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Inocybe asterospora Quél. 1879
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Inocybe asterospora Quél.; Regione Lombardia, Gera d'Adda; Ottobre 2013; Foto e microscopia di Angelo Mariani. Sotto Quercia. Spore. -
Inocybe asterospora Quél. 1879
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Inocybe asterospora Quél.; Regione Lombardia; Novembre 2013; Foto e microscopia di Sergio Mombrini. Spore. -
Inocybe asterospora Quél. 1879
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Inocybe asterospora Quél.; Regione Umbria; Novembre 2013; Microscopia di Luigi Minciarelli e Tomaso Lezzi. -
Inocybe asterospora Quél. 1879
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Inocybe asterospora Quél.; Regione Umbria; Luglio 2010; Microscopia di Tomaso Lezzi. Cappello marrone scuro fortemente rimoso, lacerato in sottili striscioline radiali che lasciano intravedere abbondantemente la carne bianca sottostante, base bulbosa. La conferma della specie è nel suo nome: Inocybe asterospora Quélet, cioè Inocybe con le spore a stella. È spettacolare vedere le spore al microscopio che lentamente girano nel liquido in cui sono sospese tra i due vetrini, peccato che le foto siano immagini bidimensionali e non possano rendere l'idea di questa fantastica tridimensionalità. -
Inocybe asterospora Quél. 1879 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Inocybaceae Genere Inocybe Sottogenere Clypeus Sezione Marginata Sottosezione Oblectabiles Sinonimi Astrosporina asterospora (Quél.) Rea 1922 Etimologia Dal Greco Aster (ἀστηρ) = astro, stella, per la forma delle spore. Cappello Di piccole-medie dimensioni 2-5(6) cm di diametro, inizialmente conico, poi campanulato, irregolarmente appianato a maturazione e con presenza di un evidente umbone ottuso, più evidente in fase adulta. Superficie di aspetto fibrilloso, intera nei giovani primordi poi nettamente lacerata. Colorazione pileica ocra-brunastra, bruno-rossiccia, biancastra sotto la cuticola. Lamelle Mediamente fitte e intramezzate da lamellule, adnate al gambo o anche subdecorrenti, di colore biancastro in gioventù, brunastre con riflessi oliva a maturazione. Gambo Generalmente cilindrico o appena allargato verso la base dove termina in un bulbo marginato, di colore biancastro in gioventù, brunastro con l'età, presenta pruina biancastra localizzata verso l'apice. Carne Biancastra nel cappello, leggermente brunastra nel gambo, più scura con tempo umido o per l'effetto della pioggia, odore leggermete terroso, o appena spermatico, sapore insignificante. Habitat Specie molto comune e gregaria che fruttifica preferibilmente nei boschi con terreno di matrice sabbiosa, in particolare sotto Quercus spp. e Carpinusspp., in zona planiziale, ma sono altrettanto comuni ritrovamenti in prossimità di Castanea sativa e Fagus sylvatica a quote medie, meno frequenti le segnalazioni sotto conifera (Picea excelsa) in area montana. Microscopia Spore 9-12 × 8-11 µm, marcatamente gibbose e con protuberanze allungate che gli conferiscono una forma a stella. Basidi tetrasporici, clavati. Cistidi imeniali 50-70 (80) × 12-20 (23) µm, fusiformi o subfusiformi, spesso ventricosi, irregolarmente mucronati. Caulocistidi presenti fino alla base del gambo e simili ai cistidi imeniali, alcuni di lunghezza maggiore. Paracistidi abbastanza numerosi, da subclavati a piriformi. Commestibilità e tossicità Tossica, come tutte le Inocybe è sospettata di provocare sindrome muscarinica. Osservazioni Inocybe asterospora è specie abbastanza diffusa nei terreni a matrice sabbiosa-argillosa dei boschi di latifoglia collinari e planiziali con Quercus spp., Carpinus spp.e Castanea sativa, meno presente a quote più elevate ma non sono infrequenti ritrovamenti sotto Fagus sylvatica e Picea excelsa, relativamente comune anche in parchi e giardini urbani. Si riconosce sul campo per il cappello su tonalità brunastre e per la tendenza a lacerarsi grossolanamente facendo intravedere una colorazione sottocuticolare biancastra, e per avere alla base del gambo un bulbo nettamente marginato. Specie simili La specie più simile è Inocybe pseudoasterospora Kühner & Boursier, difficilmente separabile macroscopicamente, si differenzia microscopicamente sopratutto per l'assenza dei caulocistidi, e per la diversa morfologia dei cistidi imeniali, generalmente molto più panciuti o subovoidi. Nella stessa tipologia di habitat troviamo anche Inocybe napipes J.E. Lange, sul campo si può riconoscere sopratutto per la presenza di residui cortiniformi rinvenibili al margine del cappello e per il bulbo non marginato ma evidentemente napiforme, l'analisi dei caratteri microscopici toglie ogni dubbio, infatti le spore non sono "stellate" ma solamente gibbose, i cistidi imeniali sono per lo più clavati e non si riscontra la presenza di caulocistidi. Bibliografia AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. BON, M., 1998. Clé monographique du genre Inocybe (Fr.) Fr. 3ème Partie: espèces gibbosporées = sous-genre Clypeus FERRARI, E., 2006. Inocybe alpine e subalpine. Il genere Inocybe (Fr.) Fr. nel Nord Italia e paesi limitrofi. Fungi Non Delineati, Pars XXI: 1–457. Alassio: Ed. Candusso. STANGL, J., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Inocybe. Vol. 3. Ed. Saturnia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lombardia; Boschetto planiziale del parco dei fontanili, Spirano (BG); Ottobre 2007; Foto di Massimo Biraghi. (Exsiccatum MB20071020-04) Microscopia Spore 9-12 × 8-11 µm, marcatamente gibbose e con protuberanze allungate che gli conferiscono una forma a stella. Osservazione a 1000×. Osservazione a 400×. Basidi tetrasporici, clavati. Cheilocistidi 50-70 (80) × 12-20 (23) µm, fusiformi o subfusiformi, spesso ventricosi, irregolarmente con cristalli di Ossalato di calcio. Osservazione a 400×. Filo lamellare 200×. . Pleurocistidi analoghi ai cheilocistidi, reazione leggermente positiva all'Ammoniaca, spessore pareti da 1 µm nella parte media a 2-3,5 µm nella parte superiore. Osservazioni a 400×. Caulocistidi presenti fino alla base del gambo e simili ai cistidi imeniali, alcuni di lunghezza maggiore. Caulocistidi della parte apicale del gambo. Caulocistidi della parte media del gambo. Osservazione a 400×. Caulocistidi della base del gambo.
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Infundibulicybe mediterranea Vizzini, Contu & Musumeci 2011
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Infundibulicybe mediterranea Vizzini, Contu & Musumeci 2011 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Etimologia Dal latino infundĭbŭlum = imbuto e dal greco kùbe = testa, ovvero dalla testa a forma di imbuto. Nome della specie in relazione allo specifico habitat della stessa, ossia area del Mediterraneo. Cappello 1-6(8) cm di diametro, ampio, non molto carnoso, elastico, prima leggermente depresso, spesso con un piccolo umbone, poi ombelicato ed infine con la netta forma di imbuto. Margine involuto, talvolta inciso o leggermente lobato e ondulato. In genere non igrofano, ha la cuticola glabra o leggermente fibrillosa, di solito non squamosa. Il colore va dal nocciola-brunastro al marrone scuro con tendenza a schiarire. La reazione della superficie al contatto con l'idrossido di potassio (KOH) da un colore neutro o giallastro sia negli esemplari freschi che essiccati. Imenoforo Lamelle molto decorrenti, bianche, fitte e strette. Talvolta biforcate ed intervenate. Di solito si presenta con numerose lamellule. Filo intero e concolore. Gambo 1,5-5 × 0,3-5 cm, corto, centrale, cilindrico o con la base un po' allargata; concolore al cappello o appena più chiaro. Di norma presenta una leggera pruina bianca ma può essere anche liscio o leggermente striato longitudinalmente. Prima farcito poi cavo, è solito avere una base tomentosa bianca che ingloba foglie e detriti legnosi. La caratteristica del gambo dai cromatismi scuri, quasi concolore al cappello, è fondamentale per distinguere Infundibulicybe mediterranea da Infundibulicybe gibba (Pers.: Fr.) Harmaja la quale ha sempre il colore del gambo più chiaro di quello del cappello. Carne Sottile, elastica, bianca nel cappello, marrone chiaro nel gambo e senza alcun viraggio. Odore e sapore fungino. Si evidenzia che anche le caratteristiche organolettiche sono importanti per differenziare Infundibulicybe mediterranea da Infundibulicybe gibba in quanto quest'ultima ha un netto odore cianico o di mandorle amare. Habitat Cresce tutto l'anno, isolato, gregario o anche cespitoso su foglie e detriti legnosi in decomposizione, formando spesso sul terreno dei caratteristici archi. Predilige i boschi di Quercus suber (Sughera) e Quercus ilex (Leccio). Microscopia Spore 4,5-6 × 3-4 µm, generalmente a forma di lacrima, lisce ed inamiloidi. Le spore di Infundibulicybe gibba sono di solito più lunghe visto che possono arrivare anche fino ad 8 µm. Commestibilità e tossicità Si tratta di un buon commestibile. Specie simili Infundibulicybe gibba = Clitocybe gibba (Pers.: Fr.) Kummer ha i colori più chiari, il gambo sempre meno scuro del cappello e un odore diverso di mandorle amare. È un fungo ampiamente diffuso anche nei boschi di conifere, oltre che in quelli di latifoglie. Rispetto a Infundibulicybe mediterranea le sue spore sono leggermente più grandi, analoga invece è la reazione all'idrossido di potassio (KOH); Infundibulicybe costata (Kühner & Romagnesi) Harmaja = Clitocybe costata Kühner & Romagnesi, molto vicina a Infundibulicybe gibba, si differenzia per il margine del cappello ornato da costolature a forma di Y, per l'odore più marcato tra il cianico ed il fruttato e per la reazione all'idrossido di potassio (KOH) la quale è di norma marrone scuro; Infundibulicybe meridionalis (Bon) Pérez-De-Gregorio = Clitocybe meridionalis (Bon) P. Roux, anch'essa con i colori più scuri, si distingue per una reazione bruno-rossastra all'idrossido di potassio (KOH) e per avere le spore più lunghe; Infundibulicybe bresadolana (Singer) Harmaja = Clitocybe bresadolana Singer, si distingue per i toni bruno-rossastri del cappello e la reazione forte e bruna all'idrossido di potassio (KOH); Infundibulicybe squamulosa (Pers.) Harmaja = Clitocybe squamulosa (Pers.) P. Kumm., si distingue per avere un netto odore cianico, per il cappello brunastro ricoperto da piccole squamule e per la reazione forte e bruna all'idrossido di potassio (KOH); Infundibulicybe catinus (Fr.) Harmaja = Clitocybe catinus (Fr.) Quél., si caratterizza per avere il pileo biancastro, talvolta sfumato di rosa, l'orlo del cappello involuto, le spore leggermente più ampie e un odore appena farinoso; Infundibulicybe glareosa (Röllin & Monthoux) Harmaja = Clitocybe glareosa Röllin & Monthoux, si differenzia per l'habitat praticolo, per la reazione nulla alle basi forti e per il leggero odore di anice; Bonomyces sinopicus (Fr.) Vizzini = Clitocybe sinopica (Fr.) P. Kumm., si distingue per l'odore ed il sapore di farina fresca e per l'associarsi prevalentemente a Picea abies e Abies alba, esclusivamente in primavera e inizio estate; Infundibulicybe alkaliviolascens (Bellù) Bellù = Clitocybe alkaliviolascens Bellù, anch'essa molto simile morfologicamente, si differenzia per avere una reazione all'idrossido di potassio (KOH) forte, viola vinoso e per avere le lamelle di un colore tendente al giallino; Clitocybe phaeophthalma (Pers.) Kuyper, fungo tossico, la quale è appena più esile, ha il cappello solo infossato al centro (ombelicato) e difficilmente imbutiforme ed con colore di solito più chiaro; la carne però ha un cattivo e netto odore di rancido o simile a quello di pollaio; Clitocybe vibecina (Fr.) Quél., si differenzia per il cappello ombelicato, per l'odore di farina o terroso e per un'evidente pruina alla sommità del gambo; Paralepistopsis amoenolens (Malençon) Vizzini = Clitocybe amoenolens Malençon, si distingue per le colorazioni generali ocra-arancio, le lamelle secedenti e l'odore aromatico complesso, con note floreali. Questa specie risulta tossica e, quantunque poco comune, talvolta è stata scambiata con Clitocybe commestibili; Paralepista flaccida (Sowerby : Fr.) Vizzini = Lepista flaccida (Sowerby : Fr.) Pat. ha colori aranciati, margine del cappello involuto, lamelle che si staccano facilmente dalla trama del cappello, carne con odore fungino e sapore un po' astringente. Osservazioni Trattasi di una specie identificata in Sardegna nell'anno 2011 in base a studi molecolari. Si tratta di una specie molto vicina a Infundibulicybe gibba e differisce da quest'ultima per le pigmentazioni più scure del carpoforo e per il gambo generalmente più scuro e quasi concolore al cappello, oltre che per le diverse misure sporali. Come dal nome predilige gli habitat mediterranei, associandosi ai boschi di Sughera e Leccio; molto comune in Sardegna, è stata rinvenuta anche nel sud della Francia e nei monti del Marocco. È del tutto probabile che i ritrovamenti di Infundicybe gibba dal cappello bruno-marrone rinvenuti in passato nei boschi di Leccio e Sughera dell'Italia centrale, siano attualmente da attribuire a Infundibulicybe mediterranea. Lo studio molecolare che ha permesso la separazione di Infundibulicybe mediterranea da Infundibulicybe gibba ha anche confermato il rango di specie di Infundibulicybe catinus, la quale in passato era stata ritenuta da alcuni autori solamente una variante cromatica di Infundibulicybe gibba. Bibliografia MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin. PHILLIPS, R., 2004. Riconoscere i funghi. Ed. De Agostini. VIZZINI, A., CONTU, M., MUSUMECI, E., ERCOLE, E., 2011. A new taxon in the Infundibulicybe gibba complex (Basidiomycota, Agaricales, Tricholomataceae) from Sardinia (Italy). Mycologia, 103(1): 203-208. Ed. Mycological Society of America. [Data di accesso: 14/09/2015]. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi - Revisionata da Tomaso Lezzi. Regione Sardegna, Raduno 2007, foto di Felice Di Palma. -
Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja 2003
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Svizzera; Agosto 2014; Foto di Roberto Cagnoli.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Giugno 2013; Foto di Tomaso Lezzi. Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna. NaOH sulla cuticola neutro.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja Regione Lombardia; Settembre 2013; Foto di Lorenzo Martinelli.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Trentino Alto Adige, Val di Fiemme; Settembre 2012; Foto di Mario Iannotti.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Trentino; Luglio 2012; Foto di Mauro Cittadini.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Pietro Curti. Pileo e imenoforo.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Sardegna, Novembre 2009, foto di Felice Di Palma.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Lombardia; Luglio 2006; Foto di Federico Calledda.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Pietro Curti. Piccola Infundibullicybe dall'odore gradevole, intenso e cianico, cresce sulle lettiere di latifoglie e conifere, nota con il nome volgare di Imbutino per la forma. Per distinguerla dalle specie simili è necessario osservare che il gambo sia biancastro.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers.: Fr.) Harmaja; Regione Lazio; 2005; Foto di Mauro Cittadini.- 21 risposte
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Infundibulicybe gibba (Pers. : Fr.) Harmaja 2003 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Clitocybe gibba (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871 Etimologia Dal latino infundĭbŭlum = imbuto e dal greco kùbe = testa, ovvero dalla testa a forma di imbuto. Dal latino gibbosus = gobbo, per l'aspetto gibboso del cappello negli esemplari giovani, che si presenta come un cono capovolto con una piccola protuberanza (umbone) al centro. Cappello 3-6(8) cm di diametro, convesso con margine involuto, a volte umbonato poi imbutiforme; in alcuni esemplari, anche in età adulta, si nota ancora un piccolo umbone al centro. Il margine è ondulato e qualche volta costato; la cuticola è liscia, feltrata, di colore beige, in varie tonalità chiare e scure ma mai bianco; la reazione della stessa alle basi forti come l'idrossido di potassio (KOH), da un colore neutro o appena giallastro. Imenoforo Lamelle molto decorrenti, bianche, fitte e strette. Si presenta in genere con numerose lamellule. Gambo Altezza 2-5(7) × 0,5-1 cm, cilindrico, appena ingrossato alla base, dove si nota una zona biancastra feltrata. Quando viene raccolto conserva spesso parte del substrato inglobato dal micelio alla base del gambo; il colore è più chiaro di quello del cappello. Carne Bianca, elastica, tenace, fibrosa nel gambo. Sapore gradevole e odore di mandorle amare. Habitat Specie molto comune e diffusa: cresce dalla tarda primavera all'autunno in gruppi numerosi, spesso molto ravvicinati, quasi cespitoso sul terreno, tra i residui vegetali, nei boschi di conifere e latifoglie, nelle radure e lungo i sentieri. Commestibilità e tossicità Si tratta di un buon commestibile ma è meglio utilizzare solo i cappelli. Si presta bene per la preparazione dei misti, specialmente quando scarseggiano altre specie più ricercate. Specie simili Infundibulicybe costata (Kühner & Romagn.) Harmaja = Clitocybe costata Kühner & Romagn. è senza dubbio la specie che le è più vicina, morfologicamente ed ecologicamente, sembra quasi il suo sosia: si differenzia per il margine del cappello ornato da costolature a forma di Y, il gambo concolore al cappello e l'odore più marcato. Per distinguere con certezza le due specie si rende però necessario un test macrochimico: se mettiamo una goccia di idrossido di potassio (KOH) sulla superficie del cappello di Infundibulicybe costata otteniamo di solito una colorazione marrone scuro che non si verifica in Infundibulicybe gibba; Infundibulicybe mediterranea Vizzini, Contu & Musumeci, quantunque abbia la stessa reazione di Clitocybe gibba all'idrossido di potassio (KOH), si differenzia per i colori più scuri, per il gambo quasi concolore al cappello, per l'odore in genere fungino, per il carattere microscopico delle spore più piccole e per l'associarsi principalmente al Leccio o alla Sughera; Infundibulicybe meridionalis (Bon) Pérez-De-Gregorio = Clitocybe meridionalis (Bon) P. Roux, anch'essa con i colori più scuri, si distingue per una reazione bruno-rossastra all'idrossido di potassio (KOH) e per avere le spore più lunghe; Infundibulicybe bresadolana (Singer) Harmaja = Clitocybe bresadolana Singer, si distingue per i toni bruno-rossastri del cappello e la reazione forte e bruna all'idrossido di potassio (KOH); Infundibulicybe squamulosa (Pers. : Fr.) Harmaja = Clitocybe squamulosa (Pers. : Fr.) P. Kumm., si distingue per avere un netto odore cianico, per il cappello brunastro ricoperto da piccole squamule e per la reazione forte e bruna all'idrossido di potassio (KOH); Infundibulicybe catinus (Fr.) Harmaja = Clitocybe catinus (Fr.) Quél., si caratterizza per avere il pileo biancastro, talvolta sfumato di rosa, l'orlo del cappello involuto, le spore leggermente più ampie e un odore appena farinoso; Infundibulicybe glareosa (Röllin & Monthoux) Harmaja = Clitocybe glareosa Röllin & Monthoux, si differenzia per l'habitat praticolo, per la reazione nulla alle basi forti e per il leggero odore di anice; Bonomyces sinopicus (Fr. : Fr.) Vizzini = Clitocybe sinopica (Fr. : Fr.) P. Kumm., si distingue per l'odore ed il sapore di farina fresca e per l'associarsi prevalentemente a Picea abies e Abies alba, esclusivamente in primavera e inizio estate; Infundibulicybe alkaliviolascens (Bellù) Bellù = Clitocybe alkaliviolascens Bellù, anch'essa molto simile morfologicamente, si differenzia per avere una reazione all'idrossido di potassio (KOH) forte, viola vinoso e per avere le lamelle di un colore tendente al giallino; Clitocybe phaeophthalma (Pers.) Kuyper, fungo tossico, la quale è appena più esile, ha il cappello solo infossato al centro (ombelicato) e difficilmente imbutiforme ed con colore di solito più chiaro; la carne però ha un cattivo e netto odore di rancido o simile a quello di pollaio; Clitocybe vibecina (Fr.) Quél., si differenzia per il cappello ombelicato, per l'odore di farina o terroso e per un'evidente pruina alla sommità del gambo; Paralepistopsis amoenolens (Malençon) Vizzini = Clitocybe amoenolens Malençon, si distingue per le colorazioni generali ocra-arancio, le lamelle secedenti e l'odore aromatico complesso, con note floreali. Questa specie risulta tossica e, quantunque poco comune, talvolta è stata scambiata con Infundibulicybe gibba; Paralepista flaccida (Sowerby : Fr.) Vizzini = Lepista flaccida (Sowerby : Fr.) Pat., la quale cresce nel medesimo habitat ma che ha colori aranciati, margine del cappello involuto, lamelle che si staccano facilmente dalla trama del cappello, carne con odore fungino e sapore un po' astringente. Osservazioni È un fungo di medie dimensioni; nonostante ciò è forse il più conosciuto di tutto il genere perché è comune, abbondante e relativamente facile da riconoscere. Quando in cucina si impiega il fungo nei misti, va tenuto presente che possiede carne elastica e tenace e che, come tutti gli altri funghi di consistenza simile, richiede tempi di cottura più lunghi; si consiglia quindi di precuocere per qualche minuto, prima di aggiungere esemplari di altre specie con carni più tenere. Bibliografia MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin. PHILLIPS, R., 2004. Riconoscere i funghi. Ed. De Agostini. VIZZINI, A., CONTU, M., MUSUMECI, E., ERCOLE, E., 2011. A new taxon in the Infundibulicybe gibba complex (Basidiomycota, Agaricales, Tricholomataceae) from Sardinia (Italy). Mycologia, 103(1): 203-208. Ed. Mycological Society of America. [Data di accesso: 14/09/2015]. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Sardegna; Raduno 2007; Foto di Massimo Biraghi.- 21 risposte
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Imperator luteocupreus
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Imperator luteocupreus (Bertéa & Estadès) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Emilia Romagna, Alta Val Nure; Luglio 2015; Foto di Massimo Biraghi. -
Imperator luteocupreus
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Velenosi
Imperator luteocupreus (Bertéa & Estadès) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Emilia Romagna; Luglio 2014; Foto di Massimo Biraghi. -
Imperator luteocupreus
Archivio Micologico ha risposto alla discussione di Archivio Micologico in Funghi Velenosi
Imperator luteocupreus (Bertéa & Estadès) Assyov, Bellanger, Bertéa, Courtec., Koller, Loizides, G. Marques, J.A. Muñoz, N. Oppicelli, D. Puddu, F. Rich. & P.-A. Moreau; Regione Lombardia; Luglio 2013; Foto di Lorenzo Martinelli.