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Cortinarius melanotus Kalchbr. 1874
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Cortinarius melanotus Kalchbr.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers. 1801
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Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.; Regione Toscana; Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi.- 32 risposte
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- amanita caesarea
- ovolo buono
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Russula amoena Quél. 1881
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Russula amoena Quél.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Russula vinosobrunnea (Bres.) Romagn. 1967
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Russula vinosobrunnea (Bres.) Romagn.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Russula olivacea (Schaeff.) Pers. 1796
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Russula olivacea (Schaeff.) Pers.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Butyriboletus fuscoroseus (Smotl.) Vizzini & Gelardi 2014
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Butyriboletus fuscoroseus (Smotl.) Vizzini & Gelardi; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi.- 7 risposte
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- butyriboletus fuscoroseu
- boletus pseudoregius
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Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi 2014
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Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi.- 26 risposte
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- boletus queletii
- var. lateritius
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Gyroporus castaneus (Bull. : Fr.) Quél. 1886
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Gyroporus castaneus (Bull. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quél. 1888
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Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quél.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Lactarius acris (Bolton : Fr.) Gray 1821
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Lactarius acris (Bolton : Fr.) Gray; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Lactarius rugatus Kühner & Romagn. 1954
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Lactarius rugatus Kühner & Romagn.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Entoloma sinuatum (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871
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Entoloma sinuatum (Bull. : Fr.) P. Kumm.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Cortinarius glaucopus (Schaeff. : Fr.) Fr. 1821
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Cortinarius glaucopus (Schaeff. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Cortinarius ionochlorus R. Maire 1937
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Cortinarius ionochlorus R. Maire; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Clavariadelphus flavoimmaturus R.H. Petersen 1974
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Clavariadelphus flavoimmaturus R.H. Petersen; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Armillaria gallica Marxm. & Romagn. 1987
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Armillaria gallica Marxm. & Romagn.; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime 2017
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Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime; Regione Toscana, Massa Marittima; Ottobre 2016. Foto di Massimo Biraghi. -
Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. A grandi linee ci troviamo di fronte a un “prataiolo” dal cappello rossastro, dall’odore gradevole di mandorle amare e dalla carne che al taglio diventa gialla, anche intensamente, soprattutto nella parte bassa del gambo. Entrando un po’ più nei particolari. Fruttifica in parchi o giardini, ma soprattutto in boschi temperati di latifoglie, querceti in particolare. La tonalità rossastra del cappello è dovuta alla cuticola color porpora che, con la crescita del fungo, si dissocia in squame fibrillose e appressate, più fitte al centro e più rade verso il margine in cui si può osservare il colore di fondo biancastro. Lamelle rosate nei giovani, poi bruno-rossastro scuro, color cioccolato scuro in età per il depositarsi delle spore; con filo eroso, sterile e quindi biancastro. Il gambo è relativamente corto o addirittura tozzo, anche ritorto alla base, bianco ma ingiallente al di sotto dell’anello; a volte un po’ bulboso. L’anello, negli esemplari maturi, è collocato più o meno nella parte mediana del gambo; è supero e semplice, bianco ma presto ingiallente, sottile e presto lacerato. Per i suoi cromatismi può essere confuso con Agaricus dulcidulus Schulzer, che tuttavia ha taglia minore e fruttifica sotto conifere; con esemplari bruno-rossastri di Agaricus silvaticus Schaeff., che ha carne arrossante al taglio e odore fungino; con Agaricus impudicus (Rea) Pilát, che ha carne bianca quasi immutabile, con le lamelle che alla contusione diventano rossastre e odore sgradevole, simile a quello di Lepiota cristata (cioè paragonabile a quello della gomma più o meno bruciata, del copertone surriscaldato delle ruote o simili).- 12 risposte
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- psalliota purpurascens
- agaricus brunneolus
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Amanita echinocephala (Vittad.) Quél. 1872
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Amanita echinocephala (Vittad.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. In greco echìnos indica il porcospino; da qui, per estensione, l’elemento echino- impiegato come prefisso per indicare qualcosa di spinoso, aculeato. Inoltre, sempre dal greco, kefalê indica testa, capo; da cui il latino scientifico cephalus con identico significato. Quindi, letteralmente, si tratta di un’Amanita col capo (cappello) spinoso, dotato di aculei. Epiteto più appropriato non poteva essere scelto per questa bella Amanita! Caratteristico è infatti il suo cappello decorato da molte verruche appuntite o di forma conico-piramidale: aspetto che aiuta a determinarla con facilità direttamente sul campo. Il cappello (da 6 a 15 cm di diametro) è inizialmente subgloboso emisferico, poi convesso, piano-convesso e, a maturità, piano o addirittura un po’ depresso; complessivamente, si presenta di colore grigio chiaro o grigio-argentato, ma anche grigio-brunastro chiaro in alcuni esemplari, mentre le verruche sono bianco-grigiastre, più fitte verso il centro e più rade verso il margine; tali verruche aderiscono alla cuticola negli esemplari giovani, poi tendono a divenire detersili con l’età, soprattutto a partire dal margine. Lamelle fitte, di colore bianco-crema con riflessi crema-verdolino in età, a causa della colorazione sporale che in questa specie è color crema con sfumature verdognole. Gambo cilindrico, bianco, attenuato all’apice e bulboso alla base, quasi liscio sopra l’anello e decorato di squamosità bianche al di sotto. Anello pendulo, ampio e membranoso, persistente (eventualmente fugace a maturità), striato e col bordo ornamentato da fioccosità. La volva è biancastra e friabile, si dissocia fin da giovane in piccole squamette fioccose che vanno ad aderire sul bulbo basale e sulla parte inferiore del gambo. Specie abbastanza rara, cresce all’interno o al bordo di boschi termofili di latifoglie, anche lungo sentieri e stradelle, in estate-autunno. Nonostante in alcuni testi venga ritenuta specie commestibile dopo adeguata cottura, si tratta in realtà di specie velenosa in quanto responsabile di sindrome norleucinica o nefrotossica o smithiana. Specie simili nella colorazione generale, ma facilmente distinguibili ad un attento esame, possono essere: Amanita vittadini caratterizzata da belle squame fioccose e in rilievo che ne rivestono cappello e gambo; Amanita strobiliformis che ha cappello cosparso di placche verrucose più o meno ampie e irregolari, con anello fioccoso e cremoso (come di burro che si scioglie sotto le dita); Amanita boudieri, specie solitamente primaverile, che è più piccola, ha squamette sul cappello meno appuntite o piatte, irregolari, con anello cremoso e fugace, presto dissolto senza lasciare tracce sul gambo; Amanita ovoidea e Amanita proxima che hanno cappello liscio o tutt’al più con rare placche, residui del velo, di colore rispettivamente bianco-crema e ocra. Esemplare reperito al bordo di una boscaglia con latifoglie varie. Particolare del cappello e degli "aculei". Anello decorato. Volva dissociata in varie squamette. -
Russula vesca Fries 1836
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Russula vesca Fries; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Le colorazioni tipiche di questa ottima Russula commestibile vanno da un bel vinoso-bruno per gli esemplari sotto conifera al rosa-lilacino per quelli sotto latifoglia. La cuticola è asportabile per due quinti del raggio, lasciando intravedere la carne bianca sottostante. Lamelle poco decorrenti, fitte e strette, un po’ lardacee in gioventù, bianche ma macchiate di ruggine o giallastro in vecchiaia o per manipolazione. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 161, Pag. 277: “Per la colorazione pileica, la tendenza a macchiarsi di giallo-brunastro nelle zone manipolate a lungo, la sporata bianca e il sapore interamente dolce ricordante la nocciola, è una Russula di facile identificazione. Le forme decolorate al nocciola (fo. avellanea) si possono confondere con R. heterophylla fo. adusta ma il portamento più massiccio di quest'ultima, le colorazioni toccate o macchiate di bronzo, le lamelle decorrenti e biforcate all'inserzione bastano per distinguerla sul campo. Nella sua forma verde (R. vesca fo. viridata) può essere confusa con le Griseinae , ma la sporata bianca di R. vesca le esclude a priori. La caratteristica della cuticola che si ritrae lasciando intravedere le lamelle, è ritenuta oggigiorno elemento poco attendibile e non prerogativo.”- 33 risposte
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- russula vesca
- russula edule
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Russula sardonia Fr. 1838
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Russula sardonia Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Una Russula, assai comune, dalla carne molto acre alla masticazione, con odore insignificante o debole fruttato. Cresce sotto Pini a due aghi ed è solitamente riconoscibile per il contrasto tra il colore giallo-citrino delle lamelle (soprattutto in età) e il colore del cappello che varia da viola scuro a viola-porpora a viola-bruno, più evidente al centro e, solitamente, più sbiadito verso il margine. Il cappello (di dimensioni 3,5 – 10 cm) si presenta, a maturità, piano anche un po’ depresso al centro, eventualmente con una sorta di umbone irregolare. Gambo duro e cilindrico, con leggero ispessimento mediano, sfumato in modo più o meno parziale di toni viola o rosa-violacei, soprattutto alla base e cosparso di una fine pruina. La confusione con la simile Russula torulosa (fruttificante nello stesso habitat) è risolta dalla maggior robustezza di quest’ultima che presenta comunque lamelle bianche o biancastro-crema ma non citrine. Anche la carne presenta sfumature diverse: biancastra con sfumatura citrina in R. drimeia (escludendo la porzione sottocuticolare in cui è concolore al cappello), biancastra in R. torulosa (escludendo la porzione sottocuticolare in cui è rosso-violacea). Inoltre R. torulosa reagisce positivamente (rosa-rossastro) all'ammoniaca, mentre tale reazione è nulla in R. drimeia. Esemplare vetusto, e un po' disidratato; il contrasto dei colori tra imenoforo e cappello è ancora più evidente: -
Tricholoma pardinum (Pers. : Secr.) Quél. 1873
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Tricholoma pardinum (Pers. : Secr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Esemplare giovane e tozzo, reperito in bosco misto Castagno-Faggio: Le tipiche goccioline acquose sul lamelle e gambo: Il cappello è stato "assaggiato" da qualche lumaca attratta probabilmente dalla carne dolce. Ma le lumache hanno un altro apparato digerente rispetto al nostro... -
Agaricus moelleri Wasser 1976
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Velenosi
Agaricus moelleri Wasser; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Anello giallo sul bordo; gambo ingiallente nelle zone contuse: Decorazione del cappello: -
Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr. 1838
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Hygrophorus cossus (Sow. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Hygrophorus cossus può essere confuso con Hygrophorus eburneus per i caratteri morfocromatici. Di aiuto per la distinzione è l’odore (oltre che a particolari reazioni macrochimiche): l’odore di H. eburneus viene riportato anche come “odore di giacinto” e ciò facilita la separazione da H. cossus che ha in genere odore sgradevole (come di formaggio di capra o di topinambur o di larva di Phoelena cossus, da cui il nome). Tale odore “caprino” perdura anche per un certo tempo sulle mani dopo averlo toccato. Anche la sfumatura delle lamelle può aiutare: con eventuali tonalità rosate in H. eburneus; con tonalità bianco-grigiastre in H. cossus. Inoltre H. cossus ha un habitat prevalentemente presso quercia, mentre H. eburneus predilige la presenza del Faggio. Esemplari reperiti in bosco misto Castagno-Faggio. Particolarmente glutinosi e scivolosi, col risultato di avere le mani "profumate" di formaggio caprino per una decina di minuti.