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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Fistulina hepatica (Schaeff.) With. Di facile determinazione: la cosiddetta "lingua di bue" si fa riconoscere per l'habitat lignicolo (con preferenza di Quercia e Castagno), per il colore della superficie sterile che ricorda il rosso-fegato (con tonalità più arancio da giovane e più brunastre a maturità), per la forma a mensola (simile a una lingua) sessile o con uno pseudo-gambo laterale e ben radicato nel substrato legnoso. La sua carne è succulenta, spessa ed elastica, di colore dal biancastro iniziale al rosso (con venature più chiare) a maturità; al taglio secerne goccioline rosso-sangue; l'odore è gradevole e il sapore dolce-acidulo. Se tagliata a fettine per la preparazione di un carpaccio, può ricordare delle fette di speck. I tubuli sono ben separabili l'uno dall'altro (carattere insolito per le Poliporacee); i pori sono rotondi e molto piccoli, da biancastri a giallognoli in gioventù ma bruno-rossastri in vecchiaia o per strofinio. Confondibile grossolanamente con qualche Ganoderma: ma questi ultimi hanno superficie dura e laccata con carne dura e legnosa. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 154: "Discreto commestibile, è uno dei pochi funghi che è possibile mangiare crudo senza correre rischi. Molti apprezzano la sua carne succulenta e leggermente elastica, tagliata a fettine sottili, condita con olio e limone e accompagnata da scaglie di parmigiano (in questo modo non si perde la vitamina C di cui è ricco). Da cotto assume un aspetto e una consistenza molto simile al fegato: possiamo consigliare di friggerlo in padella con le cipolle o arrostito alla brace. Parassita dei Castagni e delle Querce, è agente di carie bruna che si sviluppa molto lentamente: in questo modo il legno continua a vivere, assumendo delle colorazioni bruno-rossastre con sfumature simili a disegni e si indurisce più del normale. Queste due caratteristiche rendono il legname ricercato per utilizzi artistici e ornamentali."
  2. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Agosto 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio: Amanita caesarea (Scop.: Fr.) Pers. (# 12) Amanita franchetii (Boud.) Fayod (# 8) Armillaria tabescens (Scop.) Emel (# 10) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 6) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 5) Boletus dupainii Boud. (# 7) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 9) Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin (# 3, 4) Pholiota lucifera (Lasch) Quélet (# 2) Russula luteotacta Rea (# 13) Russula sororia Fr. (# 14) Russula virescens (Schaeff.) Fr. (# 11)
  3. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Settembre 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio: Clitocybe gibba (Pers.: Fr.) Kummer (# 3) Fistulina hepatica (Schaeff.) With. (# 2) Hapalopilus nidulans (Fr.) P. Karst. (# 4) ********************************************** Buona raccolta e buone foto a tutti Alessandro
  4. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Luglio 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio: Con * i messaggi con foto di microscopia Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray (# 2, 23, 27) Amanita vaginata s. l. (# 3) Amanita fulva (Sch.: Fr) Fr. (# 4, 5) Lactarius serifluus (DC.) Fr. (# 6, 7*-12*) Xerocomus impolitus (Fr.) Quél. (# 13) Boletus queletii Schulzer (# 14, 15, 18, 24, 35) Boletus luridus Schaeff.: Fr. (# 16, 19) Boletus erythropus Persoon ss. Fries (# 17, 28, 30, 34) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 20, 21, 25, 26, 31-33) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 22) Russula vesca Fries (# 29) Lactarius bertillonii (Neuhoff ex Sch.) Bon (# 36) Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. (# 37) Russula chloroides (Krombh.) Bres. (# 38)
  5. Boletus edulis Bull.: Fr. Chi non lo conoscesse può consultare il Tutto Funghi a pag. 544 Appennino tosco-emiliano; sotto Abete rosso
  6. Amanita franchetii (Boud.) Fayod Amanita relativamente rara, reperibile in boschi termofili di latifoglie (faggio, castagno, quercia). Potrebbe essere scambiata a prima vista per A. pantherina o per A. rubescens. Rispetto all'Amanita pantherina la contraddistinguono le verruche giallognole, il margine non striato, l'anello alto sul gambo, la volva aderente al bulbo e dissociata in piccole fioccosità giallastre (A. pantherina presenta verruche bianche, margine striato, anello basso sul gambo e volva circoncisa e dissociata in più cercini). Rispetto all'Amanita rubescens la contraddistinguono i colori sia esterni (mai con tonalità rosa-rossastre come in A. rubescens) che della carne (bianca, con tonalità gialline sotto la cuticola; contro l'arrossamento della carne in A. rubescens). Anche l'anello di A. franchetii presenta una caratteristica particolare: è striato superiormente (come in A. rubescens) ma ha l'orlo fioccoso e giallo.
  7. Boletus dupainii Boud. Tre peculiarità per questa specie: la sua bellezza, la sua rarità, il suo facile riconoscimento. Infatti negli esemplari integri e non ancora sbiaditi per l’età, il suo cappello si presenta con un colore vivo e brillante che va dal rosso scarlatto al rosso ciliegia al rosso-arancio, con una lucentezza che dona alla sua cuticola un aspetto quasi laccato. In età avanzata questa colorazione sbiadisce fino all’ocra. Imenoforo con pori piccoli e rotondi e superficie poroide rosso sangue con bordatura gialla nei pressi del margine. Il gambo si presenta punteggiato da fini granulazioni di colore rosso (più pallido del cappello) su fondo giallognolo che si evidenzia meglio all’apice. Reticolo assente o presente solo per pochi millimetri all’apice vicino all’inserzione dei tubuli col gambo. La carne ha odore debole fruttato e sapore dolciastro gradevole; è di colore bianco-giallognolo (ma rossastra sotto la cuticola del cappello e alla base del gambo), virante al taglio ad un bel colore azzurro chiaro. Fungo raro e quindi da proteggere, reperibile nei boschi asciutti e caldi di latifoglie, soprattutto presso Quercia; è stata osservata la concomitanza della sua rara fruttificazione con la presenza nello stesso ambiente dell’Amanita caesarea. Ritrovamento e foto di Emanuele Bosco
  8. Boletus aereus Bull.: Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 552: "Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti."
  9. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 556: "Nel periodo estivo e all'inizio dell'autunno il B. aestivalis in particolare viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c'è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l'intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annui." Colline mugellane. Sotto castagno; 600-700 metri
  10. Ganoderma carnosum Pat. Può essere confuso con Ganoderma lucidum; ma G. carnosum ha dimensioni maggiori, raggiungendo e superando anche i 20 cm di diametro pileico e ha colorazione più scura, da color fegato fino a bruno-nerastra; l’habitat, infine, dovrebbe fugare i dubbi residui: presso conifere (soprattutto Abete bianco) il G. carnosum, presso latifoglie (specialmente Quercia e Castagno) il G. lucidum. Ai piedi di una ceppa di Abete bianco
  11. Hygrophoropsis aurantiaca (Wulf.: Fr.) Maire Bella specie, non comune, presente sia sotto aghifoglia che latifoglia; cresce su lettiera in decomposizione. Caratterizzato da colori più o meno uniformi in ogni parte: giallo-arancio, arancio brillante, arancio-brunastro; può essere più pallido all'orlo del cappello. Lamelle nettamente decorrenti sul gambo, molto anastomosate tra loro, anche regolarmente dicotomiche; assenza di lamellule. La carne è giallastra ed ha odore di erba e sapore gradevole; è comunque considerato sospetto. Confondibile con Omphalotus olearius (sicuramente tossico) che tuttavia presenta lamelle con molte lamellule, è lignicolo (in particolare alla base di Olivo o di Quercia) e si presenta molto cespitoso (al contrario di H. aurantiaca che cresce isolata o, tutt'al più, gregaria). Ben più grossolana e improbabile la confusione con Cantharellus cibarius (con imenoforo a pliche o pieghe impossibili da scambiare con vere lamelle) Imenoforo
  12. Suillus granulatus (L.: Fr.) Roussel Un comune Pinarolo senza anello; cuticola liscia, viscida, spessa ed elastica ma asportabile; colore da giallo-aranciato a bruno-rugginoso; carne bianco-giallastra immutabile, soda e compatta solo negli esemplari giovani. Caratteristiche le goccioline lattiginose secrete dai pori nei primi stadi di crescita. Habitat preferito: Pini a due aghi. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 520: "Può essere consumato dopo cottura a condizione di asportare la cuticola; essa svolge infatti una drastica azione purgativa. È preferibile il consumo di esemplari giovani e freschi perché la spugnosità della carne negli esemplari maturi, assorbendo molto condimento, li rende poco digeribili." Simile è il Suillus collinitus (con le stesse caratteristiche di commestibilità) che si riconosce per la presenza di fibrille radiali innate sulla cuticola del cappello più scure del colore di fondo; la cuticola è su toni ocra-brunastro (anche color cioccolato) e non arancio-rugginosi; inoltre il S. collinitus non secerne goccioline dai pori. Le goccioline lattiginose secrete dai pori
  13. Lycoperdon echinatum Pers.: Fr. Splendida specie di Lycoperdon con gli aculei che possono raggiungere anche i 7 mm di altezza; tali aculei sono inizialmente saldati tra di loro formando evidenti strutture piramidali compatte; in seguito gli aculei si dividono alla base ma restano uniti alle punte in fascetti più o meno numerosi. Verso la base la lunghezza degli aculei va via via diminuendo. A piena maturità gli aculei tendono a cadere lasciando ben visibile l'esoperidio nudo, caratteristicamente cosparso di areole più o meno circolari. La gleba è inizialmente bianca per assumere a maturità colorazione bruno scuro, bruno-cioccolato con tonalità anche lilacine. L'habitat è generalmente presso latifoglie (Faggio, Castagno, Quercia) e più raramente presso Pino. La specie più vicina è Lycoperdon nigrescens in cui, però, gli aculei sono più bassi e la gleba a maturità è bruno-olivastra. Dal TUTTO FUNGHI, pag 590: "È il Lycoperdon con l'ornamentazione più lussureggiante e vistosa, tanto da farlo assomigliare a un riccio di castagno. Questa caratteristica è pressoché unica tra le Lycoperdaceae europee, e pertanto la più determinante." Particolare degli aculei
  14. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link Dal TUTTO FUNGHI pag. 364: "Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all'incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell'anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l'Amanita junquillea e con l'Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l'anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l'Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon."
  15. Boletus aestivalis (Paulet) Fr.
  16. Boletus calopus Pers.: Fr. Assieme a B. radicans fa parte della Sezione Calopodes che raggruppa boleti a pori gialli e con carne amara. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal B. radicans per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in B. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in B. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in B. calopus e giallo pallido (talvolta sfumate di rosa in alto) in B. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in B. calopus, quasi assente in B. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 537: "Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastrointestinale costante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l'odore inconfondibile agevolano nella determinazione."
  17. Boletus erythropus Persoon ss. Fries Buon commestibile dopo adeguata cottura che consente di eliminare alcune tossine termolabili. Tutto il carpoforo è virante al blu in maniera intensa (al taglio o anche alla pressione). Odore fruttato e sapore dolce. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 560: "Pur appartenendo a un Gruppo di Boletus critici, è facile riconoscerlo con una certa sicurezza: è l'unico Boletus a pori arancio-rossi che presenta contestualmente un cappello vellutato marrone e un gambo quasi interamente decorato con una finissima punteggiatura rossa: caratteri assolutamente univoci, compresenti solo in questa specie."
  18. Boletus edulis Bull.: Fr.
  19. Albatrellus pes-caprae (Pers.) Pouzar La superficie del cappello si presenta sempre asciutta, da squamulosa a decisamente squamata; di colore variabile dal bruno-rossiccio al marrone scuro. Il cappello, di solito spatuliforme, può assumere anche forme irregolari, più o meno lobate. Il gambo è eccentrico o laterale di colore da bianco a giallastro. Pori abbastanza larghi, da arrotondati-angolosi a poligonali; tubuli decorrenti sul gambo. La superficie poroide è biancastra in gioventù, giallina a maturità. La carne è soda e compatta, con sapore molto gradevole di nocciola e odore buono, fungino. Buon commestibile, si presta a vai modi di preparazione: dalla frittura alla conservazione sott’olio. Dal TUTTO FUNGHI pag. 146: “Fungo poco frequente ma abbondante nelle stazioni di crescita, predilige il faggio, ma cresce anche sotto castagno. Segnalato anche in boschi di conifere (Faggio). Buon commestibile, carnoso e di buona resa.” Imenoforo Particolare della superficie poroide
  20. Paxillus atrotomentosus (Batsch: Fr.) Fr. = Tapinella atrotomentosa (Batsch) Šutara Lo caratterizza in modo evidente il gambo corto e tozzo, laterale e non di rado eccentrico, ricoperto da una fitta e fine peluria (quasi un velluto) bruno nerastra. Le dimensioni del cappello possono essere ragguardevoli, raggiungendo anche i 30 cm di diametro. Il margine è sempre molto involuto tranne in piena maturità; la cuticola è asciutta, feltrata-vellutata, di colore che può variare dal bruno-tabacco al marrone, anche con sfumature verdastre. Lamelle giallastre da giovane ma ocracee a maturità (per la maturazione delle spore), decorrenti sul gambo e facilmente separabili dalla carne del cappello. È specie saprotrofa, su ceppi o su radici di conifera. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 496: "Le sue caratteristiche così peculiari ne rendono quasi impossibile la confusione con altra specie. Non commestibile: i suoi caratteri organolettici, poco gradevoli, si accentuano addirittura nella fase di cottura." Alla base di una ceppa di Abete
  21. Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. Dal TUTTO FUNGHI pag. 310: "Non confonderlo con Chlorophyllum rhacodes, tossico, con squamule fortemente infisse nel derma del cappello (dette "a tegola"), con viraggio all'arancione e poi al brunastro della carne esposta, laddove corrosa o tagliata. È prudente non mangiare Macrolepiota il cui diametro sia inferiore a 8 cm per non confonderle con le Lepiota del Gruppo helveola, o altre velenose o mortali. Macrolepiota procera essendo uno dei colossi del bosco, difficilmente può essere confuso con le piccole Lepiota. Per la misura si fa riferimento al fungo adulto e quindi con il cappello completamente aperto." Reperite assieme a Macrolepiota konradii (le due decisamente più piccole e chiare) La zebratura sul gambo
  22. Tubifera ferruginosa (Batsch) J.F. Gmel. Si tratta di un bel Myxomycetes dal colore che va dal bianco-latte al bruno chiaro, fino al color salmone o porpora per diventare bruno-ruggine a maturazione delle spore. Il plasmodio è costituito da una “fruttificazione complessiva” di elementi cilindrici-ellissoidali di piccole dimensioni (alti fino a circa mezzo centimetro e di sezione dal diametro di circa mezzo millimetro) appressati l’un l’altro. Complessivamente questo Myxomycetes può raggiungere e superare anche i 15 cm di diametro, coprendo discrete porzioni di legno guasto e marcescente, oppure foglie e lettiera. Giovani esemplari; su tronco marcescente di Abete
  23. Amanita spadicea Pers. Ovoli
  24. Amanita spadicea Pers. Bella Amanita della Sezione Vaginatae, reperibile soprattutto in montagna oltre i 1000 metri, in boschi di Peccio, Abete bianco, Pino silvestre o anche in presenza di Faggio. I caratteri distintivi sono il portamento slanciato, il colore del cappello bruno o color dattero, l'umbone evidente e il gambo con decorazioni zebrate concolori al cappello. La volva è nettamente membranosa, persistente, biancastra con tendenza a scurirsi con l'età, alta sul gambo e inguainante. In letteratura si riscontrano pareri discordi sul filo lamellare: qualche Autore lo mette come intero e concolore alla faccia della lamella (cioè bianco o bianco-crema), altri lo danno come discolore in quanto marrone. La zebratura sul gambo Volva alta sul gambo e inguainante Striature sull'orlo del cappello
  25. Mycena haematopus (Pers.: Fr.) Kummer Al taglio del gambo essuda latice colorato (rosso-vinoso-bruno) come la simile M. sanguinolenta; una differenza macroscopica è il filo delle lamelle: lamelle prima biancastre poi rosate e con sfumature bruno-vinose ma con filo concolore in M. haematopus; lamelle rosate ma con il filo discolore: rosso-vinoso-bruno in M. sanguinolenta. Un'altra Mycena che essuda latice colorato è M. crocata che ha però gambo interamente liscio con base coperta di peluria bianco-giallastra (mentre M. haematopus ha gambo interamente ricoperto da pruina biancastra, oltre alla peluria basale) ed essuda copiosamente latice giallo-arancio da qualsiasi parte (cappello, lamelle, gambo). Dal TUTTO FUNGHI pag. 281: "Basta ferire leggermente il gambo con la punta di un coltellino o di una pinzetta per vedere questo fungo emettere una goccia di liquido rassomigliante, sia per densità che per colore , al sangue."
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