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Alessandro F

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Tutti i contenuti di Alessandro F

  1. Lactarius blennius (Fr.: Fr.) Fr. Latice appena inverdente dopo qualche minuto
  2. Monte Giovi; 700 metri; sotto Faggio Lactarius blennius (Fr.: Fr.) Fr. È un Lactarius relativamente comune e frequente, di medie dimensioni (diametro pileico sui 10 cm), esclusivo dei boschi di Faggio. Il cappello può assumere varie gradazioni di colore ma sempre con una componente verdognola (dal verde chiaro al grigio oliva, dal bruno-verdastro all’ocra verdastro), con cuticola molto vischiosa a tempo umido, con presenza più o meno evidente di piccole guttule o fossette disposte concentricamente. Le lamelle sono adnato-decorrenti, biancastre. Il latice è abbondante, fluido e bianco, immutabile se isolato ma virante debolmente e lentamente al grigio verdastro se lasciato sulle lamelle. Latice dal sapore prima amarognolo e subito dopo acre, così come la carne. Il gambo è grigio-biancastro o concolore al cappello, ma più chiaro; abbastanza slanciato.
  3. Monte Giovi; 700 metri; misto Castagno-Faggio Calvatia excipuliformis (Scop.: Pers.) Perdeck Calvatia solitamente dalla forma a pestello, con la parte superiore sferoidale e la parte inferiore (pseudogambo) più o meno cilindrica e più o meno allungata. La superficie esterna (esoperidio) è bianca nel fungo giovane per poi assumere colorazioni ocracee a maturità; ornamentazioni costituite da singoli elementi sovrastati da aculei fragili e facilmente detersili al minimo sfregamento; tali ornamentazioni interessano anche l’apice dello pseudogambo. Calvatia utriformis si distingue per le maggiori dimensioni, per le caratteristiche areole-verruche poligonali non detersili che ne ricoprono l’esoperidio anche a maturità, per uno pseudogambo più tozzo e corto. A destra: con il portamento tipico che ricorda un "sacco di iuta mezzo vuoto"
  4. Monte Giovi; 600 metri; su Castagno Mycena cfr. inclinata (Fr.) Quél. Bella Mycena delimitabile con sicurezza solo tramite microscopia; dal punto di vista macroscopico possono essere di aiuto indicativo il gambo elastico, curvo e flessuoso, sovente bicolore (biancastro in alto e via via sfumando al grigio-bruno-rossastro in basso); il cappello ben striato fino a oltre metà raggio, di solito con umbone anche pronunciato; il margine del cappello denticolato, quasi bianco e comunque sempre più chiaro del resto del cappello; il sapore della carne rancido-farinoso e l’odore sgradevole anch’esso, rancido. Cresce normalmente cespitosa su ceppaie o corteccia di tronchi di latifoglie (Quercia, Faggio e Castagno in particolare), più raramente presso conifere. Due esemplari isolati, tra la corteccia
  5. Mycena epipterygia s.l.
  6. Monte Giovi; 600 metri; su lettiera di foglie di Castagno Mycena epipterygia s.l. Bella e delicata Mycena, assai comune, con habitat alla base di tronchi o ceppi, o su lettiera di aghi o foglie in decomposizione sul suolo. Il nome specifico deriva da epi = sopra e pterix = ala (protezione) e richiama il fatto che il cappello (e spesso anche il gambo) è ricoperto da una pellicola vischiosa protettiva. Tale pellicola (soprattutto a tempo umido) se afferrata con i polpastrelli della mano, si lascia staccare o allungare elasticamente. Riconoscibile macroscopicamente da altre Mycena per alcuni caratteri: cappello ricoperto da quella pellicola glutinosa (separabile con tempo umido; la presenza di glutinosità è però comune a molte altre Mycena), con colori che vanno dal giallo al giallo-grigio, grigio-bruno, bianco-ocraceo (a seconda delle varietà); gambo più o meno translucido da giallo a giallo-verdognolo, giallo-bruno, bianco, a volte bianco translucido in alto e bruno in basso (a seconda delle varietà), assenza di tonalità bluastre alla base, spesso ricoperto dalla pellicola glutinosa asportabile; filo delle lamelle anch’esso ricoperto da un sottile strato elastico di glutine asportabile con un ago. Ne esistono numerose varietà riconoscibili per caratteri microscopici e cromatici (che però non sono sempre costanti)
  7. Monte Giovi; 600 metri; sotto Castagno Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) Moser Cuticola tipicamente lacerata a forma di stella, con evidenti squame brunastre su fondo crema-pallido; le squame si staccano facilmente dalla cuticola. Gambo con anello semplice; il gambo è liscio e crema chiaro sopra l'anello e al di sotto è screziato da fini bande bruno-rossastre-chiare che lasciano intravedere il fondo crema pallido. E' simile a M. excoriata che però presenta la squamatura sul cappello meno geometricamente pronunciata ed ha il gambo più liscio, non screziato ma appena pruinoso-vellutato.
  8. Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. Esemplare maturo
  9. Monte Giovi; 600 metri; bosco di Castagno Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Sing. Dal TUTTO FUNGHI pag. 310: “Non confonderlo con Chlorophyllum rhacodes, tossico, con squamule fortemente infisse nel derma del cappello (dette “a tegola”), con viraggio all’arancione e poi al brunastro della carne esposta, laddove corrosa o tagliata. È prudente non mangiare Macrolepiota il cui diametro sia inferiore a 8 cm per non confonderle con le Lepiota del Gruppo helveola, o altre velenose o mortali. Macrolepiota procera essendo uno dei colossi del bosco, difficilmente può essere confuso con le piccole Lepiota. Per la misura si fa riferimento al fungo adulto e quindi con il cappello completamente aperto.” Ancora nella conformazione a mazza di tamburo
  10. Monte Giovi; 600 metri; su riccio di Castagno Marasmius sp. Per il portamento complessivo (geometria del cappello; struttura, densità e inserzione in un collarium delle lamelle; gambo discolore) è classificato come Marasmius; senza microscopia è impossibile risalire alla specie. Lamelle inserite in un collarium
  11. Monte Giovi; 600 metri; presso Castagno Portamento collibioide, con cappelo dall'aspetto "fradicio", gambo cartilaginoso e radicante Oudemansiella sp.
  12. Mycena rosea (Bulliard) Gramberg
  13. Monte Giovi; 600 metri Mycena rosea (Bulliard) Gramberg Nella foto con il caratteristico colore del cappello “rosa antico”. M. pura (con cui si può confondere) è più esile, ha colori variabilissimi sul cappello (bianco, grigio, rosato, violaceo, bluastro, ecc. ma non così “rosa antico”), ha gambo più corto, meno fragile. I caratteri microscopici sono (quasi) sovrapponibili e, dal Robich: "non sempre consentono una netta distinzione fra M. pura e M. rosea. Tuttavia, il più delle volte, M. rosea ha un cappello più grande e il gambo più largo e più lungo di M. pura." Dal TUTTO FUNGHI pag. 284: "La taglia, i cromatismi e il modo di crescere con cappello a lungo campanulato, la rendono in assoluto uno dei funghi più belli ed eleganti che si possono incontrare nel bosco"
  14. Monte Giovi; 600 metri Mycena pura (Pers.:Fr.) Kummer Dal TUTTO FUNGHI pag. 283: “E’ una delle più belle specie di Mycena, per i suoi colori violetti e la carne esigua, sottile, di colore biancastro. Si tratta in assoluto di una delle specie a maggiore diffusione ecologica: può essere rinvenuta in prossimità del mare, nei boschi litoranei mediterranei, sino ai boschi di Abete montani; oltre alla diffusione, grande è la sua variabilità cromatica che ha spinto vari autori a crearne molte forme e varietà. Possibile la confusione con Mycena rosea dalla taglia più grande, con cappello a lungo campanulato-parabolico e dal colore rosa-pallido, rosa-lilla, con il gambo fragile e non fibroso.”
  15. Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter Imenoforo, con pseudolamelle in parte dicotomiche
  16. Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter
  17. Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter
  18. Monte Giovi; 600 metri Daedaleopsis confragosa (Bolt.: Fr.) Schröter Bellissimo lignicolo dai colori rosso cupo sulla parte sterile e dall’imenoforo particolare. Basidiomi annuali, semicircolari con dimensioni che variano da pochi cm fino a 15-20 cm di larghezza e con spessore anche di 3 cm nel punto di attacco al substrato. Superficie sterile glabra, solcata e concentricamente zonata; brunastra all’inizio, diventa rosso scuro a maturità. Imenoforo bruno-ocraceo, con presenza di pori angolosi e sinuosi solo nella parte centrale; allontanandosi dal centro i pori si allungano fino a trasformarsi in lamelle che si biforcano tipicamente in altre due lamelle che a loro volta possono ripetere la biforcazione più volte andando verso il margine. Un tempo tali caratteristiche erano ritenutute peculiari di Daedaleopsis tricolor (Bull.) Bondartsev & Singer; ma ora le due specie vengono sinonimizzate, visti i numerosi ritrovamenti che esauriscono tutti i casi intermedi tra le due specie un tempo tenute separate.
  19. Coprinus comatus (Müll.: Fr.) Pers. Primo piano dell'orlo pileico che a poco a poco si "scioglie" Altro esemplare ormai arrivato alla fine del ciclo
  20. Coprinus comatus (Müll.: Fr.) Pers. Deliquescenza già in atto
  21. Monte Giovi; sotto Castagno; lungo la forestale, su strada sterrata Coprinus comatus (Müll.: Fr.) Pers. Praticamente inconfondibile per le sue caratteristiche morfocromatiche e ambientali. Dal TUTTO FUNGHI, pag. 330: “Delicato commestibile solo se immaturo (lamelle bianche!), da consumarsi appena colto perché si altera rapidamente; in pratica è il solo Coprinus commestibile e, senza eccedere, lo si può consumare anche crudo. Recenti studi hanno messo in evidenza una piccola dose di coprina anche in questa specie; tale sostanza, presente in più alta concentrazione in C. atramentarius, è responsabile della sindrome coprinica. È quindi consigliabile evitare, o ridurre al minimo, l’assunzione di bevande alcoliche anche con C. comatus. È veramente ottimo saltato in padella con una noce di burro. Considerato da molti autori il miglior fungo in assoluto.”
  22. Monte Giovi; sotto Castagno; 600 metri Amanita citrina (Schaeffer) Persoon Amanita molto comune sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie. Dal TUTTO FUNGHI pag. 374: “Riconoscibile abbastanza agevolmente per il suo bulbo basale molto grosso ed evidente, la volva circoncisa, le placche sul cappello e il tipico odore di patate crude.” L'esemplare a destra ha ancora il velo parziale intatto e a protezione dell'imenoforo
  23. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link Primo piano dell'anello, ancora non del tutto staccato dal margine
  24. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link
  25. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link
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