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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Calocera viscosa (Pers.: Fr.) Fries Un bel fungo coralloide, molto comune su legno guasto di conifere. I suoi colori ruotano attorno al giallo (giallo oro, giallo cromo, giallo tuorlo) e ravvivano il sottobosco. Un'altra Calocera, questa crescente su legno marcescente di latifoglie e meno comune, è C. cornea: stessi colori ma di dimensioni più minute, gregaria ma che si presenta come unico rametto affusolato che finisce con una punta (raramente forcata). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 140: "Pur essendo morfologicamente di aspetto simile alle specie dei Generi Ramaria e Clavaria, per le sembianze che ricordano gli alberi, Calocera viscosa possiede dei caratteri specifici: la crescita su legno, la vischiosità gelatinosa dei rametti, l'assenza di carne alla base del carpoforo, la differenziano fortemente da tali specie. La sua carne, dapprima elastica, in vecchiaia non marcisce ma si secca diventando dura come un corno."
  2. Strobilomyces strobilaceus (Scop.: Fr.) Berkeley Imenoforo Alla sezione: netto viraggio della carne al rosso Primo piano
  3. Strobilomyces strobilaceus (Scop.: Fr.) Berkeley Inconfondibile boletacea caratterizzata da una vistosa ornamentazione fatta di scaglie squamose che ricoprono il cappello. Tale decorazione può ricordare le squame delle pigne di qualche conifera: da qui il nome sia generico che specifico. Il gambo è munito di anello fioccoso e al di sotto di questo il gambo si presenta come lanuginoso. Il colore generale varia dal grigio-bruno negli esemplari più giovani fino al nerastro in vecchiaia. Tipico anche il viraggio al rosso-bruno della carne al taglio. È una Boletacea non frequente, con habitat tipico presso Castagno e presso Faggio. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 502: “Il suo nome volgare di “Fungo pigna” indica la somiglianza dei giovani carpofori di questa specie con uno strobilo di conifera, aspetto che lo rende un interessante soggetto fotografico da proteggere, vista la sua rarità.” Particolare delle squame sul cappello Imenoforo e anello
  4. Boletus edulis Bull.: Fr. Sotto Abete bianco. Appennino bolognese (1000 metri)
  5. Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin Esemplare di discrete dimensioni ai piedi di un Castagno. Nella crescita aveva inglobato anche alcuni rametti Grande mensola con la caratteristica copertura a "moquette" di muschio
  6. Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin Specie lignicola, sessile, pluriannuale. Si presenta sia isolata che embricata assieme ad altri esemplari a cui si può sovrapporre, su legno di latifoglie (rara presso conifere). Può assumere dimensioni notevoli arrivando fino al mezzo metro di diametro per 15 cm di spessore; con forma a ventaglio o irregolarmente circolare. Superficie sterile gibbosa, solcata, ondulata, tomentosa e di colore bruno scuro o bruno-rossiccio. Non di rado l’ampia superficie sterile fa da supporto a formazioni di muschio. Superficie poroide dal color cannella più o meno scuro, con pori piccoli e rotondi; al taglio i tubuli si presentano pluristratificati a seconda degli anni di vita. Carne di consistenza suberosa, tenace e compatta. Piccolo esemplare ai piedi di una ceppa di Castagno Visione dell'imenoforo L'orlo vellutato, color bruno-rossiccio, della mensola
  7. Buona raccolta e buone foto a tutti Alessandro ************************************************* Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Agosto 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio: Amanita caesarea (Scop.: Fr.) Pers. (# 12) Amanita franchetii (Boud.) Fayod (# 8) Armillaria tabescens (Scop.) Emel (# 10) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 6) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 5) Boletus dupainii Boud. (# 7) Boletus edulis Bull.: Fr. (# 9) Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin (# 3, 4) Pholiota lucifera (Lasch) Quélet (# 2) Russula luteotacta Rea (# 13) Russula sororia Fr. (# 14) Russula virescens (Schaeff.) Fr. (# 11)
  8. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Giugno 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio. Con * i messaggi con foto di microscopia: Amanita fulva (Sch.: Fr) Fr. (# 15) Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombh. (# 21) Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray (# 3, 17) Amanita vaginata s. l. (# 12) Battarrea phalloides (Dicks. ex Persoon) Persoon (# 7, 8*-10*) Boletus aereus Bull.: Fr. (# 5) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 2) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 4) Craterellus cornucopioides (L.: Fr.) Pers. (# 24) Hydnum rufescens Pers. (# 22) Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) Kumm. (# 6) Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray (# 14) Lactarius volemus (Fr.: Fr.) Fr. (# 11, 18) Russula risigallina (Batsch) Sacc. (# 19) Russula vesca Fries (# 16) Russula virescens (Schaeff.) Fr. (# 13, 20) Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet (# 23)
  9. Amanita vaginata s. l. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; orlo pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all'orlo. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 343: "Il gruppo delle Amanita del sottogenere Vaginaria è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitate. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l'attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza."
  10. Faggete verso Pratomagno. 1350 metri s.l.m. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal TUTTO FUNGHI pag. 360: "Pur trattandosi di un buon commestibile, aromatico e delicato, non deve mai essere consumato in preparazioni che non ne garantiscano adeguata cottura; ala griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica."
  11. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Luglio 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio: Con * i messaggi con foto di microscopia Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray (# 2, 23, 27) Amanita vaginata s. l. (# 3) Amanita fulva (Sch.: Fr) Fr. (# 4, 5) Lactarius serifluus (DC.) Fr. (# 6, 7*-12*) Xerocomus impolitus (Fr.) Quél. (# 13) Boletus queletii Schulzer (# 14, 15, 18, 24, 35) Boletus luridus Schaeff.: Fr. (# 16, 19) Boletus erythropus Persoon ss. Fries (# 17, 28, 30, 34) Boletus aestivalis (Paulet) Fr. (# 20, 21, 25, 26, 31-33) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 22) Russula vesca Fries (# 29) Lactarius bertillonii (Neuhoff ex Sch.) Bon (# 36) Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. (# 37) Russula chloroides (Krombh.) Bres. (# 38) ************************************************* Buona raccolta e buone foto a tutti Alessandro
  12. Craterellus cornucopioides (L.: Fr.) Pers. Fungo gregario che cresce a gruppi anche numerosissimi durantei periodi particolarmente freschi e umidi in estate e, soprattutto, in autunno. Buon commestibile: si presta benissimo anche all'essiccazione e a successiva riduzione in polvere per essere impiegato come aromatizzante. Dal TUTTO FUNGHI pag. 170: "Il nome volgare "Trombette dei morti" non è dovuto al colore nero ma al fatto che si sviluppa attorno al 2 novembre, ricorrenza dei defunti. Comunissimo nelle faggete e nei boschi di altre latifoglie; poco frequente sotto aghifoglia. Piuttosto simile per struttura e colorazione è Cantharellus cinereus, buon commestibile, che presenta un cappello grigio più o meno scuro, ma con tonalità brunastre; la superficie è un po' fibrillosa, soprattutto verso il margine, che appare ben revoluto e marcatamente ondulato; l'imenio di questo fungo è caratterizzato da pliche venose molto ramificate, dette anastomosi, e scambiate da molti per lamelle; il colore è grigio cenere e schiarisce a maturazione, a causa della sporata bianca. Il gambo è ben distinto e pieno ma, crescendo, si forma al centro di esso un sottile condotto che talvolta arriva fino al centro del cappello. La carne è nerastra, sottile ed elastica, con un evidente odore fruttato e sapore gradevole. Cresce numeroso soprattutto nei castagneti umidi e viene raccolto e consumato spesso scambiandolo per le più famose "Trombette". Altro esemplare somigliante a questo fungo è Færberia carbonaria, commestibile, somigliante ad un Cantharellus e infatti, in un passato lontano, veniva chiamato Cantharellus carbonarius: cresce su residui carboniosi, talvolta nel muschio e presenta un cappello più piccolo, convesso, imbutiforme, con orlo ondulato di colore grigio-brunastro ed imenio costituito da vere lamelle." Decisamente in anticipo rispetto al tradizionale periodo di crescita: indice dell'umidità accumulata nel bosco dopo le abbondanti piogge del mese di giugno. Colline mugellane; bosco misto di latifoglia; 550 metri s.l.m. Giovani esemplari
  13. Xerocomus subtomentosus (L.: Fr.) Quélet Commestibile discreto purché giovane e scartando il gambo. La colorazione della cuticola è variabile ma verte su toni ocra-giallognoli-olivacei con sfumature grigiastre e mai decisamente rossastro-aranciate. Gambo generalmente slanciato e flessuoso, giallo-ocraceo, sovente con costolature verticali. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 526: “L’estrema variabilità di questo fungo ha dato luogo a molte interpretazioni diverse; il carattere principale che lo contraddistingue è, senza dubbio, la mancanza di tonalità rossastre immediatamente sotto la cuticola del cappello; Xerocomus ferrugineus a carne biancastra e commestibile, è simile alla nostra specie e ne differisce per i colori più carichi della cuticola, con la presenza sopra e sotto la stessa sempre di una componente più o meno rossiccia; molti autori lo considerano una semplice varietà del nostro fungo; altra differenza è il micelio basale giallognolo e nella parte alta del gambo si nota quasi sempre un falso reticolo. X. chrysenteron, commestibile, si distingue per le tonalità del gambo marcatamente rossastre, talvolta addirittura vermiglie; anche le tonalità sopra e sotto la cuticola sono più rossicce; il viraggio della carne e delle parti esterne è più immediato e intenso; micelio basale giallo molto chiaro.”
  14. Hydnum rufescens Pers. Hydnum di facile identificazione grazie ad alcune caratteristiche: la taglia mediamente piccola (con cappello al massimo di 6-7 cm di diametro), i colori del cappello relativamente vivaci (dal giallo-ocra all'arancio-fulvo più o meno carico), imenoforo con aculei non decorrenti sul gambo, carne leggermente amarognola. Raramente si presenta con esemplari concresciuti. Simile ma di taglia ben maggiore è il più noto "steccherino dorato" H. repandum caratterizzato dal colore pileico pallido (dal giallastro-beige al rosa-carnicino, raramente arancio chiaro), dal crescere sovente concresciuto con numerosi altri esemplari, dagli aculei nettamente decorrenti sul gambo, dalla carne dolce o leggermente amarognola negli esemplari vetusti, dall'odore fruttato gradevole; la confusione con H. albidum è evitabile grazie al suo colore bianco candido nei giovani esemplari (giallastro a maturità o per contusione) e per i suoi aculei leggermente decorrenti. Aculei non decorrenti sul gambo Primo piano degli aculei
  15. Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombh. Fungo ubiquitario, assai comune. Molto velenoso. Cresce isolato o fortemente gregario, da giugno-luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie; spesso invasivo. Caratterizzato dalla presenza di un anello posto nella parte medio-bassa del gambo, dalla volva aderente al bulbo, circoncisa e dissociata in due o tre cercini più o meno paralleli ed evidenti. Amanita simili possono essere: A. gemmata (ma con cappello giallo o giallo-ocraceo e non bruno), A. franchetii (che però ha velo generale giallastro e non bianco: quindi presenta verruche gialle sul cappello al contrario dell'A. pantherina che le presenta decisamente bianche; ha inoltre volva non circoncisa ma dissociata in fioccosità giallastre), A. rubescens (con l'anello a gonnellino e posto molto in alto sul gambo, con colori bruno-rossastri e con carne che vira al rossastro a contatto con l'aria mentre la carne di A. pantherina è bianca immutabile; ha infine volva non circoncisa ma dissociata in fioccosità rossastre) Come per Amanita muscaria può considerarsi "spia del porcino" perché ha lo stesso habitat. Dal TUTTO FUNGHI pag. 356: "Velenoso, talora mortale. Provoca avvelenamento di tipo neurotropico simile, ma più grave, a quello provocato dall'Amanita muscaria . I sintomi compaiono da trenta minuti a tre ore dopo l'ingestione. I principi tossici colpiscono prevalentemente il sistema nervoso centrale." Colline mugellane. Presso castagno. 700 metri s.l.m.
  16. Lactarius piperatus (Scop.: Fr.) S. F. Gray Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri "classici" lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: "Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch'esso nasce d'autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella". In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel '500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall'Oriente a carissimo prezzo; l'uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Infatti... dal TUTTO FUNGHI, pag 466: "Consumato in alcune località del Sud Italia dopo prolungata cottura per privarlo dell'acredine, malgrado questo accorgimento rimane sempre coriaceo, amaro, disgustoso e causa vari problemi gastroenterici: pertanto se ne sconsiglia il consumo alimentare." Il latice appena fuoriuscito
  17. Russula virescens (Schaeff.) Fr. Dal TUTTO FUNGHI pag. 456: "Questa specie, relativamente comune, viene considerata la migliore tra le Russula commestibili, è facilmente riconoscibile per il colore verde-azzurro marmorizzato della cuticola e per la peculiarità della stessa di dissociarsi in tante piccole areole che ricordano le tessere di un mosaico; per la compattezza (alto peso specifico) e il buon sapore della sua carne. Un'altra Russula la cui cuticola si frattura spontaneamente è la Russula cyanoxantha fo. cutefracta, che oltre alle colorazioni pileiche verde-olivastro, può presentarsi rosa-violacea. Sulla cuticola screpolata si disegna una sorta di reticolo dalle linee più chiare, per lo più rosacee con toni violetti tenui, come la carne immediatamente sotto la cuticola; le lamelle di consistenza lardacea al tatto; anch'essa è commestibile." Primo piano della cuticola, con le tipiche areole a mosaico
  18. Amanita vaginata s. l. Cappello con toni grigi (grigio cenere, grigio perla, grigio piombo,...) anche sfumato di ocraceo nella zona discale; umbone ampio ma non prominente; orlo pileico con evidenti striature regolari; anello assente (o, meglio, dissociato e ridotto a fioccosità che rimangono aderenti alla base del gambo e ricoperti dalla volva; quindi anello non rilevabile sul gambo); gambo slanciato, bianco, liscio o coperto di fini fioccosità concolori; volva fragile ma abbastanza spessa, aderente al piede del gambo e libera all'orlo. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 343: "Il gruppo delle Amanita del sottogenere Vaginaria è costituito da un numero di specie molto vasto e ancora non ben delimitate. Tranne rarissimi casi, per una corretta determinazione di questo gruppo è indispensabile l'attenta osservazione microscopica. Sono tutte commestibili di ottimo pregio; si usufruisce del solo cappello ed è obbligatoria una cottura adeguata (15 minuti dal primo bollore). Essendo funghi molto fragili devono essere raccolti con grande delicatezza."
  19. Lactarius volemus (Fr.: Fr.) Fr. È caratterizzato dalla cuticola asciutta e opaca, vellutata, con un bel colore dal rosso-arancio al giallo-rossiccio; dal gambo quasi concolore al cappello ma più chiaro all'apice; dal latice (dolce) abbondante e denso, di colore bianco che diventa brunastro essiccando all'aria; infine da un caratteristico (e in genere ben accentuato) odore di aringa. L. rugatus ha colorazioni simili ma ha dimensioni più ridotte, odore meno forte e presenta delle tipiche rughe sulla cuticola. Dal TUTTO FUNGHI, pag 486: "È uno dei due Lactarius a latice bianco che può essere considerato commestibile; l'altro è Lactarius rugatus. Il forte odore di aringa, permanendo anche dopo la cottura non è particolarmente gradevole, a meno di non gradire l'aroma di pesce in un piatto di funghi." Primo piano di una goccia di latice denso e bianco, appena fuoriuscito da un taglio delle lamelle
  20. Ritrovamenti regione Toscana - Mese di Maggio 2010 Elenco delle specie trovate e determinate; nella parentesi a fine rigo il n° relativo al messaggio: Boletus aereus Bull.: Fr. (# 2) Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray (# 3) Boletus calopus Pers.: Fr. (# 4) Cantharellus cibarius var. cibarius Fr. (# 5)
  21. Hypholoma fasciculare (Huds.: Fr.) Kumm. Fungo tossico. Colore del cappello che può variare dal giallastro-arancio al giallo zolfo (anche con sfumature verdastre); il centro del cappello presenta una colorazione più vivace sul bruno-arancio, mentre il margine è più pallido; lamelle giallo-verdastre (più chiare da giovane, poi più scure, grigio-verdastre fino a nerastre); sapore nettamente amaro. Confondibile con l'altrettanto tossico H. sublateritium che ha taglia maggiore, cappello e base del gambo di colore simile a quello dei mattoni (rosso-laterizio; da cui il nome) e lamelle giallo-grigiastre e poi olivastre. Il commestibile (con cautela) H. capnoides ha carne dolce e non amara, le sue lamelle non hanno tonalità giallo-verdastre e il cappello ha cromatismi più caldi (giallo-aranciati, con centro rossastro). Dal Tutto Funghi, pag. 428: "Capita di trovare H. fasciculare nello stesso ceppo assieme a esemplari di Armillaria mellea: un motivo in più per aprire bene gli occhi nella determinazione." Un cespo di giovani esemplari In primo piano
  22. Boletus aereus Bull.: Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 552: “Il colore del cappello può raggiungere tonalità scure più che negli altri Porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre. Il contrasto tra il bianco latteo dei pori e il bruno-nerastro del pileo è incredibilmente forte. Singoli individui raggiungono non di rado 1-2 Kg di peso, evento del tutto eccezionale per la maggioranza delle specie diffuse nella nostra penisola. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza ama crescere in coppia o in piccoli gruppi. Sovente gregario e associato con altri soggetti, regala sempre raccolti importanti.”
  23. Boletus calopus Pers.: Fr. Assieme a B. radicans fa parte della Sezione Calopodes che raggruppa boleti a pori gialli e con carne amara. Oltre che per altri caratteri, si distingue dal B. radicans per la colorazione: cappello grigio camoscio, grigio-olivastro o grigio-ocra pallido in B. calopus e molto più chiaro (bianco latte, color crema) in B. radicans; gambo con estese colorazioni rosse (soprattutto nella metà inferiore; sovente con colore giallognolo nella parte alta) in B. calopus e giallo pallido (talvolta sfumate di rosa in alto) in B. radicans; anche il reticolo è diverso: presente e a maglie allungate in B. calopus, quasi assente in B. radicans (se presente è a maglie fini e relegato alla parte alta del gambo). Dal TUTTO FUNGHI, pag. 537: “Responsabile di alcuni casi di intossicazione (sindrome gastrointestinale costante), comunque non commestibile per il forte sapore amaro e per il netto odore sgradevole. I pori gialli, la caratteristica fiammatura rosso carminio alla base del gambo, il sapore della carne e l’odore inconfondibile agevolano nella determinazione.”
  24. Amanita rubescens (Pers.: Fr) S. F. Gray Robusta Amanita dal cappello rossastro, rosso-brunastro, rivestito di piccole scaglie acute che si stagliano sul fondo per il loro colore grigio, grigio-rosato; anello carnoso, ampio e a gonnellino, striato sulla faccia esterna e posizionato in alto sul gambo; gambo che si allarga verso la base quasi bulbosa, bianco in alto e poi sfumato di rosa scendendo verso la base. La carne è biancastra ma tende ad arrossarsi nelle ferite e nelle contusioni. La volva non è ben visibile: il velo generale alla base si frammenta fin da giovane, lasciando alla base del gambo soltanto residui in forma di protuberanze più o meno accentuate. Contiene tossine termolabili. Dal TUTTO FUNGHI pag. 360: “Pur trattandosi di un buon commestibile, aromatico e delicato, non deve mai essere consumato in preparazioni che non ne garantiscano adeguata cottura; ala griglia risulterebbe quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.”
  25. Boletus aestivalis (Paulet) Fr. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 556: "Nel periodo estivo e all'inizio dell'autunno il B. aestivalis in particolare viene invaso da larve anche quando si trova allo stadio di primordio. Questi insetti fanno parte principalmente di due famiglie di ditteri: la Famiglia Mycetophilidae e la famiglia Sciaridae. Questi piccoli insetti micetofili hanno la consuetudine di insediarsi nel luogo dove c'è la fungaia. Le femmine iniziano a penetrare nel terreno e raggiungono la base del fungo, deponendovi 50-70 uova che subito dopo si schiudono. Le larve iniziano a cibarsi della carne invadendo e fagocitando l'intero fungo; una volta compiuto il loro stadio di larva, si impupano in un bozzoletto e così il ciclo ricomincia per numerose generazioni annui." Il gambo con evidente reticolo e l'imenoforo ancora bianco Altro esemplare più maturo
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