda, tenace nel gambo; elastica quasi fibrosa nel cappello dove assume vari spessori: più spessa vicino al gambo, sempre più sottile verso il margine; odore lieve, a maturità con lieve sentore di muffa, sapore dolce.” Nati su un vecchio ceppo muschioso di Cerro: -
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Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, a mensola, a pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; con mensola assai più spessa del più comune Trametes versicolor. Caratteristica è la sua superficie sterile: da tomentosa a decisamente irsuta (con peluzzi più o meno rigidi), zonata e solcata, con colori generalmente sul crema-grigiastro, ma anche dal bruno al verdastro. Orlo lobato-ondulato, vellutato. Superficie poroide bianco-crema, ingrigente con l'età. Il contesto è zonato, bianco nella parte inferiore a contatto con i tubuli, grigiastro nella parte superiore a contatto con la superficie sterile. I tubuli sono monostratificati, di color crema. Come il Trametes versicolor predilige legno guasto di latifoglia (più raro su conifere). Possibile la confusione con Trametes pubescens che tuttavia ha solitamente una superficie sterile poco o leggermente zonata, è vellutata-pubescente e non così marcatamente villosa come Tramete hirsuta. Inoltre Trametes pubescens ha contesto di minor spessore (5-10 mm) è bianco, non zonato; e i suoi tubuli sono concolori al contesto. -
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Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Hygrophorus cossus può essere confuso con Hygrophorus eburneus per i caratteri morfocromatici. Di aiuto per la distinzione è l’odore (oltre a particolari reazioni macrochimiche): l’odore di H. eburneus viene riportato anche come “odore di giacinto” e ciò facilita la separazione da H. cossus che ha in genere odore sgradevole (come di formaggio di capra o di topinambur o di larva di Phoelena cossus, da cui il nome). Tale odore “caprino” perdura anche per un certo tempo sulle mani dopo averlo toccato. Anche la sfumatura delle lamelle può aiutare: con eventuali tonalità rosate in H. eburneus; con tonalità bianco-grigiastre in H. cossus. Inoltre H. cossus ha un habitat prevalentemente presso quercia, mentre H. eburneus predilige la presenza del Faggio. Esemplari reperiti in bosco di Cerro. Particolarmente glutinosi e scivolosi da non poter afferrarli senza spaccarli. Nonostante le temperature rigide degli ultimi giorni (la notte andava spesso “sotto zero”) l’odore di formaggio caprino era assai presente e percepibile. -
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Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer -
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Hygrophorus russula (Schaeff. : Fr.) Kauffman; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 48, Pag. 152: “Nei boschi di latifoglie, in particolare Quercia, molto comune in aree termofile in autunno dopo intensi temporali. Si tratta di un micete a crescita massiccia, anche se non moto durevole. Le produzioni del fungo si concentrano in non più di due, massimo tre settimane, ma all’interno di questo breve periodo sono letteralmente esplosive: in ogni direzione, dentro il bosco, ci sono distese di questo basidioma. Per i suoi caratteri cromatici, con il cappello che sembra dipinto in modo grossolano di rosso su fondo bianco, non si presta a confusioni; si tratta quindi di un fungo molto facile da riconoscere.” L'unica specie simile è Hygrophorus erubescens che però ha gambo facilmente ingiallente, lamelle rade e di colore bianco-giallastre-grigiastre, habitat presso conifere e raramente sotto latifoglia, carne dal sapore da poco a nettamente amaro; H. russula ha invece scarsa propensione all’ingiallimento (al più sono presenti rare macchie gialline sul gambo a maturità), possiede lamelle relativamente fitte (le più fitte tra gli Hygrophorus) e di colore da biancastro a biancastro-carnicino a maturità con macchie rosso-vinoso (il filo lamellare si macchia anch’esso di rosso-vinoso e raramente di giallo a maturità), carne dal sapore nullo o leggermente amarognolo. -
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Hygrophorus penarius Fries; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 46, Pag. 150: “Cresce gregario nei boschi di latifoglie, soprattutto querceti, in autunno anche inoltrato. Commestibile apprezzato, molto carnoso e quindi di grande resa, si distingue per l’odore molto particolare, come di latte bollito. Si tratta di una specie a grande diffusione nei boschi centro meridionali, sicuramente tra le più semplici da individuare e senza rischi seri di confusione con specie simili. La sua raccolta deve essere quasi immediata, in prossimità dell’esordio, poiché si tratta di un fungo precocemente invaso dalle larve.” -
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Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer Tipici e comuni funghi di lettiera: il loro micelio vive inserito tra le fibre di foglie o aghi o rametti marcescenti, da cui traggono nutrimento. Caratterizzati da una cuticola grassa e untuosa (che a toccarla ricorda la sensazione del contatto con il burro), igrofana e lucida; da un gambo bulboso o comunque ingrossato alla base che reca attaccati residui miceliari e resti di substrato. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 82, Pag. 189: “Priva di interesse alimentare, è una specie che ha una grande importanza per l’ambiente perché si nutre di sostanze organiche che sottrae alle foglie e agli aghi depositati sul terreno nei boschi. È uno “spazzino” naturale che contribuisce a tenere puliti i boschi liberandoli dai residui che si depositano al suolo su foglie e aghi. In questo modo mantiene costanti le condizioni ambientali per la vita degli alberi e del bosco con tutti i suoi abitanti.” -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Tricholoma terreum (Schaeffer) Kummer; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 69, Pag. 174: “Commestibile buono, venduto nei mercati, conosciuto col nome di Moretta. Abbondantissimo nelle zone di crescita, in boschi di latifoglie o misti, predilige in modo particolare il Pino; il periodo di comparsa inizia in primavera e dura nelle regioni a clima mite per tutto l’inverno, con una pausa nei mesi estivi più caldi e siccitosi. Tricholoma terreum è specie molto variabile e per questo è stata soggetto di interpretazioni tassonomiche diverse nel corso degli anni da parte di molti Autori. Tricholoma myomyces descritto come specie più esile e con residui velari osservabili vicino all’apice del gambo; Tricholoma gausapatum avente una cuticola marcatamente feltrata. Queste piccole differenze rientrano oggettivamente nella variabilità di una qualsiasi entità e quindi sono sinonimizzate con Tricholoma terreum.” ****************** Nelle foto seguenti alcuni esemplari che qualche anno fa sarebbero stati determinati come Tricholoma myomyces, con il cappello che presenta un piccolo umbone vagamente acuto -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Buon commestibile (dopo adeguata cottura!), dall’odore aromatico (spesso assai forte), gradevole e caratteristico; come le altre Lepista ha le lamelle che si possono separare, con una semplice pressione delle dita, dalla carne sovrastante. Colori che gravitano sul lilla-violetto (con eventuali sfumature bruno-rossastre in vecchiaia sul cappello) e che gli hanno valso il nome volgare di Agarico violetto; l’aggettivo nuda è invece riferito al rivestimento pileico liscio e glabro. Può confondersi con Lepista sordida: quest'ultima è però più esile, ha cappello meno carnoso e più igrofano, ha odore non aromatico ma piuttosto fungino-rancido, predilige ambienti erbosi antropizzati (parchi, giardini) mentre Lepista nuda è preferibilmente boschiva. In genere tutte le Lepista hanno la caratteristica di inglobare il substrato di crescita alla base del gambo ma Lepista nuda ne ingloba almeno il doppio, se non di più, rispetto alle altre specie. Anche Lepista glaucocana che ha generalmente colorazione glauca pallida potrebbe confondersi nelle sue forme di colore più carico con alcune Lepista nuda dai colori "sbiaditi". In tal caso l'odore fortemente aromatico di Lepista nuda e quello leggero più o meno grato o di terriccio di Lepista glaucocana dovrebbero fugare ogni dubbio; inoltre il micelio di Lepista nuda è sempre di colore bluastro e quindi tinteggia di bluastro la base del suo gambo, mentre il micelio di Lepista glaucocana è biancastro e tinteggia di biancastro la base del suo gambo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 73, Pag. 179: “Lepista nuda va raccolta con tempo asciutto, quando la carne non è intrisa d'acqua. Buono e saporito solo dopo adeguata cottura, è lievemente tossico da crudo per presenza di tossine termolabili.” -
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Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 63, Pag. 167: “Ha cappello conico o campanulato, poi convesso con umbone ottuso e margine fessurato; superficie asciutta, percorsa da fibrille radiali brune o concolori su fondo di colore molto variabile: giallo-verde, verde oliva o verde scuro soprattutto verso il centro. L’elevata variabilità morfocromatica di questa specie e la sua ampia diffusione in areali diversi hanno contribuito alla creazione di molte varietà e forme. Gregario o subcespitoso nei boschi di latifoglie, in ambiente tendenzialmente termofilo o mediterraneo associato a Querce, Castagni, Carpini e Faggi; comune dall’autunno e pressoché indifferente al substrato. Tossico, responsabile di forme gastroenteriche. Inoltre pericoloso per la relativa somiglianza con la mortale Amanita phalloides.” Esemplari reperiti sotto Cerro; da giovane il gambo è bianco, ma a maturità presenta sfumature giallo limone: Primo piano del cappello con evidenti fibrille radiali -
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Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. = Entoloma lividum (Bull.) Quélet Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 130, Pag. 242: “Tossico. Provoca disturbi gastro-intestinali acuti e intensi, con possibili complicazioni in relazione alla quantità ingerita. I francesi lo chiamano “le perfide” perché il suo aspetto invitante, unito al buon sapore a odore in gioventù, possono indurre al tragico errore di superficialità il principiante che, attratto dall’aspetto gradevole, potrebbe raccoglierlo e incautamente consumarlo. Si tratta di un fungo poco conosciuto che provoca numerose intossicazioni per la sua somiglianza con alcune specie eduli o diversamente ormai riconosciute al pari tossiche come Clitocybe nebularis, sospetto di tossicità, che ha lamelle bianche e non rosa, decorrenti sul gambo e non libere, più fitte e regolari, e con odore caratteristico non di farina.” Presso Cerro; le lamelle color crema (e non rosate per la maturazione delle spore) indicano che gli esemplari sono ancora giovani -
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Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Amanita molto comune sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 126, Pag. 238: “Ubiquitario, in particolare su terreni acidi e sabbiosi, dall’estate fino ai primi freddi dell’inverno; molto comune. Riconoscibile abbastanza agevolmente per il suo bulbo basale molto grosso ed evidente, la volva circoncisa, le placche sul cappello e il tipico odore di patate crude.” -
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Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer Specie ottima commestibile; riconoscibile per le grandi dimensioni, per la forma tipica ad “imbuto” che acquista con la crescita (potrebbe a grandi linee ricordare un “imbutino” [Clitocybe gibba = Infundibulicybe gibba] ma di notevoli dimensioni), per l’umbone centrale persistente sia nei giovani esemplari che in quelli maturi, per le lamelle decorrenti, per il sapore gradevole e delicato e per l’odore (anche intenso) variamente interpretato: di lavanda, di mandorle dolci, fruttato, ecc. Da giovanissimo assume tutt’altra forma di quella definitiva, col gambo decisamente più appariscente del cappello, mentre questo è, in proporzione, molto più piccolo e con orlo fortemente involuto. Conosciuto anche col nome volgare di “Cimballo”; data la sua bontà molti cercatori tengono gelosamente segrete le stazioni di crescita come avviene per i “Prugnoli” (Calocybe gambosa). Il tipico e piccolo umboncino nel centro del cappello degli esemplari molto grandi e maturi può essere di aiuto, premendolo con un dito, per capire se il fungo è in buone condizioni oppure no: se risulta consistente e duro allora il fungo è in "ottime" condizioni; se invece è cedevole e morbido o molliccio allora il fungo è di solito invaso dalle larve oppure troppo vecchio. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 52, Pag. 156: “Cresce in autunno, anche inoltrato, dopo abbondanti piogge, isolato o a gruppi di numerosi individui, disposti in circoli o file, tra l’erba o nei rovi, al limitare dei prati e nelle radure boschive di latifoglie. Di ottima qualità il cappello; il gambo, soprattutto negli esemplari più maturi, risulta stopposo e coriaceo e deve essere scartato. Molto apprezzato in tante zone d’Italia, in altre è praticamente sconosciuto. In realtà molti cercatori di funghi, a novembre, sospendono ogni attività di ricerca e, come suol dirsi, “appendono il cesto al chiodo” o comunque quasi nessuno in questo momento stagionale frequenta i prati e i pascoli. I pochi che continuano a cercare funghi nella stagione fredda, dedicano attenzione ai boschi planiziali, alle pinete di rimboschimento collinari, alle rive fluviali.” Esemplari ormai troppo maturi, a fine ciclo, e intrisi di pioggia per essere raccolti e consumati: -
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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 124, Pag. 234: “Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.” Giovani esemplari -
2018.12 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Tricholoma caligatum (Viviani) Ricken; Regione Toscana; Dicembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Un Tricholoma inconfondibile ancorché non molto comune. Si contraddistingue per l’anello armillato e membranoso, consistente e permanente che ne decora il gambo, per la colorazione del cappello che è coperto da squame larghe e di color cioccolato più o meno scuro che risaltano sul colore ocraceo-biancastro di fondo. Lamelle fitte, bianche (o un po’ macchiate di ocra pallido negli esemplari maturi), quasi adnate al gambo e quindi non così smarginate come nella media caratteristica dei Tricholoma. Il gambo è cilindrico ma attenuato alla base; è bianco sotto l’imenoforo fino all’anello. L’anello è la parte terminale di un'armilla che riveste il fungo in gioventù; con la crescita e l’espandersi del cappello l’armilla si spacca al bordo del cappello stesso e rimane a calzare la parte bassa del gambo che appare cosparso di squame della stessa natura e colorazione di quelle pileiche. Carne soda e bianca, immutabile. In letteratura vengono riportate diverse caratteristiche organolettiche: se di odore sgradevole allora la carne risulterebbe amarognola o amara; se di odore fruttato allora la carne avrebbe sapore dolciastro o poco amarognolo (anche se, a maturità, l’odore può divenire comunque sgradevole). Periodo di crescita autunnale, soprattutto presso pinete litoranee; ma presente anche all’interno sempre in presenza di Pino. Si tratta di una specie commestibile di scarso pregio, viene consumato preferibilmente come sott’olio o sott’aceto vista la compattezza della sua carne. Data la sua rarità e considerando che nello stesso periodo e habitat crescono altre specie con qualità organolettiche decisamente migliori, con presenza a volte invasiva (basti pensare al Tricholoma terreum e alle "Morette" in generale), è consigliabile lasciare sul posto questa bella specie. Un altro Tricholoma con armilla, con morfologia e habitat simile è il Tricholoma focale: presenta cuticola liscia, feltrata ma non squamosa, di colore giallo-ocraceo con fiammature aranciate o bruno-rossastre o verdastre anche mescolate assieme; con armilla concolore al cappello. Un vero sosia almeno a livello morfologico è il Tricholoma nauseosum, specie molto rara in Italia a distribuzione tipicamente alpina o prealpina, mentre è frequente in alcune zone del Nord Europa, Scandinavia in particolare. Anch’esso è decorato su cappello e armilla da squame lanose ma di colore bruno-tabacco su fondo ocraceo; presenta lamelle bianche inizialmente, poi color crema, che si macchiano di bruno se contuse; cresce anche sotto Peccio. Gruppetto di esemplari reperiti sotto Pino nero: -
2018.12 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha postato un topic nell'area Funghi Trovati Anno 2018
Buoni ritrovamenti Alessandro ******************* Indice della Toscana, mese di Dicembre 2018, totale n° 43 specie Amanita citrina (Schaeffer) Persoon; Post # 5 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Post # 3 Armillaria gallica Marxmüller & Romagnesi; Post # 19 Bisporella citrina (Batsch : Fr.) Korf & S.E. Carp.; Post # 20 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 18 Entoloma sinuatum (Bull.) P. Kumm. = Entoloma lividum (Bull.) Quélet; Post # 6 Gymnopus brassicolens (Romagn.) Antonín & Noordel = Micromphale brassicolens (Romagn.) P.D. Orton; Post # 17 Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr.; Post # 14 Hygrophorus penarius Fries; Post # 11 Hygrophorus russula (Schaeff. : Fr.) Kauffman; Post # 12 Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 4; 13 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 8 Pleurotus ostreatus (Jacquin : Fr.) Kümmer; Post # 16 Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 10 Stereum subtomentosum Pouzar; Post # 21 Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Post # 15 Tricholoma caligatum (Viviani) Ricken; Post # 2 Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél.; Post # 7 Tricholoma terreum (Schaeffer) Kummer; Post # 9 ***************** Non determinati ma generici: Lyophyllum cfr. loricatum (Fr.); Post # 22 -
2018.11 - Toscana - Tutor Alessandro
Alessandro F ha risposto alla discussione di Alessandro F in Funghi Trovati Anno 2018
Lepiota clypeolaria (Bull. : Fr.) Kummer; Regione Toscana; Novembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. *************************** Indice della Toscana, mese di Novembre 2018, totale n° 43 specie Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam.; Post # 9; 33 Amanita pantherina (De Cand. : Fr.) Krombh.; Post # 6 Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.; Post # 2 Artomyces pyxidatus (Pers. : Fr.) Julich; Post # 22 Astraeus hygrometricus (Pers. : Pers.) Morgan; Post # 31 Auricularia auricula-judae (Fr.) Quélet; Post # 44 Boletus edulis Bull.: Fr.; Post # 32 Boletus reticulatus Schaeff. = Boletus aestivalis (Paulet) Fr.; Post # 10 Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) Kummer; Post # 49 Clitocybe phaeophtalma (Pers.) Kuyper; Post # 14 Coprinopsis picacea (Bull. : Fr.) Redhead, Nilgalys & Moncalvo = Coprinus picaceus (Bull. : Fr.) Fr.; Post # 34 Cortinarius trivialis J.E. Lange; Post # 3 Cystoderma amianthinum (Scop.) Fayod.; Post # 28 Fuligo candida Pers.; Post # 45 Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murril = Collybia dryophila (Bull. : Fr.); Post # 50 Hydnum rufescens Pers.; Post # 25 Hygrocybe conica var. conica (Schaeffer : Fries) P. Kummer; Post # 5; 26 Hygrophorus penarius Fries; Post # 38 Hypholoma lateritium (Schaeff.) P. Kumm. = Hypholoma sublateritium (Fr.) Quélet; Post # 12 Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja = Clitocybe geotropa (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 29; 48 Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja = Clitocybe gibba (Pers. : Fr.) Kummer; Post # 21 Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr.; Post # 42 Lactarius salmonicolor Heim & Leclair; Post # 35 Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer; Post # 37 Lepiota clypeolaria (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 39; 56 Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke; Post # 4 Lycoperdon mammiforme Pers. : Pers.; Post # 46 Lycoperdon perlatum Pers. : Pers.; Post # 20 Macrolepiota excoriata (Schaeff. : Fr.) Wasser; Post # 41 Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser; Post # 51 Macrolepiota mastoidea (Fr. : Fr.) Singer; Post # 30 Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Post # 40; 52 Mycena epipterygia (Scop. : Fr.) S.F.Gray; Post # 15 Mycena pura (Pers. : Fr.) P. Kummer; Post # 16; 55 Mycena rosea (Bulliard) Gramberg; Post # 17; 54 Mycena sanguinolenta (Alb. & Schwein. : Fr.) P. Kumm; Post # 24 Pseudoclitocybe cyathiformis (Bull. : Fr.) Singer; Post # 27 Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox = Collybia butyracea (Bull. : Fr.) Kummer; Post # 7 Rickenella fibula (Bull. : Fr.) Raith. = Omphalina fibula (Fr.) Quél.; Post # 18 Stereum hirsutum (Willd.) Pers.; Post # 19; 47 Tricholoma saponaceum (Fr. : Fr.) Kummer; Post # 11 Tricholoma squarrulosum Bresadola; Post # 43 Tricholoma ustaloides Romagn.; Post # 8 ******************* Non determinati ma generici: Marasmiellus cfr. ramealis (Bull. : Fr.) Singer; Post # 13 Parasola sp.; Post # 23 Coprinopsis cfr. lagopus (Fr. : Fr) Redhead, Vilgalys & Moncalvo = Coprinus cfr. lagopus (Fr. : Fr.) Fr. ; Post # 36 Mycena sp.; Post # 53 -
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Mycena sp.; Regione Toscana; Novembre 2018; Foto di Alessandro Francolini. Un cespo di esemplari nati all'estremità troncata di un ramo di Cerro: