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Archivio Micologico

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Tutti i contenuti di Archivio Micologico

  1. Tubulifera arachnoidea Jacq.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR).
  2. Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers.) Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR).
  3. Phaeolus schweinitzii (Fr.: Fr.) Pat.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR).
  4. Boletus permagnificus Pöder; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Già dall’etimologia (dal latino per = molto e magnificus = magnifico) si capisce che è un bel fungo da vedere. Boletacea xerofila (amante cioè di ambiente caldo e soleggiato), cresce preferibilmente al margine dei boschi di latifoglie, Quercia in particolare. Caratterizzato da carne gialla più o meno chiara, bruno-rossastra alla base del gambo; con viraggio al verde-azzurro se sezionata; odore gradevole e sapore dolce. Il cappello presenta cuticola liscia e glabra, con tonalità che vanno dal rosso-sangue fino a un più chiaro color rosato-grigiastro o rosa-beige; bluastra se contusa. Tubuli adnati al gambo (anche subdecorrenti), di colore da giallo chiaro a giallo-olivastro; virano al verde-azzurro al taglio. Pori da rosso-cinabro a rosso-sangue, con eventuali tonalità gialle localizzate di solito verso il margine del cappello o verso il gambo; subito imbluenti alla pressione. Gambo con colore di fondo giallo o giallo-arancio, coperto da un reticolo a evidenti maglie più o meno strette e allungate di colore rosso più o meno scuro. Anche la superficie del gambo vira al blu se contusa. Specie piuttosto rara, inizialmente reperita in Sardegna, ne vengono attualmente segnalati sporadici ritrovamenti anche nelle regioni appenniniche. I due esemplari gemellati: Nascosto tra le foglie alla base di un Cerro, c'era un altro esemplare intatto. Visto da sopra: Vista laterale: Particolare dell'imenoforo: Il viraggio: Con splendidi colori:
  5. Leccinum duriusculum (Schulzer ex Kalchbr.) Singer; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Macchie verdastre alla base del gambo: Viraggi. 1) Al taglio: 2) Dopo qualche minuto, viraggio al rosa pallido: 3) Con macchie azzurre nel gambo: 4) Dopo mezz'ora: 5) Dopo un'ora; nel cappello: 6) Dopo un'ora, nel gambo:
  6. Lepiota echinella Quél. & G.E. Bernard; Regione Lazio; Ottobre 2016; Foto, commenti e microscopia di Tomaso Lezzi. Cappello squamettato, anello assente. Cuticola mista, ife molto allungate, non settate, con sottocute a imeniderma di ife corte. Spore ellissoidali. Pileipellis mista, formata da ife allungate, non settate, con una sottocute di cellule corte. 40×, Rosso Congo. Pileipellis mista, formata da ife allungate, non settate, con una sottocute di cellule corte. 400×, Rosso Congo. Spore. 400×, Rosso Congo. Chilocistidi. 400×, Rosso Congo.
  7. Pluteus phlebophorus (Ditmar) P. Kumm.; Regione Lazio; Ottobre 2016; Foto, commenti e microscopia di Tomaso Lezzi. Cuticola formata da un imeniderma di cellule più o meno sferiche. Osservaizone in rosso Congo, a 400×. Cheilocistidi. Osservaizone in rosso Congo, a 400×.
  8. Pluteus variabilicolor Babos; Regione Lazio; Monte San Biagio (LT), Sughereta di San Vito; Ottobre 2016; Foto di Enzo Orgera.
  9. Pluteus variabilicolor Babos; Regione Lazio; Ottobre 2016; Foto di Tomaso Lezzi.
  10. Leucocoprinus birnbaumii (Corda) Singer. Regione Lazio. Ottobre 2016. Foto e commenti Tomaso Lezzi. Crescita in un vaso di Camelie.
  11. Cyclocybe cylindracea (DC.) Vizzini & Angelini; Regione Lazio; Ottobre 2016; Foto di Tomaso Lezzi.
  12. Lepista panaeola (Fr.) P. Karsten; Regione Lazio, Minturno (LT), Località Solacciano; Novembre 2016; Foto di Enzo Orgera.
  13. Chlorophyllum brunneum (Farl. & Burt) Vellinga; Regione Lazio (RM); Novembre 2016; Foto di Tomaso Lezzi. Esemplari molto maturi, ma che mostrano ancora un vistoso viraggio.
  14. Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers. : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Settembre 2016; Foto di Felice Di Palma.
  15. Ceratiomyxa porioides (Alb. & Schwein.) J. Schröt. 1897 Tassonomia Regno Protozoa Divisione Myxomycota Classe Myxomycetes Ordine Ceratiomyxales Famiglia Ceratiomyxaceae Sinonimi Ceratiomyxa fruticulosa var. porioides (Alb. & Schwein.) G. Lister 1911 Sporocarpo Formato da pareti poliedriche bianche o gialle, con pori disposti irregolarmente, che le danno l'apparenza di una rete intrecciata di forma più o meno sferica. Senza piede, si attacca direttamente al substrato legnoso. Carne gelatinosa che tende a liquefarsi col tempo. Habitat Legno degradato di tronchi di latifoglie a terra. Microscopia Spore ialine, lungamente ellittiche, cortamente clindriche (pareti subparallele), a volte con una estremità che si restringe. Bibliografia LADO, C., 2003. Myxotropic. [Data di accesso: 19/03/2022]. LISTER, A., 1911. A Monograph of the Mycetozoa. MARTIN, G. W., ALEXOPOULOS, C. J., 1969. The Myxomycetes. NEUBERT, H., NOWOTNY, W. & BAUMANN, K., 1993. Die Myxomyceten. Vol. 1. POULAIN, M., MEYER, M. & BOZONNET, J., 2011. Les Myxomycètes. Regione Lazio (RM); Settembre 2016; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Il ritrovamento è avvenuto su legno di Quercus cerris. Spore. Osservazione in rosso Congo, a 400×.
  16. Simocybe centunculus (Fr. : Fr.) P. Karst.; Regione Lazio (RM); Settembre 2016; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL20160923_01) Lignicolo, con piccole goccioline sulle lamelle (tipo Lacrymaria) che raccolgono le spore in goccioline marroni, cappello di un paio di centimetri di diametro, sporata bruna, spore faseoliformi, cheilocistidi nettamente capitulati. Piccole goccioline marroni sulle lamelle. Il genere Simocybe è caratterizzato da pileocistidi che qui sono visibili sulla superficie del cappello, sotto forma di pruina bianca, anche nelle foto macro. Sporata bruno scuro. Spore faseoliformi. Osservazione in L4, a 1000×. Cheilocistidi nettamente capitulati. Osservazione in rosso Congo, a 400×.
  17. Coprinellus micaceus (Bull. : Fr.) Vilgalys, Hopple & Jacq. Johnson; Lazio (RM); Settembre 2016: Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Il genere Coprinellus è caratterizzato da carpofori più o meno rapidamente deliquescenti, pileocistidi e spesso caulocistidi presenti, velo granuloso, flocculoso o assente, assenza di setae nelle cellule del cappello (presenti invece nel genere Parasola). Coprinellus micaceus si differenzia dalle specie simili per la presenza di sole cellule sferiche, a parete sottile e non catenulate nel velo e per le spore mitriformi in vista frontale. Coprinellus saccharinus e Coprinellus truncorum hanno caulocistidi assenti a differenza di Coprinellus micaceus e spore ovoidi o ellissoidi. Coprinellus pallidissimus (Romagn.) P. Roux, Guy García & S. Roux ha presenza di caulocistidi, ma spore ovoidi. Secondo la vecchia sistematica Coprinellus micaceus = Coprinus micaceus appartiene alla sezione Veliformes per il velo almeno in parte formato da elementi subglobosi; alla subsezione Micacei per il velo formato da cellule globose a parete sottile, che si colorano di rosa o di lilla in KOH o in Ammoniaca. Velo formato da cellule sferiche non catenulate. Osservazione in Rosso Congo, 100×. Cheilocistidi ellittici. Osservazione in Rosso Congo, 100×. Spore mitriformi in profilo frontale. Osservazione in Rosso Congo, 1000×. Coprinellus micaceus (Bull.: Fr.) Vilgalys, Hopple & Jacq. Johnson; Lazio (RM); Settembre 2016: Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Velo formato da cellule sferiche non catenulate. Osservazione in Rosso Congo, 100×. Cheilocistidi ellittici. Osservazione in Rosso Congo, 100×. Spore mitriformi in profilo frontale. Osservazione in Rosso Congo, 1000×.
  18. Pluteus variabilicolor Babos; Regione Lazio; Settembre 2016; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. (exsiccata TL20160923_03) Pluteus con cappello di colore giallo arancio, rigato sul bordo, a volte per lungo tratto. Le lamelle libere al gambo e rosa per la sporata in massa, due caratteri tipici del genere Pluteus. Il cappello giallo arancio. Il margine del capello rigato.
  19. Gymnopus peronatus (Bolton : Fr.) Gray; Regione Lazio; Settembre 2016; Foto e commenti di Tomaso Lezzi.
  20. Omphalotus olearius (De Cand.: Fr.) Fayod; Regione Lazio; Settembre 2016; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Specie tossica, con crescita frequente sotto Olivo e sotto Quercia.
  21. Leucoagaricus wichanskyi (Pilát) Bon & Boiffard; Regione Lazio; Settembre 2016; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. (exsiccata TL20160923_02) I campioni ritrovati hanno gambo con anello a rivetto, placche di velo bianco sul cappello color tortora chiaro, base del gambo bulbosa, quasi sferica. L'epicutis tricodermica, con elementi non/poco ramificati, spore senza medulla, carne non arrossante, colori dal cappello non rosa o rossi, quindi siamo nella sezione Rubrotincti, sottosezione Trichodermi, stirpe Littorails. La taglia robusta, la presenza di cheilocistidi, il gambo nettamente clavato-bulboso, i peli della cuticola stretti e con pigmento parietale incrostante portano aLeucoagaricus wychanskyi, per gli evidenti resti di velo bianco al centro del cappello, il bordo del cappello con rimosità e disegni "a corona", cheilocistidi cilindro-fusiformi, habitat non sabulicolo. Il simile Leucoagaricus littoralis, è caratterizzato invece da mancanza di resti di velo bianco sul cappello (secondo Bon), resti di velo presenti (secondo Candusso e altri autori!), bordo del cappello con limitata rimosità, cheilocistidi ventriformi e habitat sabulicolo. Il simile Leucoagarius sublittoralis è specie simile, ma con gambo clavato e non bulboso, peli pileici larghi e centro del cappello ben distinto, ocra rosato piuttosto vivace. Placche bianche di velo sul cappello. Anello a rivetto. Cheilocistidi allungati, osservazione in Rosso Congo ammoniacale, 400×. Spore, osservazione in Rosso Congo ammoniacale, 1000×. Cuticola con struttura tricodermica, formatata da ife cilindriche allungate non o poco ramificate, osservazione in Rosso Congo ammoniacale, 100×.
  22. Leucocoprinus birnbaumii (Corda) Singer. Regione Lazio. Settembre 2016. Foto e commenti Tomaso Lezzi. Crescita nel terriccio di un vaso di camelie in terrazza. Primordio. Particolare dell'anello a rivetto, tipico del genere. Particolare della base bulbosa.
  23. Gyrodon lividus (Bull. : Fr.) Sacc.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Specie che nasce esclusivamente in simbiosi con piante di Ontano. Quindi vicino a corsi d’acqua, in zone acquitrinose o, comunque in zone fresche e umide. Ben individuabile per l’habitat e per i tubuli cortissimi, decorrenti sul gambo e separabili con difficoltà dal cappello (quasi a ricordare una poliporacea). Di solito cresce a gruppi, anche cespitoso.
  24. Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Detto anche imbutino per la caratteristica forma imbutiforme del cappello. Ha dimensioni medio piccole arrivando il suo diametro pileico a 7-8 cm di diametro. La cuticola del cappello è liscia e feltrata, su varie tonalità del beige, mai bianca; le lamelle sono biancastre o crema chiaro, molto fitte e nettamente decorrenti sul gambo; il gambo è cilindrico, di solito non più lungo del diametro pileico, un poco ingrossato alla base dove è presente una zona feltrata biancastra; sempre alla base del gambo si nota spesso, una volta tolto dal terreno, una copiosa parte di substrato (foglie, residui vegetali e altro) inglobato dal suo micelio; la colorazione del gambo è leggermente più chiara di quella del cappello; la carne è elastica e tenace, bianca, fibrosa nel gambo, di odore di mandorle amare e sapore gradevole. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 53, Pag. 157: “Si tratta di un buon commestibile ma è meglio utilizzare solo i cappelli. Si presta bene per la preparazione dei misti, specialmente quando scarseggiano altre specie più ricercate. Quando in cucina si impiega tale fungo nei misti, va tenuto presente che possiede carne elastica e tenace e che, come tutti gli altri funghi di consistenza simile, richiede tempi di cottura più lunghi; si consiglia quindi di precuocere per qualche minuto, prima di aggiungere esemplari di altre specie con carni più tenere. È un fungo di medie dimensioni; nonostante ciò è forse il più conosciuto di tutto il Genere Clitocybe perché è comune, abbondante e relativamente facile da riconoscere. La specie di Clitocybe che più gli si avvicina è senza dubbio C. costata che, morfologicamente ed ecologicamente, sembra quasi il suo sosia: si differenzia per il margine del cappello ornato da costolature a forma di “Y”, il gambo concolore al cappello e l’odore più marcato. Per distinguere con certezza le due specie si rende però necessario un test macrochimico: se mettiamo una goccia di idrossido di Potassio (KOH) sulla superficie del cappello di C. costata otteniamo una colorazione marrone scuro che non si verifica in C. gibba. La confusione più pericolosa avviene con C. phaeophtalma, fungo tossico, appena più esile, avente il cappello solo infossato al centro (ombelicato) e difficilmente imbutiforme; la carne ha però un cattivo e netto odore di rancido. Il nostro funghetto può essere confuso anche con Lepista inversa che cresce nel medesimo habitat ma che ha colori aranciati, margine del cappello involuto, lamelle che si staccano facilmente dalla trama del cappello, carne con odore fungino e sapore un po’ astringente.” Evidenti residui di substrato che rimangono inglobati dal suo micelio:
  25. Entoloma sinuatum (Bull. : Fr.) P. Kumm.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. In boschetto misto Castagno-Quercia:
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