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Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin. 2014
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Leccinum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. -
Daedaleopsis confragosa (Bolton : Fr.) J. Schröt. 1888
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Daedaleopsis confragosa (Bolton : Fr.) J. Schröt.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Bellissimo lignicolo dai colori rosso cupo sulla parte sterile e dall’imenoforo particolare. Basidiomi annuali, semicircolari con dimensioni che variano da pochi cm fino a 15-20 cm di larghezza e con spessore anche di 3 cm nel punto di attacco al substrato. Superficie sterile glabra, solcata e concentricamente zonata; brunastra all’inizio, diventa rosso scuro a maturità. Imenoforo bruno-ocraceo, con presenza di pori angolosi e sinuosi solo nella parte centrale; allontanandosi dal centro i pori si allungano fino a trasformarsi in lamelle che si biforcano tipicamente in altre due lamelle che a loro volta possono ripetere la biforcazione più volte andando verso il margine. Un tempo tali caratteristiche erano ritenute peculiari di Daedaleopsis tricolor (Bull.) Bondartsev & Singer; attualmente qualche Autore ritiene le ritiene conspecifiche. L'imenoforo. -
Ganoderma carnosum Pat. 1889
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Ganoderma carnosum Pat.; Regione Toscana. Ottobre 2016. Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR). Alla base di un Abete bianco, habitat prevalente di questo fungo che di norma si presenta munito di gambo. Il simile Ganoderma lucidum (Curtis: Fr.) P. Karst. si associa in genere a latifoglie. Ganoderma resinaceum Boud. non ha gambo o lo ha solo accennato. -
Ganoderma applanatum (Pers.) Pat. 1889
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Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR). Alla base di un Faggio. Una delle caratteristiche di questo lignicolo è la fragile consistenza del suo pileo. -
Lycoperdon pyriforme
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Lycoperdon pyriforme Schaeff. : Pers.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR). -
Fomitopsis pinicola (Sw. : Fr.) P. Karst. 1881
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Fomitopsis pinicola (Sw. : Fr.) P. Karst.; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR). -
Amanita ceciliae (Berk. & Broome) Bas 1984
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Amanita ceciliae (Berkeley & Broome) Bas; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Stefano Rocchi. Workshop - Gli Aphyllophorales e la biodiversità, Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli (AR). -
Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers. : Fr.) Fr. 1821
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Polyporus tuberaster (Jacq. ex Pers. : Fr.) Fr.; Regione Toscana; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Poliporo assai comune, rinvenibile su legno marcescente di latifoglia (come questi esemplari, su cerro) oppure emergente da uno sclerozio duro formato da un intreccio compatto tra micelio, terra, sassi e radici (questo sclerozio è quindi una sorta di consistente conglomerato, detto “pietra fungaia”, che può pesare anche 10 kg e oltre). Cappello di diametro massimo sui 15 cm, circolare o reniforme, depresso al centro, cosparso, almeno nei giovani esemplari, di piccole squamule più scure del colore di fondo che può variare dal giallo-ocra al bruno. Margine sottile, un poco fibrilloso-ciliato. Imenoforo di color crema chiaro, con pori angolosi, anche a forma poligonale allungata; con tubuli disposti su un singolo strato, decorrenti sul gambo. Il gambo è di solito laterale, talvolta centrale, di colore ocra chiaro, spesso ricurvo alla base che si presenta cosparsa di fine peluria biancastra. Carne soda ma non coriacea, di colore crema biancastro, con odore fungino leggero e gradevole. P. tuberaster può confondersi con P. squamosus che tuttavia è di dimensioni assai più imponenti (cappello di diametro fino a 50 o 60 cm di diametro) e che ha carne dura e coriacea con odore di cocomero o di farina bagnata. Inoltre il suo gambo è, in proporzione al cappello, corto e quasi rudimentale, di colore bruno o bruno nerastro. Giovani esemplari. Esemplari più maturi. Particolari dell'imenoforo.- 16 risposte
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- polyporus tuberaster
- polyporus lentus
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Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Singer 1948
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Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Regione Toscana; Settembre 2016; Foto di Alessandro Francolini. Si comincia a formare il cappello (quasi sferico) e il gambo inizia ad allungarsi: si crea così l'immagine della mazza con cui si suona il tamburo o la gran cassa. L'anello ancora non ha preso forma, anche se si intuisce la sua prossima apparizione. La cuticola del gambo ha cominciato a screpolarsi creando le zebrature; mentre la cuticola del cappello si lacera formando le squame. Esemplare maturo: la parte inferiore del cappello, cioè la parte che "teneva chiusa" la sfera, si è staccata dal gambo lasciando sull'anello un'evidente parte fioccosa; il cappello è ora libero di espandersi. La base rimane contraddistinta, come nel primordio, da un evidente bulbo. Particolare dell'anello doppio e che può scorrere liberamente sul gambo.- 30 risposte
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- bubbola maggiore
- mazza di tamburo
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Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd 1924
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Trametes hirsuta (Wulfen) Lloyd; Regione Toscana; Agosto 2016; Foto di Alessandro Francolini. La superficie poroide. -
Gyroporus cyanescens (Bull. : Fr.) Quélet 1886
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Gyroporus cyanescens (Bull. : Fr.) Quélet; Regione Toscana; Agosto 2016; Foto di Alessandro Francolini. -
Suillellus luridus (Schaeff. : Fr.) Murrill 1909
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Suillellus luridus (Schaeff. : Fr.) Murrill; Regione Toscana; Agosto 2016; Foto di Alessandro Francolini. -
Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Singer 1948
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Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Sing.; Regione Toscana; Agosto 2016; Foto di Alessandro Francolini. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 98, Pag. 206: “Non confonderlo con Chlorophyllum rhacodes, tossico, con squamule fortemente infisse nel derma del cappello (dette “a tegola”), con viraggio all’arancione e poi al brunastro della carne esposta, laddove corrosa o tagliata. È prudente non mangiare Macrolepiota il cui diametro sia inferiore a 8 cm per non confonderle con le Lepiota del Gruppo helveola, o altre velenose o mortali. Macrolepiota procera, essendo uno dei colossi del bosco, difficilmente può essere confuso con le piccole Lepiota. Per la misura si fa riferimento al fungo adulto e quindi con il cappello completamente aperto.” Esemplari maturi, con la forma ad "ombrellone" Giovane esemplare, con la forma a "mazza di tamburo"- 30 risposte
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- bubbola maggiore
- mazza di tamburo
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Hymenopellis radicata (Relhan : Fr.) RH.H. Petersen 2010
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Hymenopellis radicata (Relhan : Fr.) R.H. Petersen; Regione Toscana; Luglio 2016; Foto di Alessandro Francolini. Il cappello che comincia a mostrare le grinze. Gambo e breve porzione della parte sotterranea (che è sempre difficile estrarre completamente).- 26 risposte
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- oudemansiella radicata
- xerula radicata
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Caloboletus calopus (Pers. : Fr.) Vizzini 2014
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Caloboletus calopus (Pers. : Fr.) Vizzini; Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. -
Russula virescens (Schaeff.) Fr. 1836
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Russula virescens (Scaeff.) Fr.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Giovani esemplari, con il cappello globoso, e con il margine ancora raccolto attorno al gambo. -
Boletus reticulatus Schaeff. 1774
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Boletus reticulatus Schaeff.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Nelle prime tre foto un Boletus reticulatus di "mezza età", con la cuticola del cappello ancora integra; e con evidente reticolo sul gambo: In queste ultime foto, invece, un Boletus reticulatus in "tarda età": tubuli bruno-verdastri per la totale maturazione delle spore, evidente screpolatura sul cappello dovuta a prolungata esposizione in ambiente ventilato, con aria calda e secca.- 69 risposte
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- boletus reticulatus
- boletus aestivalis
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Russula rosea Pers. 1796
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Russula rosea Pers.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. È una Russula comune, reperibile in boschi caldi e asciutti sia presso latifoglie (Castagno, Quercia e Faggio in particolare) che presso conifere (Pino in particolare). Carattere distintivo è il sapore: fruttato-mentolato e “rinfrescante” (comune solo alla Russula albonigra che però si presenta con caratteristiche morfocromatiche completamente differenti). R. rosea ha cappello opaco (per la cuticola secca, vellutata e, a volte, come cosparsa di polvere di gessetto rosso), dal bel colore rosa o rosa-rosso fino a rosso carminio con eventuali macchie decolorate giallastre; il gambo è sovente clavato o ingrossato alla base, di rado interamente bianco, più frequentemente con sfumature rosate o rossastre soprattutto nella metà inferiore. Lamelle con filo intero e di solito tipicamente sfumato di rosso in vicinanza dell’orlo del cappello. Altra caratteristica importante da considerare è la durezza della sua carne (soprattutto negli esemplari giovani) unita alla notevole consistenza “gessosa-cassante” che, pur essendo tipica del Genere Russula, in questa specie è emblematica. La sporata è di colore crema pallido. L'imenoforo; con il filo lamellare sfumato di rosso soprattutto vicino all'orlo del cappello: Primo piano delle lamelle: -
Amanita franchetii (Boud.) Fayod 1889
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Amanita franchetii (Boud.) Fayod; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto e commento di Alessandro Francolini. -
Russula virescens (Schaeff.) Fr. 1836
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Russula virescens (Scaeff.) Fr.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Cappello globoso in un giovane esemplare: Il cappello, visto dall'alto, di un esemplare maturo: -
Lactarius luridus (Pers. : Fr.) S.F. Gray 1821
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Lactarius luridus (Pers. : Fr.) Gray; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Boschetto di Cerro. Latice bianco che diventa violaceo (anche viola scuro) se lasciato a contatto con lamelle e carne. Isolato su carta il latice vira debolmente al viola-lilacino. Carne dal sapore amaro molto sgradevole. Cappello con presenza di guttule violacee ma zonature non evidenti. Gambo cavo, di colore crema-pallido. Latice bianco all'inizio: Latice che vira quasi subito al violaceo se lasciato a contatto con le lamelle: Viraggio (dopo una decina di minuti) del latice, se isolato su carta -
Marasmius wynneae Berk. & Broome 1859
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Marasmius wynneae Berk. & Broome; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Ritrovamento effettuato sotto Quercia. Questa specie è comune nei boschi di Faggio, ma cresce anche sotto Quercia, Pino e molte altre essenze (Antonin et al. 2010). Specie caratterizzata dal cappello bianco, colori più o meno chiari, grigiastri, bruni, anche violacei. Gambo bianco, alla base scuro, marrone, nero o con toni rossastri. Microscopia Cheilocistidi clavati, fusiformi, a volte lobati. Pleurocistidi assenti. Caulocistidi a parete sottile, cilindrici, irregolari, flessuosi, riuniti in gruppi. Note La specie è conosciuta con due differenti ortografie: Marasmius winnei e Marasmius winneae. Berkeley, autore della specie ha dedicato il nome del fungo alla signora Winne, non al signor Winne, come molte delle sue nuove specie, per cui l’ortografia corretta per questa specie è Marasmius winneae, al femminile (Antonin et al. 2010) Specie simili Le specie simili sono: Marsmius torquescens, con cheilocistidi clavati, fusiformi; pleurocisitidi più corti dei basidi profondamente immersi nella trama; caulocistidi formati da setae lageniformi con parete spessa, giallo bruna, in clusters. Marasmius coharens, con cheilocistidi digitati; pleurocistidi assenti; grandi setae imeniali fusiformi, lageniformi a parete molto spessa, bruna. Bibliografia ANTONIN, V. & NOORDELOOS, M.E., 2010. A monograph of marasmioid and collybioid fungi in Europa. Ed. IHV-Verlag. Spore. Osservazione in rosso Congo, 400×. Basidi tetrasporici. Osservazione in rosso Congo, 400×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, 400×. -
Hydnum repandum L. : Fr. 1753
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Hydnum repandum L. : Fr.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini. Nascita decisamente anticipata, in quanto fungo più tipicamente autunnale. Si tratta del comune e noto “Steccherino dorato” o “Dentino dorato” che deve il suo nome al colore generale e all’imenoforo ad aculei. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 22, Pag. 125: “Buono da giovane, liberato dagli aculei amarognoli. Gli esemplari maturi sono amari e indigesti. Si presta alla conservazione sott’olio. Lo “Steccherino dorato” come viene volgarmente chiamato, è un fungo comune, diffuso e ampiamente raccolto dall’inizio dell’estate fino ad autunno inoltrato. Nelle zone temperate, in assenza di gelo e neve, è possibile raccogliere questa specie fino a dicembre e gennaio. Fungo molto facile da determinare e riconoscere, la presenza degli aculei sotto il cappello è un carattere molto semplice da osservare. Non esistono funghi ad idni tossici, taluni sono solamente coriacei e legnosi, altri amarescenti, per cui indigesti e comunque immangiabili. A prima vista, forse per il suo colore, può essere scambiato per il Cantharellus cibarius, ma quest’ultimo ha delle pseudolamelle (pliche lamellari) e non gli aculei. Altra confusione possibile è con Albatrellus confluens, anch'esso però ha un diverso imenoforo (pori e non aculei). Può essere confuso con l'Hydnum rufescens, più piccolo e di colore rossastro o aranciato, con aculei non decorrenti, commestibile di minor pregio. H. albidum, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, fungo che tende ad inglobare lettiere e terriccio in modo notevole, con spore più piccole, sempre commestibile, anche se difficilmente recuperabile quando totalmente intriso di terra e aghi.” L'imenoforo:- 15 risposte
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- sarcodon repandum
- steccherino dorato
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Hapalopilus rutilans (Pers. : Fr.) Murrill 1904
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Hapalopilus rutilans (Pers.) Murrill; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto e commento di Alessandro Francolini. Lignicolo annuale, stipitato o sessile con la caratteristica di avere la carne soffice: prendendolo fra le dita sembra infatti di schiacciare uno strato compatto di gommapiuma. È una caratteristica insolita per le Poliporacee ma comune al Genere Hapalopilus (che, infatti, deriva dal greco hapalós = molle, soffice epílos = cappello). Si distingue per la colorazione complessiva di colore uniforme (ocra o cannella-brunastro), per la superficie sterile un poco tomentosa e ruvida, non zonata. Tutto lo sporoforo diventa poi leggerissimo una volta essiccato. I pori si presentano da rotondi ad angolosi. Cresce preferibilmente su legno di latifoglie (in particolare Quercia), più raro presso conifere. A sinistra: vista superiore; a destra vista della superficie poroide. -
Russula aurea Pers. 1796
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Russula aurea Pers.; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini.- 23 risposte
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- colombina dorata
- russula aurea
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