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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo annuale, a mensola, a pori piccoli, regolari, rotondi o rotondo-angolosi; con mensola più spessa (fino a 15-20 mm) del più comune Trametes versicolor. Caratteristica è la sua superficie sterile: da tomentosa a decisamente irsuta (con peluzzi più o meno rigidi), zonata e solcata, con colori generalmente sul crema-grigiastro, ma anche dal bruno al verdastro. Orlo lobato-ondulato, vellutato. Superficie poroide bianco-crema, ingrigente con l'età. Come il Trametes versicolor predilige legno guasto di latifoglia (più raro su conifere). L'esemplare in foto è nato su legno guasto di latifoglia (Cerro?). Il colore verde è dovuto alla presenza di alghe microscopiche che hanno invaso tutta la superficie del cappello. La superficie poroide.
  2. Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.”
  3. Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 159, Pag. 275: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.”
  4. Lactarius piperatus (Linnaeus : Fries) Persoon; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 167, Pag. 284: “Specie velenosa, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Chiamato volgarmente Peveraccio, è ancor oggi praticata l’usanza di ridurlo in polvere dopo averlo essiccato al sole, e utilizzarlo come surrogato del pepe per speziare carni e pietanze, usanza che ovviamente deploriamo. Altre dicerie popolari vogliono che la sua comparsa nei boschi preceda di qualche giorno la crescita dei primi porcini estivi (Boletus reticulatus).”
  5. Lycogala epidendrum (L.) Fr.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Mixomicete di facile riconoscimento per la morfologia rotondeggiante (o subglobosa-compressa quando si trova ammassato con altri esemplari), per il colore da rosa a rosa-confetto da giovane (poi, a maturità, rosa-arancio e infine grigiastro), per le dimensioni (diametro da 5 a 15 millimetri), per l’habitat (su legno guasto di latifoglie e di conifere) e per il plasmodio che contiene all’interno: di consistenza liquida-lattiginosa e di colore arancio inizialmente poi sempre più pulvurulento e di colore brunastro dovuto alla maturazione delle spore. La superficie esterna che racchiude il plasmodio è costituita da una sorta di pellicola sottile più o meno granulosa. Dal Forum AMINT: Introduzione alla Sistematica e Tassonomia: “I Myxomycetes (Mixomiceti) sono protozoi particolari che prendono normalmente la forma delle amebe. Alcuni di loro, ed in determinate circostanze, sviluppano corpi fruttiferi (sporangi) deputati alla disseminazione delle spore (mixospore), ed è per questo motivo che spesso in passato sono stati assimilati ai funghi. Alcuni sono piccolissimi altri presentano estensioni notevoli. Sia nella fase di "plasmodio" (unione di più cellule, che perdono la parete fondendosi in un'unica grande cellula plurinucleata) che negli sporangi il fenomeno va interpretato come aggregazione di cellule non formanti un organismo complesso od un tessuto (pseudotessuto). Rimane in questo modo fatta salva la definizione di organismi monocellulari. Si nutrono per "fagocitosi” (un processo che prevede l’ingestione da parte della cellula di particelle di grandi dimensioni, tali da essere visibili al microscopio).” Su legno marcescente a terra Una volta "bucato" si provoca la fuoriuscita del plasmodio
  6. Stereum hirsutum (Willd.) Pers.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Piccolo funghetto (largo al massimo 4-5 cm) a forma di mensola-crosta appoggiata sul legno; molto comune e diffuso, presente durante tutto l’anno; dalla consistenza quasi coriacea (suberosa-tenace da secco) e dallo spessore piuttosto fine; può presentarsi in fitti esemplari confluenti o sovrapposti, su legno guasto di latifoglie. Caratteristico il cappello di aspetto feltrato e peloso (irsuto), zonato, con vari colori (giallo, arancio, brunastro, verdastro); il margine è più chiaro e lobato; l’imenoforo è liscio o appena gibboso, di colore giallo-arancio. Possibile la confusione sia con specie congeneri (più rare) che però virano al rossiccio alla manipolazione, sia con Stereum ochraceoflavum (non virante), dall’imenoforo bruno-ocraceo e con la superficie sterile grigio-biancastra, poco o per niente zonata. Dalla “Chiave di orientamento ai generi” del (nuovo) Tutto Funghi, pag. 79 e 97: “Corpo fruttifero composto dal solo cappello o a forma di mensola >>> Imenoforo liscio. Corpo fruttifero adeso al legno, distaccantesi brevemente per formare piccole mensole >>> Genere Stereum”
  7. Amanita rubescens (Pers. : Fr) S.F. Gray e Stereum hirsutum (Willd.) Pers.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  8. Amanita rubescens (Pers. : Fr) S.F. Gray; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 121, Pag. 231: “Discreto commestibile da consumare cotto, contiene tossine termolabili che si disgregano e svaniscono con adeguata cottura. Cotto alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.”
  9. Buoni ritrovamenti Alessandro ***************************** Indice della Toscana, mese di Giugno 2016, totale n° 32 specie. In (*) le schede con microscopia. Amanita franchetii (Boud.) Fayod; Post # 41 Amanita fulva (Sch. : Fr) Fr.; Post # 40 Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Post # 18 Amanita rubescens (Pers. : Fr) S.F. Gray; Post # 2, 3, 15, 28 Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Vittadini; Post # 29, 35 Bolbitius tener Berk & Br.; Post # 17 Boletus aereus Bull.; Post # 34, 49 Boletus pinophilus Pilát & Dermek; Post # 48 Boletus reticulatus Schaeff.[= Boletus aestivalis (Paulet) Fr.]; Post # 10, 16, 39, 46, 47, 50 Caloboletus calopus (Pers.) Vizzini [= Boletus calopus Pers. : Fr.]; Post # 12, 52 Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Post # 8, 38 Coprinopsis insignis (Peck) Redhead, Vilgalys & Moncalvo; Post # 44 Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers.; Post # 32 Daedalea quercina (L. : Fr.) Fr.; Post # 19 Fuligo septica (Linné) Wiggers; Post # 27 Hapalopilus rutilans (Pers.) Murrill; Post # 25 Hydnum repandum L. : Fr.; Post # 26 Lactarius chrysorrheusus Fr.; Post # 21 Lactarius luridus (Pers. : Fr.) Gray; Post # 36 Lactarius piperatus (Linnaeus: Fries) Persoon; Post # 6 Lactarius volemus (Fr.) Fr.; Post # 20, 42 Leucoagaricus leucothites (Vitt.) Wasser; Post # 31(*) Lycogala epidendrum (L.) Fr.; Post # 5 Marasmius rotula (Scop. : Fr.) Fr.; Post # 22 Marasmius wynneae Berk. & Broome; Post # 30(*) Russula aurea Pers.; Post # 13, 23 Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Post # 7 Russula rosea Pers.; Post # 43 Russula virescens (Scaeff.) Fr.; Post # 14, 24, 37, 45, 51 Stereum hirsutum (Willd.) Pers.; Post # 3, 4 Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Post # 9 Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quélet; Post # 33 Non determinati: Parasola sp.; Post # 11
  10. Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  11. Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  12. Lycoperdon perlatum (Persoon) Persoon; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. È tra le “vescie” quella più facile da incontrare essendo ubiquitaria, terricola ma non di rado reperita su residui legnosi in decomposizione e, raramente, su pigne. Gli aculei conici (alti fino a 2 mm soprattutto all’apice dell’esoperidio) sono contornati alla base da piccole verruchine o da aculei più tozzi che permangono anche dopo la caduta degli aculei più grandi: ne risulta una caratteristica areolatura a maglie pseudo-poligonali. Commestibile, come le sue congeneri, quando la gleba è ancora perfettamente bianca. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 226, Pag. 347: “Si tratta di una specie polimorfa ma, nel contempo, molto costante nel presentare aculei conici. Questa caratteristica è davvero la più importante per una corretta determinazione ed è apprezzabile anche in esemplari vetusti, laddove si possono individuare le cicatrici circolari lasciate dopo la caduta degli aculei. Benché non sia tossico dal punto di vista alimentare, si ritiene utile citare un’allergia presente in letteratura medica, chiamata Lycoperdonosi. Si tratta di una polmonite allergica dovuta all’inalazione, fortuita o voluta, di buone quantità di polvere sporale.”
  13. Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Vittadini; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; margine pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all’orlo. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 114, Pag. 222: “Il Gruppo delle Amanita del sottogenere Amanita, sezione Vaginatae, è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitato. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l’attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore, perché sono tossiche da crude). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza.”
  14. Amanita rubescens (Pers. : Fr) S.F. Gray; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 121, Pag. 231: “Discreto commestibile da consumare cotto, contiene tossine termolabili che si disgregano e svaniscono con adeguata cottura. Cotto alla griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.”
  15. Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 35, Pag. 138: “Cantharellus subpruinosus presenta inizialmente una sorta di pruina biancastra sul cappello e si macchia vistosamente su toni rosso-brunastri dopo manipolazione. Ottimo commestibile. Trova forti estimatori che lo preferiscono nettamente al più nobile Porcino. Viene impiegato in cucina in svariati modi: trifolato, con le lasagne, nel risotto, oppure conservato sottolio o sottaceto. Si presta invece male alla conservazione per essiccamento. Se surgelato crudo tende ad assumere una sgradevole amarescenza: per tale motivo ne consigliamo la surgelazione dopo adeguata, quanto opportuna, precottura.” Evidente la pruina biancastra, soprattutto sul cappello dell'esemplare di sinistra.
  16. Amanita gemmata (Fr.) Bertill.; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Tra le prime specie a fare la sua comparsa nei boschi all’inizio della stagione micologica. Cappello di colore giallo pallido, dapprima emisferico, poi convesso e, a maturità, disteso: quando è disteso presenta margine striato; verruche bianche, detersili e di forma irregolare; volva aderente e circoncisa, a volte dissociata in cercini fioccosi che possono permanere nella parte inferiore dal gambo; anello sottile e presto dissociato e poco persistente (può essere del tutto assente negli esemplari adulti); gambo a base bulbosa rotondeggiante o ovoidale, radicante. Sono gli elementi caratterizzanti di questa bella Amanita tossica: la sua tossicità sembra sia causa di sindrome panterinica. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 118, Pag. 228: “Cresce in primavera , ma a volte anche in autunno, nei boschi di latifoglie e aghifoglie, su terreno sabbioso dei litorali marini nelle pinete con sottobosco di Cisto. Si tratta di una specie sicuramente tossica, responsabile della sindrome Panterinica o Neurotossica Anticolinergica.”
  17. Russula vesca Fries; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.”
  18. Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.; Regione Toscana; Maggio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Come suggerisce il nome (dal greco kyanos = azzurro e xanthós = giallo), la gamma cromatica del suo cappello è molto ampia: dal viola al verde, attraverso tonalità bluastre o giallastre; anche se esemplari giovani possono presentare colorazioni uniformi di ciclamino. Tali colorazioni in genere sono presenti e frammiste nello stesso esemplare creando un aspetto cromatico come metallizzato. La cuticola è parzialmente separabile (per 2 quinti del raggio) e la carne sottostante ha tonalità lilacine. Gambo e lamelle sono bianchi, con qualche macchia rugginosa in vecchiaia. Carne bianca dal sapore dolce come di nocciola. Cresce dall’estate al tardo autunno nei boschi di latifoglie. Caratteristica distintiva sono le lamelle lardacee. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 159, Pag. 275: “Il colore violetto della carne sotto la cuticola non è un carattere valido per la determinazione in quanto non esclusivo di questa specie. La consistenza definita lardacea delle lamelle indica l’estrema difficoltà nello spezzarle con la pressione di un dito, piegandosi invece come fossero di lardo. Nelle altre specie di Russula le lamelle si rompono in modo più o meno evidente.”
  19. Indice della Toscana, mese di Dicembre 2015, totale n° 17 specie. Auricularia mesenterica (Dicks.: Fr.) Pers.; Post # 53 – 57 Baeospora myosura (Fr.: Fr.) Singer; Post # 32 – 39 Cantharellus subpruinosus Eyssart. & Buyck.; Post # 2, 3 Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer; Post # 23 Flammulina velutipes (Curt.: Fr.) Karsten; Post # 28 – 31, 58 – 60 Hygrocybe conica var. conica (Schaeffer: Fries) P. Kummer; Post # 9 – 12 Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) P. Kumm.; Post # 4 – 8, 68, 69, 81 Panellus stipticus (Bull.) P. Karst.; Post # 62 – 67 Pholiota gummosa (Lasch) Singer; Post # 16 – 20 Pseudoclitocybe cyathiformis (Bull.: Fr.) Singer; Post # 50 – 52 Pseudoclitocybe obbata (Fr.) Singer; Post # 46 – 49 Sarcoscypha sp.; Post # 40 – 45 Schizophyllum commune Fr.; Post # 70 – 80 Suillus collinitus (Fr.) Kuntze; Post # 13 Trametes versicolor (L.) Lloyd; Post # 24 – 27 Tricholoma terreum (Schaeff.: Fr.) Kummer; Post # 14, 15, 21, 22 Xylaria hypoxylon (Linné) Greville; Post # 61
  20. Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Regione Toscana; Gennaio 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  21. Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres.; Regione Toscana; Gennaio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 49, Pag. 153: “Viste le caratteristiche morfocromatiche generali, l’ecologia e il periodo di crescita, risulta praticamente impossibile confondere questa specie. Semiipogeo, associato alla neve in discioglimento. Viene generalmente stimato come uno dei migliori commestibili, molto apprezzato e ricercato; la sua precocità, la fragrante e mai stucchevole sapidità della sua carne soda e compatta, fanno delMarzuolo uno dei funghi migliori e anche più versatili dal punto di vista gastronomico. Il colore grigio piombo-nerastro contrasta con il candore delle lamelle che, trattandosi di un fungo ipogeo, non mostra mai: la mimesi con i sassi del sottobosco risulta quindi perfetta; la difficoltà di ricerca e il suo mimetismo lo proteggono e ne garantiscono la possibilità di riproduzione nel migliore dei modi.” Stagioni impazzite. Funghi costretti a perdere il senso del calendario: non sanno più in che mese nascere...[ Hygrophorus gennaius?] Abetaia (abete bianco) con qualche faggio. Alto Mugello. Tra Passo del Giogo e Passo della Colla.
  22. Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) P. Kumm.; Regione Toscana, Mugello; Dicembre 2015; Foto di Alessandro Francolini.
  23. Buoni ritrovamenti e Buon Anno Alessandro
  24. Schizophyllum commune Fr.; Regione Toscana, Mugello; Dicembre 2015; Foto di Alessandro Francolini.
  25. Schizophyllum commune Fr.; Regione Toscana, Mugello; Dicembre 2015; Foto di Alessandro Francolini. Spuntati da poco, piccoli batuffoli pelosi...
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