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Archivio Micologico

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  1. Cyclocybe cylindracea (DC.) Vizzini & Angelini; Regione Lazio; Marzo 2019; Foto di Felice Di Palma. Su tronco tagliato di Acero, in pieno centro cittadino. Spore (7,89)8,01-8,62-9,43(9,63) × (4,93)5,02-5,8-5,80(6,00). Cistidi del filo lamellare. Basidi e Cistidi imeniali.
  2. Inocutis tamaricis (Pat.) Fiasson & Niemelä; Regione Lazio; Aprile 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Specie che cresce su legno di Tamerice (Tamarix gallica e Tamarix africana) in ambiente xerofilo. Lato superiore. Lato inferiore. Si vede l'imenoforo con i tubuli. Particolare dei tubuli. La pianta ospite il Tamerix. Fiori di Tamerix.
  3. Coprinellus micaceus (Bull. : Fr.) Vilgalys, Hopple & Jacq. Johnson; Regione Lazio; Maggio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Cappello da biancastro a giallo marroncino, più scuro al centro; plissettato; resti di velo sul cappello sotto forma di minute scaglie bianche; gambo pruinoso per la presenza di caulocistidi. Ife del velo del cappello globose. Pleurocistidi largamente ellissoidali. Spore mitriformi in proiezione frontale, ellittiche in proiezione laterale. Ide del velo sul cappello. Osservazione in Rosso Congo; 100×. Ide del velo sul cappello. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Pleurocistidi. Osservazione in Rosso Congo; 100×. Spore mitriformi in proiezione frontale, ellittiche in proiezione laterale. Osservazione in Rosso Congo; 400×.
  4. Agrocybe praecox (Pers. : Fr.) Fayod; Regione Lazio; Maggio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Cappello liscio; presenza di anello. Spore ellissoidali brune, con grande poro germinativo molto evidente; cheilocistidi lageniformi. Cheilocistidi lageniformi. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Spore ellissoidali brune, con grande poro germinativo molto evidente. Osservazione in Rosso Congo; 1000×.
  5. Inocutis tamaricis (Pat.) Fiasson & Niemelä; Regione Lazio; Aprile 2019; Foto di Tomaso Lezzi. Specie che cresce su legno di Tamerice (Tamarix gallica e Tamarix africana) in ambiente xerofilo. Lato superiore. Lato inferioriore, con i pori e i tubuli.
  6. Calocybe gambosa (Fr. : Fr.) Donk; Regione Lazio; Maggio 2019; Foto di Tomaso Lezzi.
  7. Polyporus arcularius (Batsch : Fr.) Fr.; Regione Lazio; Maggio 2019; Foto di Tomaso Lezzi.
  8. Cortinarius elatior Fr.; Regione Toscana, Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Esemplare con cappello color paglierino chiaro:
  9. Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Questo fungo si rinviene su terreni grassi e concimati, ai margini dei boschi, su maggesi concimati e pronti alla semina, in giardini e orti in esemplari molto numerosi. Molto tipica la sua comparsa già dalla primavera per poi fermarsi durante la stagione estiva, riprendendo a fruttificare in autunno e fino all’inverno. Di scarsissimo valore per i pessimi caratteri organolettici, da rifiutare. È un fungo molto appariscente per via delle sue grandi dimensioni, evocante come portamento il genere Amanita. Cuticola liscia, di colore grigio-fumo, percorsa da fini fibrille innate, disposte radialmente e più scure del colore di fondo. Lamelle fitte, arrotondate al gambo e staccate dallo stesso; inizialmente di colore bianco; poi grigio-rosate e infine rosa carico per le spore che vi si depositano.
  10. Paxillus involutus (Batsch : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 181, Pag. 298: “Cresce nei boschi di latifoglie e conifere in estate-autunno, spesso a gruppi; è molto comune e diffuso. Velenoso, provoca sindrome paxillica; causa intossicazioni molto gravi, soprattutto in caso di eccessivo e ripetuto consumo, anche potenzialmente mortale; era sorprendentemente considerato come commestibile dopo cottura fino a qualche anno fa. Il viraggio repentino al brunastro, dovuto a compressione o corrusione esercitate in ogni settore morfologico di questo taxon, è una caratteristica molto stabile e tipica di questa specie. Paxillus rubicundulus (= Paxillus filamentosus) pure tossico, si distingue per i toni cromatici che tendono di solito al bruno-ruggine-rossastro, per la cuticola molto più spesso screpolata all’orlo che si distende presto e per la crescita sotto Ontano. Spesso però le due specie si presentano con aspetti molto simili e solo la microscopia riesce a far luce sulla determinazione (P. rubicundulus possiede spore più piccole).”
  11. Mycena rosea Gramberg; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Nelle foto con il caratteristico colore del cappello “rosa antico”, appena sfumato di vinoso
  12. Rickenella fibula (Bull. : Fr.) Raith.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Piccolo e caratteristico funghetto, con diametro pileico che può raggiungere appena i 10 mm di diametro. Cresce gregario (raramente isolato) dalla tarda primavera fino all’autunno, su base muschiosa. Pur trattandosi di un fungo di piccole dimensioni, raramente passa inosservato data la relativa lunghezza del suo gambo (fino a 6-7 cm) e del suo colore complessivo (arancio più o meno vivo) che risalta sul verde del muschio su cui cresce. Il cappello si presenta di solito ombelicato, con margine ondulato; più o meno striato in corrispondenza delle sottostanti lamelle che sono spaziate e molto decorrenti. Colore del cappello da giallo-arancio ad arancione più o meno intenso, lamelle di color crema-arancio comunque più chiare del cappello. Gambo subconcolore al cappello, slanciato, cilindrico, esile, ricoperto di una fine peluria.
  13. Mycena inclinata (Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Bella Mycena osservabile assai frequentemente, con crescita cespitosa, su residui legnosi in decomposizione nei boschi di latifoglie (Quercia, Faggio, Castagno), più raramente in boschi di aghifoglie. Per la sua determinazione a livello macroscopico sono da rilevare i seguenti caratteri: gambo cilindraceo e cavo, elastico, flessuoso e spesso curvo; bianco traslucido in alto per sfumare gradatamente, scendendo verso la base, al bianco-crema, bruno pallido, bruno rossastro; con base bruno-rossa coperta di peluria di colore variabile dal bianco al giallo-rossiccio. Cappello di diametro fino a 4 cm, ovoidale all’inizio, poi conico-campanulato, infine un poco espanso, con evidente umbone che tende ad appiattirsi con l’età; superficie lucente e un po’ viscida con tempo umido, glabra, con colori variabili dal grigio-perla al grigio-giallastro, dal grigio-bruno al bruno-cuoio, ma anche tutta bianca (nella forma albopilea). Il cappello è solcato (o striato per trasparenza) dal margine fino all’umbone; il margine è finemente dentellato, con colore più chiaro (quasi bianco) del resto del cappello. Carne con odore e sapore sgradevoli, come di farina irrancidita. Lamelle ventricose, di colore bianco o grigio pallido. Può confondersi con alcune fruttificazioni di Mycena maculata che ha un gambo simile (anche se sovente coperto di pruina biancastra); tuttavia nelle sue forme tipiche M. maculata ha cappello che a maturità presenta chiazze bruno-ruggine più scure del colore di fondo; anche le lamelle, che sono grigio-crema chiaro, possono presentare riflessi rossastri e tendono a macchiarsi di bruno-rugginoso con l’età. La tendenza a mostrare chiazze rugginose su cappello e lamelle non è comunque un carattere sempre costante in Mycena maculata: in mancanza di ciò possono venire in aiuto odore e sapore. Odore irrilevante e sapore lieve, mite e dolciastro in Mycena maculata.
  14. Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Fungo di buona qualità gastronomica. Attenzione a non confonderlo con Tricholoma tossici che nascono negli stessi habitat. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 64, Pag. 168: “È riconoscibile per il cappello fibrilloso, le lamelle e il gambo che negli esemplari tipici presentano sfumature gialle e per l’odore farinoso gradevole. Nelle zone di crescita può manifestarsi gregario in gruppi molto numerosi. Non è tuttavia molto facile da rinvenire in quanto le colorazioni e la crescita semi-ipogea non ne facilitano l’avvistamento. Specie tipica della stagione avanzata, tende a crescere da settembre fino a dicembre; predilige boschi di conifere, soprattutto presso Pini oppure boschi di latifoglie, anche puri di Faggio oppure misti di Quercia castagno e Pioppo tremulo. Si tratta di un buon commestibile. Molto ricercato in alcune zone, dove rappresenta l’ultimo fungo di buon livello gastronomico prima del gelo invernale. La confusione con altre specie è sicuramente più probabile quando nel fungo non sono presenti, o sono poco manifeste, le tonalità gialline. La confusione più pericolosa è senza dubbio il tossico Tricholoma josserandi (Tricholoma groanense) che in alcuni areali d’Italia ne condivide l’habitat e il periodo di crescita, risultando specie ingannevole; l’assenza di toni gialli, la superficie leggermente feltrosa e l’odore sgradevole cimicino identificano questa specie velenosa.” Esemplari di Tricholoma josserandi fotografati nello stesso giorno, a poche decine di metri di distanza. Il loro odore sgradevole e di cimice è, di solito, inconfondibile, così come il loro sapore alla masticazione (ovviamente senza inghiottire...!):
  15. Gymnopus erythropus (Pers. : Fr.) Antonín, Halling & Noordel.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Saprofita, in prevalenza su legno interrato o su lettiera presso latifoglie e sporadicamente presso conifere. Si fa riconoscere per il contrasto tra il colore del gambo (rosso-bruno deciso; più chiaro all'apice) e il colore del cappello negli adulti (ocra pallido con riflessi rosati); la simile C. dryophila ha invece gambo concolore o quasi al cappello (ocra-aranciato); altra Collybia simile è la C. acervata che cresce su legno degradato di conifere: un carattere microscopico utile alla separazione delle due specie è dato dai cheilocistidi: presenti e di dimensioni apprezzabili in C. kuehneriana, assenti o poco evidenti in C. acervata.
  16. Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) Quel.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Lamelle che iniziano a mostrare un colore rosato dovuto al deposito sporale. Lamelle facilmente staccabili dalla soprastante carne del cappello.
  17. Hapalopilus rutilans (Pers. : Fr.) Murrill; Regione Umbria; Agosto 2019; Foto di Stefano Rocchi. Su tronco a terra di latifoglia. Tipica reazione viola-lilla all'Ammoniaca.
  18. Artomyces pyxidatus (Pers. : Fr.) Julich; Regione Toscana; Ottobre 2016; foto di Alessandro Francolini.
  19. Amanita rubescens Pers. : Fr; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Particolare del cappello coperto di verruche. Esemplare robusto ancorché giovane.
  20. Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Specie velenosa mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo. Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.”
  21. Tricholoma saponaceum (Fr. : Fr.) P. Kumm.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Tricholoma di taglia medio-grande; con carne bianca, consistente, elastica-fibrosa nel cappello e tenace nel gambo con sfumature rosate alla sua base. Il sapore è amarognolo e l’odore ricorda quello del sapone, sapone di Marsiglia, acqua saponata, acqua di scarico di lavatrice. Camaleontico per i colori che può assumere il cappello: dal più tipico ocra grigiastro, grigio, grigio-olivastro al bruno-nerastro con sfumature bluastre, piombo, oppure ancora verdastro, o anche decolorato fin quasi al bianco in alcune forme, giallastro, con macchie rosa in vecchiaia. Alcune delle molte variazioni cromatiche del cappello. Sfumature rosate alla base del gambo.
  22. Gymnopus fusipes (Bull. : Fr.) Gray; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini.
  23. Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Calvatia solitamente dalla forma a pestello, con la parte superiore sferoidale e la parte inferiore (pseudogambo) più o meno cilindrica e più o meno allungata. La superficie esterna (esoperidio) è bianca nel fungo giovane per poi assumere colorazioni ocracee a maturità; ornamentazioni costituite da singoli elementi sovrastati da aculei fragili e facilmente detersili al minimo sfregamento; tali ornamentazioni interessano anche l’apice dello pseudogambo. Calvatia utriformis si distingue per le maggiori dimensioni, per le caratteristiche areole-verruche poligonali non detersili che ne ricoprono l’esoperidio anche a maturità, per uno pseudogambo più tozzo e corto. Possibile anche confonderla con esemplari di Lycoperdon perlatum che presentino uno pseudogambo sviluppato oltre la media. In tal caso un importante carattere distintivo è dato dagli aculei: in L. perlatum essi sono sempre conici e contornati alla base da una “coroncina” di piccole verruche che permangono sull’esoperidio anche dopo la caduta degli aculei stessi; si viene così a formare una sorta di areolatura a maglie poligonali-circolari. In C. excipuliformis gli aculei sono più fragili e detersili, spesso senza una forma conica regolare e alla loro caduta non lasciano sull’esoperidio una ben definita areolatura. Confronto tra l'esoperidio di C. excipuliformis (sopra) e quello di L. perlatum (sotto), con le tipiche areolature che si vengono a formare dopo la caduta degli aculei.
  24. Amanita citrina Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Amanita molto comune sia in boschi di latifoglie che di aghifoglie. Piccolo e giovane esemplare; il colore del cappello è simile a quello di Amanita phalloides e può generare qualche dubbio sulla determinazione; ma la volva circoncisa è quella tipica di Amanita citrina.
  25. Porphyrellus porphyrosporus (Fr. & Hök) E.-J. Gilbert; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR).
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