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Lactarius illyricus Piltaver 1992
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Velenosi
Lactarius illyricus Piltaver; Regione Piemonte; Giugno 2011; Foto di Gianluigi Boerio. Ritrovamento in un bosco di Castagno e Pioppo a 300 m s.l.m. -
Lactarius illyricus Piltaver 1992 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites (Fr.) Kauffman Sezione Zonarii (Quél.) Kühner & Romagnesi. Sottosezione Zonarii Quél. Etimologia Dal latino Illyricus, Illyrică, Illyricum = dell'Illiria. Il termine si riferisce all’attuale regione occidentale della penisola balcanica, un tempo abitata dagli Illiri, dove questa specie è stata descritta per la prima volta. Sinonimi Lactarius maliodorus Boud., Bull. Cappello 3-6,5 cm, piano-convesso, poi piano-depresso e infine imbutiforme nella fase adulta. Spesso si presenta un po’ ondulato e di forma irregolare con consistenza un poco elastica. Margine sottile, rivolto verso il basso nei giovani esemplari (dove per altro si nota una lieve tomentosità) ma molto presto tende a rivolgersi verso l’alto. Cuticola viscida a tempo umido, lucida. Da asciutta sono ben evidenti le fibrille che solcano radialmente la superficie. Colore crema-giallogno, crema-ocraceo, spesso con componenti grigiastre e aranciate. Talvolta sono presenti delle lievi zonature, ma parrebbe un carattere piuttosto labile. Lamelle Lamelle da subdecorrenti a decorrenti, piuttosto elastiche, abbastanza fitte, intercalate da qualche lamellula. Si presentano forcute, a volte addirittura anastomosate all'attaccatura del gambo. Colore inizialmente crema, con l'età tendono ad assumere toni più ocracei. Gambo 3-4 × 0,5-1,5 cm, di sezione cilindrica, attenuato in basso, dritto ma a volte ricurvo alla base, più largo in prossimità dell’attaccatura delle lamelle. Presenta una superficie irregolare opaca e leggermente viscida, a volte con gibbosità. Sodo nei giovani esemplari, poi farcito e infine cavo, leggermente più pallido rispetto al cappello. Carne Relativamente soda nei giovani carpofori, in seguito cedevole soprattutto in prossimità del margine pileico e nel gambo che risulta cavo. Colore biancastro, crema-giallino; odore netto e dolce, simile a quello degli altri rappresentanti della sezione, fruttato, come di composta di mele. Sapore decisamente acre. Latice Bianco, immutabile, acre, scarso all'emersione, se isolato dal fungo tende ad ingrigire molto lentamente. Un debole ingrigimento è possibile notarlo anche quando essicca sulle lamelle, ma soprattutto sulle lesioni delle stesse. Habitat Si tratta di una specie associata a Fagus sylvatica ma se ne segnala il ritrovamento anche in boschi misti di Castanea sativa, Quercus pubescens e Pinus sylvestris. Microscopia Spore: 6-8 × 5-7 µm, ornate da una reticolo formata da verruche di vario spessore. Queste tendono a formare un motivo geometrico e solo raramente appaiono isolate. Macrocheilocistidinumerosi, da fusiformi a moniliformi, di dimensione 40-49 × 5-9 µm. Macropleurocistidi numerosi, simili per forma ai cheilocistidi ma di dimensione 50-76 × 6-9 µm. Pileipellis formata da ife filamentose, settate, intrecciate anche in maniera confusa, tuttavia, qua e là, si riuniscono in fasci paralleli. Commestibilità o Tossicità Sindrome gastroenterica incostante. Note tassonomiche La sinonimia con Lactarius maliodorus è stata proposta in forma dubitativa da M.T. Basso in quanto il materiale d'erbario di questa taxon è assente. La specie descritta da Boudier presenta odore di mele cotte e ricorderebbe L. illyricus per il portamento, le dimensioni e l'acredine. Nella descrizione originale viene, inoltre, menzionata una colorazione pileica più carica e presenza di zonature. Osservazioni Specie di recente descrizione (1992) a seguito di un ritrovamento in Slovenia in bosco di Faggio. La maggior parte degli studiosi, M.T. Basso in primis, ritiene questo taxon più diffuso e comune di quanto si possa pensare e che sia stato semplicemente male interpretato e determinato nel corso degli anni. Il linea di massima le caratteristiche macroscopiche principali di questo Lactariussono: il portamento imbutiforme (soprattutto negli esemplari adulti), il margine pileico un po’ ondulato, la cuticola un poco viscida con tempo umido, le lamelle fitte e decorrenti al gambo, il sapore acre di latice e carne e la crescita spesso fascicolata. Specie simili La sottosezione Zonarii comprende specie con un pileo più o meno viscido, diversamente zonato, con colorazioni che variano da bianco, crema fino all’arancione. Il latice, piuttosto scarso e acre all’assaggio, può essere immutabile o ingrigente con l’essicazione. Lactarius porninsis, secondo recentistudi a livello molecolare è collocato nella sezione Dapetes (= Sez. Deliciosi secondo Verbeken), e Lactarius zonarioides si caratterizzano per la colorazione arancio accesa del pileo, Lactarius controversus per i cromatismi biancastri e per le lamelle rosate, mentre Lactarius zonarius presenta nella sua forma tipica il cappello distintamente zonato, dimensioni maggiori e portamento più massiccio. Pertanto questi taxa non rappresentano motivo di indecisione al momento della determinazione in quanto ben distanti dalla specie in esame. Qualche dubbio potrebbe nascere con Lactarius evosmuse Lactarius acerrimus. Tuttavia, possibili confusioni possono essere evitate valutando con attenzione I caratteri macroscopici di L. illyricus ma, in questo senso, anche la microscopia appare decisamente significativa. L. acerrimus può presentarsi con analogo portamento imbutiforme, ma l’analisi al microscopio evidenzia spore molto grandi e basidi bisporici. L. evosmus ha portamento più massiccio e lamelle non decorrenti. Si tratta di una specie legata principalmente al Pioppo che può essere facilmente distinta per l’ornamentazione e la dimensione sporale maggiore, nonché per i pleurocistidi più corti. Dal punto di vista dei caratteri macroscopici, la specie che più si avvicina a L. illyricus è Lactarius pallidus che ne condivide l’associazione al faggio e i toni crema-ocraceii. Il secondo è più carnoso e presenta latice mite sebbene scarso. La microscopia può fugare, però, ogni dubbio: L. Pallidus presenta una pileipellis di tipo ixotricoderma, con ife subcilindriche che emergono perpendicolarmente da uno strato più intrecciato, e spore con ornamentazione zebrata. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo e Marco Mantovani - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Lactarius illyricus Piltaver; Regione Lombardia; Giugno 2010; Foto e commento di Massimo Mantovani. Le caratteristiche di questa raccolta sono: il pileo crema-ocraceo, asciutto, solcato da rughe radiali, ondulato e già depresso nel giovane, il margine "leggermente feltrato", le lamelle abbastanza fitte e crema-ocracee, il latice bianco ma abbastanza scarso; l'odore fruttato e il sapore molto acre. Ritrovamento in un bosco di Castagno. Microscopia Spore: 6-8 × 5-7 µm, ornate da una reticolo formata da verruche di vario spessore. Queste tendono a formare un motivo geometrico e solo raramente appaiono isolate. Basidi tetrasporici: durante l'osservazione è risultato difficile evidenziare contemporaneamente tutti e quattro gli sterigmi perchè si trovavavano su piani differenti di messa a fuoco. Nella foto un basidio, pertanto, sembrerebbe essere bisporico, in realtà, variando la messa fuoco si evidenziavano gli altri due sterigmi. Macrocheilocistidi: numerosi, da fusiformi a moniliformi, di dimensione 40-49 × 5-9 µm. Macropleurocistidi: numeorosi, simili per forma ai Cheilocistidi ma di dimensione 50-76 × 6-9 µm. Pileipellis formata da ife filamentose, settate, intrecciate anche in maniera confusa, tuttavia, qua e là, si riuniscono in fasci paralleli.
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Lactarius ilicis Sarnari 1993
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Lactarius ilicis Sarnari; Regione Sardegna; Dicembre 2008; Foto di Franco Sotgiu, descrizione di Giovanni Satta. Appartenente alla Sezione Glutinosi, Sottosezione Pyrogalini (aventi latice immutabile anche dopo essiccazione), caratterizzato da latice scarso, biancastro, immutabile e acre, crescita generalmente associata a Quercus, ma anche Cistus. -
Lactarius ilicis Sarnari 1993
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Lactarius ilicis Sarnari; Regione Liguria, Moneglia; Novembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. -
Lactarius ilicis Sarnari 1993
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Lactarius ilicis Sarnari; Regione Liguria; Novembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. -
Lactarius ilicis Sarnari 1993 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites (Fr.) Kauffman Sezione Glutinosi Fr. Sottosezione Pyrogalini Singer Sinonimi Lactarius piniolens Epinat & Kizlik. 1997 Etimologia Dal latino ilex: tipico del Leccio. Cappello Di taglia media, piano, ondulato, depresso, imbutiforme; il bordo si presenta liscio o leggermente scanalato, piuttosto sottile, ondulato, lobato, leggermente involuto poi disteso; la cuticola è sottile, rugolosa, piuttosto lucida con tempo umido, di color beige ocraceo più o meno intenso, non uniforme, con sfumature più scure e a volte delle leggere zonature. Imenoforo Lamelle mediamente fitte, di colore biancastro-beige, forcate e anastomosate al gambo, intercalate da numerose lamellule di lunghezza variabile. Gambo Cilindrico, leggermente clavato, cavo a maturità, di colore ocra chiaro-beige non uniforme, analogo al pileo, opaco, con evidenti guttule più scure di color ocra e di forma tondeggiante. Carne Soda, di colore biancastro-crema, sapore acre, odore particolare simile alla cera, complesso (segnalato in letteratura anche come odore di Russula maculata); reazione negativa al KOH. Latice Bianco, virante al grigio-rosato poi grigio-verdastro sulle lamelle, immutabile se isolato, dal sapore acre. Habitat Termofilo, mediterraneo, come per l'esemplare studiato, predilige i boschi calcarei di Quercus ilex, ma è segnalato in letteratura anche associato aQuercus suber e Quercus pubescens; autunnale. Microscopia Spore: 7,3-9,7 × 5-7,6 µm; Q=1,1-1,55; Qm=1,25; da subglobose a ellissoidali, con decorazioni sporali a creste, piuttosto alte, collegate tra loro, che disegnano spesso un reticolo completo, a volte si presentano anche isolate. Basidi: tetrasporici, subclaviformi. Cistidi: macrocheilocistidi abbondanti, da fusiformi a cilindrici, con estremità attenuate, spesso moniliformi o submucronate. Pileipellis: ife a ixotricoderma, gelificate, intrecciate, con estremità schiacciate e a volte moniliformi. Commestibilità o Tossicità Sindrome gastroenterica incostante. Osservazioni Specie descritta abbastanza recentemente con il nome di Lactarius ilicis, da Sarnari nel 1993. Tipicamente mediterranea, è stata già reperita e descritta in Francia (Bertea e Chevassut) con il nome di Lactarius curtus Britz., sempre in associazione con Quercus ilex su terreno calcareo (Chevassut & Al., 1987). Una successiva descrizione è stata effettuata dai micologi Epinat e Kizlik (1997), per Lactarius piniolens su suolo calcareo con le essenze Quercus ilex e Quercus pubescens, del quale riportarono un odore resinoso, un sapore analogo a Lactarius ilicis, ma intensamente acre; osservarono anche un viraggio violetto allo sfregamento delle lamelle, associato ad una reazione al TL4 anche se non particolarmente visibile, fattori questi ultimi che indussero i due studiosi ad una collocazione sistematica all'interno della Sezione Uvidi. In seguito ad un confronto delle exsiccata, è stata rilevata una piena coincidenza dei caratteri microscopici di Lactarius ilicis e Lactarius piniolens. Somiglianze e Varietà Specie poco comune, anche se viene segnalata come abbondante nelle stazioni di crescita. Una volta verificate alcune salienti caratteristiche macroscopiche, assieme al suo habitat, essa non dovrebbe prestarsi a confusione. Tra i Glutinosi, all'interno della sottosezione Pyrogalini, troviamo: Lactarius blennius (Fr.: Fr.) Fr., specie che cresce in associazione praticamente esclusiva con Fagus sylvatica L. e che presenta, a differenza di L. ilicis, una cuticola con colorazione tendente al verde-grigio olivaceo, raramente zonata, macroreazione al KOH sulla cuticola positiva, tendente al giallo, latice virante sulle lamelle al grigio-verdastro, microscopicamente rileviamo un'ornamentazione delle spore con creste zebrate, pileipellis a ixotricoderma con ife erette e più perpendicolari rispetto alla trama orizzontale. Lactarius circellatus Fr. ha un habitat di latifoglie, in particolare Carpino e meno frequentemente Nocciolo (Corylus avellana L.), Quercia, Frassino, con un cappello dalla cuticola tendente al grigio, grigio-bruno, nocciola-grigiastro a volte con sfumature rosate, che presenta, a differenza di L. ilicis, una bordatura di color crema più chiaro rispetto alla colorazione pileica e anche la presenza di aree brinato-glassate nella parte esterna del disco, accompagnate da zonature, scrobicoli e/o guttule; l'imenio si differenzia per la presenza di venosità nei seni lamellari e per macchie color ocra ruggine-nocciola nelle lesioni; microscopicamente rileviamo l'ornamentazione sporale, data dalle creste, decisamente zebrata che non forma reticoli di alcun genere. Lactarius flexuosus (Pers.) Gray è riconoscibile sia per l'habitat, nordico, sotto Pino, Abete rosso, Betulla, sia per l'aspetto del pileo con colorazione dai toni grigio-bruno, grigio-violacei sia per la presenza di evidenti grinze o fossette concentriche; le lamelle si presentano di color crema ocra pallido, sfumato di rosa, tendenti a scurire con l'età; il gambo corto, tozzo, è spesso attenuato alla base e ivi presenta una colorazione giallo-ocra; le macroreazioni al KOH producono un viraggio giallo vivo sia sulla carne che sulla cuticola. Lactarius fluens Boudier, come L. blennius, nasce in associazione a Fagus sylvatica, anche in bosco misto Faggio-Carpino, Faggio-Conifere su terreni sia argillosi che calcarei; si differenzia nettamente per l'aspetto della cuticola color grigio-olivaceo con la presenza di guttule di forma irregolare, più scure e disposte concentricamente, mentre al margine presenta una specie di reticolo e rugosità, visibili con la lente; le lamelle sono color crema, sfumate a volte di color rosa carnicino e si macchiano per sfregamento di un color lilacino-grigio; il gambo, a differenza di L. ilicis, non è mai scrobicolato, né guttulato, concolore al cappello ma più chiaro, presenta una sorta di pseudozonatura in prossimità dell'attaccatura al cappello; la carne tende lentamente a virare al grigio, grigio-rosato pallido; le macroreazioni al KOH sono di color crema-grigio sulla carne, negativa sul latice, immediata di color ocra-arancio sulla cuticola; inoltre negativa al FeSO4 sulla carne e reazione debole e lenta di colore verde al Guaiaco sulla carne; anche per quanto concerne la microscopia, L. fluens si differenzia, in particolare, per l'ornamentazione sporale che risulta zebrata senza la formazione di reticoli. Lactarius fraxineus Romagn. si distingue nettamente sia per l'habitat, da cui il nome scientifico, che ne evidenzia la crescita in associazione al Frassino, sia per l'aspetto generale del carpoforo, dai toni del cappello e del gambo tendenti più al rossastro, come pure per la carne, rossastra ed ingrigente al taglio, dall'odore fruttato simile a L. quietus (Fr.: Fr.) Fr.; Lactarius pilatii Z. Schaef. è una specie nordica, rinvenuta in zona emiboreale che nasce in torbiere o sfagneti con Betulle. La specie capostipite della sottosezione, Lactarius pyrogalus (Bull.: Fr.) Fr., ha un habitat delimitato dalla presenza di Corylus avellana (Nocciolo), ed è caratterizzata da toni nocciola-verdognoli, grigio-bruni del cappello, spesso con la presenza di vaghe zonature e macchie ocra al centro, ed in questo simile a L. ilicis; mentre le lamelle, di color crema-rosato, appaiono caratterizzate da un filo regolare ed unito; il gambo è subconcolore al cappello, con una fascia opaco pruinosa in zona pseudoanulare, biancastra poi concolore alle lamelle; le macroreazioni da rilevare con il KOH al 20% sono sul latice, con viraggio al giallo arancio; la microscopia rivela in questa specie spore con decorazioni tendenti a formare zebrature e mai dei reticoli, mentre la pileipellis mostra una struttura poco gelificata, a ixocute, senza terminali emergenti. Terminando le osservazioni della sottosezione Pyrogalini, citiamo Lactarius vietus Fr., specie anch'essa di habitat nord-europeo, acidofila, legata a Betulla, sopratutto in betulleti con Sfagno; l'aspetto generale è molto diverso, come pure la taglia in questo caso più piccola, con un cappello poco carnoso, dal margine intensamente ondulato, lobato, e dalla cuticola grassa, lucida a tempo umido. Vaga somiglianza macroscopica si potrebbe riscontrare con Lactarius pallidus (Persoon: Fr.) Fr., specie di diverso habitat (faggeta), che presenta un imenoforo spesso macchiato di nocciola, ruggine al tatto o sulle lesioni e numerose lamellule a volte forcate; presenta inoltre un gambo con tonalità rosa vinoso nella parte alta ed anche sull'inserzione delle lamelle stesse, una carne di colore biancastro nel cappello, mentre nel gambo macchiata di bruno-ruggine con un sapore mite poi acre, ed odore di farina fresca o di cetriolo. La reazione al KOH è negativa ed il latice, analogamente a L. ilicis, è immutabile se isolato mentre sull'imenoforo vira verso toni crema, grigio pallido. Una specie che possiamo trovare nel medesimo habitat, in particolare boschi di Quercus ilex dal suolo calcareo in area mediterranea, è Lactarius mediterraneensis Llistosella & Bellù, che presenta numerose differenze: un pileo color crema giallognolo con toni carnicini, con numerosi scrobicoli di colore rosa bruno; lamelle spaziate, con numerose lamellule, solo leggermente venoso-congiunte; un gambo biancastro opaco, pruinoso, corto e tozzo, liscio nella parte alta, scrobicolato dalla metà verso il basso; carne di odore fruttato-acidulo, sapore acre e molto amaro, colore biancastro, ma virante al taglio verso il color crema, giallo, come pure il latice; reazione al KOH sulla carne istantaneamente positiva al giallo cromo. Bibliografia CHEVASSUT & AL., 1987. Catalogue Ecologique des Champignons supérieurs méditerranéens. Ed. Les Associations EPINAT & S. KIZLIK, 1997. Lactarius piniolens. Doc. Mycol. 27 (106): 23-25 M. T. BASSO, 1999. Lactarius Pers.. FUNGI EUROPAEI Vol. 7 R. GALLI, 2006. I Lattari. Atlante monografico per la determinazione del Genere Lactarius. Ed. Dalla Natura Scheda di proprietà AMINT realizzata da Luigi Minciarelli - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Dicembre 2010; Foto di Luigi Minciarelli. Pileo. Imenoforo. Dettaglio del gambo e dell'attaccatura delle lamelle. Microscopia Spore: 7,3-9,7 × 5-7,6 µm; Q=1,1-1,55; Qm=1,25 Decorazioni sporali in Melzer. Spore in Blu di toluidina. Basidi tetrasporici in Melzer. Ife della Pileipellis in Rosso congo. Macrocheilocistidi in Verde malachite. 400× 1000×
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Agosto 2011; Foto e commento di Tomaso Lezzi. 1º Congresso trentino sui funghi alpini, Cles (TN), Loc. Malgaroi. Cappello zonato vicino al margine, lamelle giallastre, gambo corto, molto piccante. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di massimo Mantovani. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Federico Calledda. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Ritrovamento sotto Betula pubescens a 1600 m s.l.m. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Piemonte; Novembre 2008; Foto di Massimo Biraghi. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Massimo Mantovani. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Federico Calledda. -
Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius hysginus (Fr. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricicomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Foto e Descrizioni Lactarius dal cappello color bruno-rossastro, viscido con tempo umido; gambo corto, lamelle giallo chiaro. Poco comune. -
Lactarius hepaticus Plowr. 1905
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Lactarius hepaticus Plowr. 1905 Tassonomia Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sezione Russulares Etimologia L'epiteto Lactarius deriva dal latino lactārĭus [a, um] = da latte, per l'emissione di latice alla frattura. L'epiteto hepaticus deriva dal latino hèpatis = fegato, per il colore del cappello. Sinonimi Lactarius obnubilus ss. Boud. 1874 Lactarius theiogalus sensu Rea 1922 Cappello Piano, a volte leggermente imbutiforme, margine ondulato, sottile. Cuticola non separabile, igrofana, perciò tende a cambiare colore asciugandosi. Colore molto simile a quello del fegato (bruno rossiccio) da cui prende il nome. Lamelle Mediamente spaziate, adnate o leggermente subdecorrenti con l'invecchiamento del carpoforo. Lamelle di spessore sottile con lamellule presenti. Colore crema rosato, con l'invecchiamento bruno rossastre. Gambo Gambo 2-7 × 1-1,5 cm, cilindrico, quasi sempre curvo, di colore simile al cappello, leggermente farcito, poi cavo a maturazione. Crema chiaro in sezione, colorazioni appena accennate di bruno ai bordi, consistenza cotonosa fragile. Micelio di colore bianco. Carne Poco consistente, di colore crema chiaro, reagisce al verde con FeSO4 con sfumature grigiastre. Odore leggero di Scleroderma. Latice Bianco, abbondante, asciugandosi sulle lamelle o sulla carne rimane di colore biancastro crema, se isolato su carta bianca assume da subito una colorazione giallo cromo. Sapore leggermente piccante, con note amarognole. Habitat Tipicamente in pineta mediterranea. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Specie simili I principali caratteri che differenziano questa specie dalle simili sono il colore del cappello, che ricorda il fegato, l'odore poco accennato e non cimicino come in molti suoi simili, ma soprattutto la il viraggio del latice su carta, che diventa giallo cromo. Lactarius sphagneti si rinviene sotto Picea e il latice non cambia colore se isolato. Lactarius badiosanguineus habitat differente da quello di Lactarius hepaticus, si trova in ambiente di montagna sotto Picea spp. e Abies spp. Lactarius aurantiacus dalle colorazioni pileiche arancio, arancio rossastre, con latice bianco ed immutabile, cresce principalmente nelle foreste montane di Abete rosso e bianco. Microscopia Spore (7,6) 7,64 -9,5 (11,1) × (5,7) 7,7-9,3 (10,1) µm; Q = (1,1) 1,2-1,14 (1,5); N = 20; Media = 8,4 × 6,5 µm; Qm = 1,3; di forma subglobosa, presentano un reticolo per lo più incompleto, apicolo ben visibile. Basidi subclavati o cilindrici, per lo più tetrasporici, con sterigmi di oltre 5 µm. Macrocheilocistidi lanceolati, anche se di numero limitato, ben visibili per via della loro dimensione anche di oltre 70 µm, a sommità acuminata, allargati al centro. Pileipellis a ife subcilindriche, ingrossate, intrecciate. Caulopellis a ife intrecciate e ramificate. Bibliografia AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing. BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Dino Cannavicci - Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Toscana; Febbraio 2020; Foto macro e microscopia di Dino Cannavicci. Habitat in pianura in Pineta di Pinus pinea (Pino domestico) misto con Quercus suber (Sughera) a pochi metri dal mare. Pileipellis a ife subcilindriche ingrossate, intrecciate. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Spore. Dettaglio delle ornamentazioni amiloidi. Osservazione in reagente di Melzer a 1000× Basidi subclavati o cilindrici, per lo più tetrasporici con sterigmi di oltre 5 µm. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Macrocheilocistidio lanceolato a sommità acuminata, allargato al centro. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Caulopellis, ife intrecciate e ramificate. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.- 1 risposta
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- lactarius obnubilus
- lactarius hepaticus
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Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2012; Foto e commento di Mario Iannotti. Il ritrovamento è avvenuto in una zona paludosa con sfagno in un bosco misto di Picea abies e qualche Betulla, esemplari con portamento massiccio, cappello feltrato-squamoso di color camoscio abbastanza uniforme, latice scarso, acre, trasparente, odore particolare percepito come dadi da brodo. -
Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr.; Finlandia; Agosto 2008; Foto di Federico Calledda. -
Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Trentino; Foto di Massimo Biraghi. Da una foresta molto umida di Abete rosso e Betulla con Sfagni. Imenio. -
Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius helvus (Fr. : Fr.) Fr. 1838 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricicomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sezione Colorati Etimologia Dal latino helvus = giallo, biondo. Sinonimi Lactarius tomentosus Cooke 1883 Lactarius aquifluus Peck 1876 Cappello 2-15 cm, sodo, relativamente carnoso, piano-convesso, piano-depresso, fino ad imbutiforme a maturazione, a volte con un piccolo umbone centrale. Margine sottile, pruinoso, involuto, disteso a maturità. A volte con margine ondulato. Cuticola opaca, evidentemente feltrata sino a divenire a volte squamuloso-fioccosa. La feltratura o le squamule tendono ad essere appressate al centro e diradate al margine, in rilievo con l'età. Colore camoscio, ocraceo-giallognolo, a volte con tonalità rossastre o carnicine; più scuro, a volte fulvastro, solo nelle zone dove le squamule si appressano e quindi di norma verso il centro. Raramente presenti alcune macchioline più scure. Assenza di zonature. Lamelle Lamelle da subdecorrenti a decorrenti, piuttosto fragili, abbastanza fitte ed intercalate da numerose lamellule. Forcate, a volte sino ad anastomosate, all'attaccatura del gambo. Colore inizialmente crema, crema con sfumature rosate e con l'età tendenti a scurire su toni ocra-aranciati. Gambo 3-8 × 0,6-3 cm, cilindrico, a volte attenuato all'attaccatura delle lamelle, con superficie irregolare opaca e asciutta, a volte con gibbosità, ricoperto spesso da una evidente pruina biancastra. Alla base presenta con frequenza una evidente feltratura bianca. Sodo, piuttosto elastico, subconcolore al cappello in giovane età, poi con componenti ocracee, ocra-arancio o con macchie arancio a volte a guisa di scrobicoli. Dapprima farcito poi cavo. Carne Relativamente soda nei giovani esemplari, in seguito cedevole nel cappello. Colore biancastro che al taglio assume componenti carnicine. Odore particolare, cumarinico, che ricorda la cicoria torrefatta, i dadi da brodo. Sapore mite. Latice Trasparente, scarso con l'età o le condizioni atmosferiche secche. Immutabile, sia seccando sulle lamelle che isolato. Sapore mite. Habitat Cresce in luoghi umidi, in presenza di sfagno, in associazione a conifere, principalmente Picea abies o Pinus spp., più raramente con presenza di Betula spp. Abbastanza diffuso nelle regioni del Nord Europa, in Italia segnalato sulle Alpi. Commestibilità o Tossicità Tossico, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Osservazioni Specie caratterizzata da dimensioni medio-grandi, dai cromatismi sempre con componente comoscio-giallognola. Ecologia: associato a Picea abies o Pinus spp.. Il latice trasparente ed immutabile, la cuticola pileica sempre feltrata e l'odore caratteristico, seppur flebile soprattutto all'atto della raccolta, costituiscono caratteri costanti e peculiari di determinazione. Piuttosto diffuso in Fennoscandia, da luglio a ottobre (nel Sud della regione), dove è reperibile in pinete ed abetaie in luoghi umidi con sfagno. Sulle Alpi, in habitat simile, è segnalato nei mesi di agosto a settembre. Specie simili I caratteri peculiari esposti nelle osservazioni se valutati complessivamente e con attenzione rendono difficili eventuali confusioni con altre specie. Il Lactarius glyciosmus soprattutto in caso di esemplari robusti può assomigliare ma si distingue, tra l'altro, per il latice bianco e l'odore netto di cocco. IlLactarius lilacinus oltre ad avere differente habitat (cresce sotto Alnus spp.) ha latice bianco e differente odore nonché una tipica colorazione lilacino-violacea. Il Lactarius mammosus ha differente portamento, colore ed odore (foglie di fico) nonchè latice bianco e sapore acre. Il Lactarius alpinus è specie associata ad Alnus viridis ed è di piccola taglia con latice bianco e sapore tardivamente acre. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Gianluigi Boerio - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Continente Europa, Finlandia; Agosto 2009; Foto di Gianluigi Boerio. Raccolta in luogo molto umido tra sfagno ai bordi di un laghetto con presenza di Pinus sylvestris. Esemplari lussureggianti. Il latice ialino, le lamelle piuttosto fitte intercalate da lamellule e la feltratura tipica evidente al bordo del cappello. Pruinosità sul gambo e feltratura bianca alla base dello stesso sono presenti con frequenza. Feltratura appressata sul cappello, più concentrata verso il centro a formare zone di colore più scuro. -
Lactarius glyciosmus (Fr. : Fr.) Fr. 1838
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Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr.; Regione Lombardia, località Sanico (LC); Agosto 2014; Foto di Marco Barbanera. Lactarius di piccola o media taglia, si fa riconoscere per il forte odore di cocco e l'habitat di Betulla. Latice biancastro, amarognolo e in seguito leggermente acre. -
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Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr.; Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2014; Foto di Tomaso Lezzi. Raduno Scientifico CSP35 di Braies (BZ). Particolare della cuticola. Particolare delle lamelle. -
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Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia; Settembre 2012; Foto e commento di Massimo Mantovani. In prossimità di Betula pubescens. Inconfondibili grazie al loro odore e alle loro caratteristiche morfocromatiche. -
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Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia, Alta valle Camonica, Vallaro di Vione; Settembre 2009; Foto Emilio Pini. Invasivo sotto Betula pubescens. -
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Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia; Agosto 2008; Foto Massimo Mantovani. Lactarius appartenente alla Sezione Colorati, caratterizato dal rivestimento pileico feltrato-pruinoso di colore crema-grigiastro e dall'inconfondibile odore di cocco o foglie di fico. Cresce perlopiù in luoghi umidi in presenza di Betulle. -
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Lactarius glyciosmus (Fr.: Fr.) Fr., Regione Lombardia; Agosto 2008; Foto Massimo Mantovani. Tra gli esemplari appartenenti alla stessa raccolta possono evidenziarsi grandi variabilità. In evidenza la forma del cappello che appare regolare in alcuni carpofori e ondulata in altri.